Bambino – MammeUp https://www.mammeup.it Tutto per le mamme 2.0 Wed, 30 Sep 2020 15:34:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 Scuola di lingue, istituto internazionale o bilingue? https://www.mammeup.it/scuola-di-lingue-istituto-internazionale-o-bilingue/ https://www.mammeup.it/scuola-di-lingue-istituto-internazionale-o-bilingue/#respond Wed, 29 Jul 2020 16:27:50 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36869 L’educazione è importante sempre e lo è ancora di più in un periodo storico come quello attuale dove si fa fatica a inserirsi nel mondo del lavoro. La scelta dei genitori di far imparare ai propri figli una seconda lingua, è un investimento prezioso per il loro futuro. Investimento non destinato meramente a consentirgli di trovare […]

L'articolo Scuola di lingue, istituto internazionale o bilingue? proviene da MammeUp.

]]>
L’educazione è importante sempre e lo è ancora di più in un periodo storico come quello attuale dove si fa fatica a inserirsi nel mondo del lavoro. La scelta dei genitori di far imparare ai propri figli una seconda lingua, è un investimento prezioso per il loro futuro. Investimento non destinato meramente a consentirgli di trovare facilmente lavoro, ma soprattutto di offrirgli un’educazione culturale, sociale e linguistica valida.

I vantaggi di una seconda lingua per bambini

Quando si parla della scuola di lingue si pensa quasi esclusivamente agli istituti dove gli adulti si iscrivono per imparare una seconda lingua.

Anche i bambini però vengono a volte iscritti dai genitori a vere e proprie scuole di lingua che offrono corsi intensivi di diverse ore a settimana. Solitamente si tratta di corsi privati che impegnano il bambino dopo la scuola per alcune ore, alcuni pomeriggi a settimana. Ovviamente non sostituiscono il programma formativo ma hanno l’unico obiettivo di intensificare e velocizzare l’apprendimento della seconda lingua, in genere l’inglese. Si tratta di una scelta più diffusa nelle famiglie che hanno iscritto i propri figli in un classico istituto statale che per programma ministeriale non può dedicare più di un tot di ore settimanali all’insegnamento dell’inglese e/o di un’altra lingua aggiuntiva, solitamente il francese, lo spagnolo o il tedesco.

In alternativa a queste scuole private esistono delle realtà, rivolte ai bambini, che affrontano l’apprendimento dell’inglese, o di un altro secondo idioma, fin dalla più tenera età. Parliamo delle scuole primarie paritarie bilingue, istituti dove l’assimilamento della seconda lingua avviene in maniera completa, totale, progressiva e naturale.

L’educazione nelle scuole bilingue primarie paritarie non è solamente rivolta alla comprensione di una lingua straniera e all’acquisizione della padronanza dell’uso di quella lingua, ma soprattutto di offrire una prospettiva interculturale di altissimo valore. Una contaminazione tra culture nella quale emerge l’inclusione, la socializzazione, l’apertura e la capacità di sapersi destreggiare in contesti diversi.

Questo offre l’acquisizione di un bagaglio culturale enorme che rimarrà sempre prezioso nella vita del bambino, qualunque sia la strada che intraprenderà in età giovanile prima e in quella adulta dopo. In questo panorama è doveroso però fare un’importante distinzione per consentire ai genitori di fare una scelta ponderata e vincente per il presente e il futuro dei propri figli. Dobbiamo quindi parlare della differenza tra scuole internazionali e scuole bilingue, capendo caratteristiche e vantaggi di ciascuna realtà.

Cos’è una scuola internazionale

Le scuole internazionali  sono quegli istituti che seguono un ordinamento particolare, diverso da quello del Paese nel quale si trovano. Questo vuol dire che una scuola internazionale in Italia segue regole e programmi scolastici del Paese di riferimento (non quello italiano stabilito dal Ministero dell’Istruzione), portato avanti da docenti madrelingua con lezioni nelle quali l’italiano è insegnato al pari delle altre lingue.

Cos’è una scuola bilingue

A differenza di quelle internazionali, le scuole bilingue sono realtà inserite perfettamente all’interno dell’ordinamento scolastico italiano. La peculiarità di questi istituti è che le lezioni, tutte le lezioni, non solamente quelle di lingua, vengono condotte nelle due lingue. La conseguenza è che l’apprendimento della lingua avviene in maniera completa e supportato anche dall’uso della lingua straniera in contesti differenti da quelli strettamente linguistici (come possono essere le lezioni di storia, matematica, eccetera).

Perché scegliere una scuola bilingue

Ma l’aspetto più interessante di questo tipo di scuola di lingue è quello di offrire un percorso di studio perfettamente inserito nel panorama didattico nazionale. L’importanza di questo elemento non è tanto una questione normativa, quanto sociale. I ragazzi, infatti, crescono imparando una seconda lingua senza per questo essere sradicati dalla cultura nella quale stanno crescendo. Anche con i coetanei che non frequentano una scuola bilingue, seguendo lo stesso programma di lezioni, hanno la possibilità di confrontarsi e non subire un disallineamento tale per cui il bambino si sente diverso dai propri coetanei.

Questo elemento, soprattutto nell’età infantile, è di vitale importanza. Il motivo? I bambini hanno uno sviluppo cognitivo, affettivo ed emotivo coerente con quello dei loro coetanei, ma con il vantaggio di farlo imparando una lingua in più.

L'articolo Scuola di lingue, istituto internazionale o bilingue? proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/scuola-di-lingue-istituto-internazionale-o-bilingue/feed/ 0
Crisi coniugale: come gestirla con i figli https://www.mammeup.it/crisi-coniugale-come-gestirla-con-i-figli/ https://www.mammeup.it/crisi-coniugale-come-gestirla-con-i-figli/#respond Thu, 09 Jul 2020 08:00:27 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36860 Capita sempre più spesso di ascoltare, ma anche di conoscere direttamente, coppie in crisi a rischio di separazione. Le cause alla base di una crisi coniugale possono essere le più disparate, anche perché in gioco ci sono diversi fattori. Un aspetto fondamentale da prendere in considerazione in presenza di una crisi di coppia è la […]

L'articolo Crisi coniugale: come gestirla con i figli proviene da MammeUp.

]]>
Capita sempre più spesso di ascoltare, ma anche di conoscere direttamente, coppie in crisi a rischio di separazione. Le cause alla base di una crisi coniugale possono essere le più disparate, anche perché in gioco ci sono diversi fattori. Un aspetto fondamentale da prendere in considerazione in presenza di una crisi di coppia è la gestione di questa situazione con i figli piccoli. Le tensioni e i litigi non sono piacevoli per nessuno, ma per i bambini hanno un peso molto più significativo che può creare conseguenze anche sulla loro maturazione e crescita.

Crisi coniugale da Coronavirus

Un fenomeno di recentissima attualità quello di una serie di crisi di coppia provocate dal lockdown per il Coronavirus. Più che la nascita di un figlio molte coppie sono ricorse alla separazione dopo le settimane di quarantena. Il motivo? Anche qui è difficile individuare una sola causa, essendoci non solo diversi fattori, ma anche diverse condizioni sociali e personali che incidono su questa scelta. Sta di fatto che molte coppie si sono ritrovate a vivere una vita in comune prima, per impegni di lavoro, personali e sociali, sconosciuta. Questa condizione si è innestata su un periodo di incertezza spaventoso e destabilizzante che ha favorito l’esplosione delle tensioni.

5 sintomi di una crisi famigliare

Prima di ragionare sui “cocci da raccogliere” è utile porre l’attenzione sui sintomi di una crisi familiare. Saperla riconoscere, soprattutto nelle prime avvisaglie, permette di intervenire e porre rimedio a una situazione che, se abbandonata a sé stessa, provoca danni enormi non solo sulla coppia, ma anche sui figli. I principali segnali che c’è qualcosa che non va possono essere individuati in:

  • troppi cambiamenti;
  • minore comunicazione;
  • maggiori discussioni;
  • senso di inadeguatezza;
  • critiche al partner davanti ai figli.

I cambiamenti

Cambiare fa bene, dicono, ma spesso i cambiamenti, specie se improvvisi e profondi, nascondono qualcosa. E questo può essere uno dei principali sintomi di una crisi coniugale. Non significa che ci sia una colpa con una pena da scontare, ma che ci sono nuove dinamiche, emozioni e situazioni che stanno minando l’unità della coppia. Rendersene conto aiuta a circoscrivere il problema e a poterlo affrontare e superare.

La minore comunicazione

Quando si inizia a parlare meno, a iniziare a non dirsi le cose, spesso c’è qualche problema da affrontare. Non voler affrontare determinati discorsi, evitare di rispondere per non acuire tensioni, preferire il silenzio a uno scambio di opinioni, sono segnali di una situazione potenzialmente esplosiva. Che va detonata per evitare che travolga tutti.

Le maggiori discussioni

Durante una crisi coniugale è normale aumentino le discussioni. Il più delle volte, però, sono futili, su argomenti non importanti. Complice anche lo stress di una situazione certamente non piacevole, è facile trascendere e finire a litigare. Quando il numero e l’intensità delle discussioni aumenta è da interrogarsi sulla salute della coppia. E capire dove bisogna intervenire.

Il senso di inadeguatezza

Capita spesso, sia alle coppie che stanno insieme da poco che da più tempo, che uno dei due si senta fuori luogo quando è presente l’altro partner. È una sensazione che mette profonda tristezza in chi la vive e anche disagio nel riferirla al proprio partner. Il consiglio è quello di comprendere le cause del problema e di non ignorarlo. Anche l’aiuto di una persona esterna, fidata, può essere prezioso per risolvere questa spiacevole situazione.

Le critiche al partner davanti ai figli

Quando si litiga troppo spesso si finisce per mettere in mezzo i figli. Magari non direttamente, ma svilendo il partner con l’obiettivo di farlo apparire peggiore agli occhi dei bambini. Questo è un errore gravissimo, sia per la coppia che per l’educazione del bambino. Quando ci si rende conto dell’accaduto bisogna porvi subito rimedio e affrontare diversamente qualsiasi tipo di problema.

I figli non distruggono la coppia

Spesso si sente dire che l’arrivo di un figlio, primo o secondo che sia, è la causa che determina il fallimento di una relazione. Bisogna essere corretti con le parole, per evitare fraintendimenti potenzialmente devastanti. I figli non distruggono la coppia, al massimo la sottopongono a prove e sfide non immaginate e più grandi delle proprie forze. È la reazione a questa crisi che eventualmente distrugge l’armonia e la stabilità della coppia, non l’arrivo dei figli. La distinzione è doverosa per due ragioni: evitare di pensare che fare figli sia nocivo per la salute della coppia e, quando ci sono, fargli percepire questa “responsabilità”.

Le crisi si possono superare!

A prescindere dalla volontà o meno di continuare la convivenza e l’unione coniugale, le crisi vanno affrontate per essere superate. qualunque sia l’esito finale. In presenza di figli si ha la responsabilità di tutelarli, perché questo è uno dei compiti dei genitori. Avendo cura di evitare un altro grave fraintendimento. Quello per cui si crede che l’educazione sia la sottrazione di ogni tensione e difficoltà, quasi a voler far crescere i bambini dentro campane di vetro isolati dalla realtà. Probabilmente spiegare le ragioni delle tensioni è impossibile e altrettanto probabilmente è sbagliato negarle e fingere che non stia succedendo nulla. Per i bambini è fondamentale vedere genitori che lottano per qualcosa in cui credono. Le lotte si vincono e si perdono, ma bisogna rispettare quella che è la propria gerarchia di valori. La tutela dei figli deve rimanere nei primissimi posti.

Qualunque sia la situazione in corso è di vitale importanza che i genitori imparino a non esasperare le loro tensioni e a fare in modo che i bambini non siano travolti da esse. Va anche evitato di considerare i bambini come merce di scambio, diritto o materia di contenzioso, perché il figlio è di entrambi i genitori e, salvo casi limite, entrambi vogliono (e devono) continuare a prendersene cura.

La sofferenza non deve essere mai fine a sé stessa, ma capace di trasformare in meglio chi la vive. Anche la sofferenza di una crisi coniugale può essere educativa per i figli che, anche se non sembra, recepiscono la volontà e la capacità dei propri genitori di saper resistere alle difficoltà. I bambini non sono estranei alle crisi coniugali e se è vero che non devono “mettersi in mezzo” perché la questione è dei genitori, è altrettanto vero che quel problema riguarda anche loro. Molto dipende dall’età, ma è importantissimo non mentire loro, non fargli promesse che non si possono mantenere, né ignorare il problema. Quello che occorre è la presenza, la coerenza e la capacità di non sottrarsi dalle proprie responsabilità. I momenti difficili ci sono per tutti; per un bambino vedere che nonostante tutto si superano, è la più grande lezione educativa che possano ricevere.

L'articolo Crisi coniugale: come gestirla con i figli proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/crisi-coniugale-come-gestirla-con-i-figli/feed/ 0
Luci notturne: le migliori lampade per bambini https://www.mammeup.it/luci-notturne-le-migliori-lampade-per-bambini/ https://www.mammeup.it/luci-notturne-le-migliori-lampade-per-bambini/#respond Thu, 25 Jun 2020 08:00:51 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36849 Una delle preoccupazioni più diffuse nei genitori è quella che riguarda il sonno e il riposo dei propri figli. Tra il sonno dei neonati e quello dei bambini, le luci notturne spesso sono la scelta migliore contro la paura del buio. Ma è davvero e sempre così? Fino a quando è utile utilizzare questo sistema […]

L'articolo Luci notturne: le migliori lampade per bambini proviene da MammeUp.

]]>
Una delle preoccupazioni più diffuse nei genitori è quella che riguarda il sonno e il riposo dei propri figli. Tra il sonno dei neonati e quello dei bambini, le luci notturne spesso sono la scelta migliore contro la paura del buio. Ma è davvero e sempre così? Fino a quando è utile utilizzare questo sistema per tranquillizzare i bambini? Non c’è il rischio che diventi un’abitudine che si porta dietro nel corso degli anni non riuscendo poi più a farne a meno? E, ancora, come scegliere i migliori modelli di luci notturne? Andiamo con ordine rispondendo a tutte queste domande.

In cosa consistono le luci notturne?

Per capire di cosa stiamo parlando è utile innanzitutto definire cosa si intende per luce notturna per bambini. Si tratta di una lampada, da posizionare sul lettino prima e sul comodino vicino al letto poi, che emani un fascio di luce tale da rassicurare il bambino. A differenza delle lampade tradizionali, queste luci notturne per bambini emettono un fascio più delicato capace di infondere serenità e calma.

A chi sono utili le luci notturne?

Le luci notturne sono consigliate per tutti quei bambini che hanno paura del buio e che senza una fonte luminosa accesa non riescono a prendere sonno. È un sistema semplice e pratico per rassicurare i bambini, consentendogli di addormentarsi senza le tipiche paure dell’infanzia (mostri, fantasmi, eccetera). sono utili anche per tutti quei bambini che si svegliano durante la notte (per bere o andare in bagno) e non devono andare a tentoni (rischiando anche di farsi male) alla ricerca dell’interruttore della cameretta.

Che benefici offrono le luci notturne?

I benefici di questi dispositivi sono duplici: sia per i bambini che per i genitori. Per i bambini perché, come detto, gli permettono di prendere sonno e riposarsi. Ma sono utili anche per i genitori il cui sonno notturno non viene interrotto continuamente dalle grida, i pianti e le paure dei propri figli.

Luci notturne per bambini sì o no?

Come anticipato sono in tanti a porsi il problema se l’utilizzo delle luci notturne sia un bene per i bambini. i pediatri segnalano come i disturbi del sonno sono molto diffusi e l’uso di luci soffuse può essere una valida risposta a questo problema. Di per sé non esiste una data entro la quale le lampade vanno spente e i bambini devono imparare a dormire senza. Il passaggio, come tutte le cose, è sempre graduale e molto dipende dal carattere del bambino, ma anche dalle circostanze. Spesso il cambiamento è improvviso, ma deve partire dal bambino o altrimenti essere accompagnato gradualmente, per evitare di rendere traumatico l’evento.

Quale colore scegliere per una luce notturna?

Le luci notturne per neonati e bambini devono essere innanzitutto con intensità delicate e non devono sostituire l’illuminazione della cameretta. Gli ultimi modelli di lampade notturne offrono la possibilità di regolare sia il colore che l’intensità della luce, ma se bisogna scegliere è bene orientarsi verso tonalità calde. Queste aiutano il bambino a rilassarsi e a prendere sonno.

Come scegliere le migliori luci notturne

Sono diversi gli elementi da valutare nella scelta di una lampada notturna. Per riuscire a scegliere correttamente bisognerà tenere conto di:

  • tipologia;
  • accensione;
  • forma;
  • materiali;
  • tecnologia.

Le tipologie di lampade

Le luci notturne per bambini possono essere fisse o portatili. Le prime, ovviamente, si collegano alla presa elettrica, mentre le seconde si alimentano a batteria. La scelta in questi casi è funzionale alle esigenze. Le lampade fisse non corrono il rischio di scaricarsi, ma non possono essere spostate (o la loro movimentazione dipende dalla lunghezza del cavo).

L’accensione

Non tutte le lampade si accendono con un tasto. O, per meglio dire, questa non è l’unica modalità di accensione e spegnimento. Questo perché è inutile e costoso tenere accesa la lampada tutta la notte anche dopo che il bambino si è addormentato. I modelli di ultima generazione prevedono o un timer da impostare o un sensore di movimento che accende la lampada non appena il bambino si muove nel letto o si alza.

La forma

Questo non è un elemento secondario, considerando che parliamo di un dispositivo rivolto ai bambini. Più che le forme classiche che valorizzano il design di questo dispositivo, le lampade per bambini possono avere forme divertenti e curiose, perfette per colpire positivamente l’immaginazione del bambino e non risultare per lui estranee e fastidiose.

I materiali

Per la sicurezza dei bambini è fondamentale anche valutare il tipo di materiale con il quale sono realizzate queste lampade. Sia per assicurare l’integrità del dispositivo, che per evitare che il bambino possa ingerirne piccole parti o entrare in contatto con materiali tossici.

La tecnologia

Qui entriamo in un campo molto variegato dove l’evoluzione, anche digitale, la fa da padrone. Oggi le luci notturne per bambini possono essere controllate da smartphone o prevedere tantissime altre funzioni. Nel confronto tra i vari modelli è utile anche tenere in considerazione questo elemento.

5 migliori modelli di luci notturne per bambini

Luce notturna Teeny & Tiny

La luce notturna Teeny & Tiny è un modello adatto sia per i bambini che per i neonati. Realizzata in silicone morbido è una lampada a LED alimentata a batteria. Si attiva e si spegne con un normale tasto on/off e ha integrata la funzione di autospegnimento che, dopo 15 minuti, si disattiva per prolungare l’autonomia delle batterie.[amazon box=”B0846FQDYX”]

Luce notturna Tobar

Una simpatica alternativa è data dalla luce notturna Tobar a forma di unicorno. È realizzata in plastica e il LED interno si attiva semplicemente premendo il tasto on/off. È ottima sia per i neonati che per i bambini per riuscire a prendere sonno.[amazon box=”B075NN5ZWJ”]

Luce notturna OMERIL

Il modello di lampada della Omeril ha un design più sobrio e anonimo per i bambini, ma vanta una serie di funzionalità adatte per il riposo dei più piccoli. È infatti una lampada che si inserisce nella presa di corrente e che consente di scegliere tra tre diverse intensità e due colori del LED interno. Dotata di timer e telecomando per il controllo remoto, è perfetta sia per la cameretta dei bambini che per i corridoi della casa.[amazon box=”B07H7LK3JW”]

Luce notturna VAVA

La luce notturna VAVA è un modello molto simpatico e resistente in quanto realizzato in ABS e PC che assicurano una protezione anche dagli urti e le cadute. Impermeabile (livello di certificazione IP65), con un’autonomia di 80 ore, questa lampada permette di regolare sia la luminosità che il colore della luce, semplicemente toccando la superficie.[amazon box=”B06XK9C5FN”]

Luce notturna Omitium

Simpatica, rassicurante, pratica, comoda e sicura: questo e molto altro è la luce notturna a LED Omitium. Parliamo di una lampada a forma di gatto, ideale per tutte le camerette dei bambini. Al tatto è morbida e deformabile, tanto da poter assomigliare a un peluche. Ci sono due modalità di funzionamento: una a colore fissa e una che cambia, per rispondere a tutte le esigenze. Il controllo della lampada è touch e l’alimentazione è a batteria che ha un’autonomia di 15 ore per ogni ricarica.[amazon box=”B07B7KLSZR”]

L'articolo Luci notturne: le migliori lampade per bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/luci-notturne-le-migliori-lampade-per-bambini/feed/ 0
Quando iniziare a togliere il pannolino al bambino https://www.mammeup.it/quando-iniziare-a-togliere-il-pannolino-al-bambino/ https://www.mammeup.it/quando-iniziare-a-togliere-il-pannolino-al-bambino/#respond Fri, 19 Jun 2020 13:18:24 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36838 Con la crescita dei bambini per i genitori si pongono nuove sfide da affrontare e decisioni da prendere. Tra queste quelle relative a quando (e come) togliere il pannolino al bambino. Questa è una fase di passaggio molto importante, perché segna un momento decisivo della crescita del bambino. Esistano diverse scuole di pensiero, tra chi […]

L'articolo Quando iniziare a togliere il pannolino al bambino proviene da MammeUp.

]]>
Con la crescita dei bambini per i genitori si pongono nuove sfide da affrontare e decisioni da prendere. Tra queste quelle relative a quando (e come) togliere il pannolino al bambino. Questa è una fase di passaggio molto importante, perché segna un momento decisivo della crescita del bambino. Esistano diverse scuole di pensiero, tra chi prevede un’educazione più rigida e chi invece preferisce attendere che il bambino acquisisca la consapevolezza e la sicurezza di abbandonare il pannolino, vediamo quindi di dare qualche informazione utile a tutti i genitori che devono decidere come comportarsi.

Dal pannolino al vasino

Decidere quando iniziare a togliere il pannolino al bambino non è solo una questione pratica. Ci sono aspetti fisiologici e biologici del piccolo, così come componenti caratteriali che possono ritardare o anticipare questo momento. L’abbandono del pannolino corrisponde essenzialmente alla comprensione del bambino dell’importanza dell’igiene. Ovvero che i suoi bisogni sono destinati a un luogo ben preciso, il vasino, e che quindi deve associare lo stimolo al recarsi presso il bagno. in questo senso è importante anche scegliere il vasino giusto, come indicato da Primus; in quanto anche questo è un elemento che aiuta il bambino a rinunciare definitivamente al pannolino e ad abituarsi a fare da solo i suoi bisogni.

A che età togliere il pannolino

Lo spannolinamento, ovvero l’abbandono progressivo del pannolino, non deve iniziare prima dei due anni. Questo perché dal punto di vista fisiologico, come anticipato, lo sviluppo del controllo della defecazione e della minzione, non è del tutto completato. La muscolatura volontaria termina il suo sviluppo più tardi e sarebbe quindi una forzatura pretendere che il bambino impari prima di questo tempo ad usare il vasino. Dall’altra parte, però, c’è l’attenzione da parte dei genitori a non rimandare più di tanto questo passaggio. Per quanto possa essere difficile è necessario alla crescita sana del bambino. Che, altrimenti, rischia di subire contraccolpi sul suo sviluppo personale. Bambini troppo grandi che ancora portano il pannolino possono generare problemi relazionali con i coetanei (che non portano più il pannolino), così come dal punto di vista fisico, non avendo imparato a controllare le funzioni che regolamentano le funzioni fisiologiche.

Consigli utili ed errori da non commettere

Per dare dei consigli utili alle mamme e ai papà che devono decidere non solo quando, ma anche come togliere il pannolino al proprio bambino, è utile sottolineare anche gli errori più comuni. Oltre al rischio di rimandare eccessivamente questo passaggio, c’è anche quello di sottovalutarlo o di considerarlo fine a sé stesso. Togliere il pannolino non è l’obiettivo, ma solo uno step parziale nell’educazione del bambino alla conoscenza dei propri bisogni, del proprio corpo e dell’igiene necessaria.

Un consiglio molto utile è quello di attendere la stagione estiva. Con il caldo, infatti, il bambino ha più comodità nello stare senza il pannolino. Questo quindi è il periodo migliore per aiutarlo a imparare a fare i suoi bisogni nel vasino.

La presenza del vasino è l’altro elemento che aiuta tantissimo i genitori a togliere il pannolino al proprio bambino. La vista di questo oggetto nuovo, magari anche colorato e il cui utilizzo risulta comodo e divertente, aiuta il piccolo a non sentire la mancanza del pannolino.

L’altro grande consiglio, e allo stesso tempo errore da non commettere, è quello di ignorare o sottovalutare i segnali lanciati dal bambino. I bambini a volte nominano la ‘cacca’ e la ‘pipì’, quando stanno per farla. Riconoscono lo stimolo, quindi stanno sviluppando quelle capacità. A volte capita che, se vedono fratelli, cugini o amici che fanno i bisogni diversamente da loro, possono essere incuriositi e domandarne ragione ai propri genitori. Questa è l’occasione giusta per iniziare a spiegargli come fare, ovviamente sempre con grande pazienza e disponibilità. Non imparerà certo in una volta sola e avrà bisogno di tempo e spiegazioni. È utile anche analizzare le abitudini e i ritmi del bambino, associando le fasi della giornata nelle quali svolge maggiormente i suoi bisogni e dedicare del tempo a spiegargli dove e come farli.

L'articolo Quando iniziare a togliere il pannolino al bambino proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/quando-iniziare-a-togliere-il-pannolino-al-bambino/feed/ 0
Autostima nei bambini: l’aiuto dei genitori https://www.mammeup.it/autostima-nei-bambini-laiuto-dei-genitori/ https://www.mammeup.it/autostima-nei-bambini-laiuto-dei-genitori/#respond Wed, 08 Jan 2020 09:00:11 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36733 Un problema sempre più frequente e che anticipa sempre di più la sua comparsa nei bambini è quello dell’autostima. Sono diverse le cause e i modi con cui l’autostima si abbassa o, addirittura, si annulla fin dalla giovanissima età. Spesso i genitori non sanno cosa fare e si ritrovano in casa dei figli con il […]

L'articolo Autostima nei bambini: l’aiuto dei genitori proviene da MammeUp.

]]>
Un problema sempre più frequente e che anticipa sempre di più la sua comparsa nei bambini è quello dell’autostima. Sono diverse le cause e i modi con cui l’autostima si abbassa o, addirittura, si annulla fin dalla giovanissima età. Spesso i genitori non sanno cosa fare e si ritrovano in casa dei figli con il morale a terra e con l’incapacità di essere aiutati. Trattandosi di un problema molto serio è fondamentale non sottovalutarlo né, come vedremo, esasperarlo, ma è importante prenderne consapevolezza.

Che cos’è l’autostima

Iniziamo definendo questo concetto. Per l’Enciclopedia Treccani l’auto stima è la “considerazione che un individuo ha di sé stesso”. Quindi può essere applicata anche ai bambini. Inoltre “l’autovalutazione che è alla base dell’autostima può manifestarsi come sopravvalutazione o come sottovalutazione a seconda della considerazione che ciascuno può avere di sé, rispetto agli altri o alla situazione in cui si trova”.

Il mito dell’uomo perfetto

Parlando di autostima nei bambini, anche in relazione alla definizione che ne abbiamo appena dato, è fondamentale tentare (anche se è molto difficile) di sfatare un mito: quello dell’uomo perfetto. Viviamo in una società che non solo non accetta l’errore e il diverso, ma che non riesce nemmeno a tollerare la mancanza di massima efficienza. Nonostante questa, in maniera non troppo paradossale, è ampiamente manifesta (e non può essere altrimenti) ci si ostina ad autoconvincersi che bisogna essere sempre al massimo della forma. “Devi essere felice”, “Devi fare di più”, “Non hai motivi per essere triste”, eccetera, sono tutte frasi che, seppur comprensibili in alcuni contesti, rischiano di minare l’autostima nei bambini prima e negli adulti dopo.

Nessun uomo, tantomeno quando è bambino, è esente dalla fiacca, dalla tristezza e dal fallimento. L’educazione non dovrebbe minare a rimuovere gli ostacoli che creano stanchezza, infelicità o insuccesso, ma a maturare quella convinzione di essere importanti e unici anche quando si vive una condizione di insoddisfazione.

Le cause

Riuscire a individuare le cause della bassa autostima nei bambini non è semplice, anche perché significherebbe analizzare diversi aspetti della nostra società. C’è sicuramente da registrare quanto appena detto sulla folle presunzione di crescere bambini svincolati dalla realtà. È chiaro che ogni genitore ed educatore vorrebbe che i bambini e i ragazzi fossero sempre sereni, ma dovrebbe essere altrettanto chiaro che la serenità non la si costruisce eliminando le fonti di tristezza. Sia perché ognuno reagisce a modo suo di fronte alle difficoltà, sia perché esse non possono essere mai del tutto eliminate. Inoltre è la capacità di affrontarle che permette al bambino e al ragazzo di maturare l’autostima. Questa è una risposta, più che un dato che dovrebbe essere innato per natura.

Più che vere e proprie cause ci sono sicuramente da registrare fenomeni sociali che aumentano i rischi legati alla bassa autostima nei bambini. Sono i fenomeni del bullismo a scuola, ma anche a tutte quelle dinamiche che esplodono sui social network e di cui molto spesso le famiglie non riescono a essere al corrente. Il confronto, specie se esasperato, con i propri coetanei può portare ad aumentare il senso di inadeguatezza che compromette l’autostima.

Quando è a rischio l’autostima

Sono diversi i momenti e le cause che minano l’autostima nei bambini. Eventi tragici, fallimenti scolastici, problemi relazionali, tensioni familiari; tutto concorre a mettere a repentaglio la stabilità dei bambini. Inoltre quando si parla di autostima bisogna sempre fare riferimento alle aspettative che uno si crea e si pone. Aspettative sia del bambino stesso che, anche, dei genitori, dei fratelli, degli amici, degli insegnanti, eccetera. È bene avere alte aspettative, ma è doveroso sapere che più queste sono alte e lontane, più c’è il rischio di ferire l’autostima, di generare quel senso di frustrazione che porta il bambino (e poi il ragazzo e l’uomo) ha pensare di non essere all’altezza.

Sono due i principali momenti della vita di un bambino in cui c’p un maggiore rischio di perdere l’autostima. Il primo è intorno ai 10 anni, quando termina l’infanzia e il bambino affronta una nuova fase della sua vita. Il secondo è dopo la maggiore età, quando il ragazzo, non più bambino, inizia a percepire maggiormente i doveri e le responsabilità della vita.

Come aumentare l’autostima nei bambini

Com’è facile intuire aumentare l’autostima nei bambini non è per niente semplice, anche perché affrontare il problema dopo che è emerso rende tutto molto più complicato. Come abbiamo avuto modo di anticipare è fondamentale non imporre al bambino aspettative esagerate o che non sono adatte a lui. Molti problemi in questo senso, infatti, si verificano nel confronto con altri ragazzi. L’autostima nei bambini è a rischio a scuola, ma anche in casa con i fratelli e con i propri stessi genitori. Molte volte si fanno paragoni che portano i bambini a sentirsi non all’altezza: “gli altri ce l’hanno fatta e io no, quindi non sono adeguato”. Se questa mentalità, anche velatamente, viene favorita, nella coscienza del bambino avviene un’esplosione che è poi difficile controllare.

Consigli utili per i genitori

Non esistendo soluzioni automatiche, in quanto ogni bambino fa storia a sé, è importante mettersi sempre in gioco e non tentare di delegare ad altri il problema. Questo deve essere affrontato di petto, ma non facendolo in maniera esplicita. Non è utile andare dal bambino e dirgli “hai problemi di autostima”, ma fare in modo che egli percepisca di essere stimato e maturi una propria identità tale da affrontare gli eventi della sua vita. Non deve né esaltarsi né sconfortarsi, ma avere la maturità di sapere che le difficoltà ci sono e che la loro comparsa non è una colpa, né tantomeno la conferma che loro non saranno in grado di affrontarle.

A tal proposito è decisivo sottolineare un aspetto: le difficoltà vanno affrontate, ma si possono anche perdere. Non è la sconfitta a creare problemi di autostima, ma è la presunzione di dover vincere sempre. Questa idea è radicata anche in molti adulti e nella società, per cui è difficilissimo riuscire a non farla passare anche ai bambini. Il mito dell’uomo perfetto si configura anche nell’idea di dover crescere moderni gladiatori pronti a vincere ogni battaglia. I bambini devono imparare a vivere e a gestire sia le cose belle che quelle brutte, non a illudersi che le cose brutte possano non esserci.

In questo senso è utile comunicare ai bambini attenzione per tutto quello che fanno. Durante la crescita è importante che i bambini capiscano che ci sono dei limiti e che non tutto gli è dovuto. È utile anche che essi corrano dei rischi e che sbaglino. L’ascolto e l’incoraggiamento, infine, possono essere occasioni preziosissime per educarli ad avere una corretta stima di sé.

L'articolo Autostima nei bambini: l’aiuto dei genitori proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/autostima-nei-bambini-laiuto-dei-genitori/feed/ 0
Giochi educativi per bambini: i migliori da scegliere https://www.mammeup.it/giochi-educativi-bambini-i-migliori-da-scegliere/ https://www.mammeup.it/giochi-educativi-bambini-i-migliori-da-scegliere/#respond Mon, 02 Dec 2019 11:20:48 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36715 Uno dei principi della pedagogia moderna è quello per cui i bambini imparano di più e meglio se lo fanno divertendosi. Per questo sono molto diffusi e apprezzati i giochi educativi per i bambini di tutte le età. Il gioco, infatti, è una dimensione che i bambini intraprendono e vivono fin dai primi mesi di […]

L'articolo Giochi educativi per bambini: i migliori da scegliere proviene da MammeUp.

]]>
Uno dei principi della pedagogia moderna è quello per cui i bambini imparano di più e meglio se lo fanno divertendosi. Per questo sono molto diffusi e apprezzati i giochi educativi per i bambini di tutte le età. Il gioco, infatti, è una dimensione che i bambini intraprendono e vivono fin dai primi mesi di vita. Cambiano i giocattoli, le loro abilità e competenze, ma non cambia il divertimento, il piacere e la curiosità di passare il proprio tempo con i giocattoli. Anche per questo i genitori scelgono di avvalersi dei giochi educativi per i propri bambini, in modo da stimolarli nella crescita.

Imparare a diventare grandi giocando

I giochi per bambini non sono solamente un passatempo o un modo per divertirsi. Certo, hanno anche questo ruolo, ma in realtà nascondo una potenzialità enorme: quella educativa. Per questo parliamo propriamente di giochi educativi per i bambini, con i quali essi apprendono la manualità, sviluppano i sensi e vengono stimolati ad acquisire abilità e competenze. Il tutto senza la pressione di dover apprendere delle norme di funzionamento delle cose. Il settore dei giochi educativi è molto ampio e variegato e accompagna i bambini nel corso della loro crescita. Con il passare dei mesi (e degli anni) i bambini imparano a muoversi, a relazionarsi con gli oggetti, con i colori, le forme, i suoni, eccetera. I giochi educativi li aiutano a rimanere sempre attivi e concentrati e a elaborare strategie per raggiungere un risultato. Per questo è utile scegliere giochi educativi adeguati all’età dei bambini. Altrimenti il rischio è di annoiarli se li si costringe a giocare con giocattoli troppo facili o troppo difficili per la loro età.

I migliori giochi educativi per bambini in base all’età

Vediamo qualche idea per dei giochi educativi da regalare a dei bambini in base alla loro età.

0-12 mesi

Per i bambini più piccoli un primo gioco con il quale farli confrontare può essere quello dei libri tattili. Ne esistono diverse versioni, con stoffe colorate, tessuti da colorare e “animare” i personaggi della storia. Un modo interattivo per i bambini fino al primo anno d’età.

Un’altra idea può essere quella della giostrina con il carillon integrato o, in alternativa, qualsiasi giocattolo che emette suoni quando viene mosso o premuto qualche tasto. Con questi giochi i bambini si divertiranno tantissimo e impareranno ad associare i loro gesti a delle conseguenze.

12-24 mesi

Per questa fascia d’età uno dei giochi educativi più apprezzato dai bambini è quello del tappeto componibile con i pezzi dei puzzle e lettere. Un gioco poliedrico che gli permette sia di abbinare i pezzi del puzzle che le forme con le lettere. Inoltre può essere utilizzato anche come tappeto per gattonare e fare altre attività.

Un’altra idea molto bella è quella delle costruzioni. Di plastica o di legno, questo gioco permette di scatenare la fantasia dei bambini e anche di accompagnarli nel corso del tempo, potendo sempre utilizzarli per costruire cose nuove. Inoltre è un tipo di gioco educativo perfetto sia per i bambini che per le bambine.

24-36 mesi

Un gioco molto interessante per questa fascia d’età è il cosiddetto impilatore geometrico. Con questo giocattolo il bambino impara ad associare le forme, comprenderne la differenza di grandezza e a impilarle nelle aste di legno.

Tra i giochi educativi più apprezzati dai bambini troviamo i puzzle. Divertenti, colorati e con una difficoltà crescente; sono delle soluzioni ideali per stimolare continuamente le abilità e la capacità di attenzione e associazione di più piccoli (e non solo).

L'articolo Giochi educativi per bambini: i migliori da scegliere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/giochi-educativi-bambini-i-migliori-da-scegliere/feed/ 0
Nomi maschili: i più belli e di tendenza tra cui scegliere https://www.mammeup.it/nomi-maschili-piu-belli-tendenza/ https://www.mammeup.it/nomi-maschili-piu-belli-tendenza/#respond Tue, 26 Nov 2019 17:15:18 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33901 Quando si aspetta un bambino uno dei momenti più belli e divertenti che vivono i futuri genitori è senza ombra di dubbio la scelta del nome. La scelta dei nomi maschili per i propri bambini è una decisione importantissima e definitiva che va ponderata per bene. Solitamente alcuni neo genitori scelgono di mettere al bambino/a […]

L'articolo Nomi maschili: i più belli e di tendenza tra cui scegliere proviene da MammeUp.

]]>
Quando si aspetta un bambino uno dei momenti più belli e divertenti che vivono i futuri genitori è senza ombra di dubbio la scelta del nome. La scelta dei nomi maschili per i propri bambini è una decisione importantissima e definitiva che va ponderata per bene. Solitamente alcuni neo genitori scelgono di mettere al bambino/a il nome del rispettivo genitore come forma di rispetto, ma c’è chi invece sceglie indipendentemente il nome da dare al futuro bambino. È importante, inoltre, sapere che ogni nome ha un proprio significato e questo potrebbe aiutarvi a scegliere quello migliore.

Come scegliere il nome

Il nome di una persona è un elemento che lo accompagnerà per tutta la vita. Tale considerazione vale sia al maschile che al femminile e un consiglio utile da seguire riguarda la scelta di nomi che ben si adattino al cognome. La scelta del nome coinvolge molto i genitori, trattandosi di una decisione definitiva e irreversibile. C’è chi preferisce nomi corti, chi nomi importanti, chi quelli particolari, chi quelli tradizionali. La scelta è sicuramente importante, ma la valutazione di quale nome dare al proprio bambino è anche un momento divertente che unisce i genitori e può coinvolgere anche amici e parenti. Se state aspettando un maschietto e non sapete quale nome dargli, ecco una lista utile per scegliere il nome più adatto.

Nomi maschili italiani

A differenza di quanto si possa pensare anche i nomi maschili italiani possono essere particolari e non necessariamente classici. Ecco una lista di esempi con la spiegazione di ogni nome:

  • Roberto: splendente di gloria;
  • Valerio: forte e robusto;
  • Alessio: colui che salva o protegge;
  • Maurizio: altruista e generoso;
  • Emanuele: significa Dio è con noi. Il nome ebraico originale è Immanuel, quindi si può optare anche per la variante con due M, Emmanuele;
  • Nomi composti: Pierluigi, Gianmaria, Giancarlo sono tutti nomi composti. Due nomi più comuni che uniti insieme danno un nome più originale ed articolato.

Nomi maschili particolari

Molti preferiscono orientarsi verso dei nomi maschili che siano particolari. È una scelta spesso condizionata da degli attori famosi, non solo moderni e che anche per questo siano originali. Se volete dare a vostro figlio un nome particolare e meno ordinario di quelli classici eccone alcuni davvero inusuali:

  • Glauco: argento, luccicante;
  • Juri: adattamento russo del nome Giorgio;
  • Lupo: molto diffuso in passato;
  • Tancredi: un nome che rimanda alla nobiltà e agli eroi.

Nomi inglesi

Per scegliere il nome del loro bebè, molti genitori prendono in considerazione anche quelli di altre nazioni come per esempio quelli più utilizzati in Inghilterra. Tra i nomi maschili stranieri più belli e apprezzati dalle mamme e dai papà ci sono:

Aiden, Asher, Axel, Caleb, Chase, Etham, Isaiah, Jace, Jayden, Jeremiah, Julian, Jaxon, Jona, Mason, Micah, Nathan, Noah, Nolan, Landon, Lincoln, Miles, Maxwell, Owen, Parker, Preston, Riley, Ryder, Sean, Steven,Tristan, Tyler, Timothy, Victor, Xavier, Zachary, Zachius.

Nomi americani

Anche dall’America arrivano parecchi nomi che si sono diffusi in Italia negli ultimi anni. Non è più anomalo trovare sia bambini che adulti con nomi maschili internazionali; la globalizzazione ha prodotto anche questo ampiamento culturale. I nomi provenienti dall’America (più precisamente dagli Stati Uniti) che vanno per la maggiore sono:

  • Jacob;
  • Michael;
  • Ethan;
  • Joshua;
  • Daniel.

Nomi stranieri

Conferire un nome straniero al proprio bambino è una moda che persiste già da molti anni. Sono tanti quelli che scelgono nome di origine mediorientale, asiatica, dal suono esotico. I nomi maschili stranieri possono apparire a molti particolari (alcuni sono addirittura vietati in alcuni Paesi), ma è proprio questa “stranezza” ad affascinare molti genitori che vogliono dare al proprio bimbo un nome esclusivo e che sia poco comune. Ecco quelli più comuni:

  • Nathan: che significa “Dio ha dato, dono di Dio”;
  • Zaire: un nome di chiara origine africana;
  • Alexander: una variante straniera e più internazionale del nostro Alessandro, radicato sia nella tradizione francese, che in quella anglosassone.

Nomi di tendenza

Anche per i modi c’è una moda. Ogni anno, infatti, ci sono nomi maschili di maggiore tendenza rispetto ad altri. Molto dipende dai personaggi famosi che rimangono più impressi o dalla volontà dei genitori di proseguire determinate tradizioni familiari. Tra i nomi maschili considerati più belli e particolari troviamo: Alessandro, Mattia, Francesco, Leonardo, Gabriele e Tommaso. Altri nomi di tendenza sono:

  • Tobia, nome di origine ebraica che significa “il Signore è il mio bene”;
  • Edoardo: Di origine anglosassone significa “curatore della proprietà e dei beni”;
  • Jacopo: nome di origine ebraico-aramaica. Significa “seguace fedele di Dio”.

Tutti i nomi hanno una storia e un significato, la scelta non è mai banale. Quando si pensa a quale nome dare al proprio bambino si deve anche considerare che quel nome lo identificherà anche quando sarà ragazzo, adulto e uomo. Una scelta sicuramente impegnativa (cosa rispondere quando da grande vostro figlio vi domanderà perché lo avete chiamato così?), ma anche estremamente dolce e affascinante.

L'articolo Nomi maschili: i più belli e di tendenza tra cui scegliere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/nomi-maschili-piu-belli-tendenza/feed/ 0
Pubertà precoce e anticipata: cosa c’è da sapere https://www.mammeup.it/puberta-precoce-e-anticipata-cosa-ce-da-sapere/ https://www.mammeup.it/puberta-precoce-e-anticipata-cosa-ce-da-sapere/#respond Fri, 15 Nov 2019 09:00:28 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36701 I bambini crescono, per i genitori sempre troppo in fretta, ma in alcuni casi, come quando si parla di pubertà precoce, si è davanti a un fenomeno di natura fisica e medica, non di percezione delle mamme e dei papà. Nonostante i casi di pubertà precoce non siano così frequenti come si possa immaginare, è […]

L'articolo Pubertà precoce e anticipata: cosa c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
I bambini crescono, per i genitori sempre troppo in fretta, ma in alcuni casi, come quando si parla di pubertà precoce, si è davanti a un fenomeno di natura fisica e medica, non di percezione delle mamme e dei papà. Nonostante i casi di pubertà precoce non siano così frequenti come si possa immaginare, è bene approfondire questo aspetto legato allo sviluppo dei bambini. È utile anticipare come la pubertà precoce sia più frequente nelle bambine che nei bambini, con tassi di probabilità molto più alti nelle femmine rispetto ai maschi.

Che cos’è la pubertà

Prima di parlare della pubertà precoce è necessario capire cosa si intende per pubertà. La Società Italiana di Pediatria definisce la pubertà come “quella fase della vita in cui i bambini vanno incontro a notevoli cambiamenti fisici e psicologici che sfociano nella maturità sessuale, con possibili variazioni nella cronologia di avvio e nella sequenza degli eventi”. È quindi un fenomeno di natura ormonale, legato allo sviluppo femmine e a quello maschile. La pubertà è un fenomeno che inizia solitamente nelle femmine tra i dieci e i quattordici anni, mentre tra i maschi tra i dodici e i sedici.

Pubertà precoce e pubertà anticipata

Com’è facilmente intuibile, si parla di pubertà precoce quando questa inizia prima rispetto al solito. Per le bambine si parla di pubertà precoce se inizia prima degli otto anni, mentre per i bambini se lo sviluppo avviene prima dei nove anni. È bene distinguere la pubertà precoce dalla pubertà anticipata che invece fa riferimento agli stessi fenomeni, ma collocati dopo gli otto anni per le femmine e dopo i nove anni per i maschi.

Rischi e conseguenze

Nella stragrande maggioranza dei casi la pubertà precoce, un fenomeno dovuto alla produzione di ormoni che anticipa l’attivazione delle ovaie e dei testicoli, non è legata a malattie. In alcuni rari casi, invece, alla base di questa produzione ormonale possono esserci malattie di tipo genetico o problemi alle ovaie e ai testicoli. I casi cui fare maggiore attenzione sono quelli nei quali in famiglia si è già assistito a episodi simili, condizione che rende urgente una visita pediatrica per scongiurare problemi di natura più seria.

Tra le principali conseguenze della pubertà precoce vi è una rapida crescita in altezza (che comporta un’altezza inferiore quando si è in età adulta) e lo sviluppo delle cosiddette ossa lunghe.

Il disagio psicologico

Il problema maggiore nei casi di pubertà precoce è legato al disagio psicologico che questo fenomeno crea nei bambini e nelle bambine. La crescita in generale e lo sviluppo fisico e sessuale in particolare, è per tutti i bambini un motivo di novità e spesso preoccupazione. Quando questa inizia prima del tempo, oltre al timore, si aggiunge il senso di diversità rispetto ai propri coetanei. Questo può provocare diversi problemi, motivo per cui in questi casi spesso i medici sono propensi a intraprendere una terapia di tipo frenante.

Le terapie

Nonostante di per sé non sia una malattia, la pubertà precoce può provocare conseguenze tali da giustificare terapie, trattamenti e cure. Oltre alla tutela psicologica di cui abbiamo appena detto, spesso si interviene per via farmacologica (capace di bloccare la produzione ormonale). Lo scopo è quello di tutelare le funzioni riproduttive e, allo stesso tempo, non incidere sullo sviluppo dell’altezza. Qualsiasi tipo di terapia deve essere valutata caso per caso, a seguito di visite mediche approfondite e sotto la guida di uno specialista.

L'articolo Pubertà precoce e anticipata: cosa c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/puberta-precoce-e-anticipata-cosa-ce-da-sapere/feed/ 0
Separazione e affidamento dei figli: sfatiamo alcuni miti https://www.mammeup.it/separazione-e-affidamento-dei-figli-sfatiamo-alcuni-miti/ https://www.mammeup.it/separazione-e-affidamento-dei-figli-sfatiamo-alcuni-miti/#respond Wed, 06 Nov 2019 09:00:26 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36688 Capita spesso che due genitori si separino e che si trovino costretti a gestire l’affidamento dei figli. Questo è uno di quei casi sul quale c’è ancora un po’ di confusione e una serie di leggende metropolitane che è bene sfatare. Quando una relazione non va e i due genitori decidono di separarsi, bisogna occuparsi […]

L'articolo Separazione e affidamento dei figli: sfatiamo alcuni miti proviene da MammeUp.

]]>
Capita spesso che due genitori si separino e che si trovino costretti a gestire l’affidamento dei figli. Questo è uno di quei casi sul quale c’è ancora un po’ di confusione e una serie di leggende metropolitane che è bene sfatare. Quando una relazione non va e i due genitori decidono di separarsi, bisogna occuparsi dei figli, soprattutto quando questi sono minorenni e, per legge, non hanno la facoltà di decidere con quale genitore continuare a vivere.

La parola alla legge

A normale la questione della separazione dei genitori con figli è la Legge 54 dell’8 febbraio 2006 (Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli) che, dopo l’ultima revisione del 28 dicembre 2013, si occupa anche di affrontare i casi di figli in affido nati fuori dal matrimonio. La legge non privilegia uno dei due coniugi (come spesso nell’opinione pubblica si è portati a credere), ma tenta di tutelare il più possibile l’interesse dei bambini. Questi sono i destinatari della legge che, a fronte del trauma della separazione dei genitori, vuole garantire loro la soluzione migliore, sia dal punto di vista morale che materiale. È evidente come nei casi di separazioni con figli minorenni (quindi tendenzialmente ancora piccoli) qualsiasi decisione risulta difficile da digerire da tutte le parti coinvolte.

Non è una questione di colpe o responsabilità, ma della presa di coscienza di un problema che, soprattutto nei bambini e nei ragazzi, ha ripercussioni importanti che la legge prova a lenire assegnando l’affido a uno dei due genitori.

L’affidamento condiviso o esclusivo

Si fa sempre riferimento all’affidamento dei figli minorenni, in quanto i maggiorenni hanno la facoltà legale di decidere con quale genitore, in caso di separazione, continuare a vivere. O, se ne ha le capacità, di andare a vivere da solo.

L’affidamento condiviso

La soluzione preferenziale che il legislatore prevede a seguito della separazione (o del divorzio) è quella del cosiddetto affidamento condiviso. Si tratta, come dice l’espressione stessa, dell’obbligo da parte di entrambi genitori di continuare a occuparsi della cura e dell’educazione dei propri figli, anche se con essi (o alcuni di essi) non si condivide più lo stesso domicilio. Con l’affidamento condiviso i genitori devono mantenere un rapporto adeguato a garantire una crescita sana di tutti i bambini. Nel caso in cui tale “condivisione di intenti” non sia possibile, il giudice può stabilire l’affido esclusivo a uno dei due coniugi. A tal proposito va specificato come l’affidamento condiviso sia la norma, ovvero la soluzione preferenziale che i giudici devono seguire, che viene superata solamente a fronte di situazioni che ne impediscono l’attuazione.

Con l’affidamento condiviso i coniugi devono preventivamente condividere le scelte educative nei confronti dei figli, mentre nel caso delle scelte ordinarie tale responsabilità (precedentemente chiamata potestà) può essere esercitata anche separatamente. A disciplinare tale situazione è la sentenza del giudice che deve motivare la scelta della tipologia di affido.

L’affidamento esclusivo

L’articolo 1 della legge 54/2006 si esprime affermando che il giudice: “Valuta prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oppure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati, determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione dei figli. Prende atto, se non contrari all’interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra i genitori. Adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole”.

I casi in cui si procede all’affidamento esclusivo sono quelli dove uno dei due coniugi ha dei comportamenti o delle situazioni che possono minare o ledere la serenità morale e materiale del bambino. Dipendenze da alcol e droga, atti violenti, malattie psiche e casi simili, sono motivazioni valide che portano il giudice ad adottare la formula dell’affidamento esclusivo.

Il collocamento dei figli in affido

Non bisogna confondere l’affidamento con il collocamento, in quanto tra le due ci sono importanti differenze da sottolineare. Nel caso di affido esclusivo il collocamento del figlio coincide con quello del genitore affidatario, mentre in caso di separazione consensuale e affido condiviso con i figli possono esserci differenti forme di collocamento:

  • prevalente;
  • alternato;
  • invariante.

Nel collocamento prevalente il figlio risiede prevalentemente presso uno dei due genitori. L’altro genitore dovrà continuare a frequentare e crescere il proprio figlio, con orari e modalità stabilite dal giudice. Se tra i genitori non ci sono conflitti questa situazione appare come la migliore anche e soprattutto per evitare al bambino di “vivere due vite”, con due case e ritmi di vita non propriamente stabili.

Il collocamento alternato, anche se più raro, si applica quando tra i genitori non c’è l’accordo sul collocamento prevalente (la forma preferita dai giudici) e i figli passano lo stesso tempo con entrambi i genitori.

Infine, il collocamento invariante, è previsto quando il bambino rimane stabile nella casa che era della sua famiglia e a muoversi sono i suoi genitori. Per cui il bambino non dovrà spostarsi, ma a farlo saranno i genitori di comune accordo tra loro.

Gli assegni familiari e di mantenimento

L’ultimo aspetto da prendere in considerazione quando si parla di separazione è la questione degli assegni di mantenimento e degli assegni familiari per i figli in affido. Anche in questo caso bisogna fare chiarezza e sfatare qualche mito. Gli assegni familiari sono finalizzati alle esigenze del figlio e il loro valore economico viene stabilito proprio in funzione del tenore di vita del bambino e delle risorse economiche a disposizione di entrambi i genitori. L’assegno di mantenimento, invece, viene stabilito nel caso la separazione non fosse consensuale e uno dei due coniugi la subisce senza colpa.

L'articolo Separazione e affidamento dei figli: sfatiamo alcuni miti proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/separazione-e-affidamento-dei-figli-sfatiamo-alcuni-miti/feed/ 0
Lutto in famiglia: come spiegarlo ai bambini https://www.mammeup.it/lutto-in-famiglia-come-spiegarlo-ai-bambini/ https://www.mammeup.it/lutto-in-famiglia-come-spiegarlo-ai-bambini/#respond Wed, 23 Oct 2019 08:00:11 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36680 Può sembrare un paradosso, una frase a effetto, ma nella vita di ogni uomo c’è un problema enorme da affrontare: quello della morte. Il lutto in famiglia è un’esperienza dolorosissima per tutti, ma lo è in maniera ancora più particolare per i bambini. In base all’età che hanno possono non comprendere cosa è accaduto e […]

L'articolo Lutto in famiglia: come spiegarlo ai bambini proviene da MammeUp.

]]>
Può sembrare un paradosso, una frase a effetto, ma nella vita di ogni uomo c’è un problema enorme da affrontare: quello della morte. Il lutto in famiglia è un’esperienza dolorosissima per tutti, ma lo è in maniera ancora più particolare per i bambini. In base all’età che hanno possono non comprendere cosa è accaduto e possono avere enormi difficoltà a elaborare il lutto familiare. La tragedia della morte di un genitore, di un nonno, di un parente o di un amico, è un evento che travolge tutti e i genitori hanno il dovere di aiutare i propri figli ad affrontare, e quindi elaborare, quanto accaduto. Non è facile, forse è la cosa più terribile che si possa richiedere a una madre e a un padre, ma è parte integrante del loro compito educativo.

Spiegazioni, parole e silenzio

Lo ripetiamo: la morte e il lutto in ogni famiglia sono un problema. Non esistono soluzioni, è un dato contro il quale non si può far nulla, se non elaborare quanto successo e superarlo. Che non significa dimenticarlo. Uno degli errori, comprensibile ma spesso sempre molto pericoloso, più diffusi è proprio quello di nascondere o di fingere che non è accaduto nulla. Oltre all’impossibilità di mascherare il dolore, i bambini hanno una grande capacità di comprensione. Il lutto in famiglia viene percepito dal bambino e di fronte a una menzogna, per quanto possa essere motivata da buone intenzioni, rimane tale e il bambino la considera come tale. La pericolosità di negare il lutto è anche quella di generare un senso di sfiducia nel bambino, che non riesce più a fidarsi dei propri genitori. Inoltre rischia di non comprendere uno degli aspetti più importanti della vita e, crescendo, potrebbe maturare problemi e difficoltà nella comprensione e accettazione della realtà.

È necessario parlare con i bambini, anche se si ha difficoltà a rispondere alla domanda delle domande: quella relativa al perché (specie nei casi di morti tragiche o di persone giovani). Anche se ci vorrà tempo è un percorso inevitabile e utile a farli crescere in maniera sana.

L’elaborazione del lutto in famiglia nella crescita del bambino

È bene sottolineare come l’elaborazione del lutto in famiglia (ovvero l’accettazione di quanto accaduto) può richiedere molto tempo, ma che la mancanza di questo processo provoca conseguenze pesantissime e durature sulla vita delle persone. Le reazioni dei bambini possono essere diverse, molto dipende dal carattere e dall’età, ma anche dal rapporto che aveva con il defunto e se la morte è stata improvvisa o ha avuto modo di prepararsi magari visitandolo quando era malato.

Solitamente fino ai sei anni i bambini fanno fatica a comprendere come la morte sia una cosa definitiva e quindi sono tentati a credere, e chiedere, quando torna la persona defunta. Fino ai nove anni si possono verificare insicurezza e agitazione, mentre crescendo, fino ai dodici anni, assumono una chiusura con il mondo esterno per nascondere la loro sofferenza e provare ad allontanarla.

Consigli utili su come superare un lutto in famiglia

Come conviene gestire il lutto in famiglia con i bambini? Abbiamo detto che non bisogna negare o mentire e che è bene parlare, ma come farlo in maniera comprensibile e sana per i più piccoli?

Un primo consiglio è quello di mantenere la calma evitando di crollare e piangere. La reazione del bambino sarà la medesima ed è importante per loro poter percepire sicurezza. In questo senso è importante anche riuscire a mantenere una certa routine, che sicuramente aiuta anche i genitori, evitando di saltare i pasti o di chiudersi in camera il prima possibile. Un altro consiglio prezioso è quello di spiegare al bambino la morte di qualcuno in maniera graduale, magari cogliendo anche altre occasioni per insegnargli cos’è la morte. I bambini fanno tante domande ed è bene rispondere a ognuna di esse, nei limiti delle proprie competenze, capacità e scelte personali. Si può anche rispondere di non sapere, condividendo la sofferenza; i genitori non sono e non devono apparire come supereroi esenti dal dolore.

La partecipazione al funerale è sempre più spesso consigliata anche dagli psicologi, in quanto fa parte di una ritualità che permette al bambino di elaborare il lutto in famiglia. Allo stesso modo può essere utile andare al cimitero con i bambini, per mantenere vivo il ricordo del defunto ed educare i figli anche attraverso questi gesti.

L'articolo Lutto in famiglia: come spiegarlo ai bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/lutto-in-famiglia-come-spiegarlo-ai-bambini/feed/ 0
Asilo nido e scuole elementari: i primi anni di istruzione https://www.mammeup.it/asilo-nido-e-scuole-elementari-i-primi-anni-di-istruzione/ https://www.mammeup.it/asilo-nido-e-scuole-elementari-i-primi-anni-di-istruzione/#respond Wed, 25 Sep 2019 08:00:23 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36612 Il mondo della scuola, anche quella dell’infanzia, è costantemente soggetto a critiche, trasformazioni e discussioni su come renderlo migliore e più efficiente. Al di là di quelle che possono essere legittime proposte di riforma, anche in funzione del cambiamento che da decenni e in maniera sempre più rapida, ha trasformato il profilo sociale del nostro […]

L'articolo Asilo nido e scuole elementari: i primi anni di istruzione proviene da MammeUp.

]]>
Il mondo della scuola, anche quella dell’infanzia, è costantemente soggetto a critiche, trasformazioni e discussioni su come renderlo migliore e più efficiente. Al di là di quelle che possono essere legittime proposte di riforma, anche in funzione del cambiamento che da decenni e in maniera sempre più rapida, ha trasformato il profilo sociale del nostro Paese, c’è un presente che va tutelato e compreso. Ed è quello di tutti quei bambini e ragazzi che da giorni è ritornato a scuola e sta iniziando il nuovo anno scolastico.

Nelle sue diversità la scuola italiana è strutturata su differenti livelli, con programmi e finalità ben diverse in base all’età del bambino. I neogenitori hanno quindi bisogno di orientarsi e comprendere quando i propri figli devono andare a scuola, ma soprattutto quando conviene loro iniziare il percorso educativo.

Oltre le difficoltà, soprattutto materne, di separarsi dai propri figli dopo i primi mesi di vita, c’è un tempo in cui questo distacco diventa obbligatorio non solo dal punto di vista legale, ma soprattutto di crescita del bambino. È utile quindi comprendere quando inizia l’asilo nido, quanto durano le scuole elementari e come funziona il sistema scolastico italiano.

L’importanza della scuola non solo per la didattica

Non si smette mai di crescere, ma nei primi anni di vita questa capacità di apprendimento è ancora più significativa. Per questo è fondamentale non trascurare l’aspetto dell’istruzione, già a partire dall’asilo nido e dalle scuole elementari. Ciò che è fondamentale sottolineare è come la scuola, soprattutto l’asilo nido e quella elementare, non deve essere finalizzata solamente alla didattica e all’apprendimento di nozioni. Si tratta ovviamente di aspetti importanti, ma non sono i principali in questa fase di crescita del bambino. L’asilo nido e le scuole elementari sono per il bambino le prime esperienze fuori di casa, lontano da mamma e papà e anche per questo ha bisogno di essere supportato adeguatamente.

Nella scuola i bambini imparano a relazionarsi con i loro simili e a vivere in una comunità. Attraverso il gioco e le attività da fare insieme, non trascorrono solo del tempo, ma acquisiscono la fiducia in sè stessi, sviluppano le capacità motorie, quelle di autonomia, apprendimento e una crescita complessiva armonica.

Quali sono le scuole del primo ciclo

Il cosiddetto primo ciclo della scuola italiana inizia con la scuola materna (nota anche con il nome di scuola dell’infanzia). La scuola materna non è obbligatoria e inizia dal terzo anno di vita del bambino fino al compimento del quinto anno. Non è da confondere con l’asilo nido, che è una realtà ancora precedente e che accoglie i bambini dal primo anno di vita fino al compimento del terzo anno.

La scuola dell’obbligo

Terminata la scuola materna si passa alla scuola vera e propria, con un percorso obbligatorio che prosegue per otto anni. L’attuale divisione della scuola italiana (che ha conosciuto anche su questo fronte diversi cambiamenti) prevede la distinzione in scuola primaria e scuola media inferiore. La prima, nota anche come “scuola elementare” dura cinque anni ed è rivolta ai bambini che hanno compiuto il sesto anno. La scuola media inferiore (scuola media) è invece il passaggio successivo della durata di tre anni.

La scuola, come stabilito dalla legge italiana, è obbligatoria per tutti i bambini (sia italiani che stranieri). Se i bambini hanno compiuto sei anni prima del 30 aprile dell’anno scolastico successivo a quello di riferimento posso posticipare l’ingresso alla scuola elementare, altrimenti tutti i bambini che hanno compiuto sei anni entro il 31 dicembre sono obbligati all’iscrizione alla scuola primaria. L’iscrizione alla scuola secondaria inferiore, invece, è obbligatorio e vi si accede al termine dei cinque anni della scuola elementare.

Successivamente, anche se non si tratterà più di bambini ma di ragazzi, gli studenti accedono alla scuola secondaria di primo grado. Questo tipo di percorso di istruzione è molto più articolato e ogni ragazzo può scegliere tra un istituto tecnico o uno dei licei disponibili. Tra la fine del primo ciclo e l’inizio del secondo c’è l’obbligo di sostenere un esame di Stato, fondamentale per poter proseguire nel percorso di studi.

L'articolo Asilo nido e scuole elementari: i primi anni di istruzione proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/asilo-nido-e-scuole-elementari-i-primi-anni-di-istruzione/feed/ 0
Cameretta del bambino: come organizzarla al meglio https://www.mammeup.it/cameretta-del-bambino-come-organizzarla-al-meglio/ https://www.mammeup.it/cameretta-del-bambino-come-organizzarla-al-meglio/#respond Fri, 20 Sep 2019 08:00:23 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36607 All’interno di ogni casa c’è una stanza bellissima e importantissima che va preparata con grande attenzione: la cameretta del bambino. Qualunque sia la sua età, ma soprattutto quando è ancora piccolo, è importante arredarla al meglio, sistemandola nel migliore dei modi. Così come i genitori vorrebbero avere una camera da letto, una cucina o un […]

L'articolo Cameretta del bambino: come organizzarla al meglio proviene da MammeUp.

]]>
All’interno di ogni casa c’è una stanza bellissima e importantissima che va preparata con grande attenzione: la cameretta del bambino. Qualunque sia la sua età, ma soprattutto quando è ancora piccolo, è importante arredarla al meglio, sistemandola nel migliore dei modi. Così come i genitori vorrebbero avere una camera da letto, una cucina o un salone accogliente, ordinato, luminoso e spazioso, anche i bambini hanno bisogno di camerette adeguate alle loro esigenze. Come fare? Cosa mettere nella cameretta del bambino? Come gestire al meglio lo spazio a disposizione? Vediamolo insieme.

Come arredare la cameretta del bambino

Se la maggior parte delle famiglie non ha a disposizione spazi sufficientemente grandi per allestire una camera per i giochi, una per lo studio e l’altra per dormire, è evidente come le camerette per ragazzi debbano essere arredate e organizzate in maniera tale da consentire ai propri figli di trascorrere molto tempo in quell’ambiente. Per questo è utile innanzitutto progettare la cameretta del bambino, individuando soluzioni che possano il più possibile mantenere libero lo spazio calpestabile. La cameretta è il regno del bambino e qui vi trascorre tantissimo tempo. Oltre agli arredi e agli accessori la cameretta deve essere una stanza dove il bambino possa stare volentieri e perché questo sia possibile è necessario considerare tre aspetti fondamentali:

  • colore;
  • sicurezza;
  • spazio.

Scopriamo perché sono importanti questi elementi e come gestirli al meglio nella cameretta del proprio bambino.

I colori

La scelta dei colori della cameretta del bambino è un aspetto importante e determinante per diversi motivi. Innanzitutto per l’armonia dell’ambiente, ma anche per una questione di luminosità e di coerenza con i mobili. Per questo è bene valutare attentamente questa scelta. Le soluzioni in questo campo sono veramente tanto, dalle tinte unite a pastello all’utilizzo di carta da parati che possa personalizzare la cameretta del bambino con immagini, figure e disegni adatti alla sua età. Il consiglio è quello di scegliere colori accesi e pastello, capaci di dare luce e vivacità alla stanza e renderla giocosa e bella da abitare.

Abbiamo parlato della luminosità della stanza ed è quindi opportuno affrontare il problema di come illuminare la cameretta del bambino. Qui le cose da considerare sono due: la sicurezza e la vivibilità. Soprattutto nei primi mesi e anni di vita del bambino è bene che egli non entri a contatto con interruttori, lampadari in vetro e altri accessori pericolosi. Meglio orientarsi verso lampade a soffitto, faretti o, ancora, applique da pareti. Anche in questo caso esistono diverse soluzioni capaci di creare spazi sempre nuovi e accoglienti. L’accoglienza e la vivibilità sono fondamentali, sia a livello di colori che di illuminazione. Il bambino deve essere a suo agio, giocare e muoversi tranquillamente e in totale armonia.

La sicurezza

Lo abbiamo anticipato parlando dei colori e dell’illuminazione ma ci ritorniamo perché è un aspetto da non considerare secondario: la sicurezza. Tutto ciò che è presente nella cameretta deve essere a misura di bambino. In base all’età sia i mobili che gli accessori e i complementi d’arredo non devono ostacolare il bambino o costituire un problema per la sua incolumità. Spigoli, scaffali, mobili, contenitori per i giochi, tutto deve essere pensato e sistemato in funzione dell’età del bambino. Quando è piccolissimo deve potersi muovere senza rischiare di farsi male; crescendo deve poter avere la possibilità di accedere ai suoi spazi e alle sue cose rapidamente e senza problemi.

Lo spazio

Anche le camerette più piccole non devono rinunciare a prevedere la presenza di spazi adeguati a ogni fase della giornata. C’è uno spazio per dormire, uno per giocare e, quando sarà il momento, per leggere e studiare. Nella scelta dell’arredamento esistono accessori e mobili, come nel caso delle camerette a ponte, in cui si riesce a sfruttare l’altezza della stanza e riuscire a ritagliarsi maggior spazio. È bene che in ogni cameretta ci sia uno spazio centrale libero, dove magari collocare un tappeto sul quale i bambini possano giocare liberamente. Anche la presenza di tavoli e sedie è molto importante, prevedendo magari la possibilità di poterli collocare in un angolo quando i bambini hanno bisogno di un grande spazio per giocare (aprire la casa delle bambole, fare un puzzle, giocare con la pista delle macchinine, eccetera).

Come abituare il bambino dormire nella sua cameretta

Arrivati a questo punto, dopo aver arredato al meglio la cameretta del bambino, si pone una domanda: cosa fare se il bambino non vuole dormire nella sua cameretta? È importante che il bambino acquisisca una certa indipendenza e impari a dormire da solo, anche per restituire ai genitori i loro spazi e la propria intimità. Esistono diverse strategie e pratiche per aiutarli a prendere possesso della propria cameretta e ognuna va testata insieme al proprio bambino.

La prima cosa da fare è evitare cambiamenti repentini. Quello che aiuta molto i bambini è la regolarità; se quindi ci sono abitudini e riti da fare insieme (racconto di una fiaba, lettura di una storia, momento di racconto delle cose belle della giornata, eccetera) è fondamentale continuare a farle (o iniziare) in modo che il bambino mantenga i propri punti fermi. L’altra cosa da fare è farlo sentire coccolato, rassicurato e al sicuro; anche se dorme da solo il bambino non è meno amato e protetto dalla sua mamma e il suo papà.

L'articolo Cameretta del bambino: come organizzarla al meglio proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/cameretta-del-bambino-come-organizzarla-al-meglio/feed/ 0
Bambini e sport: mai rinunciare all’attività fisica https://www.mammeup.it/bambini-e-sport-mai-rinunciare-allattivita-fisica/ https://www.mammeup.it/bambini-e-sport-mai-rinunciare-allattivita-fisica/#respond Fri, 13 Sep 2019 08:00:27 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36600 La fine delle vacanze coincide non solamente con l’inizio della scuola, ma anche con il ritorno a tutte quelle attività che l’estate solitamente mette in stand-by. Tra queste l’attività fisica e lo sport. Abbiamo più volte avuto modo di parlare di esercizi fisici, ma rivolgendoci principalmente alle mamme, con un’attenzione particolare allo sport per le […]

L'articolo Bambini e sport: mai rinunciare all’attività fisica proviene da MammeUp.

]]>
La fine delle vacanze coincide non solamente con l’inizio della scuola, ma anche con il ritorno a tutte quelle attività che l’estate solitamente mette in stand-by. Tra queste l’attività fisica e lo sport. Abbiamo più volte avuto modo di parlare di esercizi fisici, ma rivolgendoci principalmente alle mamme, con un’attenzione particolare allo sport per le casalinghe e alla ginnastica in gravidanza. Da molti anni si parla dell’importanza dello sport nei bambini, tanto da essere riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale del bambino.

Sport e bambini: diritti e doveri

Non siamo abituati a parlare dello sport come un diritto dei bambini. Eppure è diffusa la tendenza a non praticare attività sportive, se non nell’ora di educazione fisica obbligatoria nella scuola. Tale atteggiamento mostra quanto non si sia realmente compresa l’importanza dello sport nell’adolescenza. Se esso è riconosciuto come diritto è altrettanto vero che dovrebbe apparire come un dovere, soprattutto dei genitori verso i propri figli. Non come un obbligo, ma come educazione alla crescita sana ed equilibrata del bambino.

I vantaggi dell’attività fisica

Sono veramente tanti i vantaggi del praticare sport e attività fisica sin da quando si è bambini. Si tratta di benefici di natura fisica, psicologica e sociale. Il primo grande vantaggio è che le attività sportive per bambini permettono alle nuove generazioni di contrastare il fenomeno della sedentarietà. Ci muoviamo meno e anche i pochi spostamenti che facciamo sono agevolati dall’utilizzo di mezzi tecnologici (automobili, autobus, scale mobili, ascensori, eccetera). Quest’abitudine ha generato notevoli problemi, non ultimo il fenomeno dell’obesità.

Fare attività fisica è quindi utile per i bambini perché, sin da quando sono piccoli, gli permette di fare esperienza del proprio corpo. In questo modo migliorano la mobilità fisica e atletica, sviluppano l’apparato osseo e muscolare, riduce il grasso, potenzia l’attività cardiovascolare e aiuta complessivamente il fisico a prevenire altre malattie. Senza contare come lo sport aiuti anche l’alimentazione dei bambini e li educhi a prendersi cura del proprio benessere.

Oltre ai vantaggi fisici ci sono quelli di natura psicologica. Con lo sport i bambini riducono l’ansia e lo stress, ma anche tutti quei problemi legati alla solitudine, all’irrequietezza e al non essere accettati. Per questo lo sport è importante anche dal punto di vista sociale, perché permette ai bambini di non isolarsi, di crescere divertendosi e di approcciare a dinamiche di gruppo e di gioco di squadra.

Inoltre diversi studi hanno dimostrato come il rapporto tra i bambini e lo sport aiuta i ragazzi a migliorare le loro capacità mentali e di apprendimento.

Bambini e sport: quando iniziare

Una delle domande più frequenti quando si parla dello sport per bambini è quella inerente all’età. Quando cominciare? In realtà non esistono soglie minime, anche se è necessario che il bambino si regga in piedi da solo e cammini. È altrettanto vero che è utile che il bambino, già in casa, venga stimolato a muoversi e a conoscere il mondo che lo circonda. Mediamente già dal terzo anno di vita i bambini possono approcciarsi a qualche disciplina sportiva. Esistono scuole e centri rivolti proprio ai bambini, con strutture e percorsi adeguati al loro livello, capaci di accompagnarli nella crescita.

Legato al discorso sull’età c’è anche quello sul tipo di sport. Molti genitori si domandano se esita uno sport più adatto per i propri bambini. In realtà no, ogni disciplina ha i suoi vantaggi e le sue peculiarità. Molto dipende dal desiderio del bambino e dalle possibilità (anche logistiche) dei genitori. È infatti importante che i genitori sostengano i bambini nella scelta del tipo di sport da fare e non li facciano sentire abbandonati o trascurati. Ogni sport, sia individuale che di squadra, aiuta il bambino a stare bene e a crescere in maniera sana. È importante che lo sport non diventi l’unico impegno dei ragazzi. La scuola e la compagnia degli amici, non devono mai venire in secondo piano. La crescita, infatti, deve essere equilibrata e armonica e ogni cosa deve avere il suo posto.

Il ruolo dei genitori è importante anche per controllare che l’ambiente sportivo dove cresce il proprio bambino sia sano e non vittima di incompetenze, carenze o comportamenti pericolosi. Lo sport e l’attività fisica sono una palestra di vita per ogni bambino, che impara come per raggiungere obiettivi ci sia bisogno di pazienza, determinazione, allenamento e fatica. Tutti elementi che gli torneranno sempre utili, a qualsiasi età.

L'articolo Bambini e sport: mai rinunciare all’attività fisica proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/bambini-e-sport-mai-rinunciare-allattivita-fisica/feed/ 0
Il linguaggio del bambino: quando e come iniziano a parlare https://www.mammeup.it/il-linguaggio-del-bambino-quando-e-come-iniziano-a-parlare/ https://www.mammeup.it/il-linguaggio-del-bambino-quando-e-come-iniziano-a-parlare/#respond Fri, 02 Aug 2019 08:00:19 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36554 Quando nasce un bambino ciò che colpisce principalmente i genitori è la novità e l’unicità di quella nuova creatura. Una storia tutta nuova che si differenzia dalle altre che eventualmente l’hanno preceduta e quelle che verranno. Un esempio molto chiaro di questa grande diversità è data dal linguaggio del bambino. non tutti lo sviluppano allo […]

L'articolo Il linguaggio del bambino: quando e come iniziano a parlare proviene da MammeUp.

]]>
Quando nasce un bambino ciò che colpisce principalmente i genitori è la novità e l’unicità di quella nuova creatura. Una storia tutta nuova che si differenzia dalle altre che eventualmente l’hanno preceduta e quelle che verranno. Un esempio molto chiaro di questa grande diversità è data dal linguaggio del bambino. non tutti lo sviluppano allo stesso modo, tanto che spesso i genitori si interrogano su quando i bambini iniziano a parlare. Soprattutto se questo non dovesse avvenire nei tempi previsti, se sia il caso di preoccuparsi e di intervenire per stimolare il linguaggio nel bambino.

Tutte domande legittime, sia per la curiosità di avere un’interazione più profonda con il proprio figlio, sia per assicurargli una crescita sana e regolare. Vediamo quindi di capire quando parlano i bambini, come lo fanno e quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per non allarmarsi e consentire al pargolo tutta la serenità del caso.

Quando (e come) i bambini imparano a parlare

Comprendere il linguaggio dei bambini e come questo avviene è motivo di profondo interesse nel mondo scientifico e linguistico. Le competenze e l’apprendimento del linguaggio hanno tratti innati che parallelamente devono essere stimolati. I bambini, infatti, imparano a parlare sia ascoltando i suoni che li circondano sia crescendo e sviluppando diverse capacità, tra cui quelle cognitive e di distinzione dei suoni.

La lallazione

All’inizio il bambino emula i suoni e le parole che gli vengono ripetute, anche se non le comprende del tutto e occorre tempo prima che le associ a una realtà specifica. La prima fase del linguaggio del bambino è quella cosiddetta della lallazione. Essa si verifica quando il bambino ripete delle sillabe simili tra loro. È il caso delle parole mamma, papapa, lalala, eccetera. Sono suoni privi di significato, ma la loro ripetizione spesso diverte il bambino, che impara sempre più ad “articolare parole” e tramite esse a comunicare.

Lo sviluppo del linguaggio

I primi mesi di vita del bambino sono quelli più intensi e articolati, non solamente per gli aspetti burocratici, ma anche perché si è costantemente investiti di novità. Per quel che riguarda lo sviluppo della parola è importante ricordare come il linguaggio faccia parte dei processi di crescita del bambino e che quindi questo deve avvenire in maniera graduale. Spesso i genitori si domandano come possano favorire il linguaggio del loro bambino; la prima risposta è quella di parlare con loro. L’interazione genitori figli, ma anche amici e bambini, è l’esperienza migliore che il neonato possa fare per imparare a comunicare con chi gli sta accanto. Possiamo poi individuare altri tre consigli utili per favorire il linguaggio del bambino:

  • lettura;
  • definizione delle cose;
  • stimolazione

Un altro consiglio utile riguarda la lettura. Tra i regali da fare a un bambino i libri sono importantissimi non solo come divertimento, ma anche per permettergli d’ascoltare il suono delle parole e abbinarlo alle immagini. In questo senso parliamo della “definizione delle cose”. Molto spesso con i bambini si utilizzano espressioni simpatiche ma che non hanno alcuna attinenza con la realtà (il cosiddetto bambinese). È invece utile indicare al bambino come si chiamano gli oggetti e le persone che lo circondano, in modo che possa memorizzarle e imparare a utilizzarle. Per questo è doveroso stimolare il bambino a parlare e non soddisfare subito i suoi bisogni avendo intuito quali sono. Per farsi comprendere il bambino può usare anche altri metodi oltre alle parole, ma per apprendere il linguaggio è importante che impari a utilizzarle.

Le diverse fasi

Ricordando sempre che molto dipende anche dall’unicità del bambino, prima di allarmarsi paventando la presenza di un ritardo nel linguaggio, vediamo quali sono le principali fasi con le quali un neonato impara a parlare.

Dal primo mese il bambino ha la capacità di distinguere i suoni ma principalmente ancora si interessa ai volti. Dal secondo mese riesce a distinguere le voci, reagendo a quelle dei suoi genitori. Tra i primi disturbi del linguaggio possono essere rintracciati nel bambino che in questa fase non esprime alcuna vocalità. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio pediatra per effettuare tutte le verifiche e le eventuali analisi del caso.

Al quarto mese il bambino impara a riconoscere i vocalizzi e inizia a riconoscere i suoni della lingua. Dal sesto mese li riesce a identificare ancora meglio iniziando la fase cosiddetta della lallazione. Dal 9 mese e fino al compimento del primo anno, il bambino matura le capacità di articolare i suoni e il linguaggio introducendo le prime parole (generalmente mamma e papà). Il bambino inizia quindi propriamente a parlare dal primo anno, introducendo un numero limitato di vocaboli (inizialmente non più di 10), facendosi capire anche indicando gli oggetti di interesse. Dal diciottesimo mese aumenta il numero di parole presenti nel suo vocabolario arrivando a una vera e propria maturazione nel giro dei mesi successivi. Già dal secondo anno di vita conosce oltre le cento parole, imparando anche ad abbinarle.

Generalmente dal secondo anno di vita i fenomeni linguistici tendono a essere gli stessi per tutti i bambini. È quindi durante i primi 24 mesi che si determina il linguaggio del bambino. In questa fase i genitori hanno il compito di parlare molto con i figli, instaurando anche tramite il linguaggio un rapporto di fiducia e conoscenza reciproca.

L'articolo Il linguaggio del bambino: quando e come iniziano a parlare proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/il-linguaggio-del-bambino-quando-e-come-iniziano-a-parlare/feed/ 0
Giochi per bambini: come scegliere i migliori https://www.mammeup.it/giochi-per-bambini-come-scegliere-i-migliori/ https://www.mammeup.it/giochi-per-bambini-come-scegliere-i-migliori/#respond Wed, 24 Jul 2019 08:00:09 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36543 Il momento del gioco è importantissimo per la crescita del bambino. Attraverso di esso egli impara tantissime cose nuove, motivo per cui molto del suo tempo lo dedica a questo tipo di attività. I genitori hanno quindi il dovere di scegliere giochi per bambini adeguati, non solamente all’età che hanno, ma anche utili e divertenti […]

L'articolo Giochi per bambini: come scegliere i migliori proviene da MammeUp.

]]>
Il momento del gioco è importantissimo per la crescita del bambino. Attraverso di esso egli impara tantissime cose nuove, motivo per cui molto del suo tempo lo dedica a questo tipo di attività. I genitori hanno quindi il dovere di scegliere giochi per bambini adeguati, non solamente all’età che hanno, ma anche utili e divertenti per loro.

Il tempo da trascorrere insieme

Senza voler fare facili moralismi il primo regalo da fare a un bambino è quello del proprio tempo. Non basta trovare giochi per bambini da fare a casa con i quali riempire il loro tempo e magari distrarli mentre si è intenti a fare altro. È importante trovare giochi da fare con i bambini, perché è fondamentale che si trascorra molto tempo insieme a loro. Anche e soprattutto durante la fase del gioco.

I giocattoli hanno il cruciale compito di permettere al bambino di fare esperienza di sé e di ciò che lo circonda. I giochi sono utilissimi per fargli scoprire il tatto, la vista, l’udito, il movimento e la capacità di interagire e relazionarsi con qualcosa di diverso da lui. E che risponda alle sue sollecitazioni.

Come scegliere i giochi per bambini

Nella scelta di questo tipo di articoli è importante regolarsi in base all’età. I bambini sviluppano gradualmente le loro capacità e le fasce d’età dei giocattoli rispondono proprio a questa necessità. Abbiamo voluto quindi raccogliere alcune indicazioni utili per scegliere dei giochi utili per i bambini dalla nascita fino al primo anno. Queste linee guida possono tornare utili non solo per i genitori, ma anche per tutti coloro che vogliono fare un regalo a un bambino. Se siete tra costoro e state cercando delle idee, vediamo quali giochi e giocattoli acquistare per un bambino.

Materiali, certificazioni e sicurezza

Qualsiasi tipo di gioco per bambino deve essere realizzato con materiali sani, non tossici e accompagnati da certificazione di qualità. Anche in questo caso molto dipende dall’età, in quanto i giochi per i bambini più piccoli non prevedono l’utilizzo di componenti troppo piccoli, per evitare che possano essere ingeriti. Non si può derogare a questo aspetto, la sicurezza dell’incolumità dei bambini è troppo importante per essere barattata con qualche euro di risparmio.

Ad ogni età il suo gioco

0–4 mesi

I primi mesi di vita di un bambino sono molto particolari, egli non ha ancora sviluppato capacità motorie. L’attività che più preferisce è quella di stare a contatto con il corpo dei propri genitori, attraverso il quale trova anche una significativa riduzione dello stress. In questa fase i bambini preferiscono oggetti molto colorati e sonori. Le principali idee regalo sono quelle di tappetini gioco colorati, libri di stoffa e pupazzi sonori.

4–6 mesi

A partire dal quarto mese il bambino impara a scoprire e utilizzare le mani, per questo è possibile regalargli giocattoli più maneggevoli. Molti amano regalare peluche e animali in plastica (utili anche per il bagnetto), ottimi anche per iniziare a preparare il grande cesto dei giochi. Per i libri si può passare a quelli in cartone e ci si può orientare anche verso oggetti che i bambini possano mettere in bocca.

6-9 mesi

Raggiunti i sei mesi il bambino ha acquisito diverse capacità e sviluppa una certa interazione con i giocattoli. Per questo sono molto apprezzati i tavoli multisensoriali, i libri con le figure e i giochi che si muovono (palle, macchinine, eccetera). Gli amanti dei libri possono continuare a regalare questo tipo di articoli preferendo quelli con le figure.

9-12 mesi

In questo trimestre in molti casi i bambini iniziano anche a tenersi in piedi da soli e amano tantissimo i giochi interattivi. Sono particolarmente indicati i giochi con le forme, quelli cavalcabili, le costruzioni e tutti quei giocattoli che offrono esperienze sensoriali da scoprire.

Consigli utili

Nell’indicare quali giochi sono consigliati per ogni fascia d’età abbiamo spesso indicato i libri. Questo perché leggere insieme ai bambini è importantissimo per lo sviluppo del linguaggio, dell’ascolto, per velocizzare la capacità di lettura e, ancora, sviluppare la loro fantasia. Per quel che riguarda i giochi elettronici è preferibile posticiparli e ritardarli il più possibile. È preferibile non far giocare i bambini con questo tipo di apparecchi prima dei sei anni e in ogni caso è sempre doveroso che l’utilizzo sia limitato a poche decine di minuti. Il gioco, come abbiamo visto, non è una semplice distrazione o riempitivo del tempo del bambino, ma una fase ricchissima e preziosa per la sua crescita e l’apprendimento anche delle più basilari capacità di percezione, comunicazione e movimento.

L'articolo Giochi per bambini: come scegliere i migliori proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/giochi-per-bambini-come-scegliere-i-migliori/feed/ 0
Come vivere i primi mesi di vita del bambino https://www.mammeup.it/come-vivere-i-primi-mesi-di-vita-del-bambino/ https://www.mammeup.it/come-vivere-i-primi-mesi-di-vita-del-bambino/#respond Wed, 03 Jul 2019 08:00:18 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36496 La nascita di un bambino è un momento di grande gioia, emozione e commozione, che arriva alla fine di un periodo particolarmente intenso e, soprattutto per le donne, rivoluzionario. Anche i mesi successivi, i primi di vita del bambino, possono risultare complicati. Soprattutto se non vengono affrontati con attenzione e quel minimo di preparazione che […]

L'articolo Come vivere i primi mesi di vita del bambino proviene da MammeUp.

]]>
La nascita di un bambino è un momento di grande gioia, emozione e commozione, che arriva alla fine di un periodo particolarmente intenso e, soprattutto per le donne, rivoluzionario. Anche i mesi successivi, i primi di vita del bambino, possono risultare complicati. Soprattutto se non vengono affrontati con attenzione e quel minimo di preparazione che meritano. Vediamo quindi quali sono le principali accortezze e precauzioni da adottare per affrontare al meglio questo periodo.

È doveroso premettere che i primi mesi di vita del bambino, specie se si tratta del primogenito, sono inevitabilmente accompagnate da un senso di spaesamento e, in alcuni casi, di inadeguatezza. È importantissimo capire che non è una colpa sentirsi in difficoltà e che non esiste il modello perfetto di genitore. Questo non significa che qualsiasi cosa vada bene, ma che il ruolo di mamma deve essere vissuto dalla donna che lo svolge, con tutte le sue caratteristiche, paure e difficoltà. L’idealizzazione della mamma perfetta, oltre a portare per forza di cose a trovare sempre qualcosa che poteva essere fatto meglio, rischia di spersonalizzare il rapporto mamma-bambino.

Il nuovo arrivato, infatti, deve relazionarsi con la sua mamma, non con il ruolo di madre o un’idealizzazione di questa importantissima figura familiare. Molte cose da fare le si impara con il tempo e ciò che aiuta tantissimo è la serenità, la voglia di passare il tempo insieme al bambino e la capacità di sapersi adattare alle nuove abitudini, che nei primi mesi di vita del bambino si andranno radicando.

Una persona nuova e unica

Prima di descrivere le principali situazioni che vedranno coinvolti i genitori nei giorni e mesi successivi alla nascita, è importante fare un’ulteriore precisazione e premessa. Ogni neonato è una persona a sé, che sviluppa il proprio carattere in base all’educazione dei genitori, ma che reagisce ad essa in maniera unica. I primi mesi di vita sono anche quelli della scoperta reciproca, della conoscenza. Per questo è fondamentale relazionarsi tantissimo con i bambini, comunicare con loro, passarci il tempo insieme e coinvolgerli nelle emozioni. Ogni bambino è una storia a sé, non c’è da allarmarsi se il proprio bambino reagisce diversamente da come hanno raccontato amici e parenti.

Il ritorno a casa: i primi giorni

Uscite dall’ospedale, per quanto la permanenza all’interno della struttura sanitaria possa essere stato breve, la sensazione di novità potrebbe essere molto forte. Innanzitutto dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Questo è il periodo più delicato per le mamme, perché la novità del bambino porta anche una serie di conseguenze accessorie. Tra gli amici e i parenti che vorranno salutare il nuovo arrivato, ai timori che egli stia bene. In questo senso è normale che la testa del neonato sia più flessibile (con il classico fenomeno delle fontanelle), motivo per cui è bene accarezzarlo e muoverlo con molta delicatezza.

Nei primi giorni di vita il bambino presenta una pelle rossa, può avere un fisiologico calo di peso, piangerà frequentemente e potrebbe avere dei problemi sul sonno e sul riposo (che inevitabilmente si rifletterà su quello dei genitori). In tutti questi casi è bene imparare a relazionarsi con il bambino, farlo sentire protetto e accolto. I pianti non sono tutti uguali, ma il bambino non ha ancora sviluppato altri modi per comunicare con il mondo circostante; ecco quindi che un po’ di pazienza permetterà ai genitori di capire cosa serve al proprio bambino.

In caso di dubbi ci si può rivolgere al proprio pediatra che saprà tranquillizzare i genitori su tutta una serie di fenomeni che in questo periodo sono normalissimi.

Durante i primi giorni la mamma può essere ancora affaticata e provata dal parto, ma appena se la sente può portare il proprio bambino a fare una passeggiata. L’aria aperta può solo che far bene a entrambi.

I primi tre mesi

Tra i principali problemi che una mamma si troverà ad affrontare nei primi mesi di vita del bambino ci sono sicuramente quelli igienici e quelli relativi all’alimentazione. Cambiare il pannolino e regolarizzare l’allattamento (imparare a capire quando il bambino ha fame è fondamentale) sono due delle principali fasi con le quali imparare al meglio a essere mamme. Durante il primo trimestre di vita il bambino inizia anche a perfezionare la vista. Inoltre, seguendo le indicazioni del pediatra, è anche il periodo in cui iniziare la somministrazione dei vaccini.

Il primo anno

Dal quarto mese in poi si inizia ad acquisire una certa regolarità pur mantenendo una serie di novità relative alla crescita del bambino. In questi mesi di vita il bambino impara a muoversi e a stare seduto, a relazionarsi con gli oggetti che lo circondano e, a partire dal sesto mese, l’arrivo dei primi denti e il relativo svezzamento. Arriva anche il momento per le mamme di rientrare a lavoro e gestire la prima vera separazione dal proprio bambino. Il consiglio in questo caso è di vivere questo piccolo trauma con tanta dolcezza e serenità; fa parte del ciclo della vita e permetterà alle mamme di recuperare una certa autonomia e personalità.

I primi passi il bambino tendenzialmente li muoverà a partire dal nono mese e da quel momento in poi le paure e i timori non saranno nel prendere in braccio il bambino e nel muoverlo, ma nel tenerlo fermo.

L'articolo Come vivere i primi mesi di vita del bambino proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/come-vivere-i-primi-mesi-di-vita-del-bambino/feed/ 0
Regalo di Natale per neonati: quali sono le migliori idee per rendere felice il tuo bebè? https://www.mammeup.it/regalo-di-natale-per-neonati-migliori-idee/ https://www.mammeup.it/regalo-di-natale-per-neonati-migliori-idee/#respond Fri, 14 Dec 2018 20:06:58 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34711 Con le festività natalizie in arrivo, scatta la caccia ai regali all’ultimo minuto. Come rendere felice il nostro neonato? Quale migliore idea regalo per rendere il Natale 2018 davvero indimenticabile? Scopriamo in questa guida quali sono i migliori regali da mettere sotto l’albero di Natale per rendere felice il proprio bebè. #1. Palline personalizzate Assolutamente […]

L'articolo Regalo di Natale per neonati: quali sono le migliori idee per rendere felice il tuo bebè? proviene da MammeUp.

]]>
Con le festività natalizie in arrivo, scatta la caccia ai regali all’ultimo minuto. Come rendere felice il nostro neonato? Quale migliore idea regalo per rendere il Natale 2018 davvero indimenticabile? Scopriamo in questa guida quali sono i migliori regali da mettere sotto l’albero di Natale per rendere felice il proprio bebè.

#1. Palline personalizzate

Assolutamente originale e creativa è l’idea di regalare una pallina di Natale personalizzata con il nome del proprio neonato. Un regalo carino da appendere all’albero di Natale e da conservare gelosamente.

#2. Abbigliamento neonato

I capi di abbigliamento neonato sono sempre graditi e i benvenuti: tutine, completini e pagliaccetti renderanno felice il vostro bebè. Avvolto nelle calde tutine, il piccolo potrà muoversi liberamente, giocare, mangiare e dormire: ogni completino con magliettina e pantaloncino lo accompagnerà quotidianamente nello svolgimento di ogni sua azione. Assolutamente vezzose le tutine nelle tinte cromatiche neutre, nei colori pastellati, nel vibrante rosso, ideale per le festività natalizie, e nelle fantasie del tartan e del check. Per completare l’outfit del bambino, è buona idea optare sempre per il body e gli scaldamuscoli.

#3. Box come spazio ludico

Per rendere felice il nostro bambino non c’è regalo migliore che non regalare un box, uno spazio ludico sicuro dove poter seguire giorno dopo giorno la crescita del piccolo: i genitori potranno osservare il bimbo mentre gioca in autonomia grazie alle pareti sicure in rete anti-intrappolamento delle dita.

#4. Dondolino

Per facilitare il pisolino, per distrarre e per divertire il piccolo, il dondolino è il regalo natalizio perfetto. Ovunque si vada, si potrà posizionare il dondolino in ogni ambiente della propria abitazione: in questo modo, ogni genitore avrà la certezza di controllare il proprio bebè mentre si diverte o si appisola.

#5. Borsa primi viaggi

Si sa, con l’arrivo delle festività natalizie, i genitori vorranno portare il proprio bambino in vacanza. Per partire con tutto l’occorrente, è necessario organizzarsi al massimo: la borsa primi viaggi è pensata per contenere tutto il necessario per l’igiene e la cura del bebé fuori casa.

#6. Set pappa

Per accompagnarlo nello svezzamento, il set pappa per neonato è sempre un regalo gradito sia dal piccolo che dai genitori. Il set pappa include una tazza, un cucchiaino e piatto in materiale sicuro, ad uso alimentare, che consente di servire a tavola la pappa al proprio bambino. I set, decorati con simpatici disegni, sono perfettamente in linea con il carattere allegro che caratterizza il passaggio dal latte materno allo svezzamento.

#7. Sterilizzatore e scaldabiberon

Un altro regalo di Natale per neonato molto gradito dai genitori e dal piccolo è lo sterilizzatore e scaldabiberon per garantire di avere la giusta temperatura della pappa. Basta selezionare il programma in base alla temperatura iniziale del contenuto: congelata, da frigorifero, o a temperatura ambiente, per portare il latte o l’acqua alla temperatura ideale di somministrazione. Inoltre, lo si può utilizzare anche per sterilizzare biberon, tettarelle e succhietti in pochissimi minuti!

Per festeggiare il proprio neonato e per renderlo felice il giorno di Natale, ci sono davvero tantissime idee regalo davvero carine e funzionali per accompagnare il piccolo nella crescita. E, tu, hai già pensato a cosa mettere sotto l’albero di Natale per il tuo bebè?

L'articolo Regalo di Natale per neonati: quali sono le migliori idee per rendere felice il tuo bebè? proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/regalo-di-natale-per-neonati-migliori-idee/feed/ 0
Regali personalizzabili per la nascita di un bambino https://www.mammeup.it/regali-personalizzabili-per-la-nascita-di-un-bambino/ https://www.mammeup.it/regali-personalizzabili-per-la-nascita-di-un-bambino/#respond Tue, 11 Dec 2018 20:06:46 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34707 La nascita di un bambino è sempre un evento che porta tanta gioia e felicità da parte di parenti, amici e conoscenti che si preparano ad accogliere il piccolo arrivato e la neomamma. Assolutamente indescrivibile è l’emozione di tutti coloro che si preparano ad accogliere il piccolo neonato, ed è buona tradizione fare un bel […]

L'articolo Regali personalizzabili per la nascita di un bambino proviene da MammeUp.

]]>
La nascita di un bambino è sempre un evento che porta tanta gioia e felicità da parte di parenti, amici e conoscenti che si preparano ad accogliere il piccolo arrivato e la neomamma. Assolutamente indescrivibile è l’emozione di tutti coloro che si preparano ad accogliere il piccolo neonato, ed è buona tradizione fare un bel regalo per celebrare la nascita.

Ma, quali idee regalo migliori per rendere l’inizio di una nuova vita davvero unico ed emozionante? Pensa solo al fatto che devi rendere omaggio all’arrivo del neonato ed alla nuova vita della mamma: in questo caso fare un regalo bello, originale e creativo non è assolutamente semplice, anzi è molto complicato e ci può mettere in crisi.

Spesso e volentieri, si hanno mille idee per festeggiare la mamma dopo 9 mesi di “pancione”, e il bambino è il nuovo benvenuto in famiglia; per celebrare questo momento magico è meglio evitare di fare regali anonimi e troppo scontati.

Meglio evitare i classici gioielli o le cornici in argento per mettere la foto del neonato, perché non optare per un’idea regalo unica che renderà l’evento nascita davvero creativo? Ecco qualche interessantissima proposta ed idea regalo che aiuta a fare la differenza, e renderà la neomamma ed il neonato felicissimi.

#1. Un bel ciondolino con il nome del bambino

Una prima idea regalo davvero creativa e unica per celebrare l’evento nascita è quella di regalare un bel ciondolino con il nome del bambino o della bambina, il peso in kg e la data del grande evento. In fin dei conti, la nascita ci riempie il cuore di gioia e scatena l’amore in famiglia, che cosa c’è di più creativo che non optare per un ciondolino in legno con inciso il nome del pupo o della pupa? Sarà un ricordino da appendere in cameretta del bambino.

E, se si trattasse di un parto gemellare? Niente paura, è possibile ordinare due ciondolini personalizzati incisi con i nomi dei due bambini con la data di nascita. Grazie a questa interessante idea regalo, il bambino o la bambina, quando sarà grande, potrà conservare intatto questo ricordo indelebile dei suoi primi momenti di vita!

#2. Letterina con il timbro personalizzato

Accompagna sempre il regalino con una letterina che deve contenere un messaggio di amore, di augurio e di buon auspicio per la mamma ed il suo bambino.

Le parole sono la vera forza che fanno la differenza, non serve essere poeti, ma è importante esprimere e comunicare le proprie emozioni con un messaggio da inviare con una lettera che può essere conclusa con l’utilizzo di un timbro con una scritta personalizzata: “Welcome Sweet Baby”.

#3. Biglietto con la busta

Se non si vuole accompagnare il regalino con una lettera, bastano due righe scritte su un biglietto con la busta: si tratta di un’idea simpatica che rende indelebile un bel momento come quello della nascita di un bambino.

Per ordinare il biglietto con la busta bastano pochi click: inserisci il testo personalizzato della frase in alto, Inserisci il testo personalizzato della frase in basso e scegli il colore delle buste. Se vuoi ricevere l’anteprima clicca su sì, altrimenti se ti fidi del servizio online offerto da queekee.it, seleziona no e concludi l’ordine.

Rendi unico e indelebile il momento più bello della vita di ogni donna: la nascita del suo bambino.

L'articolo Regali personalizzabili per la nascita di un bambino proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/regali-personalizzabili-per-la-nascita-di-un-bambino/feed/ 0
Alimentazione in allattamento: quali cibi mangiare e quali evitare? https://www.mammeup.it/alimentazione-durante-allattamento/ https://www.mammeup.it/alimentazione-durante-allattamento/#respond Thu, 06 Dec 2018 07:06:39 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34700 Quale migliore piano alimentare da seguire durante l’allattamento? Quali cibi mangiare e quali evitare? Un errore molto comune è quello di cambiare alimentazione e consumare alimenti differenti da quelli che solitamente si mettono sul piatto. Per ogni mamma che allatta è fondamentale continuare a seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, proteine animali e […]

L'articolo Alimentazione in allattamento: quali cibi mangiare e quali evitare? proviene da MammeUp.

]]>
Quale migliore piano alimentare da seguire durante l’allattamento? Quali cibi mangiare e quali evitare? Un errore molto comune è quello di cambiare alimentazione e consumare alimenti differenti da quelli che solitamente si mettono sul piatto.

Per ogni mamma che allatta è fondamentale continuare a seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, proteine animali e vegetali, carboidrati, fibre e grassi “buoni”. Scopriamo in questa guida cosa mettere nel piatto e cosa evitare quando si allatta il proprio bambino.

Allattamento, cosa mangiare?

Cosa mangiare durante l’allattamento? Spesso e volentieri, le donne che decidono di allattare il proprio bambino devono continuare a seguire il proprio piano nutrizionale, senza incrementare il numero di calorie e senza mettere a tavola altri cibi diversi.

Ecco quali sono i cibi consentiti da mettere nel piatto durante l’allattamento:

  • cibi amidacei come pane, patate, pasta e riso,
  • cereali integrali,
  • prodotti caseari, come uno yogurt o un bicchiere di latte,
  • latte vegetale (riso, kamut, soia, etc.),
  • carni bianche (pollo e tacchino), pesce, uova o legumi,
  • frutta e verdura di stagione a volontà (almeno 5 porzioni tutti i giorni).

Non saltare mai i pasti (colazione, spuntino metà mattinata, pranzo, merenda e cena): ricorda che devi mantenere i tuoi livelli di energia per affrontare la giornata di mamma a tempo pieno.

Scegli snack nutrienti (spuntino/merenda), tra cui:

  • un panino preparato in casa, con verdure fresche e affettati magri (bresaola, fesa di tacchino, etc.),
  • bastoncini di carote o cetrioli e grissini di kamut,
  • frutta fresca o secca,
  • pane integrale con marmellata,
  • pane tostato con uova e pomodoro,
  • un vasetto di yogurt con frutta fresca
  • frullato con due biscotti di mais
  • centrifugato di frutta o verdura.

Il NHS raccomanda a tutte le mamme che allattano al seno di assumere un integratore giornaliero contenente 10 microgrammi (mcg) di vitamina D e di acido folico.

Puoi assumere tutte le vitamine e minerali variando la frutta e la verdura che scegli di consumare durante i 5 pasti e spuntini.

Allattamento cosa non mangiare

Niente fritti, condimenti, grassi, dolciumi, merendine, zucchero bianco, burro, strutto, non occorre consumare più latte e prodotti caseari (formaggi, yoghurt e ogni derivato del latte).

Se il tuo bambino fosse intollerante al lattosio contenuto nel latte vaccino ed in tutti i derivati potrebbe manifestare subito i sintomi:

  • difficoltà nella crescita,
  • diarrea o stitichezza,
  • macchie rosse pruriginose sul corpo del neonato,
  • eruzione cutanea rossa pruriginosa intorno alla mucosa orale,
  • occhi gonfi,
  • vomito,
  • reflusso gastrico,
  • coliche,
  • eczema.

In presenza di questi sintomi, è probabile che il tuo bambino sia intollerante al latte, per questo è buon consiglio confrontarsi subito con il proprio pediatra.

Nel caso in cui tuo figlio abbia un’allergia al latte vaccino, il medico ti consiglierà di smettere di consumare le proteine ​​del latte vaccino per almeno sei mesi, o fino a quando il bambino ha un anno.

Alcune mamme durante l’allattamento, consumano troppe noci, nocciole e arachidi: è meglio evitare di esagerare, il bambino potrebbe essere a rischio di sviluppare un’allergia alimentare. Meglio consultare sempre il proprio medico curante.

 

 

L'articolo Alimentazione in allattamento: quali cibi mangiare e quali evitare? proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/alimentazione-durante-allattamento/feed/ 0
Come togliere il pannolino al bambino? https://www.mammeup.it/come-togliere-il-pannolino-al-bambino/ https://www.mammeup.it/come-togliere-il-pannolino-al-bambino/#respond Sun, 02 Dec 2018 19:03:14 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34687 Come togliere il pannolino al bambino? Lo “spannolinamento è il risultato di un percorso atto a cambiare le abitudini del bambino, al fine di far acquisire nuovi comportamenti volti a determinare maggiore autonomia. In generale, l’abbandono del pannolino comincia tra i 18 ed i 24 mesi di età e – pur precisando che non esistono […]

L'articolo Come togliere il pannolino al bambino? proviene da MammeUp.

]]>
Come togliere il pannolino al bambino? Lo “spannolinamento è il risultato di un percorso atto a cambiare le abitudini del bambino, al fine di far acquisire nuovi comportamenti volti a determinare maggiore autonomia.

In generale, l’abbandono del pannolino comincia tra i 18 ed i 24 mesi di età e – pur precisando che non esistono tecniche universali o infallibili su come togliere il pannolino al bambino – bisogna considerare che si tratta di un passo importante che richiede pazienza da parte dei genitori ed una certa “maturità” del piccolo.

Se vostro figlio farà capire che non vuole togliere il pannolino, non disperate perché è più che normale ed, in questo caso, sarà opportuno evitare rimproveri o insistere oltremodo in quanto si potrebbe ottenere l’effetto opposto.

Se ha difficoltà a togliere il pannolino, sarà necessario avere comprensione e sapere che ogni bambino ha i suoi tempi: ci potranno volere giorni oppure mesi, ma arriverà il momento in cui preferirà il vasino.

Come togliere il pannolino senza traumi?

Lo spannolinamento coincide con la maturità degli sfinteri e, quindi, il primo passo per avere successo è tentare di creare una relazione con il vasino, suscitare interesse e curiosità nel bambino e renderlo partecipe – attraverso la comunicazione – affinché sia parte attiva di questo cambiamento.

Soprattutto, c’è da sottolineare che il vasino deve essere posto in bagno accanto al water, perché il bambino tende ad imitare gli adulti e quindi, sarà opportuno coinvolgerlo e spiegare lui cosa accade.

Il primo tentativo per togliere il pannolino è bene farlo di giorno, in modo da osservare ed avere sotto controllo quello che succede e come il piccolo si comporta. Cercate di avvicinarlo al vasino ogni ora in modo giocoso e distensivo, affinché colleghi al momento dei “bisogni”, un aspetto ludico. Sollecitatelo a fare la pipì o la pupù e – se ci riesce – gratificalo.

Su come togliere il pannolino ci vengono in aiuto anche consigli relativi al tempo in cui farlo: cominciare di giorno ed in primavera o estate è certamente meglio rispetto alle stagioni più fredde, in cui il bambino sarebbe comunque più coperto e potrebbe sporcarsi con più facilità.

Più che altro ci si potrebbe chiedere come togliere il pannolino di notte e questo sarà sicuramente un passo successivo da concretizzare quando – a seguito dello spannolinamento diurno – il bambino si sveglierà, con lo stimolo di fare pipì o cacca, ma senza bagnare il materasso. In ogni caso, appena sveglio, portatelo sul vasino per far attuare i comportamenti uguali a quelli assunti durante il giorno e lasciare che, piano piano, essi diventino consuetudinari.

Per togliere il pannolino senza traumi, questi sono accorgimenti da mettere in pratica per periodi – più o meno lunghi – che dipenderanno essenzialmente dal bambino e da come risponde agli stimoli.

Come togliere il pannolino: i consigli degli esperti

Chiaramente, in questa fase sarà d’aiuto anche la figura del pediatra che indirizzerà i genitori fornendo loro preziose linea guida. In particolare, gli esperti concordano su determinati aspetti tra cui:

  • Evitare di essere insistenti ed eccessivamente rigorosi con il bambino
  • Portare il bimbo sul vasino ad intervalli regolari, aumentando – periodicamente e gradualmente – il tempo che passa tra l’uno e l’altro
  • Abbiate comprensione e pazienza
  • Coinvolgete vostro figlio anche quando voi andate in bagno data la tendenza all’imitazione
  • Rendete il momento dei “bisogni” una specie di gioco di breve durata
  • Gratificate il bimbo se riesce a raggiungere il suo obiettivo

Questi punti riassuntivi saranno utili perché, se applicati, vi guideranno in questa nuova fase della vita di vostro figlio ed influiranno positivamente sul suo sviluppo e sulla sua crescita.

 

L'articolo Come togliere il pannolino al bambino? proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/come-togliere-il-pannolino-al-bambino/feed/ 0
Quando e come prendersi cura dei denti dei nostri figli https://www.mammeup.it/quando-e-come-prendersi-cura-dei-denti-dei-nostri-figli/ https://www.mammeup.it/quando-e-come-prendersi-cura-dei-denti-dei-nostri-figli/#respond Mon, 26 Nov 2018 08:57:38 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34646 Molti genitori di bambini in età scolare e prescolare ci chiedono QUANDO sia il caso di far visitare i loro figli dal dentista. Dato che ci sono alcuni aspetti molto importanti che ogni mamma e papà dovrebbe tenere ben a mente, abbiamo deciso di avvalerci del parere professionale della Dr.ssa Paola Falchetti, titolare dello Studio Dentistico […]

L'articolo Quando e come prendersi cura dei denti dei nostri figli proviene da MammeUp.

]]>
Molti genitori di bambini in età scolare e prescolare ci chiedono QUANDO sia il caso di far visitare i loro figli dal dentista. Dato che ci sono alcuni aspetti molto importanti che ogni mamma e papà dovrebbe tenere ben a mente, abbiamo deciso di avvalerci del parere professionale della Dr.ssa Paola Falchetti, titolare dello Studio Dentistico Roma San Giovanni, da sempre all’avanguardia nella cura delle problematiche dentali.

Prevenzione e cura dentale fin da piccoli

La Dr.ssa Falchetti afferma che, quando parliamo di prevenzione, bisogna sottolineare l’assoluta importanza della prevenzione e cura dentale, tanto nei denti permanenti, quanto nei decidui, con le dovute differenziazioni.

DENTI DECIDUI O DA LATTE:

Parliamo di prevenzione soprattutto “domiciliare”.

  • Lavare ogni giorno, almeno mattina e sera, a partire soprattutto dai due anni di età i denti dei nostri bambini, con spazzolini appositamente creati per loro, piccoli e colorati. Il dentifricio è ininfluente, non determina una migliore igiene dentale, ma sicuramente una pasta con un buon sapore rende più gradevole la pulizia dei denti che il nostro piccolo farà a casa.
  • Attenzione all’alimentazione. Curate la dieta dei vostri figli, facendo attenzione a non dare loro succhi di frutta, biberon con camomille o tisane zuccherate, soprattutto prima di andare a dormire, senza aver lavato prima i denti: gli zuccheri raffinati agiscono molto lentamente erodendo il sottile strato di smalto dei denti da latte, e cariando in tempi molto rapidi i dentini. E’ importante che i genitori sappiano che i denti da latte hanno uno strato smalteo, cioè di tessuto duro dentale, molto sottile, pertanto, se il dente inizia a cariarsi, molto rapidamente i batteri intaccheranno la dentina (smalto meno superficiale) e la polpa dei denti, provocando anche nei piccolini DOLORE E ASCESSI RIPETUTI. Non è infrequente, nella pratica clinica di ogni giorno, dover ricorrere a terapie canalari in bambini di 4 o 5 anni.
    Un altro aspetto importante è che i denti decidui o da latte vanno assolutamente trattati; una carie infatti trascurata comporta la distruzione progressiva del dente, il rischio per la gemma del dente permanente di non svilupparsi correttamente, oppure, molto spesso siamo costretti a estrarre il dentino quindi ci troviamo a non avere in futuro lo spazio per la normale eruzione del dente definitivo, causando AFFOLLAMENTO delle due arcate.
    Una visita dallo specialista odontoiatra può essere fatta a partire dai 4-5 anni di età del bambino, tanto più se notate macchiette scure, nere o marroni, o aloni e trasparenze grigiastre sui dentini dei vostri figli.

    DENTI PERMANENTI

    Sapete, mamme, che a 6 anni iniziano a spuntare i primo molari permanenti nella bocca dei vostri figli? L’età di permuta, ovvero, quando cominciano a erompere i denti definitivi, e i denti da latte cadono, lasciando “finestrelle” nella bocca dei nostri bambini, è abbastanza soggettiva e dipende da vari fattori, se vedete che a 8-9 anni il vostro bimbo ancora non ha neanche una finestrella, un consulto dallo specialista odontoiatra potrebbe essere importante. A questa età, infatti, la visita dal dentista si articola in due direzioni.

  • Visita per individuare carie, e terapia DI PREVENZIONE delle stesse sui denti permanenti tramite
    SIGILLATURE.
  • Cosa sono le sigillature?

    Sono delle banali e atraumatiche “verniciature” del solchi dei molari permanenti.

    Quando erompono i denti dei nostri bambini sono caratterizzati da fossette e solchi molto pronunciati. Queste sono zone in cui i residui alimentari possono depositarsi e ristagnare con grande facilità, facilitando il processo carioso. In questi casi il dentista interviene pulendo questi solchi con delle punte ultrasoniche, a cui segue il deposito di una vernice bianca, attraverso un processo totalmente indolore e che dà risultati altamente estetici. Va sottolineato quindi che le sigillature hanno lo scopo di PREVENIRE IL FORMARSI DI CARIE E SONO UN TRATTAMENTO PERMANENTE, da fare una volta sola, purchè fatto da specialisiti,

    VISITA ORTODONTICA

    Per individuare eventuali anomalie nello sviluppo della mandibola e mascella di nostro figlio: capire cioè se c’è uno sviluppo osseo armonico delle ossa del cavo orale, altrimenti si interviene con l’ortodonzia cosiddetta INTERCETTIVA O FUNZIONALE.
    I disturbi della bocca più comuni, per i quali serve l’apparecchio, sono quelli legati ad anomalie della mascella e della mandibola come l’iposviluppo, l’ipersviluppo, arretramento e avanzamento della mandibola o del mascellare superiore. Altre malformazioni riguardano il numero dei denti, come avere uno  o più denti in meno o la presenza di uno o più denti in eccesso che possono creare affollamento. In più, molto diffuso il morso profondo (i denti superiori coprono del tutto quelli inferiori) e il morso aperto (un grosso spazio tra i denti anteriori delle due arcate).
    È importante agire prima che erompano tutti i denti permanenti e prima della fine della maturazione scheletrica del piccolo per influenzare, tramite apparecchi ortodontici ad hoc, una crescita armonica dei mascellari ed una corretta eruzione dei denti permanenti. Quindi prima che avvenga il picco di crescita (che nelle femmine avviene prima che dei maschi) , dopo questa data i giochi sono fatti.

    Esistono molti tipi di apparecchi, ma è importante prevenire prima che curare. Soprattutto ci tengo a sottolineare che intercettare, ovvero capire se la mandibola o la mascella di nostro figlio non sta crescendo in modo ottimale, è la strada migliore, più sicura biologicamente ed economicamente, per GARANTIRE A NOSTRO FIGLIO LA SALUTE DEL CAVO ORALE.

L'articolo Quando e come prendersi cura dei denti dei nostri figli proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/quando-e-come-prendersi-cura-dei-denti-dei-nostri-figli/feed/ 0
Acido folico in gravidanza: tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/acido-folico-in-gravidanza/ https://www.mammeup.it/acido-folico-in-gravidanza/#respond Sun, 25 Nov 2018 09:36:22 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34681 La vitamina B9 è molto importante da assumere in gravidanza: a cosa serve e dove si trova l’acido folico? Quali sono i cibi ricchi di acido folico e quando è il caso di assumerlo? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’acido folico in gravidanza. Tra i primi importanti consigli che una donna incinta riceve dal […]

L'articolo Acido folico in gravidanza: tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
La vitamina B9 è molto importante da assumere in gravidanza: a cosa serve e dove si trova l’acido folico? Quali sono i cibi ricchi di acido folico e quando è il caso di assumerlo? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’acido folico in gravidanza.

Tra i primi importanti consigli che una donna incinta riceve dal proprio ginecologo è quello di assumere acido folico o vitamina B9, un ingrediente fondamentale per la salute della mamma e del feto nei nove mesi di gravidanza.

Acido folico, a cosa serve?

L’acido folico non è altro che una vitamina del gruppo B nota anche come B9, la cui etimologia deriva dal termine di origine latino “folium”, cioè “foglia”. Il termine acido folico è stato coniato dallo studioso statunitense Henry Mitchell, nel 1941, che per primo riuscì ad isolare dalle specie vegetali a “foglia” larga alcune sostanze che si sono poi rivelate efficaci nella prevenzione e nella cura dell’anemia.

L’acido folico è un supereroe per la gravidanza di ogni donna: basta una quantità di 400 microgrammi al giorno prima e durante la gravidanza per aiutare a prevenire le malformazioni celebrali e del midollo spinale del bambino. È possibile ottimizzarne gli effetti benefici se si segue una dieta a base di cereali integrali e proteine vegetali.

La carenza di acido folico potrebbe determinare nel futuro nascituro:

  • Spina bifida: sviluppo incompleto del midollo spinale o delle vertebre,
  • Anencefalia: sviluppo incompleto delle parti principali del cervello.

I bambini affetti da anencefalia solitamente non vivono a lungo, e quelli con spina bifida possono soffrire di problemi di disabilità.

Per questo, assumere una sufficiente quantità giornaliera di acido folico aiuta a proteggere il tuo bambino dalle malformazioni cerebrali. Se assunto prima e durante la gravidanza, l’acido folico può anche proteggere il bambino:

  • dall’insorgenza della palatoschisi ovvero dalla malformazione del labbro,
  • dalla nascita prematura
  • da problemi di sottopeso,
  • dall’aborto spontaneo
  • dalla scarsa crescita del feto nell’utero

Inoltre, l’acido folico consente di ridurre:

  • le complicazioni della gravidanza (una ricerca ha rilevato che le donne che assumono integratori di acido folico durante il secondo trimestre della gravidanza riducono il rischio di preeclampsia),
  • le malattie cardiovascolari,
  • l’insorgenza di ictus,
  • il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro,
  • il rischio di morbo di Alzheimer.

Acido folico, dove si trova?

È possibile assumere acido folico da alimenti ricchi di vitamine e cibi fortificati, come pane, pasta e cereali. Il folato si trova naturalmente nelle verdure a foglia verde, arance e fagioli.

I cibi ricchi di acido folico

Ecco una lista di cibi ricchi di acido folico:

  • spinaci e altre verdure a foglia verde scuro
  • arance e succo d’arancia
  • noccioline
  • fagioli
  • carni bianche (pollo, tacchino, ecc.)
  • cereali integrali
  • cereali per la colazione (alcuni contengono il 100% del valore giornaliero raccomandato – o 400 microgrammi – di acido folico in ogni porzione).
  • pane e pasta
  • farina di mais
  • riso bianco

Quando assumere acido folico?

Seguire una dieta sana e variegata in gravidanza ti aiuta ad apportare al tuo organismo umano il giusto fabbisogno di vitamine e di minerali di cui hai bisogno.

Prima e durante la gravidanza devi assumere un integratore di acido folico: 400 microgrammi (mcg) di acido folico ogni giorno (fino alla dodicesima settimana di gravidanza).

Non assumere integratori di vitamina A (retinolo), poiché troppo potrebbe nuocere al bambino. Leggi sempre sul foglietto illustrativo.

L'articolo Acido folico in gravidanza: tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/acido-folico-in-gravidanza/feed/ 0
Uova di Pasqua per bambini, le novità di quest’anno https://www.mammeup.it/uova-pasqua-bambini/ https://www.mammeup.it/uova-pasqua-bambini/#respond Mon, 19 Mar 2018 19:12:28 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34629 La Pasqua sta arrivando e gli scaffali dei supermercati sono già stracolmi delle più svariate tipologie di uova di Pasqua. Vediamole insieme. Sorpresa uovo di Pasqua per bambini La maggior parte dei bambini aspetta con ansia le uova di Pasqua non solo per il cioccolato ma soprattutto per la sorpresa contenuta al suo interno. Normalmente […]

L'articolo Uova di Pasqua per bambini, le novità di quest’anno proviene da MammeUp.

]]>
La Pasqua sta arrivando e gli scaffali dei supermercati sono già stracolmi delle più svariate tipologie di uova di Pasqua. Vediamole insieme.

Sorpresa uovo di Pasqua per bambini

La maggior parte dei bambini aspetta con ansia le uova di Pasqua non solo per il cioccolato ma soprattutto per la sorpresa contenuta al suo interno. Normalmente la scelta dell’uovo ricade sempre sul personaggio animato preferito, con la speranza di trovare un giocattolo unico e imperdibile. Il consiglio che ci sentiamo di darvi tuttavia, è quello di comprare l’uovo di Pasqua che contenga una sorpresa adatta all’età del vostro bambino.

Uova di Pasqua per bambini piccoli

Per i più piccoli il consiglio è quello di regalare un uovo che contenga una sorpresa sicura come un peluche, in quanto giocattoli composti da piccole parti possono rappresentare un pericolo, causando soffocamento ad esempio. In commercio, si trovano tante uova con sorprese dedicate ai bambini con età inferiore ai 3 anni, come ad esempio le uova di Peppa Pig, di Sam il Pompiere, Masha e Orso o dei personaggi di Topolino.

Uova di Pasqua per bambini maschi

Se dovete far contento un maschietto vi consigliamo le uova di Star Wars, sempre richiestissime, o dei grandi Supereroi che non passano mai di moda. Naturalmente apprezzate saranno anche le uova della Kinder, che al di là del regalo, fanno impazzire i più piccoli per la loro cioccolata.

Uova di Pasqua per bambine

Tra le femminucce a primeggiare troviamo le uova delle Principesse Disney. Come negli anni passati la palma d’oro va alle principesse di Frozen, Elsa e Anna.

 

L'articolo Uova di Pasqua per bambini, le novità di quest’anno proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/uova-pasqua-bambini/feed/ 0
Come colorare le uova di Pasqua con i bambini https://www.mammeup.it/come-colorare-e-decorare-le-uova-di-pasqua/ https://www.mammeup.it/come-colorare-e-decorare-le-uova-di-pasqua/#respond Mon, 19 Mar 2018 18:51:52 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34623 La Pasqua sta arrivando e le attività per i bambini sicuramente non mancano, come dipingere le uova, preparare bigliettini di auguri e molto altro. Oggi vogliamo darvi alcuni consigli e dritte su come colorare le uova di Pasqua. Ma iniziamo prima con un pò di storia. La storia dell’uovo di Pasqua In qualsiasi parte del […]

L'articolo Come colorare le uova di Pasqua con i bambini proviene da MammeUp.

]]>
La Pasqua sta arrivando e le attività per i bambini sicuramente non mancano, come dipingere le uova, preparare bigliettini di auguri e molto altro. Oggi vogliamo darvi alcuni consigli e dritte su come colorare le uova di Pasqua.

Ma iniziamo prima con un pò di storia.

La storia dell’uovo di Pasqua

In qualsiasi parte del mondo le uova hanno sempre rappresentato il simbolo della Pasqua, una parte integrante della festa. A differenza di quelle di cioccolata che hanno origini più recenti, le uova colorate hanno origini antiche, affondando le proprie radici nella cultura pagana.

Simbolo di nuova vita, l’uovo si colloca all’origine del mondo: al suo interno avrebbe infatti contenuto il “germe degli esseri”. Inoltre, presso alcune civiltà come quella greca, cinese e persiana, l’uovo veniva donato durante la stagione primaverile come segno di fertilità.

Questa simbologia continua a sussistere anche in periodo romano, durante il quale i contadini usavano seppellire un uovo dipinto di rosso nei campi per propiziare un buon raccolto e quindi la fertilità del terreno.

In età cristiana, molte festività pagane vennero assorbite nei riti della nuova religione. La festività pasquale ne è un esempio: cade nei giorni compresi tra il 25 Marzo e il 25 Aprile, ovvero nella prima domenica successiva plenilunio che segue l’equinozio di primavera. La Pasqua, quindi, si festeggia nel giorno che decreta il passaggio dalla stagione dei riposo dei campi a quella della nuova semina.

Dunque anche nella Pasqua cristiana compare il simbolo dell’uovo che viene donato come simbolo di rinascita, non della natura, bensì dell’uomo stesso: il guscio rappresenterebbe la tomba dalla quale Gesù risorse.

Come decorare le uova

Dopo aver spiegato la storia delle uova pasquali, veniamo a ciò che ci interessa: come decorarle. Ma prima ancora di iniziare la spiegazione precisiamo due cose fondamentali:

  1. È possibile utilizzare sia uova sode che vuote;
  2. I coloranti che si utilizzano possono essere sintetici o naturali.

Colorare le uova di Pasqua in modo naturale

Se utilizzate uova sode con la finalità di mangiarle, vi consigliamo di utilizzare coloranti naturali preparando una sorta di brodo vegetale. Per prepararlo, basta mettere in una pentola circa 7 centimetri d’acqua e due tazze di uno di questi ingredienti a scelta:

  • Cavolo rosso per ottenere uova rosse;
  • Barbabietole per ottenere uova blu;
  • Spinaci per uova verdi;
  • Caffè o té per ottenere uova marroncine;
  • Bucce di cipolle bionde per ottenere uova gialle;
  • Vino rosso o succo d’uva per uova viola.

Bisognerà che il composto bolla per circa mezz’ora, una volta raffreddato aggiungere due cucchiai di aceto, altrimenti le uova potrebbero rompersi. A questo punto potete mettere le uova nella pentola e farle bollire a fuoco basso per 10-15 minuti.

Questo procedimento comporterà come risultato un uovo a tinta unita, che può essere utilizzato per ulteriori decorazioni a mano.

Uova decorate a mano

Le uova possono anche essere decorate a mano, vediamo come.

Uova floreali

Con delle foglie e fiori dai bordi ben definiti è possibile decorare le nostre uova, con sfondi floreali. Per ottenere questo risultato bisognerà attaccare fiori e foglie utilizzando un pennello imbevuto nell’albume, dopodiché inserire l’uovo in una calza velata e immergerlo in acqua colorata facendolo bollire per 30 minuti. Una volta raffreddato, potete staccare foglie e fiori.

Uova cerate

Per ottenere uova cerate bisognerà come prima cosa colorare l’uovo, una volta raffreddato cospargerlo di cera o colla vinilica (a bagnomaria). A questo punto mettete degli elastici di diverso spessore per creare disegni astratti. Quando la colla sarà asciutta, immergere l’uovo in un secondo bagno di colore, a freddo, e lasciarlo all’interno per tutta la notte. La mattina successiva togliere colla ed elastici ed ammirare il risultato.

Colorare le uova con le tempere

Prima abbiamo visto come colorare le uova di Pasqua in modo naturale, ora vediamo come colorare le uova con le tempere. Ecco gli step:

  • Far bollite mezzo litro d’acqua e versare un cucchiaio di tempera;
  • Far raffreddare l’acqua;
  • Immergere le uova e lasciarle per 3 ore;
  • Tirarle fuori, asciugarle e decorare a piacere.

L'articolo Come colorare le uova di Pasqua con i bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/come-colorare-e-decorare-le-uova-di-pasqua/feed/ 0
20 Marzo, Giornata Mondiale della Felicità https://www.mammeup.it/giornata-mondiale-della-felicita-20-marzo/ https://www.mammeup.it/giornata-mondiale-della-felicita-20-marzo/#respond Mon, 19 Mar 2018 17:20:11 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34619 Il 20 Marzo si festeggia in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Felicità, istituita il 28 Giugno 2012 dall’ONU in accordo con i 193 paesi membri per promuovere questa nuova priorità mondiale. MammeUp in questo articolo vi darà qualche consiglio su come crescere bambini felici. Come crescere bambini felici e liberi Vediamo alcuni punti […]

L'articolo 20 Marzo, Giornata Mondiale della Felicità proviene da MammeUp.

]]>
Il 20 Marzo si festeggia in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Felicità, istituita il 28 Giugno 2012 dall’ONU in accordo con i 193 paesi membri per promuovere questa nuova priorità mondiale. MammeUp in questo articolo vi darà qualche consiglio su come crescere bambini felici.

Come crescere bambini felici e liberi

Vediamo alcuni punti fondamentali affinché il vostro bambino possa crescere sereno, libero e felice.

  1. Sostenere i bambini. Ogni qualvolta un bambino si trova costretto a fare una determinata cosa, agisce non per suo desiderio ma sotto incarico e costrizione. Pertanto, risulta fondamentale stare accanto ai propri figli ed essere di supporto anche nei momenti più difficili, così da imparare loro a progredire e imparare;
  2. Comunicare. Dopo una giornata di scuola il bambino sente il bisogno di comunicare con i propri genitori per esporre le sensazioni che ha provato. Sebbene, la vita frenetica che ogni giorno conduciamo può indurre a dimenticarci delle cose essenziali, è bene “fissare un post-it” per ricordarsi di ascoltare i propri figli e spronarli a comunicare, per contribuire a sviluppare il loro vocabolario nonché la loro curiosità;
  3. Abbandona lo stress. Ridefinite le vostre priorità e una volta staccato da lavoro, dedicate il tempo a voi stessi e ai vostri piccoli: coinvolgeteli nella vita della casa. Fate la lista della spesa insieme, cucinate e mettete in ordine coinvolgendoli, in questo modo ridurrete lo stress e renderete i vostri figli partecipi;
  4. Una scatola dei ricordi per i vostri bambini. Regalare una scatola dei ricordi aiuterà il vostro bambino a renderlo più consapevole delle proprie origini e ad arricchire la propria identità;
  5. Insegnare a costruire relazioni. L’amicizia e soprattutto il saper instaurare il rapporto è qualcosa che servirà loro per tutta la loro vita, per questo motivo bisogna incoraggiarli a fare piccoli atti di gentilezza per sviluppare l’empatia.
  6. Non premiare né punire troppo. Al fine di far sviluppare la propria autostima bisognerà supportarlo nelle proprie decisioni, rispettando le sue iniziative. Ciò significa adottare un comportamento che sia una via di mezzo tra l’incoraggiamento e il dissuadere.
  7. Insegnare l’ottimismo. Bisogna aiutarli a vedere il lato positivo delle cose. Una visione ottimistica li aiuterà a vivere serenamente in tutti gli ambiti: dalla scuola al lavoro, dalle relazioni alla salute;
  8. Limitare i piaceri facili. La società odierna è la società dei consumi dove a prendere il predominio sono programmi tv, app per smartphone e tablet, videogiochi etc. Vi consigliamo di cercare in tutti i modi di escludere queste attività, in quanto sono vuote e portano alla dipendenza, a favore di quelle che sviluppano relazioni sociali come lo sport, un’uscita al parco e molto altro;
  9. Essere felici e sereni. Dare il buon esempio, in quanto il bambino impara per imitazione e assorbe tutto dall’ambiente esterno senza applicare filtri.

 

L'articolo 20 Marzo, Giornata Mondiale della Felicità proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/giornata-mondiale-della-felicita-20-marzo/feed/ 0
Carnevale, tanti trucchi originali da poter fare a i vostri bambini https://www.mammeup.it/carnevale-tanti-trucchi-originali-per-i-vostri-bambini/ https://www.mammeup.it/carnevale-tanti-trucchi-originali-per-i-vostri-bambini/#respond Fri, 19 Jan 2018 14:46:01 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34500 Ormai manca davvero  poco al Carnevale che quest’anno verrà festeggiato il prossimo 11 febbraio. La festa giocosa e allegra per antonomasia,  un momento di puro divertimento dove la sua peculiarità è il travestimento. Il Carnevale è una festa seguitissima: basti pensare a quello di Venezia che è il più famoso al mondo.  Sia parecchi adulti che bambini […]

L'articolo Carnevale, tanti trucchi originali da poter fare a i vostri bambini proviene da MammeUp.

]]>
Ormai manca davvero  poco al Carnevale che quest’anno verrà festeggiato il prossimo 11 febbraio. La festa giocosa e allegra per antonomasia,  un momento di puro divertimento dove la sua peculiarità è il travestimento.

Il Carnevale è una festa seguitissima: basti pensare a quello di Venezia che è il più famoso al mondo.  Sia parecchi adulti che bambini amano travestirsi scegliendo il loro personaggio preferito. Questi ultimi sentono molto il Carnevale e si preparano a questa festa di tutto punto. La cosa più importante è la scelta del costume da indossare. Una volta i più gettonati erano: il cagnolino, il diavoletto, pulcinella, pagliaccio, la damina, l’indiano oppure cowboy. Oggi, invece, tra i bambini vanno per la maggiore i travestimenti dei personaggi dei cartoni animati più amati.

Oltre al classico vestito di Carnevale si pensare anche ad un trucco da realizzare nel volto dei vostri bambini molto particolare e scenografico.

Se siete in cerca di idee per truccare i vostri bambini.  Ecco alcune  proposte originali e divertenti del web, passando da principesse e fatine a cantanti famosi e supereroi.

E’ importante sapere che quando realizzi il trucco, libera il viso dai capelli (da fermare con un elastico o una fascia) e ricorda di avvolgere intorno al collo un asciugamano per non sporcare il vestitino. Per levare il make up, prediligi uno struccante oleoso, adatto a rimuovere prodotti colorati senza irritare la pelle. Attenzione anche alla scelta del trucco: sceglilo sicuro e attenzione alla scadenza.

Ecco alcune idee  semplici da realizzare:

La coccinella:

Un trucco che si concentra sulla parte degli occhi. Come colori servono il rosso, il nero e il bianco. Stenterete il rosso dalla palpebra sino a sopra le sopracciglia. Con il colore nero seguite riprendete i bordi e poi con il bianco fate dei piccoli pallini. Infine mettete del mascara e un rossetto rosso.

Il Drago

Personaggio fantastico molto amato dai bambini sono è il drago e Carnevale è una buona occasione per sfoggiarlo.Basta munirsi del colore verde, del nero e del bianco. Il trucco si concentrerà sulla parte vicino agli occhi dove verranno fatte le ali del drago mentre sul naso il corpo del drago con il nero.

Uomo ragno

L’uomo ragno tipico personaggio dei fumetti. Munirsi del colore rosso bianco e nero. Realizzarlo è semplicissimo basta colorare tutta la faccia di rosso a parte gli occhi che saranno bianchi con la tela fatta dal ragno tutta nera.

Principessa fatata

Un mix tra una principessa e una fatina. Munirsi del colore rosa e bianco. La realizzazione è semplicissima creare una corona sulla fronte con il rosa e poi fare dei ghirigori con il bianco.

La Fatina

Argento e viola sono i colori che trasformano la tua bimba in un’adorabile fatina. La bacchetta magica puoi anche farla con la carta colorata.

La gattina

Questo è un trucco semplicissimo ma a tutto viso. Basta munirsi del colore bianco e nero. nella parte della bocca ricreare il muso del gattino, mentre gli occhi allungare il profilo dell’occhio con la matita nera e sulle palpebre stendere il colore bianco.

L'articolo Carnevale, tanti trucchi originali da poter fare a i vostri bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/carnevale-tanti-trucchi-originali-per-i-vostri-bambini/feed/ 0
15 motivi perché il bambino non dorme. Ecco cosa fare https://www.mammeup.it/15-motivi-perche-il-bambino-non-dorme-ecco-cosa-fare/ https://www.mammeup.it/15-motivi-perche-il-bambino-non-dorme-ecco-cosa-fare/#respond Wed, 17 Jan 2018 14:36:16 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34478 Cari genitori succede anche a voi che il bambino fa fatica ad addormentarsi o si sveglia spesso la notte? E’ una cosa molto comune nei bambini soprattutto quelli appena nati. Il  sito americano Webmd.com ha trovato quindici possibili motivi che non fanno dormire il vostro bambino. E’ molto piccolo Non è un mistero che sono […]

L'articolo 15 motivi perché il bambino non dorme. Ecco cosa fare proviene da MammeUp.

]]>
Cari genitori succede anche a voi che il bambino fa fatica ad addormentarsi o si sveglia spesso la notte? E’ una cosa molto comune nei bambini soprattutto quelli appena nati. Il  sito americano Webmd.com ha trovato quindici possibili motivi che non fanno dormire il vostro bambino.

  • E’ molto piccolo

Non è un mistero che sono davvero pochissimi i neonati che riescono a dormire tutta la notte. Nel neonato il sonno è ancora casuale: dormono diverse ore durante il giorno e poi passano la notte in bianco o riescono a dare massimo cinque sei ore di fila. Dai 9 mesi in poi invece iniziano a regolarizzarsi dormendo soprattutto di notte.

  •  Il bimbo non sa addormentarsi da solo

Se abituate vostro figlio ad essere cullato prima di dormire è difficile che impari ad addormentarsi da solo.  Così non appena si sveglia di notte e non trova a fianco a sé uno dei due genitori si metterà chiaramente  a piangere. E’ meglio che i genitori lascino la cameretta prima che si addormenti completamente. In questo modo imparerà  ad addormentarsi da solo, anche quando si sveglia nel mezzo della notte.

  • Il bimbo è troppo stanco

Quando un bambino è stanco fa maggiorefatica ad addormentarsi. Bisogna tener presente che i piccoli che vanno alla scuola primaria hanno bisogno di 11-14 ore di sonno, compreso il sonnellino. Se il piccolo dorme meno di quest’orario sarà in carenza di sonno.

  • Ansia da separazione

Se durante la notte vostro figlia si sveglia in cerca della mamma potrebbe soffrire di ansia da separazione: cioè la paura di essere abbandonato dalla mamma. Solitamente questo timore compare attorno all’ottavo mese. Il consiglio è di rimetterlo a nanna cercando di consolarlo, parlandogli a bassa voce e facendogli qualche massaggino alla schiena. Meglio non prenderlo in braccio, altrimenti sarà poi più difficile che si riaddormenti da solo.

  •  Creare una routine per la nanna

Molto utile potrebbe essere fare  le stesse cose ogni sera prima della nanna. Questo aiuta tantissimo il bambino a capire che è arrivata l’ora di dormire. Andare in bagno, leggere una fiaba, spegnere la luce, un ultimo saluto e poi nanna sono tutte cose di grande aiuto.

  •  Ritarda il momento di coricarsi

Parecchi bambini fanno di tutto per ritardare il momento della nanna. Bloccano la routine chiedendo l’ennesimo bicchier d’acqua, un’altra visita al bagno, un’altra storia… Non bisogna cedere a queste richieste è meglio essere fermi, pur in modo gentile: il bambino deve avere chiaro che è proprio arrivato il momento di dormire.

  • Non fa il sonnellino

Spesso se un bambino dorme troppo poco di pomeriggio fa fatica ad addormentarsi alla sera. La maggior parte dei bambini ha bisogno del sonnellino almeno fino ai 5 anni. L’importante è che i pisolini siano nel primo pomeriggio e lontani dall’ora di andare a nanna.

  •  Soffre di apnee notturne

Alcuni bambini non riescono a dormire a causa dell’apnea ostruttiva del sonno: le vie aeree sono bloccate, spesso da tonsille e tessuti nasali chiamati adenoidi. I bambini con apnea di solito russano forte e hanno il sonno agitato.

  •  Lo stress

Se è un bambino particolarmente agitato bisogna aiutarlo a rilassarsi con la respirazione profonda, un bagno caldo e infondergli sicurezza seguendo la solita routine prima della nanna. Bisogna anche cercare di insegnare al bambino a gestire lo stress durante il giorno, in modo che non si accumuli alla sera, pregiudicando il riposo notturno.

  • Il bambino fa brutti sogni

Anche i bambini a volte hanno degli incubi. Quello che bisogna fare è   calmare il piccolo e farlo riaddormentare nel suo lettino.

  • E’ sonnambulo

Alcuni bambini sono sonnambuli: cammino, parlano si siedono o fanno altro durante il sonno. In questo caso è meglio non svegliarli perché potrebbero spaventarsi. Il piccolo sonnambulo va riaccompagnato dolcemente a letto. Il sonnambulismo non è una malattia e non va curato, bisogna solo stare attenti che il piccolo non si faccia male.

  •  Allergie, asma, tosse e altro

Alcuni problemi di salute possono tenere i bambini svegli: il naso chiuso, il prurito dovuto alla dermatite atopica, la tosse, le coliche, il mal d’orecchi, la dentizione. In questi casi bisogna contattare il pediatra.

  •  Medicinali

Alcuni farmaci per raffreddore, allergie o altro possono dare disturbi del sonno. Se vi sembra che i problemi di sonno del vostro piccolo siano legati a qualche medicina che sta prendendo chiedete al pediatra se può cambiarla.

  • Non ha un oggetto consolatorio

Avere un particolare oggetto vicino può aiutare il bambino ad addormentarsi. Peluche, bambole, dudù sono tra i più comuni, così come il ciuccio per i più piccoli. Leggi l’importanza del pupazzo del cuore

  • Non dorme in un ambiente adatto

Il bambino deve avere uno spazio adatto al sonno. La cameretta deve essere al buio (al massimo una piccola lucina) e silenziosa; il piccolo deve indossare un pigiama leggero e confortevole. Inoltre è meglio che in camera non ci siano computer, videogiochi, televisione o cellulare. Tutti gli schermi vanno spenti almeno 1 ora prima di coricarsi.

L'articolo 15 motivi perché il bambino non dorme. Ecco cosa fare proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/15-motivi-perche-il-bambino-non-dorme-ecco-cosa-fare/feed/ 0
Come organizzare una festa di Carnevale in casa per i vostri bambini https://www.mammeup.it/organizzare-festa-carnevale-casa/ https://www.mammeup.it/organizzare-festa-carnevale-casa/#respond Wed, 17 Jan 2018 11:22:54 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34475 Manca davvero poco al Carnevale che quest’anno verrà festeggiato il prossimo 11 febbraio. Come tutti saprete è una festa giocosa e allegra. Un momento di puro divertimento dove la sua peculiarità è il travestimento.  Il Carnevale, infatti, è una festa seguitissima: basti pensare a quello di Venezia che è il più famoso al mondo.  Sia parecchi […]

L'articolo Come organizzare una festa di Carnevale in casa per i vostri bambini proviene da MammeUp.

]]>
Manca davvero poco al Carnevale che quest’anno verrà festeggiato il prossimo 11 febbraio. Come tutti saprete è una festa giocosa e allegra. Un momento di puro divertimento dove la sua peculiarità è il travestimento.  Il Carnevale, infatti, è una festa seguitissima: basti pensare a quello di Venezia che è il più famoso al mondo.  Sia parecchi adulti che bambini amano travestirsi scegliendo il loro personaggio preferito. Questi ultimi sentono molto il Carnevale e si preparano a questa festa di tutto punto. La cosa più importante è la scelta del costume da indossare. Una volta i più gettonati erano: il cagnolino, il diavoletto, pulcinella, pagliaccio, la damina, l’indiano oppure cowboy. Oggi, invece, tra i bambini vanno per la maggiore i travestimenti dei personaggi dei cartoni animati più amati. Ieri come oggi, però, una cosa è rimasta invariata i bambini non aspettano altro che mascherarsi e divertirsi tra loro alla classica festa pomeridiana di Carnevale. Se siete dei genitori e volete organizzare un piccolo party ai  bambini a casa vostra vi sveliamo alcuni trucchi e segreti per organizzarne uno in perfetta regola. 

Il tema della festa

La prima cosa da fare è capire se si vuole dare o meno un tema alla festa e se si quale scegliere. Avere un tema potrebbe essere un aiuto per i genitori nello scegliere un  travestimento per i propri figli. Ovviamente bisogna tentare di ascoltare i desideri dei piccoli, ma agevola nell’acquisto o nella realizzazione del costume. E’ importante scegliere un tema che vada bene sia per maschietti che femminucce. Quindi, non “La Sirenetta”, ma “In fondo al mare” oppure “cavalieri e principesse” e non “la festa delle principesse”. Un tema neutro è un modo per stimolare e far lavorare la fantasia dei piccoli.Dato che a Carnevale ogni scherzo vale, anche mamma ed il papà potrebbero travestirsi. I bambini, infatti, si divertono molto a vedere gli adulti iche si prestano al gioco. Non è necessario  un travestimento particolarmente elaborato, basta anche solo qualche piccolo accessorio per rendere la festa più simpatica.

Gestione del pomeriggio

Un’altra cosa importantissima e la  gestione del pomeriggio. Solitamente vengono coinvolti degli animatori che intrattengono i bambini  con giochi divertenti. Ma non sempre è necessario perché potrebbero anche essere gli stessi genitori a scandire il pomeriggio soprattutto se i bambini hanno 7-8 anni e quindi si sanno gestire da soli. Bisogna, però, avere in ogni caso delle linee guida e delle tempistiche bene in mente, perché il carnevale eccita i bambini moltissimo già di per sé, entrano molto nel personaggio che impersonano.Il momento del gioco libero è molto apprezzato dai bambini, ma non deve durare tutto il pomeriggio altrimenti si crea il caos. Si potrebbe suddividere il tempo così: gioco libero, merenda e laboratorio.Inizialmente si lasciano i bambini liberi di giocare e “sfogarsi” facendoli ballare e muovere. Dopo circa quaranta – sessanta minuti si può passare ad un momento calante, in cui fargli fare merenda intermezzando la festa e lasciando il tempo ai bambini che hanno bisogno di tempo di ambientarsi. Dopo di che  si può pensare ad uno spettacolino se c’è l’animatore oppure magari un laboratorio fai da te – come decorare la propria mascherina – per tenerli impegnati.Non c’è festa che si rispetti senza merenda. Il dilemma è capire se è meglio fare un buffet o uscire la merenda a tempo debito. Se c’è un animatore si potrebbe pensare alla prima opzione, tanto ci sarebbe lui a controllare i bambini. Se invece siete voi genitori a gestire il pomeriggio meglio uscire le prelibatezze a tempo debito.

Come decorare casa 

Un altro aspetto importante è capire come decorare la casa. Il Carnevale è per antonomasia la festa dei colori e anche la casa si deve adeguare. Addobbare la casa e la tavola per la festa è inoltre un ottimo modo per coinvolgere i piccoli nell’organizzazione della festa di Carnevale a casa. I bambini, infatti, sono emozionantissimi quando ospitano i loro amichetti.
Quello che non può mancare a Carnevale sono le trombette e i coriandoli, ma sono anche gli elementi più rischiosi per l’incolumità dei padroni di casa. Meglio far apparire le trombette alla fine della festa, perché altrimenti si genera il caos, con i bambini che continuano a suonare, facendo agitare anche gli altri bimbi.  I coriandoli sono divertentissimi, ma se sparsi per casa diventeranno un elemento di arredo che sbucherà fuori dagli angoli più nascosti. 

L'articolo Come organizzare una festa di Carnevale in casa per i vostri bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/organizzare-festa-carnevale-casa/feed/ 0
Cos’è la balbuzie: tutte le cause, la cura e gli esercizi https://www.mammeup.it/cose-la-balbuzie-tutte-le-cause-la-cura-e-gli-esercizi/ https://www.mammeup.it/cose-la-balbuzie-tutte-le-cause-la-cura-e-gli-esercizi/#respond Tue, 16 Jan 2018 14:54:43 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34460 La balbuzie è un disturbo del linguaggio che provo blocchi, esitazioni e ripetizioni mentre si parla. Questo si manifesta solitamente dai 3 ai 6 anni e i sintomi si possono acutizzare durante una situazione di stress.  Non è facile dire con sicurezza quali siano le cause della balbuzie. Molto dipende da una tensione emotiva e alla relazione con gli […]

L'articolo Cos’è la balbuzie: tutte le cause, la cura e gli esercizi proviene da MammeUp.

]]>
La balbuzie è un disturbo del linguaggio che provo blocchi, esitazioni e ripetizioni mentre si parla. Questo si manifesta solitamente dai 3 ai 6 anni e i sintomi si possono acutizzare durante una situazione di stress.  Non è facile dire con sicurezza quali siano le cause della balbuzie. Molto dipende da una tensione emotiva e alla relazione con gli altri o ad eventi traumatici. Ci sono diversi tipi di cura, ai quali si può fare ricorso, anche se non è detto che essi possano rivelarsi efficaci. Da non trascurare appositi esercizi.

Cause

Attorno alle cause della balbuzie rappresentano ancora un oggetto di indagine per la ricerca scientifica. Subentrano tantissimi fattori come elementi comportamentali, psicodinamici, organici e funzionali. Per la balbuzie evolutiva non si sa bene quali elementi prendere molto in considerazione. Al contrario è il caso in cui il disturbo può essere acquisito, perché si potrebbe trattare di neoplasie alla testa, ictus, lesioni e traumi gravi. A volte ci sono fenomeni di origine psicogena,  e le cause potrebbero essere legate ad un trauma dell’infanzia. Quello che entra in gioco sono l’ansia, lo stress e la tensione emotiva in generale. Quando un bambino manifesta questo tipo di disturbo, infatti,  è importante che i genitori non aggravino la situazione, portando il tutto a forme esagerate di esasperazione e di preoccupazione.

La cura

Per curare la balbuzie esistono diversi approcci terapeutici. Primo fra tutti è l’autoterapia che consiste nel prendere consapevolezza della disfunzione verbale e nell’accrescere il desiderio di guarire. Nella maggior parte dei casi è necessario l’aiuto di un logopedista, con l’aiuto di un esperto si potrebbero individuare i fattori psicologici che incidono, per poter provare a desensibilizzare ansie e paure. Il lavoro del logopedista potrebbe essere accompagnato anche da un consulto psicologico. Alcuni esercizi sono molto utili specie per la respirazione, la corretta articolazione delle labbra e della lingua e la fonazione. Ci sono anche delle apparecchiature elettroniche, che hanno l’obiettivo di migliorare la fluidità del linguaggio.

Gli esercizi

Esistono degli esercizi per le balbuzie che usano una tecnica corporea e una linguistica. La cosa importante è che il paziente impari a conoscere il suo corpo e come l’ansia influisca su questo. La cosa importante è esercitarsi ad ritrovare il ritmo perso dal linguaggio.

  • Un primo esercizio si può eseguire stando distesi supini e chiudendo gli occhi, per rilassarsi, basta inspirare con il naso e poi buttare fuori l’aria con la bocca, puntando l’attenzione sulla zona del diaframma. Quando ci si accorge che questa parte del corpo è rilassata, si incomincia a parlare, per poi tornare a rilassarsi, nel momento in cui ci si inceppa.
  • Un altro esercizio consiste nello stare in posizione distesa con gli occhi chiusi e respirando profondamente. Ci si deve immaginare se stessi alle prese con una prova da superare, una situazione che potenzialmente potrebbe creare dell’ansia. Ci si rilassa e poi si incomincia a parlare. Altre tecniche consistono nell’ascoltare un brano musicale e leggere seguendo il ritmo della musica oppure nel registrare la propria voce e riascoltarla, disegnando su un foglio ed esprimendo le emozioni che l’ascolto provoca.

L'articolo Cos’è la balbuzie: tutte le cause, la cura e gli esercizi proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/cose-la-balbuzie-tutte-le-cause-la-cura-e-gli-esercizi/feed/ 0
Influenza 2018 nei bimbi: tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/influenza-2018-nei-bimbi-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/influenza-2018-nei-bimbi-quello-ce-sapere/#respond Thu, 11 Jan 2018 15:38:20 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34383 L’influenza 2018 sta mettendo ko moltissimi italiani e a preoccupare di più sono le categorie più deboli, come bimbi e anziani. Il vero e proprio picco ancora non c’è stato, ma in tanti sono già a letto per colpa del virus. Questo tipo di malessere viene spesso sottovalutato, ma non bisogna mai abbassare i livelli […]

L'articolo Influenza 2018 nei bimbi: tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
L’influenza 2018 sta mettendo ko moltissimi italiani e a preoccupare di più sono le categorie più deboli, come bimbi e anziani. Il vero e proprio picco ancora non c’è stato, ma in tanti sono già a letto per colpa del virus. Questo tipo di malessere viene spesso sottovalutato, ma non bisogna mai abbassare i livelli di allerta: soprattutto nel caso dell’influenza 2018 nei bimbi, sapere cosa fare è fondamentale per intervenire in modo tempestivo. I presidi medici sono sotto assedio, in particolare quelli pediatrici e i casi di piccoli pazienti sono numerosi.

Ovviamente, questo non deve scatenare una psicosi: il primo consiglio dei medici, infatti, è di non vedere nei sintomi dei bimbi situazioni di gravità che invece non sono tali. Questo significa che essere informati è giusto e che non essere precipitosi è un obbligo. I genitori devono essere informati in merito alle conseguenze delle febbre nei bimbi, in modo da essere più tranquilli nell’affrontare la fase acuta influenzale, evitando corse al pronto soccorso che potrebbero non essere necessarie.

Febbre nei bambini, che fare?

La prima cosa da sapere è che la febbre nei bambini, di norma, non provoca danni, a meno che non si superino i 43°. Il trend attuale, peraltro, è di dare meno farmaci antipiretici, perché proprio la febbre è il più importante antinfettivo. Questa, anche se elevata, non indica una gravità maggiore, ma la naturale e valida capacità del bimbo di rispondere alle infezioni.

Erroneamente, molti ritengono di dover subito ricorrere all’antibiotico: questo è un errore, perché non è un antipiretico, quindi non agevola un abbassamento della temperatura corporea a breve distanza dalla sua somministrazione. In ogni caso, se anche l’antipiretico (cioè paracetamolo o ibuprofene, per intenderci) non abbassa la febbre, di norma questo non significa che è presente una particolare situazione di allarme.

Un consiglio utile per i genitori riguarda poi il fatto di superare la paura di far uscire il bimbo con la febbre da casa, per recarsi dal pediatra o allo stesso pronto soccorso, qualora fosse necessario: questo, infatti, non espone i piccoli al rischio di polmonite o altre complicanze.

Qualora il bimbo con la febbre ha meno di un mese di vita, va portato prima possibile al pronto soccorso, mentre tra un mese e un anno, se è in buone condizioni generali, è sufficiente programmare una visita dal pediatra, possibilmente in giornata. Se è più grande, va tenuto in osservazione. In molti casi, è sufficiente il riposo e la febbre dovrebbe abbassarsi in 3 o 4 giorni. Il piccolo, poi, può tornare a scuola o all’asilo quando rimane senza febbre per oltre le 24 ore.

I farmaci per l’influenza bambini

La febbre è un meccanismo di difesa naturale dell’organismo contro gli agenti patogeni, che a temperature elevate fanno più fatica a funzionare e a moltiplicarsi: per questo motivo, non va abbassata a tutti i costi, ma solo quando provoca un disagio elevato. Quando il farmaco è necessario, si può scegliere tra paracetamolo o ibuprofene (MAI darli insieme). Nei bimbi a rischio convulsioni, gli antipiretici non le evitano: la febbre si abbassa, ma la possibilità di convulsioni resta. Non bisogna somministrare ai bambini acido acetilsalicilico e cortisonici. Tendenzialmente, meglio dare i farmaci per bocca, ma in caso di vomito è meglio la via rettale.

In ogni caso, è sempre meglio non aspettare e sentire subito il pediatra.  Se il bimbo è particolarmente sofferente, è lamentoso e non riesce ad alzarsi dal letto, se rifiuta il cibo o presenta altri sintomi come tosse continua o insistente, vomito o diarrea, è giusto consultare un medico. Il pediatra va consultato anche se, in assenza di sintomi particolari, la febbre non passa dopo 3 o 4 giorni, perché potrebbero essere coinvolte infezioni più rare o persistenti o malattie infiammatorie o autoimmuni.

Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: il bimbo con la febbre può tranquillamente recarsi dal dottore: le sue condizioni non si aggravano per questo, ma nello studio il medico ha sottomano eventuali strumenti per una prima diagnosi (tampone faringeo, esame urine, micro prelievo di sangue). Solo se la febbre supera i 39° C, non risponde ai farmaci e le condizioni generali sono tali da non consentire lo spostamento (per esempio per vomito o diarrea molto frequenti) può essere utile la visita domiciliare.

L'articolo Influenza 2018 nei bimbi: tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/influenza-2018-nei-bimbi-quello-ce-sapere/feed/ 0
Vacanze di Pasqua 2018: date, festività, ponti https://www.mammeup.it/vacanze-pasqua-2018-date-festivita-ponti/ https://www.mammeup.it/vacanze-pasqua-2018-date-festivita-ponti/#respond Wed, 10 Jan 2018 16:51:34 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34361 Le vacanze di Natale sono appena terminate ma, ammettiamolo: stiamo già tutti pensando al prossimo appuntamento con una piccola pausa dalle attività lavorative e scolastiche. Dopo gli appuntamenti del Carnevale, sarà la volta delle vacanze di Pasqua 2018: un altro momento da condividere con le persone care, durante il quale ritrovarsi insieme e rilassarsi. Diversamente […]

L'articolo Vacanze di Pasqua 2018: date, festività, ponti proviene da MammeUp.

]]>
Le vacanze di Natale sono appena terminate ma, ammettiamolo: stiamo già tutti pensando al prossimo appuntamento con una piccola pausa dalle attività lavorative e scolastiche. Dopo gli appuntamenti del Carnevale, sarà la volta delle vacanze di Pasqua 2018: un altro momento da condividere con le persone care, durante il quale ritrovarsi insieme e rilassarsi. Diversamente dallo scorso anni, quando le vacanze pasquali caddero a metà aprile, quindi molto vicine al 25 aprile – altro giorno di vacanza – quest’anno la ricorrenza religiosa ricade domenica 1 aprile, quindi il lunedì dell’Angelo (cioè Pasquetta) sarà il 2 aprile.

Partendo da queste date, è possibile già organizzarsi per le vacanze pasquali 2018: in Italia, infatti, tutti gli istituti scolastici rimarranno chiusi dal 29 marzo al 3 aprile. Fa eccezione soltanto la provincia di Trento: qui, infatti, gli studenti riapriranno i libri con un giorno di anticipo e rientreranno giorno 3 aprile, cioè subito dopo Pasquetta. Il 25 aprile, giorno della Liberazione, cade di mercoledì: questo significa che, in linea di massima, ci si dovrà “accontentare” di un solo giorno di festa, che tuttavia cade proprio nel mezzo della settimana! Poco dopo, comunque, ci sarà anche il primo maggio, altro giorno di vacanza, che verrà di martedì .

A tal proposito, ecco la situazione dei ponti prospettata dal MIUR, cioè dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca:

  • ABRUZZO: 30 aprile
  • BASILICATA: 30 aprile
  • CALABRIA: 30 aprile
  • CAMPANIA: 30 aprile
  • FRIULI VENEZIA GIULIA: 30 aprile
  • LIGURIA: 30 aprile
  • MOLISE: 30 aprile
  • PIEMONTE: 30 aprile
  • PUGLIA: 30 aprile
  • SARDEGNA: 28 aprile
  • UMBRIA: 30 aprile
  • VALLE D’AOSTA: 30 aprile
  • VENETO: 30 aprile
  • PROV.TRENTO: 30 aprile

Vacanze pasquali 2018: dove andare?

Le vacanze di Pasqua, a differenza di quelle di Natale, offrono meno tempo e una minore possibilità di programmare lunghe trasferte. Chiunque decida di allontanarsi per qualche giorno, dunque, preferisce optare per mete vicine e spostamenti brevi. In Italia, rimangono gettonatissime le grandi città d’arte, così come agriturismi e altre soluzioni immerse nel verde. Trovandosi già ad aprile, molte regioni del Bel Paese offrono temperature miti e un clima soleggiato. Un suggerimento su tutti? La Sicilia, che propone soluzioni non solo per gli amanti del mare, ma anche per quanti voglio dedicarsi alla scoperta di campagne dai colori straordinari e montagne (e, no, non abbiamo dimenticato l’aspetto enogastronomico: semplicemente lo davamo per scontato!).

A proposito di vacanze e partenze, vi interesserà sapere che, secondo un’indagine condotta da booking.com, per il 25% dei 19mila viaggiatori del sito, provenienti da 26 Paesi (Italia compresa), il 2018 è l’anno dei viaggi da fare almeno una volta nella vita. Tra le destinazioni al top c’è la remota isola di Sant’Elena, dove è stato esiliato Napoleone nel 1815, ma piace molto anche la Patagonia cilena, ideale per riconnettersi con la natura attraverso paesaggi selvaggi. I trend setter, invece, sono tutti concordi nell’affermare che la meta dell’anno è il Portogallo: in tanti hanno prenotato a Comporta un villaggio modaiolo sulla costa Vicentina. A Lisbona, invece, i localini che si trovano nel quartiere Intendente mettono tutti d’accordo: dagli hipster a quanti sono alla ricerca di cultura, chiunque trova pane per i suoi denti.

Tra le destinazioni emergenti del 2018, invece, ci sono lo Sri Lanka, che offre strutture extra lusso a un prezzo accessibile, cucina raffinata e archeologia, il Costa Rica e la Colombia. Chi, invece, non vuole andare troppo lontano, può accodarsi agli estimatori della Georgia: grazie ai voli low cost di Wizz Air, in poche ore di volo si può raggiungere Tbilisi. Anche l’Albania ha fatto boom di visitatori, con moltissimi turisti italiani: l’accoglienza, con qualche eccezione, è semplice e basica, mentre la natura è davvero sorprendente. Chiunque abbia passato una notte nel parco di Theth, ha trascorso un’esperienza all’insegna di lusso, tranquillità e natura.

L'articolo Vacanze di Pasqua 2018: date, festività, ponti proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/vacanze-pasqua-2018-date-festivita-ponti/feed/ 0
Nomi per bimbi: ecco quali sono vietati nei vari Paesi https://www.mammeup.it/nomi-bimbi-quali-vietati-nei-vari-paesi/ https://www.mammeup.it/nomi-bimbi-quali-vietati-nei-vari-paesi/#respond Wed, 10 Jan 2018 16:01:12 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34355 Quando arriva un bebè, il momento della scelta del nome è molto importante. Se, un tempo, era prassi consolidata dare il nome dei nonni o comunque un nome importante a livello familiare, nel corso degli anni si è persa l’abitudine e sempre di più le mamme e i papà hanno deciso di dare ai figli […]

L'articolo Nomi per bimbi: ecco quali sono vietati nei vari Paesi proviene da MammeUp.

]]>
Quando arriva un bebè, il momento della scelta del nome è molto importante. Se, un tempo, era prassi consolidata dare il nome dei nonni o comunque un nome importante a livello familiare, nel corso degli anni si è persa l’abitudine e sempre di più le mamme e i papà hanno deciso di dare ai figli nomi scelti in autonomia. D’altronde, con il passare delle decadi, alcuni nomi sono stati utilizzati sempre di meno e sono stati rimpiazzati da alcune nuove entrate.

L’elenco dei nomi per bimbi è molto vasto e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Quello che non tutti sanno, però, è che in molti Paesi esistono limiti molto precisi sulla scelta del nome: molti Stati, infatti, sentono la responsabilità di mettere dei paletti e intervenire qualora ci siano dei genitori un po’ troppo creativi, evitando al bimbo di essere ridicolizzato. Alcuni governi, inoltre, tengono molto a preservare la tradizione linguistica e culturale del luogo e da qui deriva l’applicazione di alcune regole precise.

Sarà capitato anche a voi di sentire nomi per bimbi davvero troppo inusuali, magari scritti anche male perché presi in prestito da lingue straniere: ecco, per evitare che si verifichino eventi di questo tipo, c’è chi ha deciso di intervenire a priori, facendo un controllo prima che si possa creare una situazione controversa. Vediamo dunque insieme i nomi proibiti all’anagrafe in tutto il mondo.

Nomi proibiti all’anagrafe

  • Francia: in Francia un nome può essere bocciato qualora condannasse il bimbo a essere deriso. Ogni qualvolta un nome viene registrato all’Ufficio Anagrafe, gli impiegati hanno il dovere di avvertire la Corte locale se ritengono che la scelta possa danneggiare il bambino. Alcuni dei nomi vietati sono ad esempio Nutella, Fragola, Demone, Principe William, Mini Cooper.
  • Germania: qui le regole sono davvero molto rigide in materia. Non vengono accettati nomi dal genere neutro, cognomi come nomi propri, nomi di oggetti o prodotti e nessun nome che possa essere fonte di umiliazione o possa in qualche modo nuocere al bambino. Qualche esempio? Non si possono chiamare i bimbi Marri, Osama Bin Laden, Adolf Hitler, Kohl o Stompie.
  • Svizzera: anche qui esistono molte restrizioni e ogni nome deve anche essere approvato dal segretario civile. Vige in generale la regola di non scegliere nomi che possano danneggiare il bambino o offendano terzi, ma ci sono anche altre limitazioni. Non si può dare a un maschio un nome da femmina e viceversa, sono vietati nomi di figure bibliche negative, quelli di brand e luoghi, cognomi al posto dei nomi. Niente Giuda, Chanel, Parigi, Schimd o Mercedes, ad esempio.
  • Islanda: esiste qui un’apposita commissione adibita all’approvazione dei nomi propri, che devono comunque rispettare la tradizione del Paese, la pratica linguistica e di pronuncia. Se, ad esempio, un nome contiene lettere non presenti nell’alfabeto islandese, questo viene respinto. Non possono essere approvati nomi come Zoe, Harriet, Enrico e Ludwig, giusto per citarne alcuni.
  • Danimarca: qui si accettano solo nomi precedentemente approvati, contenuti in una lista di circa 7mila, altrimenti bisogna passare dal Dipartimento di Investigazione dei Nomi dell’Università di Copenaghen e del Ministero degli Affari Ecclesiastici.
  • Norvegia: le regole fondamentali sono due. Anzitutto, il nome non può essere scelto se costituisce un problema per il futuro del bambino e, in secondo luogo, non si può mettere come primo nome un cognome o un secondo nome.
  • Svezia: vietati i nomi che potrebbero offendere altre persone o portare disagi per chi li porta, senza considerare quelli visibilmente inadeguati. Bisogna chiedere l’approvazione almeno tre mesi prima. Alcuni nomi non accettati sono Metallica, Superman, Ikea, Elvis.
  • Malesia: non si possono dare nomi di cibo, animali, numeri o insulti.
  • Messico: qui una legge ha definitivamente eliminato 61 nomi propri, perché considerati dispregiativi, ridicoli o privi di significato. Tra questi ci sono anche Facebook, Rambo, Batman.
  • Nuova Zelanda: i genitori non possono dare nomi che possano offendere qualcuno, che siano più lunghi di cento caratteri e che richiamino titoli o ranghi ufficiali. Tra questi ci sono Talula Does The Hula From Hawaii, Lucifero, Sex Fruit, Ragazzo Grasso, Cinderella Beauty Blossom.
  • Portogallo: i nomi devono essere parte della tradizione portoghese, avere un senso specifico ed essere completi (quindi niente abbreviazioni o soprannomi). Esiste una lista di 82 pagine con i nomi approvati e quelli proibiti: tra questi ultimi rientrano anche Rihanna, Jimmy, Vichingo, Sayonara.
  • Arabia Saudita: sono stati proibiti nomi eccessivamente stranieri o blasfemi. Tra i nomi vietati ci sono: Binyameen, Mailka (Regina), Malak (Angelo), Linda, Maya.

L'articolo Nomi per bimbi: ecco quali sono vietati nei vari Paesi proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/nomi-bimbi-quali-vietati-nei-vari-paesi/feed/ 0
Lavoretti di carnevale, idee per bambini https://www.mammeup.it/lavoretti-carnevale-idee-bambini/ https://www.mammeup.it/lavoretti-carnevale-idee-bambini/#respond Mon, 08 Jan 2018 15:50:06 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34275 Terminate le feste di Natale, i bimbi aspettano con impazienza un altro importante appuntamento di festa: il Carnevale. Questa ricorrenza offre loro l’occasione per divertirsi, mascherarsi e passare molte ore spensierate. Per animare i pomeriggi invernali, spesso grigi e noiosi, durante i quali non è sempre possibile uscire all’aria aperta, potreste dedicarvi ad alcuni lavoretti […]

L'articolo Lavoretti di carnevale, idee per bambini proviene da MammeUp.

]]>
Terminate le feste di Natale, i bimbi aspettano con impazienza un altro importante appuntamento di festa: il Carnevale. Questa ricorrenza offre loro l’occasione per divertirsi, mascherarsi e passare molte ore spensierate. Per animare i pomeriggi invernali, spesso grigi e noiosi, durante i quali non è sempre possibile uscire all’aria aperta, potreste dedicarvi ad alcuni lavoretti di Carnevale per bambini. Non servono grandi capacità o particolare manualità per realizzare questi lavoretti di Carnevale, ma sicuramente vi servono tanta buona volontà e una grande dote di pazienza.

Abbiamo deciso oggi di mostrarvi alcuni lavoretti di Carnevale per bambini scuola primaria: le attività fai da te sono molto indicate per i bambini piccoli, perché permettono loro anzitutto di sviluppare la manualità e, in più, stimolano la loro fantasia. Partendo dai nostri suggerimenti, infatti, potete anche realizzare delle nuove idee dei bimbi: per loro non ci sarà nulla di più bello di vedere le loro creazioni prendere vita.

I materiali più usati per i lavoretti di Carnevale scuola primaria sono cartapesta, cartoncini colorati, carta, feltro, stoffa, magari anche mollette per il bucato. Assicuratevi di avere in casa colla, forbici con la punta rotonda, colori, tempere e altri materiali che possono abbellire i lavoretti. Se i vostri bimbi sono soliti trascorrere i pomeriggio con i compagnetti di scuola, potreste anche organizzare delle merende da dedicare alla creatività: ognuna delle famiglie, a giro, può ospitare gli altri bimbi, lavorando progressivamente ai lavoretti.

Coriandoli di Carnevale fai da te

Il primo suggerimento che vi diamo è molto semplice. Realizzare i coriandoli fai da te è semplice e velocissimo e ha il doppio pregio di aiutarvi a smaltire vecchie riviste e giornali e farvi risparmiare. Perché, infatti, comprare coriandoli Carnevale, quando potete farli fare ai vostri bimbi? Oltre alla carta, tutto quello che serve sono forbici con la punta arrotondata o una perforatrice. Ricordate sempre di supervisionare i bimbi: pur essendo oggetti non particolarmente pericolosi, ci vuole sempre un occhio vigile!

Maschera di Carnevale

Non possono naturalmente mancare le maschere di Carnevale fai da te. Per farle, vi basta avere a disposizione tanti cartoncini colorati, feltro, stoffe, nastrini, forbici, colla (vinilica o a caldo) e tutto ciò che pensiate possa decorare la vostra creazione. Una maschera di Carnevale molto gettonata, ad esempio, è quella di Arlecchino, ma negli ultimi tempi sono diventate richiestissime anche quelle da lupo e da vampiro.

Se preferite soggetti più classici, potete optare per farfalla, volpe, orsetto o pirata. Fate disegnare ai bimbi la loro maschera, prendendo le misure del loro volto, quindi aiutateli a ritagliarla, facendo due piccoli fori ai lati per fare passare un elastico. Se preferite un’opzione più veloce, potete cercare online delle maschere di carnevale da colorare, in modo da superare lo step del disegno.

Disegni di Carnevale

Online si trovano davvero moltissimi disegni Carnevale già pronti, che potete colorare insieme ai vostri bimbi. Oltre a darsi da fare per la realizzazione di costumi e maschere, quindi, i più piccoli possono anche cimentarsi nell’abbellimento di disegni già pronti, che dovranno riempire di colori a loro scelta. Un’attività sicuramente spensierata e divertente, da condividere anche con i più grandi: la famiglia, infatti, può “sfidarsi” al disegno più bello. Tra i soggetti più amati dai bambini c’è sicuramente Arlecchino: cliccando qui trovate un Arlecchino da colorare che danza in dolce compagnia, che potete stampare e regalare ai più piccoli.

L'articolo Lavoretti di carnevale, idee per bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/lavoretti-carnevale-idee-bambini/feed/ 0
Giornata della memoria, come spiegarlo ai bambini https://www.mammeup.it/giornata-della-memoria-come-spiegarlo-ai-bambini/ https://www.mammeup.it/giornata-della-memoria-come-spiegarlo-ai-bambini/#respond Mon, 08 Jan 2018 09:28:42 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34238 Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. Questa ricorrenza viene celebrata ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, […]

L'articolo Giornata della memoria, come spiegarlo ai bambini proviene da MammeUp.

]]>
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.

Questa ricorrenza viene celebrata ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

La giornata della memoria è fondamentale  per non dimenticare tutte le vittime della shoah ed è importante che anche i bambini la conoscano e sappiano di cosa si sta parlando.

Ecco perchè è necessario ricordare, tramandare e raccontare loro della  Shoah. Vediamo come si può fare. Con i bambini piccoli non è facile parlare di un argomento così delicato e di una tragedia fatta di morte, barbarie e persecuzioni che ha coinvolto tutto il mondo.

Ricordiamone gli eventi più salienti: nel 1945 il 27 Gennaio  l’esercito sovietico varcava i cancelli di Auschwitz, il più grande dei campi di concentramento costruiti dai nazisti nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Aprendo gli occhi a un mondo che non aveva visto, costringendo alla realtà dei fatti tutti coloro che sapevano e avevano taciuto, portando i responsabili materiali del più grande omicidio di massa di sempre dinnanzi al tribunale degli uomini e della Storia.

Spalancando gli occhi del mondo sulla più grande tragedia dei nostri tempi. Una tragedia che ha portato il mondo a dire “Mai più”. Un mondo che è ancora oggi è costretto a invocare il proprio “Mai più” come una speranza.

La Germania nazista ha ucciso più  di 6 milioni di ebrei nei lager e con gli omicidi di massa perpetrati dai tedeschi e da alleati e collaborazionisti.  300.000 zingari di etnia Rom e Sinti morti nei campi di concentramento (anche se numerose altre stime riportano cifre che potrebbero raggiungere le 800.000 vittime. 300.000 esseri umani affetti da qualche tipo di disabilità mentale o fisica “eliminati” in nome dell’eugenetica e dell’improduttività. 100.000 oppositori politici del regime nazista uccisi (in maggioranza comunisti e liberali massoni. 25.000 omosessuali e 5.000 testimoni di Geova.


Il regime di Hitler, ha completamente annientato intere popolazioni, rendendo spesso impossibile ricostruire la morte di interi villaggi e comunità.
Numeri che, andando avanti le ricerche storiche, sembrano essere addirittura inferiori a quelli reali.

Ecco perchè è fondamentale ricordare questo sterminio e tutte le vittime  del Terzo Reich, ovvero del nazismo.
La Shoah è però unica. E’ diversa da ogni altro genocidio o strage abbia avuto luogo nella Storia.  .

Il nazismo, con l’Olocausto, ha riassunto in se tutte le tipologie di odio nei confronti dell’”altro”, e per questo quella organizzata dal regime di Hitler può essere considerata la “soluzione finale” contro la diversità. Il “GIORNO DELLA MEMORIA” che viene celebrato ogni 27 gennaio, nella nazione e nelle scuole, serve proprio a non dimenticare le sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone, in qualsiasi parte del mondo.

Giornata della memoria, scuola primaria

Nella scuola primaria questo evento così importante nella storia dell’umanità viene ricordato, oltre che ripercorrendo i fatti più salienti della storia, attraverso la lettura di alcune tra le più importanti paesi scritte da grandi poeti che hanno trattato l’argomento. Leggere Anna frank e primo Levi, far vedere film come “La vita è bella”, “Il bambino con il pigiama a righe” o “Shindler’s list” è un ottimo modo per far comprendere ai bambini quello che è successo.

Ecco alcune poesie lette a scuola:

Brani e poesie per ricordare 

“Difficile da riconoscere, ma era qui.
Qui bruciavano la gente.
Molta gente è stata bruciata qui.
Si, questo è il luogo.

Nessuno ripartiva mai di qui.

I camion a gas arrivavano là…
C’erano due immensi forni…
e dopo, gettavano i corpi in quei forni,
e le fiamme salivano fino al cielo.

Fino al cielo?

Si.
Era terribile.
Questo non si può raccontare.
Nessuno può
immaginare quello che è successo qui.
Impossibile. E nessuno può capirlo.
e anche io, oggi…

Non posso credere di essere qui.
No, questo non posso crederlo.
Qui era sempre così tranquillo. Sempre.
Quando bruciavano ogni giorno 2000 persone, ebrei,
era altrettanto tranquillo.
Nessuno gridava. Ognuno faceva il proprio lavoro.
Era silenzioso. Calmo.
Come ora.”

tratto da ‘SHOAH’ di CLAUDE LANZMANN

“Da allora, senza segni premonitori,
Questa lenta agonia di continuo ritorna:
E fino al momento in cui
Non si racconta la mia terribile storia
Il cuore imprigionato dentro di me brucia”

JUDENREIN di SANDRA BIANCO

“Erano cento
Erano cento uomini in arme.
Quando il sole sorse nel cielo,
Tutti fecero un passo avanti.
Ore passarono, senza suono:
Le loro palpebre non battevano.
Quando suonarono le campane,
Tutti mossero un passo avanti.
Così passò il giorno e fu sera,
Ma quando fiorì in cielo la prima stella,
Tutti insieme fecero un passo avanti.
“Indietro, via di qui, fantasmi immondi:
Ritornate alla vostra vecchia notte”:
Ma nessuno rispose, e invece.
tutti in cerchio, fecero un passo avanti.”

PRIMO LEVI incipit di “Vizio di forma”

L'articolo Giornata della memoria, come spiegarlo ai bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/giornata-della-memoria-come-spiegarlo-ai-bambini/feed/ 0
Costumi di carnevale per bambini: le idee più belle https://www.mammeup.it/costumi-carnevale-bambini-idee/ https://www.mammeup.it/costumi-carnevale-bambini-idee/#respond Fri, 05 Jan 2018 17:42:27 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34235 Se volete sapere tutto, ma proprio tutto sul Carnevale di quest’anno, abbiamo già ciò che fa per voi. Adesso, però, vogliamo aggiungere qualche succosa postilla in più: in materia di vestiti di Carnevale, costumi di Carnevale, e per essere super-precisi anche costumi di Carnevale per bambini, c’è molto, molto da dire. Un’antologia infinita, potremmo scrivere. […]

L'articolo Costumi di carnevale per bambini: le idee più belle proviene da MammeUp.

]]>
Se volete sapere tutto, ma proprio tutto sul Carnevale di quest’anno, abbiamo già ciò che fa per voi. Adesso, però, vogliamo aggiungere qualche succosa postilla in più: in materia di vestiti di Carnevale, costumi di Carnevale, e per essere super-precisi anche costumi di Carnevale per bambini, c’è molto, molto da dire. Un’antologia infinita, potremmo scrivere. Perché le idee si affastellano e non fanno mai la muffa, perché i più piccoli già di per sé hanno da offrire un grande bagaglio di originalità e poi, alzi la mano la mamma o il papà che non rientra nella categoria, il “lavoro” dei genitori è quello di trovare il plus unico, innovativo e indimenticabile. Ah, già che ci siete non dimenticate le preziosissime poesie a tema. Siete tutti pronti? Partiamo!

Costumi di Carnevale per neonati

Quando si parla di costumi di Carnevale per neonati, non è vero che il bambino non partecipa alla gioia della trasformazione, se così si può dire. Sì, d’accordo, il piccolo non potrà esprimersi verbalmente, ma i suoi sorrisi e la luce dei suoi occhi riveleranno molto di più di mille parole. Per i più piccini, avete già pensato all’idea di travestirli da frutta e verdura? Che tenerezza vedere un neonato, di un paio di mesi al massimo, intabarrato all’interno di un kiwi, di una fragolina, di una graziosissima banana, di una mela, di una pera e via dicendo. E come non sottolineare la genialità del costume a mo’ di Arbre Magique: proprio come l’alberello profumato per la macchina, è un costume senza dubbio adorabile. Va bene fino ai 9 mesi. Continuando su questa dolcissima linea, è perfetto per i bimbi peperini un bel costumino da peperoncino. La vestibilità è perfetta, in più la chiusura a strappo sulla schiena e sul fondo rende il lavoro un gioco da ragazzi.

Costumi di Carnevale per bambini

Ok, abbiamo appena finito di vestire il nostro amato pargoletto. Adesso è la volta dei più grandicelli. Quando ci si avvicina alla forbice tra i 20 mesi e i 2 anni, per poi progredire, il filo rosso comune è presto detto: i mitici, unici, inimitabili personaggi Disney! La scelta è praticamente infinita, con una letteratura da super-sorriso. Elsa e Olaf di Frozen, La Bella Addormentata nel Bosco, Arlo e Darth Vader sono solo i primi nomi per cominciare. Adesso vogliamo divertirci e spariamo un po’ di suggerimenti a raffica: Dory di “Alla ricerca di Dory”, Belle, Raperonzolo, Trilli e Peter Pan, la mitica Sirenetta Ariel, Woody di Toy Story. In questo caso non ci sarà nemmeno bisogno di spiegare al bambino il senso del travestimento; semmai lo spiegherà lui a voi. Stesso discorso vale per i personaggi ripresi a piene mani dalla letteratura e da film non necessariamente Disney. Qualche nome? Heidi, Robin Hood, Pippi Calzelunghe, Sandokan, Alessandro Magno, Cleopatra, Lancillotto, Odino, Don Giovanni, Jago.

Costumi di Carnevale fai da te

L’ultimo, copioso capitolo non si può non riservare al “fai da te”, ineffabile fucina di fantasia, originalità, impegno e grande soddisfazione. Certo, perché quando il lavoro rende felice il nostro bambino, ci sono poche altre cose al mondo che regalano la stessa gioia. Un costume da streghetta, ad esempio, è facilmente realizzabile. Online, peraltro, ci sono diversi video che forniscono input e aiutano passo passo. Stessa cosa per il costume da Fantasma: servono pochi materiali e giusto un filino di pazienza. Non ve ne pentirete. Il costume da Fatina, poi, è un grande classico e non bisogna mica conseguire una laurea in ingegneria per realizzarlo! E se vi dicessimo costume da torta o perfino da sushi? Qui dovete fare soltanto una cosa: dare la stura ai vostri pensieri e sbizzarrirvi. State sicuri che i vostri bambini saranno ammirati da tutti. E a loro piacerà eccome vantarsi con i compagnetti di scuola…

L'articolo Costumi di carnevale per bambini: le idee più belle proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/costumi-carnevale-bambini-idee/feed/ 0
Carnevale: le date e gli appuntamenti imperdibili https://www.mammeup.it/carnevale-le-date-gli-appuntamenti-imperdibili/ https://www.mammeup.it/carnevale-le-date-gli-appuntamenti-imperdibili/#respond Fri, 05 Jan 2018 16:18:36 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34232 Terminate le feste di Natale, è il momento di un altro appuntamento molto atteso dai più piccini: il Carnevale. Si tratta di una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica, con festeggiamenti che spesso includono parate ed altri eventi divertenti e colorati. A caratterizzare questa ricorrenza sono le maschere di Carnevale, travestimenti che […]

L'articolo Carnevale: le date e gli appuntamenti imperdibili proviene da MammeUp.

]]>
Terminate le feste di Natale, è il momento di un altro appuntamento molto atteso dai più piccini: il Carnevale. Si tratta di una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica, con festeggiamenti che spesso includono parate ed altri eventi divertenti e colorati. A caratterizzare questa ricorrenza sono le maschere di Carnevale, travestimenti che permettono a tutti di trasformarsi, almeno per un giorno, nel loro personaggio preferito e di dare tanto sfogo alla creatività. La parola “Carnevale” deriva dai termini  latini carnem levare, cioè “eliminare la carne”, utilizzato per indicare quel banchetto che si teneva nel giorno del martedì grasso, subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.

Nelle giornate di festa gli appassionati sfoggiano vestiti di Carnevale curati nei minimi dettagli e non mancano dolci e prelibatezze tipiche, come le frittelle di Carnevale: queste sono delle palline fritte morbide e croccanti, rivestite di zucchero, di semplice preparazione. I festeggiamenti principali ricorrono nelle giornate del giovedì grasso e del martedì grasso, cioè l’ultimo giovedì e l’ultimo martedì prima della Quaresima. Proprio il martedì grasso è tradizionalmente il giorno di chiusura dei festeggiamenti di Carnevale, dato che la Quaresima inizia proprio nel mercoledì delle ceneri.

Alcune città italiane sono ben note per le celebrazioni carnevalesche: in tutto il mondo, ad esempio, è molto conosciuto il Carnevale di Venezia, durante il quale la città si riempie di personaggi in maschera. Diverso dagli altri è il Carnevale Ambrosiano: a Milano, infatti, il Carnevale inizia quando quello delle altre città d’Italia è già terminato, perché in tutta l’arcidiocesi del capoluogo lombardo si osserva il rito ambrosiano, che sancisce l’inizio della Quaresima non in occasione del mercoledì, ma la domenica dopo.

Carnevale 2018, date

Dopo la nostra introduzione è il momento di approfondire l’argomento Carnevale 2018 date. Anzitutto, può essere utile sapere che la data Carnevale 2018 è domenica 11 febbraio. Esistono in generale delle indicazioni a livello regionale per le vacanze di Carnevale, che vi daremo di seguito, ma se la vostra regione non è nell’elenco, non preoccupatevi: ogni scuola, infatti, ha a disposizione dei giorni di vacanza che può scegliere di utilizzare come meglio crede, quindi è possibile che nella scuola che vi interessa ci si sia organizzati a prescindere.

Chiusura scuole Carnevale 2018

  • Vacanze Carnevale 2018 Piemonte: dal 10 al 17 febbraio
  • Vacanze Carnevale 2018 Veneto: 12 e 14 febbraio
  • Vacanze di Carnevale 2018 Friuli Venezia Giulia: 12 e 14 febbraio
  • Vacanze Carnevale 2018 Liguria: 12 e 14 febbraio
  • Vacanze Carnevale 2018 Lombardia: 12 e 13 febbraio
  • Vacanze Carnevale 2018 Provincia di Bolzano: dall’11 al 18 febbraio (chi fa lezione 5 giorni a settimana inizierà le vacanze il 10)
  • Vacanze Carnevale 2018 Valle d’Aosta: 12 e 14 febbraio
  • Vacanze Carnevale 2018 Basilicata: dal 12 al 14 febbraio
  • Vacanze Carnevale 2018 Campania: 12 e 13 febbraio

Carnevale: gli eventi più belli d’Italia

Abbiamo anticipato che esistono alcune città d’Italia che, più delle altre, sono note per i festeggiamenti in occasione del Carnevale. Ne vedremo adesso insieme alcune nel dettaglio. L’appuntamento con il Carnevale di Viareggio è dal 27 gennaio al 17 febbraio, con tantissime sfilate che animeranno la città di musica, colori e divertimento. Questo calendario affonda le radici in un’antica tradizione: la prima sfilata, infatti, risale al 1873 e fu la prima edizione di un grande spettacolo. La fama del Corso Marscherato di Viareggio è cresciuta di pari passo con l’aumento delle dimensioni dei carri allegorici. Un anno importante è il 1921, quanto è nata la canzone ufficiale, la “Coppa di Champagne”, inno della manifestazione. La maschera simbolo di Viareggio, Burlamacco, è stata invece creata nel 1930 da Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista.

Il Carnevale di Acireale 2018 prenderà vita dal 3 al 13 febbraio. La sua storia è molto antica, perché se ne parla già dalla fine del Cinquecento: con il passare del tempo la manifestazione si è arricchita di tanti usi e costumi e nel Settecento si unirono ai festeggiamenti gli abbatazzi, poeti popolari abili nell’improvvisare divertenti rime per le strade o nelle piazze. Tipico del Carnevale di Acireale è l’allestimento floreale che affianca i carri allegorici, mentre la maschera tipica è quella di Peppe Nappa, personaggio siciliano della Commedia dell’arte.

Se volete partecipare  al Carnevale di Venezia 2018, tenetevi liberi dal 27 gennaio al 13 febbraio. Ogni anno migliaia di visitatori raggiungono la città dei canali per partecipare all’evento. Il primo documento che ne attesta l’esistenza è datato 1094 e nel corso dei secoli è molto cambiata. In città si susseguono eventi di ogni tipo, dalle sfilate, alle maschere, ai balli, per arrivare a cene di gala, al Volo dell’Angelo e a quello dell’Aquila.

Carnevale ambrosiano 2018

L’appuntamento con il Carnevale ambrosiano 2018 è per il 17 febbraio. Come ogni anno ci sarà un tema portante che richiamerà l’identità storico-culturale milanese. In tutto il territorio milanese si susseguiranno tante manifestazioni legate al Carnevale, dal centro alla periferia, arrivano al grande evento del sabato pomeriggio, il 17 febbraio, con un corteo e uno spettacolo serale a piazza Duomo.

Tra le maschere più note ci sono Meneghino e la moglie Cecca: lui è un servo che si prende gioco bonariamente dei difetti dei ricchi ed è vestito con un cappello a tre punte, giacca marrone, panciotto a fiori, pantaloni corti e calzettoni a righe bianche e rosse. Al corteo storico del sabato partecipano carri, maschere tradizionali, gruppi mascherati degli oratori della Diocesi e quanti vogliano divertirsi. Non mancano, in tutta la città, artisti di strada, acrobati, trampolieri e animazioni di ogni genere, che accompagnano il corteo.

L'articolo Carnevale: le date e gli appuntamenti imperdibili proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/carnevale-le-date-gli-appuntamenti-imperdibili/feed/ 0
Il Carnevale si avvicina: ecco tutte le poesie per bambini https://www.mammeup.it/il-carnevale-si-avvicina-ecco-tutte-le-poesie-per-bambini/ https://www.mammeup.it/il-carnevale-si-avvicina-ecco-tutte-le-poesie-per-bambini/#respond Fri, 05 Jan 2018 12:01:53 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34225 Finite le feste natalizie un momento molto atteso, sopratutto dai bambini, è quello del carnevale. Quest’anno Carnevale inizia con il giovedì grasso l’8 febbraio sino ad arrivare all’11 gennaio. Una settimana di travestimenti e divertimento per i più piccoli che amano indossare il costume dei loro personaggi preferiti. Magi, stregoni, super eroi, principi e guerrieri… […]

L'articolo Il Carnevale si avvicina: ecco tutte le poesie per bambini proviene da MammeUp.

]]>
Finite le feste natalizie un momento molto atteso, sopratutto dai bambini, è quello del carnevale. Quest’anno Carnevale inizia con il giovedì grasso l’8 febbraio sino ad arrivare all’11 gennaio. Una settimana di travestimenti e divertimento per i più piccoli che amano indossare il costume dei loro personaggi preferiti. Magi, stregoni, super eroi, principi e guerrieri…

Anche a scuola i bambini celebrano il Carnevale alcuni facendo anche una festa in maschera, ma quasi tutti imparano alcune poesie da recitare in famiglia.

Il Carnevale piace tantissimo ai bambini perchè è una festa molto allegra e divertente da celebrare con piccole e simpatiche filastrocche. Eccone alcune:

Poesie di carnevale per la scuola primaria

Le attività  da proporre ai bambini della scuola primaria per far vivere loro l’atmosfera di questa festa sono tantissimi:  dai lavoretti manuali che stimolano la creatività, alle poesie e filastrocche  da far imparare a memoria ai bambini. Ecco qualche esempio:

 

  • Carnevale di Carlo Goldoni

La stagion del Carnevale

tutto il Mondo fa cambiar.

Chi sta bene e chi sta male

Carnevale fa rallegrar.

Chi ha denari se li spende;

chi non ne ha ne vuol trovar;

e s’impegna, e poi si vende,

per andarsi a sollazzar.

Qua la moglie e là il marito,

ognuno va dove gli par;

ognun corre a qualche invito,

chi a giocare e chi a ballar.

  • Carnevale

Che fracasso!

Che sconquasso!

Che schiamazzo,

mondo pazzo!

E’ arrivato Carnevale

buffo e pazzo,

con le belle mascherine,

che con fischi, frizzi e lazzi,

con schiamazzi,

con sollazzi,

con svolazzi di sottane

e di vecchie palandrane,

fanno tutti divertir.

Viva, viva Carnevale,

che fischiando,

saltellando,

tintinnando,

viene innanzi e non fa male;

con i sacchi pieni zeppi

di coriandoli e confetti,

di burlette e di sberleffi,

di dispetti,

di vestiti a fogge strane,

di lucenti durlindane,

di suonate, di ballate,

di graziose cavatine,

di trovate birichine!

  •  Viva i coriandoli di Carnevale di Gianni Rodari

Viva i coriandoli di Carnevale,

bombe di carta che non fan male!

Van per le strade in gaia compagnia

i guerrieri dell’allegria:

si sparano in faccia risate

scacciapensieri,

si fanno prigionieri

con le stelle filanti colorate.

Non servono infermieri

perché i feriti guariscono

con una caramella.

Guida l’assalto, a passo di tarantella,

il generale in capo Pulcinella.

Cessata la battaglia, tutti a nanna.

Sul guanciale

spicca come una medaglia

un coriandolo di Carnevale.

 Poesie di carnevale per bambini piccoli

Il Carnevale per i bambini piccoli è un appuntamento imperdibile per lasciarsi andare al divertimento, all’allegria, al gioco e alle feste in tema. Anche a scuola si celebra questa festa con delle poesie anche per i bimbi più piccoli. Eccone alcune: 

  • Pagliaccio di Ugo Betti

Ed ecco un flauto si mette a suonare.

Allora un pagliaccio rosso

coperto di campanellini

esce a ballare con lazzi ed inchini!

E tenta una capriola…

fa finta di farsi male…

ride…

Si rizza con un salto mortale!

Poi s’arrampica, come fa il gatto

per acchiappare i pipistrelli!

E poi fa finta di ruzzolare,

perchè ridano tutti quanti.

U. Betti

  • Le Mascherine di Attilio Cassinelli

Balanzone gran dottore,

Pantalone gran signore,

Arlecchino e poi Brighella, ecco

arriva Pulcinella.

Furbe, vispe e biricchine…

benvenute mascherine!!

 

L'articolo Il Carnevale si avvicina: ecco tutte le poesie per bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/il-carnevale-si-avvicina-ecco-tutte-le-poesie-per-bambini/feed/ 0
Crosta lattea, cos’è e quello che c’è da sapere su come intervenire https://www.mammeup.it/crosta-lattea-cose-e-quello-che-ce-da-sapere-su-come-intervenire/ https://www.mammeup.it/crosta-lattea-cose-e-quello-che-ce-da-sapere-su-come-intervenire/#respond Thu, 04 Jan 2018 12:11:49 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34213 La crosta lattea è tipica nei bambini appena nati. Quando si fa il primo bagno ad un neonato ci si accorge che ha nella testa, tra i capelli ha delle piccole scaglie che si staccano dalla pelle. Questo fenomeno chiamato crosta lattea è assolutamente normale per questo non c’è da preoccuparsi. La crosta lattea è […]

L'articolo Crosta lattea, cos’è e quello che c’è da sapere su come intervenire proviene da MammeUp.

]]>
La crosta lattea è tipica nei bambini appena nati. Quando si fa il primo bagno ad un neonato ci si accorge che ha nella testa, tra i capelli ha delle piccole scaglie che si staccano dalla pelle. Questo fenomeno chiamato crosta lattea è assolutamente normale per questo non c’è da preoccuparsi.

La crosta lattea è anche conosciuta come  dermatite seborroica neonatale e si presenta con un processo di desquamazione del cuoio capelluto con crosticine unte e piccole squame di colore giallo.

Crosta lattea: quando compare?

La crosta lattea E’ un fenomeno molto diffuso, sembra che la metà dei neonati ce l’abbia. Questa non causa fastidio o prurito e in genere si risolve spontaneamente dopo qualche mese.

In alcuni neonati,  la crosta lattea può interessare anche alcune zone del corpo, come il viso, le sopracciglia, l’orecchio, le palpebre e la zona genitale. Anche in questi casi l’eruzione cutanea non è sintomo di una patologia, ma si tratta di un fenomeno neonatale fisiologico che sparisce dopo pochi mesi dalla nascita.

Non si sa ancora quali siano le reali cause della crosta lattea. Quello che è certo è che è dipende dall’ iperproduzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee del cuoio capelluto.

Crosta lattea, rimedi

Nel giro di qualche mese la crosta lattea sparisce  spontaneamente, anche se può avere delle recidive negli anni successivi, soprattutto durante la pubertà e l’adolescenza quando i cambiamenti ormonali favoriscono nuovamente l’iperproduzione di sebo.

Non c’è bisogno di rimuoverla. Se però dovesse manifestarsi in vaste zone del corpo o dovesse persistere per molti mesi ci si può rivolgere al pediatra che saprà indicare i prodotti più efficaci per rimuoverla.

Anche se non è necessario rimuoverla se voleste si deve usare per il bagnetto un prodotto detergente specifico per la prima infanzia. In genere si tratta di detergenti non schiumosi, con una buona componente grassa che contribuisce ad ammorbidire le crosticine sulla testa. Con una spugnetta naturale sui capelli si favorisce l’eliminazione delle scaglie.

Ovviamente non si devono mai rimuovere le crosticine  mano staccandole dalla testa perché si potrebbero aprire delle piccole ferite e causare escoriazioni che provocherebbero irritazione ed aprirebbero la strada ai batteri.

Olio per crosta lattea

Per ammorbidire le crosticine e favorire la loro eliminazione può essere utile utilizzare degli oli vegetali a base assolutamente naturale, come quelli contenenti calendula, noce, oppure l’olio di borragine. Basta applicarli sulla cute usando un batuffolo di cotone e lasciarli agire sulle crosticine del cuoio capelluto per qualche ora. Svolgono non solo un’azione capace di ammorbidire le scaglie, ma anche emolliente e lenitiva sulla pelle eventualmente arrossata.

Pettine per crosta lattea

Sempre con estrema delicatezza si può utilizzare un pettinino di plastica a denti stretti e sottili per eliminare la crosta lattea una volta ammorbidita la cute con gli oli vegetali.

Shampoo per crosta lattea

Esistono degli shampoo specifici per ridurre la crosta lattea nel vostro bimbo. Questi vanno delicatamente massaggiati sulla testa del neonato e saranno un valido aiuto per limitare questo fenomeno.

L'articolo Crosta lattea, cos’è e quello che c’è da sapere su come intervenire proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/crosta-lattea-cose-e-quello-che-ce-da-sapere-su-come-intervenire/feed/ 0
Ciuccio: tutto quello che c’è da sapere, quale scegliere e quando sbarazzarsene https://www.mammeup.it/ciuccio-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/ciuccio-quello-ce-sapere/#respond Thu, 04 Jan 2018 10:35:53 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34210 Il ciuccio è un alleato per il vostro bambino sopratutto nei primi mesi di vita.Inoltre, protegge dal rischio di SIDS  Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante, morte in culla. Esistono di diverse forme e materiali, il ciuccio non vizia vostro figlio anzi se usato con intelligenza è molto utile. Ciuccio per neonato: quale scegliere? I ciucci […]

L'articolo Ciuccio: tutto quello che c’è da sapere, quale scegliere e quando sbarazzarsene proviene da MammeUp.

]]>
Il ciuccio è un alleato per il vostro bambino sopratutto nei primi mesi di vita.Inoltre, protegge dal rischio di SIDS  Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante, morte in culla. Esistono di diverse forme e materiali, il ciuccio non vizia vostro figlio anzi se usato con intelligenza è molto utile.

Ciuccio per neonato: quale scegliere?

I ciucci possono essere di due materiali: silicone e caucciù (o lattice). Il silicone quando viene sterilizzato non si altera, per questa ragione è più indicato nelle prime fasi della vita, in cui l’igiene è estremamente importante.  Questo però è un materiale abbastanza fragile e non è indicato quando il bambino comincia a mettere i denti, perché potrebbe staccarne alcuni pezzi e ingerirli.  Il caucciù, invece,  è meno consigliabile nei primi mesi, essendo un materiale poroso assorbe maggiormente i sapori e può essere più facilmente contaminato da batteri e funghi. Per i bimbi dai 4-6 mesi in poi che possono mordicchiarlo meglio perchè hanno primi dentini è più soddisfacente. I ciucci inoltre possono avere tre forme: a ciliegina, a goccia o anatomici. Ogni bambino ha il suo preferito, ma generalmente quello a ciliegia è il più simile al capezzolo materno e per questo è più adatto per i neonati.

Sterilizzare il ciuccio

Per i primi sei mesi, il ciuccio va sterilizzato almeno una volta al giorno o quando cade in un ambiente sporco. Questo accorgimento è fondamentale perché il sistema immunitario del neonato è ancora immaturo ed è più elevato il rischio di infezioni gastrointestinali. Se invece cade tra le lenzuola del lettino basta sciacquarlo semplicemente sotto acqua corrente così come se cade in un ambiente pulito.

Il ciuccio può essere sterilizzato o tramite bollitura, facendo bollire l’acqua per almeno cinque minuti, oppure con il vapore o ancora immergendolo per alcune ore in una soluzione disinfettante a base di ipoclorito di sodio.

Quando togliere il ciuccio?

Uno dei momenti più difficili per alcuni genitori è quello di togliere il ciuccio al proprio bambino. I pediatri concordano che non bisogna lasciarlo ai figlia oltre i 10-12 mesi di età, specie se l’uso è intensivo perché  gli svantaggi cominciano ad essere superiori ai benefici.

Il ciuccio potrebbe favorire l’insorgenza di otiti: il meccanismo non è ancora chiarito, ma si ipotizza che la suzione prolungata favorisca il reflusso di secrezioni nasofaringee all’interno della tuba di Eustachio.

L’utilizzo del succhiotto nei primi 24 mesi di vita del bambino non è dannoso per la bocca anzi, in alcuni casi sembra ridurre l’incidenza di alcune malocclusioni e costituire uno stimolo positivo allo sviluppo dell’apparato stomatognatico.

Come togliere il ciuccio?

Non è facile far disabituare il bambino al ciuccio, ma esistono alcune tecniche per farlo abbandonare al bambino:

  •   Restringete progressivamente i momenti in cui il vostro bambino può usarlo: prima solo in casa fino ad ammettere il ciuccio solo per andare a dormire.
  • – Preparate vostro figlio al cambiamento: tre giorni possono essere sufficienti: i bambini si abituano meglio ai cambiamenti quando sono ben preparati all’idea.
  • Con calma e le giuste parole sopratutto rassicuranti, fategli capire che orami è grande per il ciuccio.
  • – Sostituite il ciuccio con una ricompensa. Ditegli che al posto del ciuccio ci sarà un regalo per lui.
  • – Raccontategli una favola in merito al ciuccio come quelle della farina dei ciucci sulla falsa riga di quella della fatina dei dentini.

L'articolo Ciuccio: tutto quello che c’è da sapere, quale scegliere e quando sbarazzarsene proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/ciuccio-quello-ce-sapere/feed/ 0
Girello: tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/girello/ https://www.mammeup.it/girello/#respond Wed, 03 Jan 2018 18:02:37 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34203 Il girello per i bambini, più che un accessorio, in alcuni casi si può tranquillamente definire una sorta di compagno di viaggio universale per i più piccoli. Girello e bambini, ve ne accorgerete ben presto, soprattutto se siete al primo figlio, vanno parecchio d’accordo. Sarebbe riduttivo dire che il girello va bene soltanto per i […]

L'articolo Girello: tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
Il girello per i bambini, più che un accessorio, in alcuni casi si può tranquillamente definire una sorta di compagno di viaggio universale per i più piccoli. Girello e bambini, ve ne accorgerete ben presto, soprattutto se siete al primo figlio, vanno parecchio d’accordo. Sarebbe riduttivo dire che il girello va bene soltanto per i bimbi più pigri e per quelli magari un po’ più cicciottelli della media. È comunque importante sapere, al di là di tutto, che un uso eccessivo e continuato nel tempo potrebbe far insorgere dei problemi in seno allo sviluppo motorio.

Girello, a quanti mesi?

A quanti mesi il girello può cominciare a essere utilizzato? Buona regola generale prescrive che a dare questo input sia sempre il pediatra. Arrivati a 10-12 mesi, la maggior parte dei bambini comincia a mettersi in piedi e a muovere i primi passi. Chiaramente non è costume generale che riguarda tutti i bimbi: in altre parole, i tempi di sviluppo sono individuali. Dunque se ci sono bambini più precoci che iniziano anche a 8-9 mesi, altri aspettano comodamente l’anno e mezzo. Dunque cosa fare? Verso i 7-8 mesi si può pensare senza troppi patemi di acquistare un girello.

Girello, pro e contro

Cominciamo da qui: il girello può essere considerato un aiuto vero e proprio? In linea generale non andrebbe interpretato così; anzi, per alcuni specialisti è da considerare addirittura dannoso. Tutto questo in quanto fa impostare male l’andatura e non permette al bambino di allenare la muscolatura e il senso dell’equilibrio. C’è di più: a differenza di quanto si creda, non favorisce la possibilità di camminare prima, ma al contrario può essere di ostacolo al corretto sviluppo psicomotorio. La letteratura contraria, per così dire, non si esaurisce certo qui. Secondo alcuni pediatri, può essere di impedimento allo sviluppo dell’abilità di “cadere bene”: quando il bambino impara a camminare, è importantissima per non farsi male, in più può impedirgli di acquisire la percezione dei propri limiti motori. Peraltro è stato riscontrato in diverse occasioni che il bimbo abituato al girello tende a camminare più spesso in punta di piedi, a svantaggio della capacità di mantenere l’equilibrio in posa eretta.

Se un uso continuativo, quindi, è altamente sconsigliato, il girello potrebbe essere utile per un certo periodo per i bambini un po’ grassottelli, che hanno una maggiore ipotonia muscolare – non legata a patologie, state tranquilli – e quindi sono più pigri dei loro coetanei. Il girello in tal caso offre un sostegno che rende il bambino più sicuro e stabile e consente un buon allenamento per i suoi muscoli, in modo da far loro acquisire la tonicità necessaria per sostenerlo in posizione eretta. Per usare correttamente il girello, in ogni caso, è fondamentale regolare l’altezza della mutandina in modo che poggi a terra non solo la punta del piede, ma tutta la pianta, senza dimenticare il calcagno. Poi, va da sé, occorre controllare che lungo il cammino il nostro piccolino di casa non incontri ostacoli e pericoli. In generale, un po’ di attenzione non ha mai fatto male a nessuno; allo stesso modo, non bisogna diventare fanatici inondando il bambino di richiami continui.

L'articolo Girello: tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/girello/feed/ 0
Logopedia per bambini: quando c’è bisogno di andare dal logopedista? https://www.mammeup.it/logopedia-per-bambini-quando-ce-bisogno-di-andare-dal-logopedista/ https://www.mammeup.it/logopedia-per-bambini-quando-ce-bisogno-di-andare-dal-logopedista/#respond Wed, 03 Jan 2018 11:25:24 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34196 La logopedia (dalle parole greche logos “discorso” e paideia “educazione”) è una branca della medicina che si occupa dello studio, della prevenzione, della valutazione e della cura delle patologie e dei disturbi della voce, del linguaggio, della comunicazione, della deglutizione e dei disturbi cognitivi connessi (relativi, ad esempio, alla memoria e all’apprendimento). La logopedia è una disciplina che mira alla diagnosi e alla cura dei disturbi della comunicazione.  La comunicazione non è fatta […]

L'articolo Logopedia per bambini: quando c’è bisogno di andare dal logopedista? proviene da MammeUp.

]]>
La logopedia (dalle parole greche logos “discorso” e paideia “educazione”) è una branca della medicina che si occupa dello studio, della prevenzione, della valutazione e della cura delle patologie e dei disturbi della voce, del linguaggio, della comunicazione, della deglutizione e dei disturbi cognitivi connessi (relativi, ad esempio, alla memoria e all’apprendimento).

La logopedia è una disciplina che mira alla diagnosi e alla cura dei disturbi della comunicazione.  La comunicazione non è fatta solo di  parole, ma anche di gesti, tempi di conversazione, intonazione della voce, costruzione della frase, scelta di alcune parole piuttosto che di altre. Un logopedista è il professionista che effettua la diagnosi e prende in carico un paziente con disturbi di linguaggio.

Quando andare dal logopedista?

La logopedia è una scienza molto affascinante e utile per tutti i i genitori che si preoccupa del linguaggio del proprio  figlio. Molti genitori su chiedono spesso come procede la crescita del proprio bambino e se stanno facendo abbastanza per farlo crescere e imparare.  Molto spesso, infatti, alcuni bambini hanno bisogno dell’aiuto di una figura competente, come il logopedista, che li possa aiutare a comunicare in maniera indipendente. Cerchiamo quindi di capire la logopedia per bambini quando serve. L’intervento del logopedista è richiesto già nelle prime fasi dell’apprendimento del  linguaggio: dalla lallazione, il primo approccio al parlato da parte del neonato, all’ampliamento della frase, passando per la lettura, la scrittura, la deglutizione, etc.

Ci sono alcune condizioni che richiedono l’intervento di un logopedista, sono divise in due macro-categorie:

  • Disturbo del linguaggio espressivo (parole, frasi, lettura e scrittura) o Ritardo semplice del linguaggio o Disturbo specifico del linguaggio o Balbuzie o Disturbi dell’apprendimento o Sordità
  • Disturbo del linguaggio recettivo (comprensione) o Deficit della comprensione verbale o Sordità centrale

Condizioni che riguardano entrambi i disturbi, di espressione e di comprensione, possono essere:

  • Malocclusione dentale e deglutizione infantile
  • Disturbi del linguaggio di origine neurologica
  • Autismo
  • Ritardo cognitivo
  • Iperattività

E’ fondamentale consultare un logopedista se il vostro bambino: aa due anni non ha ancora cominciato a parlare; non comprende le parole e gli ordini, anche i più semplici; dai 3 anni in poi non si esprime in maniera comprensibile ; parla usando solo due sillabe; non pronuncia bene alcune lettere o scambia le lettere all’interno delle parole; non deglutisce bene; balbetta; non si concentra; non ha una buona coordinazione motoria, scrive e disegna male; ha difficoltà a scrivere e leggere, compie errori ortografici, ad eseguire i calcoli matematici e ad imparare le tabelline; non riesce ad imparare a memoria; non riesce a socializzare con i coetanei; non sta fermo un attimo. E ancora ha un linguaggio limitato, un vocabolario ristretto; mostra  difficoltà ad imparare parole nuove o compie errori nel trovare le parole da utilizzare.

Il ritardo semplice del linguaggio nei bambini è “innocuo”, ma non va  sottovalutato. Denominato ritardo semplice perché non è una vera e propria patologia, ma un semplice ritardo nell’apprendimento dei suoni della lingua. I

Esercizi di logopedia

Il bambino che viene sottoposto ad una terapia per migliorare il suo modo di comunicare svolgerà i cosiddetti giochi logopedici. Questi sono dei veri e propri giochi divertenti ed accattivanti che hanno due scopi principali: attirare l’attenzione del bambino e fare in modo che collabori e, motivo principe, stimolare la competenza in esame.

I giochi logopedici  sono diversi tutto dipende dal bambino e della condizione da trattare.  Ogni logopedista  ha dei metodi propri e non esistono vere e proprie linee guida per l’impostazione di una terapia logopedica, ma ci sono alcuni giochi molto utili utilizzati da tutti che stimolano la comprensione.

Ecco alcuni  di giochi logopedici:

  • Esercizi di respirazione: insegnano il modo più corretto di respirare, un attività non così banale come sembra!
  • Giochi con le tessere: servono tutti a stimolare memoria, memory, trova le differenze, trova le coppie.
  • Giochi di costruzioni: le costruzioni, come anche i puzzle, sono giochi molto completi e stimolano tutta la sfera cognitiva del bambino.
  • Libri illustrati: con la lettura i bambini imparano nuove parole e imparano la giusta costruzione delle frasi. I racconti stimolano la creatività e l’attenzione.
  •  Giochi con le figure: che siano figure ritagliate o disegnate o schede logopediche pre-impostate è molto importante sfruttare le immagini per attirare l’attenzione dei bambini che con le sole parole si annoierebbero.

L'articolo Logopedia per bambini: quando c’è bisogno di andare dal logopedista? proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/logopedia-per-bambini-quando-ce-bisogno-di-andare-dal-logopedista/feed/ 0
Adottare un bambino: le cose da sapere sulle adozioni in Italia https://www.mammeup.it/adottare-un-bambino-cose-da-sapere-adozioni-italia/ https://www.mammeup.it/adottare-un-bambino-cose-da-sapere-adozioni-italia/#respond Thu, 28 Dec 2017 13:54:55 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34143 Adottare un bambino è il desiderio di tantissime famiglie italiane. E non è soltanto una questione di infertilità. L’adozione in Italia, ma non solo, è regolata da un ginepraio di norme che attingono dal calderone dei requisiti, della burocrazia, e in ultima analisi dei costi, peraltro non indifferenti. Gli specialisti del settore, non a caso, […]

L'articolo Adottare un bambino: le cose da sapere sulle adozioni in Italia proviene da MammeUp.

]]>
Adottare un bambino è il desiderio di tantissime famiglie italiane. E non è soltanto una questione di infertilità. L’adozione in Italia, ma non solo, è regolata da un ginepraio di norme che attingono dal calderone dei requisiti, della burocrazia, e in ultima analisi dei costi, peraltro non indifferenti.

Gli specialisti del settore, non a caso, fanno notare che molte coppie intraprendono nello stesso momento il cammino dell’adozione nazionale e internazionale. Una volta completati parallelamente i due iter, poi la scelta sta a loro. In linea di massima, comunque, le famiglie italiane vengono unanimemente considerate molto accoglienti. Un punto a favore non marginale.

I requisiti per adottare un bambino

In Italia la legge prevede che solo le coppie eterosessuali e sposate possano adottare un bimbo. Mamma e papà devono essere sposati da almeno tre anni; in alternativa, è necessario abbiano convissuto senza interruzioni per almeno tre anni prima del matrimonio. Ci sono anche dei limiti di età: il partner più giovane nella coppia deve avere una differenza di età non inferiore ai 18 e non superiore ai 45 anni rispetto al figlio adottivo. Previste anche delle deroghe se il bambino soffre di qualche malattia, se i due coniugi hanno dei figli di cui almeno un minorenne e tanto altro. L’età del bambino che si vuole adottare, inoltre, può influire sulla durata del procedimento. Semplificando molto, se il bimbo (o la bimba) ha qualche annetto in più, ci sarà da aspettare solo pochi mesi. Tribunali permettendo, sia chiaro.

I tempi di un’adozione in Italia

I tempi tra il riconoscimento dei requisiti e l’effettiva concretizzazione dell’adozione non sono universali. A influire è la disponibilità della coppia rispetto all’età del figlio adottivo o all’eventuale adozione di più fratelli o di un bimbo con problemi di salute. L’attesa media, spiegano gli esperti, si attesta sui due anni e mezzo da quando viene dichiarata l’idoneità. Di solito aumenta se in famiglia è già presente un figlio biologico, in quanto la legge prevede cautele maggiori a tutela del minore.

L’adozione a distanza

Quando si parla di adozione a distanza, logicamente, cambiano modalità e grammatica. Il più delle volte si fa riferimento a una delle tante associazioni esistenti sia in Italia che a livello internazionale. Si basa su un sostegno economico a un bambino che però continuerà a vivere nella propria famiglia. Di norma il benefattore riceve aggiornamenti periodici sullo stato di salute del bambino, sui suoi progressi scolastici, sull’eventuale inserimento nel mondo del lavoro. In qualche caso è prevista anche la possibilità di incontrare fisicamente il minore. Bisogna sempre tenere presente, però, che l’adozione a distanza non punta a dare al bambino una nuova famiglia, ma quel tipo di aiuto finanziario che la sua famiglia biologica non riesce a garantirgli.

I costi di un’adozione in Italia

E i costi? Va da sé che possano variare anche di molto da un caso all’altro, ma bisogna cercare di entrare nell’ordine di idee che l’esborso sarà di diverse migliaia di euro. Se tutto fila liscio. Nel caso di un’adozione nazionale si riesce a risparmiare perché è la spesa pubblica a farsi carico dei costi necessari fin quando il bambino non viene dichiarato adottabile. Solo dopo entra nel circuito adottivo il privato. Se invece si vuole accogliere un bimbo nato all’estero, l’esborso di denaro lievita. Ci sono da pagare le spese sostenute dalle associazioni, e non è fantascientifico toccare quota 10.000 euro. Occhio alle truffe: esistono soggetti che vogliono speculare sui desideri dei futuri genitori e per questo gonfiano le spese o addirittura se ne inventano di peregrine. In altre parole, bisogna sempre fare molta attenzione prima di affidarsi completamente a qualcuno.

L'articolo Adottare un bambino: le cose da sapere sulle adozioni in Italia proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/adottare-un-bambino-cose-da-sapere-adozioni-italia/feed/ 0
Tabelline: idee per impararle facilmente https://www.mammeup.it/tabelline-idee-impararle-facilmente/ https://www.mammeup.it/tabelline-idee-impararle-facilmente/#respond Tue, 19 Dec 2017 17:29:35 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34095 Il vostro bambino è alle prese con le tabelline? Allora rilassatevi: è perfettamente normale che abbia qualche difficoltà nell’apprenderle. Magari aggravate dal fatto che la voglia non sia proprio delle migliori. Ma i giochi con le tabelline possono essere un buon viatico per risolvere il problema, peraltro divertendosi. Imparare le tabelline I metodi per imparare […]

L'articolo Tabelline: idee per impararle facilmente proviene da MammeUp.

]]>
Il vostro bambino è alle prese con le tabelline? Allora rilassatevi: è perfettamente normale che abbia qualche difficoltà nell’apprenderle. Magari aggravate dal fatto che la voglia non sia proprio delle migliori. Ma i giochi con le tabelline possono essere un buon viatico per risolvere il problema, peraltro divertendosi.

Imparare le tabelline

I metodi per imparare le tabelline, in linea di massima, possono essere tutti giusti. Non esiste, infatti, una “legge” su come imparare le tabelline, come insegnarle, o più prosaicamente come far imparare le tabelline ai piccoli studenti. Va da sé che bisogni trovare la chiave di volta per stimolare il lavoro mnemonico. Gioco, goliardia, sorrisi e buon umore di solito funzionano molto di più di rimproveri e scarsa pazienza. Cominciamo partendo da due modalità più didattiche, per così dire. La prima, cioè la sequenza ordinata come per esempio 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, 16, 18, 20. Poi le operazioni con il risultato, per esempio 2 x 3 = 6, 2 x 4 = 8 e così via. Trucchetti sparsi: intanto la moltiplicazione non è altro che un’addizione ripetuta, laddove ad esempio 3 x 3 è 3 + 3 + 3. Secondo, scrivere tutto su un foglio aiuta. Ma oltre queste semplici regole c’è tutto un mondo da scoprire.

Tabelline canterine

Quella della tabelline canterine in più di un’occasione si è rivelata un’ottima idea. La musica, del resto, è una delle attività didattiche più coinvolgenti. Il ritmo, in poche parole, può essere la chiave per decidere di metterci l’impegno. Ogni tabellina è abbinata a una canzone in rima per farla memorizzare più facilmente. L’apprendimento, in sostanza, va a braccetto col gioco, meglio se tra compagni di scuola.

Filastrocche per imparare le tabelline

Seguendo il solito copione, i trucchetti goliardici possono essere la svolta, a volte anche ben oltre la musica. Facciamo riferimento alle filastrocche, manco a dirlo. Siate voi stessi i primi inventori e non preoccupatevi: non risulterete ridicoli! Giocate anche con delle semplici rime: “6 x 6 = 36, asino che sei!”; “6 x 8 = 48, mangia tu il risotto!”; “5 x 4 = 20, dimmi se davvero te le inventi”. Ma tornando alle filastrocche, qui di seguito ve ne proponiamo una molto carina.

Tre, sei, nove,
sono bianco di terrore.
Dodici, quindici, diciotto,
mi nascondo nel cappotto.
Ventuno, ventiquattro, ventisette,
sono messo alle strette.
Ecco il trenta vicino all’uscita,
Finalmente la fatica è finita!

I puzzle

E i puzzle? Si può fare, e senza nemmeno troppi sforzi. Il procedimento da seguire è molto semplice. Bisogna creare una cartella con una griglia a quadri. Il quadrato è composto da 100 caselle bianche, circondato da una riga e una colonna, in orizzontale e verticale (a forma di “L” capovolta) con i numeri dall’uno al 10. Nell’incrocio tra i due bracci, si trova il simbolo matematico della moltiplicazione (x). Esatto, avete capito bene: è uguale a quella della battaglia navale, con i numeri solo lungo i due lati. Dopodiché si passa alla preparazione delle tessere, della stessa misura delle caselle quadrate e robuste, che corrispondano ai numeri della tavola pitagorica: la prima riga in orizzontale è la tabellina dell’1, la seconda quella del 2 e via dicendo. Adesso va deciso un colore per ogni numero che compare più volte: per esempio, le tessere per il 4 sono blu, quelle per il 9 gialle ecc.. Un lato delle tessera è colorato e sull’altro c’è il numero. Adesso si può giocare invitando il bambino (o la bambina) a mettere al posto giusto tutte le tessere. Ognuno può inventare sul momento delle varianti – partendo dalla moltiplicazione o dalla tessera o dal colore – anche in base alle reazioni del bambino e alla sua conoscenza della tavola pitagorica.

L'articolo Tabelline: idee per impararle facilmente proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/tabelline-idee-impararle-facilmente/feed/ 0
I vaccini obbligatori in Italia https://www.mammeup.it/vaccini-obbligatori-italia/ https://www.mammeup.it/vaccini-obbligatori-italia/#respond Mon, 18 Dec 2017 10:43:58 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34041 In tempi recentissimi è cambiato molto, in Italia, in merito ai vaccini obbligatori per i bambini. Il cosiddetto decreto vaccini, infatti, prevede l’obbligo di 10 vaccinazioni per l’iscrizione a scuola e per l’anagrafe dei vaccini. Intanto cominciamo col dire che è stato attivato il numero verde 1500 del ministero della Salute: per domande, chiarimenti e […]

L'articolo I vaccini obbligatori in Italia proviene da MammeUp.

]]>
In tempi recentissimi è cambiato molto, in Italia, in merito ai vaccini obbligatori per i bambini. Il cosiddetto decreto vaccini, infatti, prevede l’obbligo di 10 vaccinazioni per l’iscrizione a scuola e per l’anagrafe dei vaccini. Intanto cominciamo col dire che è stato attivato il numero verde 1500 del ministero della Salute: per domande, chiarimenti e dubbi di qualsiasi tipo su questo argomento, si potrà chiamare dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16.

Quali sono i vaccini obbligatori?

A questo punto viene fisiologico chiedersi quali sono i vaccini obbligatori per la scuola dell’obbligo. Le vaccinazioni obbligatorie sono 10. Quelle contro il meningococco C e B e quelle contro il rotavirus e lo pneumococco diventano “suggerite”, oltre che gratuite, un particolare non da poco. Fondamentale sapere che i 10 vaccini, per l’appunto, sono una condizioni necessaria e non alienabile per l’iscrizione a scuola. Dovranno essere fatte ai nati dal 2017. I nati tra il 2001 e il 2004 devono essere sottoposti alle 4 vaccinazioni già imposte per legge: si tratta, nello specifico, di anti-epatite B, anti-tetano, anti-poliomielite, anti-difterite, anti-morbillo, anti-parotite, anti-rosolia, nti-pertosse e anti-Haemophilus influenzale tipo b. I nati tra il 2005 e il 2011 devono effettuare anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse e l’anti-Haemophilus influenzale tipo b. I nati dal 2012 al 2016, invece, devono effettuare anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzale tipo b.

Le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite in relazione al calendario vaccinale di riferimento. Giusto per fare un esempio, per i nati tra il 2012 e il 2016 sono gratuite le vaccinazioni indicate dal Piano nazionale prevenzione vaccinale 2012-2014. Restano gratuite anche quando è necessario recuperare vaccinazioni non eseguite per tempo: per essere chiari, un bambino nato nel 2015 che non abbia effettuato l’anti-morbillo tra il 13esimo e il 15esimo mese di vita potrà vaccinarsi gratuitamente in qualsiasi momento. I piccoli che frequentano nido e scuola materna non saranno ammessi se non in regola. Gli studenti di elementari, medie e dei primi due anni di scuole superiori vengono comunque iscritti, ma i loro genitori rischiano una sanzione a meno che le vaccinazioni non vengano fatte entro i tempi indicati dall’Asl di riferimento. Se non ci si mette comunque in regola, scatterà la segnalazione alla procura della repubblica presso il Tribunale per i minorenni per gli eventuali adempimenti di competenza. Le multe possono arrivare a un massimo di 3.500 euro.

Ricapitolando, tra “già” obbligatorie e solo raccomandate in precedenza, si arriva a un totale di 14. Nel dettaglio, antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica, antiepatite virale B, anti-rosolia, anti-morbillo, anti-pertosse, anti-parotite, anti-varicella, anti-Aemophilus influenzae. Le consigliate sono anti-meningococco B, anti-meningococco C, rotavirus e pneumococco. La prima “tornata”, per così dire, si riferisce a 6 vaccinazioni (anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti Haemophilus influenzae tipo B) raggruppate in un unico vaccino esavalente che viene fatto dal 60eimo giorno di vita in 3 dosi a 3, 5 e 11-12 mesi di vita. La seconda è la vaccinazione anti-meningococcica B e viene fatta a distanza di 15 giorni dall’esavalente, in 4 dosi. Il terzo vaccino quadrivalente è l’anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella, somministrato in un’unica dose al 13esimo mese di vita, con un richiamo previsto a 5 anni. Infine la quarta puntura è l’anti meningococcica C, somministrata al 14esimo mese, con un richiamo tra gli 11 e i 18 anni.

L'articolo I vaccini obbligatori in Italia proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/vaccini-obbligatori-italia/feed/ 0
Lavoretti di Natale per bambini https://www.mammeup.it/lavoretti-natale-bambini/ https://www.mammeup.it/lavoretti-natale-bambini/#respond Thu, 14 Dec 2017 17:32:17 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34011 Come ogni anno è tempo dei lavoretti di Natale. Anzi, una categoria a parte è quella dei lavoretti di Natale per bambini, dicitura aggiuntiva non certo marginale. E, scavando ancora più a fondo, si scopre tutto un mondo di “fai da te” grazie al quale i nostri bambini possono tenersi impegnati e divertirsi. Lavoretti di […]

L'articolo Lavoretti di Natale per bambini proviene da MammeUp.

]]>
Come ogni anno è tempo dei lavoretti di Natale. Anzi, una categoria a parte è quella dei lavoretti di Natale per bambini, dicitura aggiuntiva non certo marginale. E, scavando ancora più a fondo, si scopre tutto un mondo di “fai da te” grazie al quale i nostri bambini possono tenersi impegnati e divertirsi.

Lavoretti di Natale facili

Cominciamo, ovviamente, dai lavoretti di Natale facili da realizzare. Perlopiù si tratta di pensierini davvero elementari, ma non per questo da evitare. Anzi. In prima battuta, perché non creare un piccolo Babbo Natale su cartoncino sfruttando l’impronta di una mano? Un’alternativa carina è quella dei bastoncini di zucchero, fatti sempre con la carta, magari da riciclare come segnaposto durante pranzi e cene delle festività. Carta, bottoni, matite e pennarelli, poi, sono uno splendido insieme per dar vita a pupazzi di neve davvero innovativi.

Lavoretti di Natale da fare a scuola

Tra i lavoretti di Natale da fare a scuola, al primo posto ci sono certamente le recite a tema. In classifica, manco a dirlo, i laboratori intrisi di attività materiali il più eterogenee possibili. Spesso e volentieri, nelle riunioni fra mamme, vengono fuori i classici centrotavola di carta, ghiande e pigne in quantità industriale, mollettine colorate e decorate. Le cornici di cartone, poi, sono un ottimo condensato di fantasia, dai glitter ai brillantini. Gradevoli inoltre le ghirlande verdi e rosse da appendere fuori dalla porta, per dare un tocco di piacevolezza ulteriore al pianerottolo. Il consiglio è quello di non seguire regole troppo tassative: lasciate fare i bambini, che quando si sentono liberi mettono sul tavolo grandi idee. Che un adulto, va da sé, nemmeno riuscirebbe a immaginare.

Lavoretti di Natale per bimbi della scuola dell’infanzia

Il nostro piccolo lui, o la nostra piccola lei, può ricevere ottimi input in questo senso. L’arte, e la libera espressione in generale, è decisiva nella loro crescita. Avete presente quei momenti in cui i bambini pretendono l’attenzione a tavola, interrompono la cena e recitano a memoria delle brevi poesie? A dir poco fantastico. Ecco, la magia alla quale ci riferiamo è proprio quella lì. Ma anche la semplice manualità artistica è fondamentale.

Lavoretti con la pasta

Può anche diventare un modo per risparmiare sulle decorazioni, ma chiaramente non ditelo. L’importante è far applicare i bambini. Scherzi a parte, la pasta alimentare è fatta appositamente per soddisfare l’immaginazione. I fiocchi di neve per addobbare l’albero sono un buon punto di partenza. Munitevi di colla, carta, forbicine e cartoncini colorate per far sbizzarrire i piccoli di casa. Avrete delle decorazioni veramente uniche nel loro genere. Vi buttiamo qualche idea nel calderone: una ghirlanda decorativa davvero speciale fatta con le farfalle, una stella di Natale realizzata con pasta corta e cartoncino, un presepe fatto solo di spaghetti e altre forme, a seconda di ciò che avete in casa in quel momento, dai rigatoni alle conchiglie.

Lavoretti di Natale per bambini della scuola primaria

Gli anni della scuola primaria sono importantissimi per cominciare a dare la stura alla fantasia. I bimbi hanno certamente molte cose da fare, ma ad esempio durante i laboratori la qualità artistica può venire fuori. A Natale tutti i genitori aspettano con trepidazione che il loro bambino porti a casa il lavoretto fatto a scuola insieme alle maestre, oltre alla poesia. Una buona idea è quella degli alberelli di Natale in feltro: basta far portare a ciascun bambino dei pezzi di feltro di vari colori per ritagliare tanti piccoli alberelli da decorare a piacere. Oppure non passa mai di moda l’albero di Natale ecologico: per realizzarla bastano un vecchio libro o un elenco telefonico, oltre a un po’ di vernice spray.

Palla di neve

Quanto è bella la palla di neve in vetro fatta in casa? È semplice e non avrete bisogno di comprare l’occorrente chissà dove. Bastano un barattolo con tappo, glitter dorati, personaggio natalizio, colla a caldo e acqua demineralizzata. Il procedimento è molto semplice, non disperate. Prendiamo il barattolo e con la colla attacchiamo sul coperchio un piccolo personaggio natalizio. Versiamo l’acqua all’interno, inseriamo i glitter e sigilliamo. Dopodiché decoriamo la pallina con del nastro natalizio. Adesso basta agitare, anche leggermente, e il gioco è fatto.

Calendario dell’avvento

Si può realizzare con un rametto secco e un po’ di buona volontà. L’occorrente è poco roba: oltre al rametto, numeri stampati su cartoncino, spago natalizio, fustella rotonda, forbici, scatoline di cartone. In alternativa alle scatoline va bene anche un vecchio rotolo come quello della carta igienica. Le scatoline andranno benissimo per contenere cioccolatini, caramelle, palloncini, tutto ciò che volete insomma. Sigillate tutto e avvolgente con uno spago per legare al rametto. Non dimenticate di incollare su ogni scatola un numero precedentemente ritagliato: in questo modo dal 1 dicembre in poi i piccoli potranno scartare pian piano i loro pacchettini.

L'articolo Lavoretti di Natale per bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/lavoretti-natale-bambini/feed/ 0
Autismo: che cos’è, sintomi e cause https://www.mammeup.it/autismo-cose-sintomi-cause/ https://www.mammeup.it/autismo-cose-sintomi-cause/#respond Thu, 14 Dec 2017 15:37:46 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34001 Sono davvero tanti i luoghi comuni sull’autismo. L’autismo infantile è uno degli argomenti di dibattito più accesi e oggi cercheremo di fare un po’ di chiarezza in merito. Anzitutto, bisogna dire che l’autismo non è una malattia, bensì una sindrome. Esistono molte forme di autismo ed esistono molte combinazioni di questa sindrome: alcuni bambini autistici, […]

L'articolo Autismo: che cos’è, sintomi e cause proviene da MammeUp.

]]>
Sono davvero tanti i luoghi comuni sull’autismo. L’autismo infantile è uno degli argomenti di dibattito più accesi e oggi cercheremo di fare un po’ di chiarezza in merito. Anzitutto, bisogna dire che l’autismo non è una malattia, bensì una sindrome. Esistono molte forme di autismo ed esistono molte combinazioni di questa sindrome: alcuni bambini autistici, ad esempio, hanno un elevatissimo quoziente intellettivo, mentre altri hanno dei deficit. Difficile, quindi, fare un unico discorso onnicomprensivo.

Autismo: come riconoscerlo?

Autismo come riconoscerlo? Più che parlare di prove inconfutabili, possiamo parlare di segnali. A proposito dell’argomento autismo come si manifesta, possiamo dire che esistono alcuni segni che attirano l’attenzione di un genitore e che lo portano a prendere in considerazione l’idea di un consulto con uno specialista. Da queste semplice premessa si comprende bene come per parlare di autismo sintomi ci voglia grande delicatezza e attenzione.

Ecco dunque alcuni segnali di autismo nei bimbi di 2/3 anni:

  • presenza di sguardo laterale (difficoltà a intercettare lo sguardo di chi parla);
  • movimento di mani e piedi senza scopo apparente;
  • ripetitività dell’esecuzione di una qualche attività.

Autismo, le cause

Autismo cause, quali sono. Da molto tempo gli studiosi cercano di indagare le cause dell’autismo, che rimangono ancora in parte incerte. Da studi recenti è emerso che si tratta di una combinazione di fattori, tra cui quelli genetici. È stato, ad esempio, dimostrato che una combinazione di 7 geni determina una predisposizione al disturbo autistico (predisposizione, cioè non manifestazione certa del disturbo). Non si sa ancora quali siano le cause esterne, ma spesso è stato evidenziato un legame con forti infezioni o malattie infettive.

Autismo e vaccini

Di grande attualità è il dibattito che lega autismo e vaccini. Non esiste, in tal senso, alcuna prova certa che vi sia una correlazione tra le due cose. Nel mese di novembre 2017, il gip di Trani ha archiviato un’inchiesta che mirava a indagare un eventuale rapporto di causa tra la somministrazione dei vaccini e l’insorgere della malattia, arrivando alla conclusione che non esiste alcun nesso scientifico tra i vaccini e l’autismo. La sindrome, infatti, colpisce in misura uguale chi si sottopone alla terapia e chi la evita.

Forme di autismo

Alcuni esperti preferiscono parlare in termini di disturbi dello spettro autistico, poiché esistono diverse forme di autismo. La sindrome si esprime a vari livelli di gravità, dunque è considerate più corretto parlarne così. Esistono, infatti, forme di autismo lievi e forme di autismo più severe.

La sindrome di Asperger è considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentato con l’autismo, che tuttavia non presenta compromissione dell’intelligenza, della comprensione e dell’autonomia, a differenza delle altre patologie classificate in questo gruppo.

Guarire dall’autismo, si può?

Guarire dall’autismo, ecco un altro tema molto delicato. Attualmente, non è stata scoperta alcuna cura davvero efficace contro la sindrome, che accompagnerà l’individuo per tutta la vita. La risposta, dunque, è negativa: non si può guarire dall’autismo.

A quanti si chiedono come curare l’autismo, possiamo dire che è possibile fare ricorso a interventi di riabilitazione che possono consentire al bambino di raggiungere un certo livello di autonomia e le cui probabilità di successo sono maggiori se vengono effettuati precocemente.

Metodo ABA per autismo

Metodologia ABA per autismo, cosa è? Il metodo ABA autismo si basa sul ramo applicativo dell’Analisi del Comportamento, quella scienza che si occupa di descrivere le relazioni tra il comportamento degli organismi e gli eventi che lo influenzano. Questo metodo si è rivelato efficace con i bambini autistici e ha lo scopo di ridurre quei comportamenti disfunzionali, promuovendone altri appropriati. L’acronimo ABA sta per Applied Behavior Analysis (traducibile con Analisi del Comportamento applicata).

ABA autismo. Il metodo si basa su un processo in tre fasi:

  1. studiare il comportamento scomponendolo in tutte le sue parti
  2. capire in modo oggettivo quale conseguenza mantiene un determinato comportamento
  3. modificare le condizioni alla base di quel comportamento per promuovere i comportamenti positivi e ridurre quelli negativi

L'articolo Autismo: che cos’è, sintomi e cause proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/autismo-cose-sintomi-cause/feed/ 0
Sindrome di Asperger. Tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/sindrome-asperger-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/sindrome-asperger-quello-ce-sapere/#respond Tue, 12 Dec 2017 12:29:40 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33985 Tratteremo oggi un argomento molto delicato: la sindrome di Asperger nei bambini. La Sindrome di Asperger, che deve il suo nome a un medico austriaco, viene anche definita una “condizione di autismo a più alto funzionamento”, perché chi ne è interessato ha buone capacità intellettive, raggiungere un soddisfacente livello di autonomia e, nella maggior parte […]

L'articolo Sindrome di Asperger. Tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
Tratteremo oggi un argomento molto delicato: la sindrome di Asperger nei bambini. La Sindrome di Asperger, che deve il suo nome a un medico austriaco, viene anche definita una “condizione di autismo a più alto funzionamento”, perché chi ne è interessato ha buone capacità intellettive, raggiungere un soddisfacente livello di autonomia e, nella maggior parte dei casi, utilizza il linguaggio in modo appropriato. Cercheremo oggi di approfondire questo delicato argomento, che suscita dubbi e preoccupazione in molti genitori. Da un punto di vista specialistico non è ancora chiaro se si possano far coincidere le forme di autismo meno gravi con questa sindrome.

Sindrome di Asperger, sintomi

Per quanto riguarda l’argomento Sindrome di Asperger sintomi, si tratta un disturbo relativo soprattutto all’ambito della comunicazione e relazione sociale. Il bimbo non riesce a imparare i comportamenti che gli servono per entrare in una relazione armonica con il mondo esterno. In alcuni casi, a questo segno si unisce quella che viene definita dai medici “goffaggine motoria”, che si esprime con una difficoltà a imparare a camminare e una scarsa abilità nei giochi di movimento che implicano l’uso delle mani (come, ad esempio, giocare a palla).

La Sindrome di Asperger, inoltre, si caratterizza per la rigidità del pensiero e per comportamenti bizzarri o inusuali, cui si può anche associare la scarsità di interessi. A tal proposito, per lunghissimi periodi (si parla di due o tre anni) i bimbi che ne sono affetti possono mostrare curiosità solo per un determinato argomento o per una sola attività. In relazione all’incidenza, si può dire che è molto più frequente nei maschi, mentre nelle femmine può portare allo sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare, cioè l’anoressia.

Segnali più comuni della Sindrome di Asperger

  • Il bimbo impara a parlare molto precocemente (12-18 mesi), ma con il passare del tempo assume un linguaggio monotono e pedante, che rende difficile comunicare con lui;
  • mancanza di empatia: il bimbo non comprende gli stati d’animo altrui, non sente il bisogno di condividere le gioie, non reagisce alle lodi;
  • assenza di mimica facciale;
  • incapacità di rapportarsi con i coetanei con comportamenti appropriati.

Sindrome di Asperger, test

Sindrome di Asperger diagnosi: la diagnosi si può fare intorno ai 3-4 anni di età ed è compito del neuropsichiatra infantile formularla, dopo aver valutato con attenzione il caso. A volte può essere diagnosticata molto tardi o può non essere diagnosticata mai. Parlando di Sindrome di Asperger test, anzitutto bisogna dire che per i genitori può essere utile capire quali sono i segnali da non sottovalutare, in modo da fare ricorso allo specialista prima possibile.

Sindrome di Asperger, cura

L’argomento Sindrome di Asperger cura merita un capitolo a sé. Come per l’autismo, anche per questo disturbo non sono state individuate cure in grado di farlo scomparire. Si può intervenire a livello educativo o psico-comportamentale, ma i risultati ottenuti non sono ancora soddisfacenti. Per questo motivo, spesso i genitori avvertono frustrazione e fallimento, che possono peggiorare ulteriormente la situazione famigliare. Hanno dato buoni risultati gli interventi di “parent-training”, mirati a insegnare ai genitori quali comportamenti e quali strategie sono in grado di migliorare il rapporto con il bambino e la relazione tra il bambino e il mondo esterno.

Autismo e Sindrome di Asperger

Autismo Sindrome di Asperger, quali sono le differenze? Ne esistono di sostanziali: il bimbo affetto di Asperger può sviluppare attaccamento per i familiari (cosa che non avviene in caso di autismo), è consapevole della presenza degli altri intorno a sé, pur presentando atteggiamenti e forme di comunicazione anomali. È prolisso, ma il suo approccio verbale avviene sempre a sproposito o inopportunamente, e inoltre si rende conto della sua condizione di diversità rispetto a chi non ha il problema. I bimbi affetti da autismo parlano pochissimo o per niente.

L'articolo Sindrome di Asperger. Tutto quello che c’è da sapere proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/sindrome-asperger-quello-ce-sapere/feed/ 0
Svezzamento dei bambini: gli alimenti da introdurre mese per mese https://www.mammeup.it/svezzamento-dei-bambini-gli-alimenti-introdurre-mese-mese/ https://www.mammeup.it/svezzamento-dei-bambini-gli-alimenti-introdurre-mese-mese/#respond Mon, 11 Dec 2017 10:00:14 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33967 L’inizio dello svezzamento arriva generalmente al sesto mese di vita del neonato: in questo momento, infatti, i bimbi iniziano ad assaporare nuovi gusti e consistenze dei cibi. Le mamme hanno molti dubbi riguardo i cibi da poter dare ai loro piccoli e ai momenti in cui inserirli nella loro dieta: per questo motivo abbiamo pensato […]

L'articolo Svezzamento dei bambini: gli alimenti da introdurre mese per mese proviene da MammeUp.

]]>
L’inizio dello svezzamento arriva generalmente al sesto mese di vita del neonato: in questo momento, infatti, i bimbi iniziano ad assaporare nuovi gusti e consistenze dei cibi. Le mamme hanno molti dubbi riguardo i cibi da poter dare ai loro piccoli e ai momenti in cui inserirli nella loro dieta: per questo motivo abbiamo pensato di darvi alcune indicazioni utili in merito, con un elenco degli alimenti in relazione ai mesi.

Lo svezzamento neonati è un momento importante. Dopo aver preso il latte, i bimbi si confrontano con altri sapori e si abituano dunque a un’alimentazione da grandi, mangiando quei cibi che lo aiuteranno a crescere. È normale che, all’inizio, i bambini tendano a rifiutare la pappa, ma alla fine, dopo un po’ di reticenza, si abitueranno a tutto. Anche nelle prime settimane dello svezzamento, il latte rimane l’alimento principale nella dieta del bambino e gli altri cibi che vi si associano completano l’alimentazione. Certo ricordandosi sempre di festeggiare ogni suo compleanno con le migliori ricette per torte di compleanno!

Come iniziare lo svezzamento?

Ecco come iniziare lo svezzamento qualora si scelga di farlo in modo graduale, introducendo nuovi cibi un po’ alla volta, che vanno uniti all’alimentazione del bimbo. Si parte da un classico brodo vegetale, cui si accostano le prime creme, come crema di mais e tapioca, passando poi a carne e pesce frullato. Per lo svezzamento classico, naturalmente, si può fare affidamento sui consigli del pediatra, che indicherà mese per mese cosa inserire nella dieta del piccolo.

Schema dello svezzamento

Per facilitare lo svolgimento dello svezzamento, molte mamme seguono uno schema svezzamento o realizzano una tabella svezzamento. Ecco un utilissimo elenco con le tipologie di alimento in relazione ai mesi.

Frutta:

  • Mela, pera, banana e prugna: da 4 mesi
  • Limone: qualche goccia nella frutta dai 4 mesi
  • Albicocche e pesche: dai 6 mesi
  • Arance e mandarini: spremuti dall’8° mese
  • Kiwi, fragola, uva, cachi, fichi, anguria, melone, castagne, noci, mandorle: dopo i 12 mesi

Verdura:

  • Patata, carota, zucchina e zucca: dai 5 mesi
  • Sedano, porro, cipolla, insalata, finocchi, cavolfiori e spinaci: dai 6 mesi
  • Pomodoro: senza buccia, dai 10 mesi
  • Melanzane e carciofi: dopo i 12 mesi

Cereali:

  • Riso: in crema dai 5 mesi, in chicchi dagli 8 mesi
  • Mais e tapioca: in crema dai 5 mesi
  • Semolino: dai 6 mesi
  • Crema multicereali: dai 6 mesi
  • Pastina minuscola, tipo sabbiolina: dai 7 mesi
  • Pastina piccola, tipo forellini micron: dagli 8 mesi
  • Pastina media, tipo anellini, stelline o puntine: dai 10 mesi
  • Orzo e Farro: dai 12 mesi

Carne:

  • Coniglio, tacchino, pollo, vitello e manzo: liofilizzato dai 5 mesi, omogenizzato dai 6 mesi, lessato o cotto al vapore dai 9 mesi
  • Prosciutto cotto senza polifosfati: dagli 8 mesi
  • Maiale: dopo i 12 mesi

Formaggi:

  • Parmigiano: dai 5 mesi
  • Formaggio ipolipidico: dai 6 mesi
  • Ricotta fresca: dai 7 mesi
  • Bel paese, Caciotta, Fontina dolce, Caprino fresco e Crescenza: dagli 8 mesi

Pesce:

  • Merluzzo, trota, sogliola, platessa, nasello e palombo: dagli 8 mesi
  • Pesce spada e salmone: dai 9 mesi

Altri alimenti:

  • Olio extra vergine di oliva: dai 5 mesi nella pappa
  • Brodo vegetale: dai 5 mesi
  • Yogurt intero: dai 7 mesi
  • Brodo di carne: dagli 8 mesi
  • Legumi: dagli 8 mesi
  • Uovo: tuorlo sciolto nella pappa, dai 9 mesi; uovo intero dopo i 12 mesi
  • Miele: dopo i 12 mesi

Quando iniziare lo svezzamento?

Ecco quando iniziare lo svezzamento: l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera di iniziare dopo i sei mesi. Alcuni pediatri, però, rispondendo alle domande sul tema svezzamento quando iniziare, fanno partire anche prima, già dai 4 mesi.

Svezzamento al 4 mese

Alcuni pediatri consigliano lo svezzamento 4 mesi, anticipando l’introduzione di alcuni cibi. In questo caso, si tratta di introdurre prima la frutta, iniziando con la pera. Prima di procedere, comunque, è bene consultare il proprio specialista di fiducia.

Svezzamento al 5 mese

Qualora abbiate già iniziato, arrivati allo svezzamento 5 mesi potete introdurre alimenti come brodo vegetale o pappe di latte.

Svezzamento al 6 mese

Lo svezzamento 6 mesi è tendenzialmente riconosciuto come il più idoneo. Fino a questo momento i neonati hanno seguito un determinato tipo di alimentazione e possono ora intridurre nuovi alimenti, scoprendo sapori e consistenze. È importante, in questi momenti, fare anche toccare i cibi al piccolo.

Ricette per lo svezzamento

Vediamo adesso alcune indicazioni per le vostre ricette svezzamento. In generale, sappiate che alla base ci sarà il brodo vegetale, cui aggiungerete creme, carne, pesce o formaggio, tutto in un unico piatto. Meglio evitare il sale e anche lo zucchero deve essere limitato al minimo. Prima dei 12 mesi bisogna evitare alimenti come latte vaccino, burro, panna, miele, bevande gassate, alimenti fritti, cibi che possono causare soffocamento come noci o uva. All’inizio dello svezzamento, tra il latte che continua a prendere e il brodo vegetale, il neonato non ha bisogno di bere molta acqua. Se, dunque, il bebè non beve molto, non preoccupatevi.

L'articolo Svezzamento dei bambini: gli alimenti da introdurre mese per mese proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/svezzamento-dei-bambini-gli-alimenti-introdurre-mese-mese/feed/ 0
Passeggino leggero, quale scegliere? https://www.mammeup.it/passeggino-leggero-quale-scegliere/ https://www.mammeup.it/passeggino-leggero-quale-scegliere/#respond Wed, 06 Dec 2017 19:01:35 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33957 Il passeggino leggero è indiscutibilmente una manna dal cielo per ogni mamma. Tutti sappiamo che il settimo giorno Dio si riposò, ma forse in un breve lasso di tempo pensò anche a quest’invenzione, benedetta da tutti i genitori del mondo. Non vogliamo essere blasfemi, ci mancherebbe, ma solo sottolineare l’importanza che certi oggetti rivestono nella […]

L'articolo Passeggino leggero, quale scegliere? proviene da MammeUp.

]]>
Il passeggino leggero è indiscutibilmente una manna dal cielo per ogni mamma. Tutti sappiamo che il settimo giorno Dio si riposò, ma forse in un breve lasso di tempo pensò anche a quest’invenzione, benedetta da tutti i genitori del mondo. Non vogliamo essere blasfemi, ci mancherebbe, ma solo sottolineare l’importanza che certi oggetti rivestono nella non facile quotidianità di una mamma e di un papà. E pure dei nonni, giacché loro sono fondamentali tanto quanto i genitori. Prima di tuffarci nell’argomento, assicuratevi di conoscere le basi su tutto ciò che riguarda passeggini & co..

Come scegliere un passeggino leggero

Bene, come al solito la domanda sorge spontanea: passeggino leggero, quale scegliere? E noi, da bravi advisor dei genitori in erba e non solo, proveremo a rispondere cercando di contemperare le varie esigenze. Bella stagione e caldo, lo sappiamo bene, sono due ottimi consiglieri per alleggerirsi in materia di passeggino. Quelli pesanti, ornai con milioni di accessori e strumenti più o meno utili, sono imprescindibili per riparare il bambino dal freddo; allo stesso modo, quelli più leggeri si adattano ad altre necessità, tra freschezza e movimenti liberi. Non che il passeggino leggero non sia utile anche in inverno. Avete presente quei marciapiedi che ricordano un groviera talmente sono le buche? Ecco. Districarsi in quei campi minati e in generale nel traffico delle grandi città è stato iscritto nel registro dei lavori usuranti.

Tra misure, peso, colori e fantasia, trovare la giusta alchimia non è un attimo, anzi. Per dire, il Marathon è una figata in tutte le sue declinazioni. Sei chili e spicci di peso ne fanno un valido amico per i bimbi anche di pochi mesi. A proposito di spicci, con meno di 100 euro si può mettere a referto un ottimo affare. Ha ottime referenze anche il modello Aria di Peg Perego: “si apre e si chiude velocemente in ogni situazione, anche la più estrema, nella vita di un genitore, come quella di salire sull’autobus!”, si legge sul sito ufficiale dell’azienda. Del resto provare per credere: salire su un autobus con un cucciolo tra le braccia più il passeggino senza fare 122 salti carpiati è più difficile che vincere al Superenalotto. Lasciando da parte la vena da cabarettisti di infimo livello – che non è il nostro mestiere – segnaliamo che è un prodotto estremamente funzionale: chiuso è molto compatto e sta in piedi da solo, inoltre il tessuto non tocca terra garantendo un’igiene ragguardevole. È molto facile da trasportare grazie alla comoda maniglia laterale.

Le scelte, comunque, sono davvero tante, eterogenee e sfiziose. Compulsare le pagine dei cataloghi e fare un giro sui vari siti internet, senza dimenticare le firme più prestigiose ovviamente, può diventare molto piacevole e divertente. Immaginate la scena con il vostro bambino o la vostra bambina comodamente a suo agio sul passeggino fiammante, nuovo di zecca. Roba da far invidia ai vicini e alle altre mamme. A fare da contraltare, va detto, il capitolo “rischi” che corredano l’uso eccessivamente prolungato. La maggior parte dei prodotti di questa filiera non ha il comodissimo – gloria sempiterna! – schienale reclinabile, ma solo una cerniera lampo che permette un’inclinazione più leggera. Tradotto, sono perfetti per i bambini un po’ più grandi che non dormono più durante la passeggiata all’aperto. Anche se alcuni modelli di passeggini leggeri vantano la mitica feature dello schienale reclinabile e molti accessori in dotazione. Una piccola postilla per le misure, considerando che i passeggini leggeri di solito si chiudono in verticale: molti non consentono di accorciare anche il manubrio o la parte dei piedi, quindi se avete un bagagliaio piccolo accertatevi che il passeggino entri in macchina una volta richiuso senza fare i capricci.

L'articolo Passeggino leggero, quale scegliere? proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/passeggino-leggero-quale-scegliere/feed/ 0
Pidocchi: sintomi e rimedi. Come curare la pediculosi https://www.mammeup.it/pidocchi-sintomi-rimedi-curare-la-pediculosi/ https://www.mammeup.it/pidocchi-sintomi-rimedi-curare-la-pediculosi/#respond Wed, 06 Dec 2017 16:15:28 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33943 I Pidocchi sono tra gli incubi più temuti di tutte le mamme che hanno paura che il proprio bambino in età scolare possa prenderli. Riconoscerli non è difficile, ma la cosa più importante è curarli subito per la evitare la formazione delle uova. Cosa sono i pidocchi I pidocchi sono insetti privi di ali e incapaci di […]

L'articolo Pidocchi: sintomi e rimedi. Come curare la pediculosi proviene da MammeUp.

]]>
I Pidocchi sono tra gli incubi più temuti di tutte le mamme che hanno paura che il proprio bambino in età scolare possa prenderli. Riconoscerli non è difficile, ma la cosa più importante è curarli subito per la evitare la formazione delle uova.

Cosa sono i pidocchi

I pidocchi sono insetti privi di ali e incapaci di saltare piccoli parassiti di colore bianco-grigiastro che vivono solo sull’uomo e ne succhiano il sangue; Sono di dimensioni ridotte (da uno a tre millimetri) e depongono le uova attaccandole al fusto dei capelli o dei peli, sui quali si muovono facilmente grazie agli uncini posti sulle zampe.Si spostano da una persona a un’altra in caso di un contatto diretto fra le teste che duri almeno qualche secondo. La trasmissione dei pidocchi avviene sia tramite contatto diretto con persone già infestate oppure attraverso lo scambio di indumenti o effetti personali, come cuscini, cappelli, sciarpe o pettini. I pidocchi, al di fuori del corpo umano, non possono vivere a lungo.

Come riconoscere i pidocchi. I sintomi

La pediculosi è un’infestazione molto comune e solitamente i più colpiti dalla pediculosi sono i bambini in età prescolare e scolare (3-11 anni), (con un picco all’età di 9 anni), e le loro famiglie, perché hanno più occasioni per contatti stretti.

Le bambine sono più colpite dei maschi, probabilmente a causa dei capelli lunghi.

Alcuni sintomi specifici ci indicano che si tratta di pediculosi.  Prima di tutto un’irritazione e un intenso prurito nella cute o comunque la zona interessata dall’infezione, che a sua volta causa dermatiti, impetigine e altre affezioni simili dovute a stafilococchi.

Ma il sintomo caratteristico è il prurito provocato da una reazione irritativa-allergica agli enzimi della saliva del pidocchio. È importante sottolineare che tale reazione impiega giorni o settimane per estrinsecarsi, per cui, quando il prurito si manifesta, l’infestazione è già vecchia. Le lesioni superficiali prodotte dal grattarsi possono provocare impetigine del cuoio capelluto e infiammazioni delle ghiandole linfatiche dietro le orecchie e nella parte posteriore del collo.

Pidocchi dei capelli come riconoscerli

Un’accurata ispezione del cuoio capelluto è sufficiente per scoprire l’infestazione e la localizzazione di uova, che solitamente si ritrovano attaccate ai capelli della nuca e a quelli intorno alle orecchie e uova, che sono attaccate alla radice dei capelli, dove le condizioni di temperatura e umidità sono più favorevoli alla schiusa.

Il pidocchio adulto è  visibile ad occhio nudo ed è lungo 1-3 millimetri. Di colore grigio e presenta arti con estremità ad uncino che gli consentono di attaccarsi tenacemente al capello. Il pidocchio compie il suo intero ciclo vitale sulla testa della persona parassitata in 1-2 mesi. La femmina produce 5-10 uova al giorno, dette lendini, per un totale di circa 300, deposte strettamente attaccate ai capelli. Le lendini hanno una forma a goccia, con un diametro massimo di un millimetro, sono di colore chiaro, hanno una forma a pinolo e sono lunghe circa 1 mm.  Le uova dei pidocchi maturano e schiudono in 7 giorni. Da esse nasce il giovane insetto, detto ninfa, che inizia a nutrirsi del sangue dell’ospite e matura in una settimana, diventando in grado di deporre nuove uova. . Il pidocchio non sopravvive senza nutrirsi e lontano dall’ospite muore in 1-2 giorni. Le lendini sono invece molto più resistenti e possono sopravvivere nell’ambiente fino a 10 giorni. Nel corso di un mese possono deporre sull’ospite dalle 80 alle 300 uova.

Come prevenire i pidocchi

In genere la prevenzione della pediculosi viene fatta insegnando le corrette pratiche igieniche, suggerendo di evitare la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, giocattoli, sciarpe e indumenti. L’igiene personale, compreso il regolare cambio degli indumenti, previene e combatte dunque l’infestazione da pidocchi, anche perché la gran parte delle infestazioni nel nostro Paese si presentano come casi singoli o relativi a piccoli gruppi di persone. Le condizioni ideali per la trasmissione dei pidocchi vengono a crearsi quando, in una comunità in genere sovraffollata, si vive in promiscuità, a stretto contatto.

Come eliminare i pidocchi

Per  prevenire  la pediculosi è importante avere delle corrette pratiche igieniche, evitando la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, giocattoli, sciarpe e indumenti. L’igiene personale, compreso il regolare cambio degli indumenti, previene e combatte dunque l’infestazione da pidocchi.

Prodotti per pidocchi

Esistono prodotti che vengono definiti preventivi nei confronti della pediculosi: ma è inutile usare questi prodotti prima dell’infestazione. Quando invece l’infezione è in corso, si impone il ricorso a prodotti insetticidi formulati come polveri aspergibili, shampoo, lozioni o spray.

I principi attivi più utilizzati sono l’estratto di piretro o piretroidi di sintesi come la tretrametrina.

Il pettine a denti fitti è un mezzo essenziale per eliminare le uova e i pidocchi uccisi dall’insetticida. In genere è necessaria una seconda applicazione di insetticida 7-10 giorni dopo la prima, per uccidere i pidocchi nati dalle uova schiuse dopo il primo trattamento.Prima di applicare il trattamento è importante che il bambino tolga i vestiti  perché alcune sostanze possono macchiare i tessuti. Il giorno dopo controllare con attenzione per verificare la presenza di altre lendini da rimuovere e per vedere se i pidocchi si muovono ancora (se si muovono dopo 12 ore vuol dire che il trattamento non ha fatto effetto e bisogna cambiare sostanza. Ripetere l’intera procedura dopo una settimana, per avere la certezza di eliminare eventuali pidocchi nati dopo il primo trattamento.

Rimedi naturali contro i pidocchi

Ci sono ricerche che hanno dimostrato come  certi oli vegetali possono avere un effetto tossico sui pidocchi e sulle loro uova. Quelli che meglio combattono questo tipo di infestazione sono:

  1.  l’olio di melaleuca ( così come quello d’anice o l’olio essenziale di ylang ylang): spesso presente  in diversi shampoo medicati per trattare la forfora e la psoriasi, ma solitamente sono efficaci anche contro un’infestazione di pidocchi.
  2. – l’olio d’oliva, il burro, la maionese possono uccidere i pidocchi “per asfissia” (privandoli dell’ossigeno). Per ottenere i migliori risultati applica indifferentemente uno dei due ingredienti sul cuoio capelluto per 5-10 minuti prima di risciacquare la testa con uno shampoo medicato.
  3. Molto utili possono essere anche gli oli essenziali. Particolarmente indicati sono quello di eucalipto e di neem, che leniscono il prurito e l’infiammazione determinati dall’irritazione del cuoio capelluto.

L'articolo Pidocchi: sintomi e rimedi. Come curare la pediculosi proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/pidocchi-sintomi-rimedi-curare-la-pediculosi/feed/ 0
Calendario dell’avvento per bambini https://www.mammeup.it/calendario-dellavvento-per-bambini/ https://www.mammeup.it/calendario-dellavvento-per-bambini/#respond Wed, 06 Dec 2017 10:14:53 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33933 Il calendario dell’Avvento serve a fare il conto alla rovescia a partire dal 1 dicembre, fino al giorno di Natale. Ogni giorno ha una sua casella o cassetto per un totale di 25 pezzi che vengono scoperti giorno dopo giorno. Questa è un’usanza proveniente dai paesi nordici pensata proprio  per i bambini. Per loro il natale è una gioia e […]

L'articolo Calendario dell’avvento per bambini proviene da MammeUp.

]]>
Il calendario dell’Avvento serve a fare il conto alla rovescia a partire dal 1 dicembre, fino al giorno di Natale. Ogni giorno ha una sua casella o cassetto per un totale di 25 pezzi che vengono scoperti giorno dopo giorno. Questa è un’usanza proveniente dai paesi nordici pensata proprio  per i bambini. Per loro il natale è una gioia e il rito del calendario dell’Avvento è un modo amato dai bambini per aspettare l’arrivo della loro festa preferita. Ogni giorno va aperta una casellina dove all’interno c’è una piccola sorpresa, un bigliettino, un dolcetto. La cosa più divertente, ovviamente, e realizzarlo con le proprie mani. 

 Idee per calendario dell’avvento per bambini

Ecco perciò qualche idea per realizzare alcuni bellissimi calendari dell’Avvento insieme ai vostri bambini, ma anche tante idee sui calendari da acquistare già fatti.

Calendario dell’avvento con mollette

La sua realizzazione è semplicissima, ma molto d’effetto. Colorata e simpatica può essere appesa sul caminetto come decorazione se lo si possiede, oppure in salotto o in cucina.  Per ogni giorno del calendario servirà un piccolo calzino colorato, meglio se a tema natalizio un bel nastro o una spago un po’ più spesso, una serie di mollette di legno. Ogni calzino verrà numerato con i numeri dall’uno al venticinque o con degli adesivi, oppure  se ne avete il tempo anche con un ricamo. Dopo di che non vi resta che tagliare lo spago e appenderli a una certa distanza, in ordine sparso, con una molletta per il bucato. Ogni calzino avrà al suo interno  un piccolo gioco, un cioccolatino, una filastrocca o un pupazzetto e appendeteli in un punto della casa non troppo basso, in modo da evitare che i bambini sbircino le sorprese.

Calendario dell’avvento in feltro

Anche questo è semplice anche se il procedimento è un po’ lungo, quindi partite in anticipo altrimenti rischiate di non finirlo in tempo.

Ecco quello che serve: 

  • feltro o pannolenci rosso 52×40;
  • feltro o pannolenci verde abete 50×50;
  • pezzetti di feltro o pannolenci di diversi colori;
  •  colla a caldo;
  • filo rosso per cuciture a macchina;
  • cotone o lana da ricamo;
  • forbici, spilli, gesso;
  • bastone per tende e spago;

Per cominciare ritagliate 25 quadratini di feltro verde grandi 5×5 cm. Dal foglio di pannolenci rosso ritagliate quella che sarà la base del calendario, ovvero un rettangolo 52×40 cm e mettetelo da parte. Pensate ai soggetti da applicare sulle tasche, disegnateli su carta velina e trasferiteli su feltro. Incollate ciascun soggetto a una finestra. Questa parte, sebbene divertente, è lunga e faticosa, la difficoltà di questo calendario consiste proprio nell’avere la pazienza di ripetere la stessa operazione per 25 volte! Una volta pronte, potete cucire le taschine sul calendario, prima però preparate uno schema con il gesso: partendo dall’alto lasciate liberi 14 cm, questa zona servirà per incollare la scritta Buon Natale. Lasciate un margine laterale di 2,5 cm e cominciate a disegnare gli spazi per le caselle. Tra una casella e l’altra lasciate 2,5 cm. Per le cuciture vi consiglio il filo rosso. Fate una piega di 2 cm lungo il bordo superiore – servirà per poter appendere il calendario – e cucite a macchina.

Cosa mettere nel calendario dell’avvento?

Se il vostro calendario è molto piccolo e non potete metterci dentro nulla potreste lasciare una piccola traccia per una mini-caccia al tesoro. Riempite scatoline e taschine con un indizio ogni giorno oppure con un piccolo dolce, oggettini di cartoleria, pupazzini realizzati da voi, accessori per la bambola o macchinine, cioccolatini, lecca lecca, e qualcosa che piace ai vostri bambini.

Calendario dell’avvento da stampare

Per  tutte le mamme troppo impegnate, poco pratiche con i lavoretti manuali o che non hanno molto tempo ecco due idee velocissime per un calendario.

Scaricando e ingrandendo del 200% due copie i template dal sito della mitica Martha Stewart potete realizzare una deliziosa casetta di cartone o compensato leggero. All’interno di ogni finestrella incollerete un piccolo disegno con motivi natalizi.

Calendario dell’avvento Lego

La Lego ogni anno produce un nuovo calendario dell’Avvento dei Lego Friends, con tutti i simpatici personaggi  in versione natalizia, e propone novità con i personaggi più amati.

Quest’anno il Calendario costruzioni segue il tema Lego City, che consente ai bambini di aggiungere ogni giorno nuovi elementi alla città aprendo le nuove finestrelle che celano un nuovo protagonista. E anche quest’anno Lego ha proposto il Calendario di Star Wars: 24 minifigure Lego Star Wars, 8 mini figure e un Battle Droid, più una minifigure a tema natalizio.

L'articolo Calendario dell’avvento per bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/calendario-dellavvento-per-bambini/feed/ 0
Auguri di Natale. Idee originali per i bambini https://www.mammeup.it/auguri-natale-idee-originali-bambini/ https://www.mammeup.it/auguri-natale-idee-originali-bambini/#respond Tue, 05 Dec 2017 16:23:56 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33919 Le festività natalizie offrono ai più piccoli l’occasione per dare sfogo alla propria creatività. Per fare gli auguri di Natale alle persone care, infatti, i bimbi hanno a disposizione molti modi e si divertono a creare frasi auguri di Natale di ogni tipo. Che sia un biglietto colorato, fatto naturalmente a mano, o un piccolo […]

L'articolo Auguri di Natale. Idee originali per i bambini proviene da MammeUp.

]]>
Le festività natalizie offrono ai più piccoli l’occasione per dare sfogo alla propria creatività. Per fare gli auguri di Natale alle persone care, infatti, i bimbi hanno a disposizione molti modi e si divertono a creare frasi auguri di Natale di ogni tipo. Che sia un biglietto colorato, fatto naturalmente a mano, o un piccolo lavoretto artigianale, è sempre un mezzo per dimostrare affetto a mamme, papà e nonni.

Per gli auguri di buon Natale, i bambini mettono in campo tutta la loro inventiva ma, in alcuni casi, hanno naturalmente bisogno di un piccolo aiuto: per questo motivo, abbiamo raccolto alcune frasi per auguri di Natale che potrete condividere con loro, aiutandoli a scriverle e spiegando qual è il significato.

Nei giorni di vacanza, lontano dalla scuola e dai compiti, i bimbi hanno molto più tempo libero a disposizione. Invece di lasciarsi davanti alla tv e ai videogiochi, potete coinvolgerli in attività manuali e stimolanti, che mettano in gioco l’inventiva. Scrivere biglietti per i parenti, realizzare segnaposto per pranzi e cene in famiglia, realizzare insieme un presepe fai da te: queste sono solo alcune delle attività che potreste fare con loro.

Auguri di Natale per bambini

Le frasi di auguri di Natale per bambini sono davvero tante. Alcune sono tratte da famose filastrocche, altre appartengono alla tradizione popolare, altre ancora possono essere inventate da voi, partendo proprio da queste. I bimbi potrebbero proprio recitarle o, magari, copiarle su alcuni bigliettini colorati da distribuire durante la cena della vigilia o il pranzo del 25 dicembre. Gli auguri di Natale per bambini che vi proponiamo faranno sicuramente la gioia dei vostri piccoli e anche di coloro cui saranno rivolte.

Ecco alcune frasi auguri di Natale bambini:

  • Fuoco fuochello la fiamma traballa, il bue è nella stalla, il bue e l’asinello. E’ nato un Bambinello.
  • Notte di luce e d’amore al Santo Natale l’arrivo del Messia colma i cuori di chi soffre chi è solo. Nel firmamento brilla la scia della cometa annuncia la buona novella… è nato Gesù!
  • Stella, stellina, Natale si avvicina. La fiamma traballa e la mucca è nella stalla; la mucca e il vitello, la pecora e l’agnello; la chioccia coi pulcini, la gatta coi gattini; la capra ha il suo capretto, la mamma ha il suo bimbetto, ognuno ha la sua mamma e tutti fan la nanna. Tanti tanti auguri!
  • Con le renne se ne va felice felice per la città; come vede un bel camino, in un batter d’occhio ci va vicino: è felice di donare una cosa molto speciale. Questa cosa tu avrai, se il pacchetto aprirai. Tanti auguri!
  • Una slitta sta correndo tra le stelle del firmamento, Babbo Natale scende dal camino e ti lascia un regalino.
  • Guarda bene, è speciale: sono i miei auguri di Natale! Auguri!
  • Gesù Bambino sia la stella che ti guida lungo il deserto della vita presente (Padre Pio)
  • È venuto un angioletto e mi ha dato un biglietto. A carattere cubitale c’era scritto… Buon Natale
  • È Natale. Una luce è discesa sul mondo, luce d’amore e di speranza per gli afflitti, i malati, i diseredati, gli umili, gli emarginati, gli oppressi dalla solitudine, gli anziani e per noi tutti Auguri di Buon Natale
  • Fra i regali sotto l’albero spero tanto che il Natale continui a portare infinita gioia alla nostra famiglia. E’ veramente meravigliosa
  • A Natale l’amore può trionfare, apri il tuo cuore e lascialo andare. Buon Natale e non smettere mai di sognare!

Auguri di Natale frasi divertenti per bambini

A proposito di auguri di Natale per bambini, esistono alcune divertenti o in rima, che potete suggerire ai vostri piccoli. Le trovate di seguito:

  • Se un uomo vestito di rosso con una barba bianca ti mette in un sacco, non aver paura. Qualcuno ha chiesto un Tesoro per Natale. Tanti auguri
  • Vorrei fare gli Auguri di Natale ad una persona sorprendente, brillante e decisamente stupenda. Ma considerando che gli auguri di Natale non me li posso mica far da solo… allora li faccio a te! Buon Natale
  • A Natale siamo tutti più buoni, ho quindi deciso di regalarti un bel sorriso
  • Gelida l’aria ma non il cuore, questi son giorni colmi d’amore, ogni tuo sogno diventi reale, tantissimi auguri di Buon Natale
  • Luna d’argento con stelle dorate, gnomi e folletti e fatine incantate, una pioggia d’auguri ed un pensiero dorato per un buon natale e anno fortunato
  • Babbo Natale è arrivato, ma guarda che bel dono ti ha incartato… un pacchetto assai speciale con un gran augurio di Buon Natale

L'articolo Auguri di Natale. Idee originali per i bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/auguri-natale-idee-originali-bambini/feed/ 0
Nomi femminili: i più belli e di tendenza per il 2018 https://www.mammeup.it/nomi-femminili-piu-belli-tendenza-2018/ https://www.mammeup.it/nomi-femminili-piu-belli-tendenza-2018/#respond Mon, 04 Dec 2017 16:53:34 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33899 La vostra bimba arriverà nel 2018 e siete alla ricerca di nomi femminili? Il momento della scelta del nome per un bebè è sempre emozionante: tanti genitori si sentono caricati di una grande responsabilità, perché ovviamente il nome è qualcosa di estremamente personale. I più preparati hanno già deciso da tempo quale nome alla loro […]

L'articolo Nomi femminili: i più belli e di tendenza per il 2018 proviene da MammeUp.

]]>
La vostra bimba arriverà nel 2018 e siete alla ricerca di nomi femminili? Il momento della scelta del nome per un bebè è sempre emozionante: tanti genitori si sentono caricati di una grande responsabilità, perché ovviamente il nome è qualcosa di estremamente personale. I più preparati hanno già deciso da tempo quale nome alla loro bambina, ma gli indecisi non mancano mai. In realtà, anche i più sicuri possono dare una sbirciata alle scelte più di tendenza in questa stagione.

L’argomento nomi femminili come scegliere è tra quelli più in grado di animare lunghissimi dibattiti: sia la mamma che il papà hanno una preferenza in tal senso e ognuno, giustamente, tenderà a far prevalere la sua scelta. Per non parlare, poi, di quelle occasioni in cui anche qualche parente decide di metterci lo zampino!

Un tempo, la scelta dei nomi dei bimbi era quasi obbligata: era del tutto normale dare il nome del nonno o della nonna ma, con il passare dei decenni, questa abitudine si è in parte persa. Negli ulti anni, poi, c’è stato un vero e proprio boom di nomi particolari, che hanno finito per rubare la scena a quelli più classici. Qualunque sia la vostra preferenza, abbiamo tutte le informazioni che vi servono. Ecco dunque i nomi di tendenza per il 2018.

Nomi femminili italiani

Tra i nomi femminili italiani più gettonati ci sono Sofia, Aurora e Giulia. Sofia in greco significa “saggezza” ed è il nome più frequente in quasi tutte le regioni d’Italia, nonché quello scelto da tantissimi genitori stranieri che hanno un bimbo in Italia. Giulia deriva dal latino arcaico “lovilios” e significa “sacro a Giove”. Altri nomi molto apprezzato sono Emma, Giorgia e Martina, così come Alice, Greta e Ginevra. Il nome Chiara mantiene saldamente il suo primato tra i nomi più apprezzati.

Nomi femminili particolari

Sempre più genitori scelgono di dare alle proprie figlie nomi particolari. La moda dei nomi femminili originali è stata lanciata da tante celebrità, che hanno dato alle proprie piccole nomi che si fanno notare. Impossibile, a tal proposito, non citare ad esempio la scelta di Francesco Totti e Ilary Blasi, che hanno dato il nome Chanel alla loro bimba.

Tra i nomi femminili rari sicuramente possono rientrare scelte come Frida (in onore della celebre artista Frida Kahlo), Luna, Sole, Celeste, Olivia, Azzurra, Maya, Dafne, Violante e Petra.

Nomi femminili più diffusi in Italia

Per avere un’idea dei nomi femminili più diffusi in Italia, possiamo sicuramente fare riferimento all’ultimo rapporto Istat, che ha analizzato le scelte dell’anno 2016. Sul podio ci sono Sofia, Aurora e Giulia. Sofia è il nome più frequente in assoluto ed è ormai così da un po’ di anni. Aurora, invece, primeggia in regioni come Campania, Basilicata e Sicilia.

Una piccola curiosità: tra i genitori delle bimbe straniere nate in Italia, oltre a Sofia, spopolano i nomi Aurora e Malak.

Nomi femminili di tendenza per il 2018

Per la scelta dei nomi femminili di tendenza per il 2018, sicuramente, hanno un peso determinante le scelte di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo. Tra le mamme famose più apprezzate c’è sicuramente Michelle Hunziker, che ha scelto di chiamare le sue piccole Sole e Celeste. La primogenita, invece, si chiama Aurora: tutti e tre sono nomi che sempre più genitori scelgono. Ancora, anche il nome Mia, scelto da Alessia Marcuzzi per la figlia avuta dall’ex compagno Francesco Facchinetti, è molto apprezzato. Si sta facendo sempre più spazio, poi, il nome Elodie, utilizzato dalla celebre cantante dai capelli rosa. Rimanendo in tema musicale, anche Emma (come la cantante Emma Marrone), riscuote molto successo.

Tra i nomi stranieri, piacciono sempre più scelte come Vivian, Swami, Nicole, Althea e Zoe.

L'articolo Nomi femminili: i più belli e di tendenza per il 2018 proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/nomi-femminili-piu-belli-tendenza-2018/feed/ 0
Adolescenza, come affrontarla? I consigli per i genitori https://www.mammeup.it/adolescenza-come-affrontarla/ https://www.mammeup.it/adolescenza-come-affrontarla/#respond Tue, 28 Nov 2017 16:49:33 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33793 Tra le fasi dello sviluppo, indubbiamente l’adolescenza rappresenta uno dei più difficoltosi. Il passaggio dall’infanzia a questa fase più “adulta” è un momento non sempre facile da gestire: i bimbi, che prima erano più dolci e timidi, diventano ragazzini più difficili da comprendere, a tratti scontrosi. Un cambiamento che spaventa anzitutto chi lo vive, che […]

L'articolo Adolescenza, come affrontarla? I consigli per i genitori proviene da MammeUp.

]]>
Tra le fasi dello sviluppo, indubbiamente l’adolescenza rappresenta uno dei più difficoltosi. Il passaggio dall’infanzia a questa fase più “adulta” è un momento non sempre facile da gestire: i bimbi, che prima erano più dolci e timidi, diventano ragazzini più difficili da comprendere, a tratti scontrosi. Un cambiamento che spaventa anzitutto chi lo vive, che si trova a dover convivere con modifiche nell’aspetto e nel carattere. Infanzia e adolescenza sono due fasi diversissime e il periodo di passaggio tra l’una e l’altra può provocare disagio nei genitori. Come affrontare certi argomenti? Come trattare le domande più frequenti? Come gestire i conflitti?

Tipica degli adolescenti è, infatti, quell’attitudine allo scontro, la creazione di conflitti e discussioni per conquistare nuovi diritti: si tratta di momenti perfettamente normali, che non devono affatto spaventare i genitori. Non esiste una formula magica che consenta di attraversare questo periodo “indenni”, ma ci sono naturalmente alcuni utili consigli. Si può, infatti, fare affidamento su alcuni principi generali che ogni genitore più seguire per orientarsi meglio in questo labirinto! La prima regola, quella fondamentale, è mantenere la calma, senza lasciarsi spaventare.

Problemi adolescenziali

Adolescenza problemi, quelli non mancano mai! Riuscire a gestire al meglio i problemi adolescenziali può non essere semplice, ma la buona notizia è che non è impossibile. D’altronde, siete stati adolescenti anche voi genitori, anche se a volte tendete a scordarlo.

Adolescenza, il corpo che cambia

Tra le tematiche più delicate c’è naturalmente quella legata a corpo adolescenza: la preadolescenza coincide con lo sviluppo prepuberale e con la maturazione dei caratteri sessuali. Oggigiorno si dedica a questo argomento molta più attenzione, dopo anni durante i quali è stato quasi ignorato, poiché si assiste a una “precocizzazione”. Spesso i bimbi vengono turbati dal cambiamento in atto nel loro corpo e dalle aspettative sociali ad esso legate, quindi corrono il rischio di cedere a una pressione psicologica molto forte. In questi casi è importante ricordare che non si ha a che fare con dei “piccoli adulti”: errore frequente di alcuni genitori è proprio quello di trattare i bambini come se fossero già grandi.

Nonostante i preadolescenti si muovano in modo più disinvolto nel mondo, lo sviluppo emotivo è sempre lo stesso. Capita, quindi, che possano sentirsi a disagio percependo il loro corpo in modo diverso e che tendano a volersi isolare o mettere in atto forme di ritiro sociale. I genitori devono ascoltare con pazienza i figli, in questo caso, rispondendo alle domande senza saltare subito a conclusioni affrettate. Provate a riflettere sugli stimoli che offre il mondo esterno oggi e su come questi possano essere fraintendibili. Una guida adulta e affidabile è fondamentale in questi casi, perché funge da punto di riferimento: chi meglio di un genitore può esserlo?

Rapporto genitori figli durante l’adolescenza

Altri argomenti molto delicati sono il rapporto genitori figli e il conflitto genitori figli. A tal proposito, ecco alcuni consigli che possono tornarvi utili:

  1. Dare poche regole, ma con fermezza: ebbene sì, i classici paletti sono fondamentali. Come abbiamo anticipato, infatti, agli adolescenti serve una guida, che tuttavia non tenda a essere troppo severa. Cosa significa questo? che bisogna mantenere un equilibrio tra divieti e concessioni, dando fiducia ai figli, senza caricarli troppo di responsabilità. Ovviamente, la fiducia va data gradualmente. Il bambino deve guadagnarla a poco a poco, mostrando di essere in grado di seguire il suo percorso in modo autonomo.
  2. Essere protettivi ma non invadenti: difficile riuscire a rispettare il confine tra protezione e invadenza. La privacy dei figli va rispettata, ma ciò non vuol dire che si debba essere all’oscuro di tutto. Una cosa sicuramente sconsigliata è spiare negli smartphone o nei dispositivi dei bambini, a meno che non si abbiano seri sospetti su qualcosa che non va. Meglio cercare un dialogo diretto, invitando i figli a parlare liberamente, e rizzare le antenne per cogliere tutti i segnali.
  3. Non essere subito critici: può capitare che, durante la preadolescenza, i bambini assumano atteggiamenti discutibili, che i genitori non condividono. Il compito degli adulti, in questo caso, è non passare a conclusioni affrettate e sospendere il giudizio.
  4. Evitare di intervenire nei conflitti: per quanto possibile, sarebbe meglio non essere troppo protettivi. Questo significa che, pur mantenendo la massima allerta e osservando con attenzione ciò che accade, sarebbe meglio non immischiarsi per ogni cosa. È in questa fase che si inizia a capire come cavarsela da soli.

Come affrontare l’adolescenza dei figli

Ecco qualche altro consiglio per affrontare l’adolescenza dei figli nel modo migliore.

La comunicazione

Gli esperti sconsigliano di adottare un linguaggio adatto agli adulti. In buona fede, molti genitori trattano i figli come se fossero già grandi, attribuendo loro una capacità di comprendere che ancora non gli appartiene. Semplicità e chiarezza rimangono sempre le modalità di interazione migliori, lungo un percorso che mira a diventare sempre più complesso e articolato. Si gettano le basi all’inizio, per poi strutturare le interazioni.

Il conflitto genitori figli

Alla base del conflitto genitori figli ci sono, nella maggior parte dei casi, le incomprensioni. Partendo dall’elenco di consigli che abbiamo analizzato più sopra, potrete sicuramente sviluppare una modalità di interazione e di intervento efficace. Rispondere in modo aggressivo o generando nuovi conflitti, non è mai la strada migliore.

Comportamento apatico

Prima di allertarsi, sappiate che spesso il comportamento apatico è legato semplicemente alla ricerca di interiorità e di uno spazio che possa davvero essere proprio. È, dunque, una modalità di crescita e di ricerca. Qualora l’apatia si prolunghi o diventi comunque preoccupante, proponete attività come lo sport, che coinvolgano il bambino e l’adolescente e lo tengano positivamente impegnato. Coinvolgetelo, per quanto possibile, in attività ricreative, creative o all’aria aperta.

Adolescenza difficile

Adolescenza difficile cosa fare? Quella dell’aggressività è una tipica tematica dell’adolescenza. Anche in questo caso, valgono i punti di cui sopra. È molto importante ascoltare le esigenze del bambino, capire perché reagisce in determinati modi e anche mettere da parte l’orgoglio. Inutile lasciarsi trascinare in un infinito tiro alla fune, tanto in quel caso non l’avrebbe vinta nessuno. I genitori non devono perdere di vista le regole, fornendo dei paletti che devono essere rispettati. Stabilire confini che non devono essere superati è importante. Anche un’adolescenza difficile è risolvibile.

L'articolo Adolescenza, come affrontarla? I consigli per i genitori proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/adolescenza-come-affrontarla/feed/ 0
Metodo Montessori: aiutare il bambino a svolgere le attività da solo https://www.mammeup.it/metodo-montessori-aiutare-bambino-svolgere-le-attivita-solo/ https://www.mammeup.it/metodo-montessori-aiutare-bambino-svolgere-le-attivita-solo/#respond Tue, 28 Nov 2017 16:06:29 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33783 Nonostante la sua creazione risalga ai primi del Novecento, soprattutto negli ultimi tempi si è molto parlato del Metodo Montessori, diventato oggi un argomento di grande attualità. In tutto il mondo esistono asili nido, scuole dell’infanzia, primarie, superiori e college ispirati al pensiero di Maria Montessori. Quando venne ideato, l’educazione era molto rigida e diversa […]

L'articolo Metodo Montessori: aiutare il bambino a svolgere le attività da solo proviene da MammeUp.

]]>
Nonostante la sua creazione risalga ai primi del Novecento, soprattutto negli ultimi tempi si è molto parlato del Metodo Montessori, diventato oggi un argomento di grande attualità. In tutto il mondo esistono asili nido, scuole dell’infanzia, primarie, superiori e college ispirati al pensiero di Maria Montessori. Quando venne ideato, l’educazione era molto rigida e diversa da quella di oggi: i piccoli erano costretti in banchi dai quali non potevano muoversi e l’insegnamento era prettamente nozionistico.

Maria Montessori metodo educativo: il pensiero pedagogico di Maria Montessori si basa sulla creazione di un ambiente preparato scientificamente per permettere lo sviluppo delle abilità cognitive, sociali e morali di ogni essere umano. L’assunto di base è che in un ambiente favorevole e accogliente si riescono a osservare meglio le naturali manifestazioni umana. Così, si scopre che si può apprendere bene e con piacere, senza la necessità di ricorrere a premi e punizioni. Le tecniche di insegnamento sono rispettose dell’individualità di ognuno e lasciano i bimbi liberi di lavorare seguendo i propri ritmi e i propri interessi con materiali che permettono al corpo di sviluppare intelligenza e creatività. Lo scopo è sviluppare una personalità democratica e aperta al mondo.

In cosa consiste il Metodo Montessori

Ma in cosa consiste Metodo Montessori all’atto pratico? L’ambiente Montessori contiene materiali e attività che sono state progettate per favorire l’interesse di chi apprende. Vengono abbracciati tutti i campi del sapere, delle attività di vita pratica, arrivando all’algebra e alla geometria. All’interno della classe vi sono materiali di sviluppo che richiedono al bambino di dedicarsi all’apprendimento individualmente: può, cioè, scegliere i propri impegni.

I materiali che si trovano all’interno dell’ambiente invitano a scoprire caratteristiche del mondo e della natura e permettono l’auto-correzione dell’errore. Riuniscono, inoltre, l’aspetto cognitivo e immateriale dell’apprendimento con quello fisico e materiale. Così vengono favorite attività come concentrazione, auto-disciplina e amore per la vita.

Per quanto riguarda docenti e insegnanti, questi di dedicano alla guida dei bambini, aiutandoli nel percorso di crescita e presentando il modo corretto di utilizzare i materiali educativi. Vengono tenute lezioni sui idee e concetti più complessi. Fondamentale è sempre la disciplina di autocontrollo.

Il modello di Maria Montessori ha due elementi fondamentali:

  1. bambini e adulti si devono impegnare nella costruzione del proprio carattere attraverso l’interazione con i loro ambienti;
  2. i bambini, specialmente di età inferiore ai sei anni, subiscono un importante percorso di sviluppo mentale.

Sulla base delle sue osservazioni, la Montessori credeva che concedere ai bambini la libertà di scegliere e di agire liberamente, all’interno di un ambiente preparato secondo il suo modello, avrebbe spontaneamente contribuito ad uno sviluppo ottimale.

Metodo Montessori, scuola primaria

Cerchiamo di capire meglio come funziona il Metodo Montessori scuola primaria. Viene data preferenza alla didattica sotto forma di gioco e intrattenimento e l’apprendimento avviene con modalità che non annoiano, bensì intrattengono. Si forniscono diversi stimoli ai piccoli e ognuno può usare il gioco che preferisce, donandolo poi agli altri serenamente. Chi riceve attende il proprio turno senza prevaricare.

A supportare il lavoro indipendente svolto dai bimbi sono ambiente, insegnante e materiale di sviluppo. L’ambiente favorisce la sperimentazione, il lavoro individuale e di gruppo, la lettura e la consultazione di testi, lo studio di elementi forniti dalla natura, l’apertura alla realtà extrascolastica e al territorio, le attività manuali. All’insegnante spetta il compito di predisporre l’ambiente, stimolare e orientare i bimbi, assumere un ruolo di facilitatore e osservarne il percorso.

Il materiale è fatto di strumenti necessari per il lavoro psicomotorio e intellettivo dei bambini, che possono sceglierli liberamente, usandoli per il tempo che desiderano. Aiutano l’evoluzione della mente matematica, fino alla massima astrazione, che è quella algebrica, e aiutano a perfezionare, attraverso le strutture logiche del discorso, l’espressione linguistica.

Metodo Montessori a casa

È possibile anche ricreare il Metodo Montessori a casa, con un ambiente che permetta ai bimbi di scoprire ciò che li circonda, sperimentare e mettere alla prova le abilità, in modo da fargli acquisire nuove competenze. Basta qualche piccolo accorgimento per favorire le attività pratiche e quotidiane, già a partire dai 20 mesi.

Come spiegato dalla stessa Maria Montessori:

“Arrotolare un tappeto, spazzolare un paio di scarpe, lavare una catinella, apparecchiare una tavola, aprire e chiudere cassetti o sportelli, porte o finestre; assestare una stanza, mettere in ordine delle seggiole, ecc, sono esercizi ove tutto il corpo si muove o dove ora questo ora quel movimento si esercita particolarmente e si perfeziona. […] ma essi sono lavoro. E il lavoro dei muscoli che agiscono senza stancarsi perché l’interesse e la varietà li rianimano a ogni movenza” (M. Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti).

L'articolo Metodo Montessori: aiutare il bambino a svolgere le attività da solo proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/metodo-montessori-aiutare-bambino-svolgere-le-attivita-solo/feed/ 0
Canzoni di Natale per bambini https://www.mammeup.it/canzoni-natale-bambini/ https://www.mammeup.it/canzoni-natale-bambini/#respond Wed, 22 Nov 2017 15:03:09 +0000 https://www.mammeup.it/?p=965 Ormai manca veramente poco a Natale e oltre l’albero cosa può contribuire a creare la giusta atmosfera natalizia? Le canzoni di Natale per bambini è ciò che ci vuole, insieme a gustosi dolcetti natalizi e i regali sotto l’albero, che da tradizione non possono assolutamente mancare. Ma vediamo insieme alcune canzoni di Natale per bambini da scaricare […]

L'articolo Canzoni di Natale per bambini proviene da MammeUp.

]]>
Ormai manca veramente poco a Natale e oltre l’albero cosa può contribuire a creare la giusta atmosfera natalizia? Le canzoni di Natale per bambini è ciò che ci vuole, insieme a gustosi dolcetti natalizi e i regali sotto l’albero, che da tradizione non possono assolutamente mancare.

Ma vediamo insieme alcune canzoni di Natale per bambini da scaricare e ascoltare in famiglia, favorendo gioia e divertimento in questo periodo dell’anno tanto atteso (soprattutto dai più piccoli!).

Canzoni di Natale per bambini, Zecchino d’Oro

Uno dei più importanti festival della Canzone del Bambino, lo Zecchino d’Oro, fin dalla sua nascita ha costituito un pozzo di risorse per il Natale. Un evento che è diventato parte del patrimonio artistico e culturale italiano, tanto che nel 2008 gli è stata attribuita la targa “Patrimoni per una cultura di pace”, consegnata durante una cerimonia che ha visto come organizzatori i Club e i centri UNESCO.

Così da oltre 50 anni questo festival ci accompagna con delle canzoni che sono diventate successi consolidati: ancora oggi le cantiamo insieme ai nostri bambini, o sbagliamo?

Non tutti però sanno, che il patrimonio dello Zecchino d’Oro comprende anche canzoni di Natale per bambini delle quali abbiamo fatto una selezione che potrete trovare qui sotto.

Tra le canzoni di Natale per bambini dello Zecchino d’Oro troviamo:

  • Bianco Natale
  • Din, Don, Dan
  • Happy Xmas

Canzoni di Natale per bambini da ascoltare

Le canzoni di Natale oltre a farvi entrare appieno nell’atmosfera di questo momento magico, riempiranno i vostri cuori di gioia e felicità. A questo link potrete trovare una serie di canzoni di Natale per bambini da ascoltare mentre si prepara l’albero o si scartano i regali.

Su YouTube, oltre a quella che vi abbiamo proposto, vi sono numerose playlist da ascoltare insieme ai più piccoli, basta solo cercare!

Canzoni di Natale per bambini da scaricare

Se volete creare delle playlist, da tenere sempre a portata di mano, sul vostro smartphone o iPod, non temete perché online ci sono una serie di risorse scaricabili per quanto riguarda le canzoni di Natale per bambini in mp3, come ad esempio quest’app per ascoltare tutte le canzoni di Natale insieme ai vostri piccoli.

Canzoni di Natale per bambini in inglese

Si sà i bambini riescono ad apprendere meglio di un adulto le lingue straniere, perché allora non iniziare fin da subito facendo loro ascoltare delle canzoni di Natale in inglese? Online si trovano tante risorse, specialmente su YouTube, per ascoltare canzoni di Natale in inglese con i vostri bambini.

Tra le più famose troviamo Jingle Bells, Silent Night e Oh Happy Day.

L'articolo Canzoni di Natale per bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/canzoni-natale-bambini/feed/ 0
Babbo Natale e psicologia: quando dirlo ai bambini https://www.mammeup.it/babbo-natale-psicologia-dirlo-ai-bambini/ https://www.mammeup.it/babbo-natale-psicologia-dirlo-ai-bambini/#respond Fri, 10 Nov 2017 16:52:09 +0000 http://www.mammeup.it/?p=682 Babbo Natale esiste? Arriva un momento in cui praticamente ogni genitore si sente fare questa fatidica domanda. Il mitico personaggio che gira il mondo a bordo della sua slitta trainata da renne per consegnare i regali esercita un forte fascino sui più piccoli, soprattutto quando sono in tenera età. È bello immaginare che ci sia qualcuno […]

L'articolo Babbo Natale e psicologia: quando dirlo ai bambini proviene da MammeUp.

]]>
Babbo Natale esiste?

Arriva un momento in cui praticamente ogni genitore si sente fare questa fatidica domanda. Il mitico personaggio che gira il mondo a bordo della sua slitta trainata da renne per consegnare i regali esercita un forte fascino sui più piccoli, soprattutto quando sono in tenera età. È bello immaginare che ci sia qualcuno che attraversa il globo da un capo all’altro con un carico di doni, ma fino a che punto lo si può fare? Ovviamente i genitori si chiedono se sia giusto incoraggiare questa credenza, magari mettendo in piedi ogni anno una messinscena con tanto di travestimento, o se è meglio far capire ai bambini che si tratta solo di una leggenda. Qualora, poi, il bimbo scopra da solo che non esiste, non è sempre semplice comprendere come comportarsi. In tal senso, sono state fatte molte ricerche, che parlano dei benefici e delle controindicazioni  del credere a Babbo Natale.

Prima di tutto, può essere utile sapere che non c’è pericolo che i piccoli diventino dei creduloni, anche se pensano che Babbo Natale esista. I bambini molto piccoli sono ben capaci di distinguere tra immaginazione e realtà, nonostanto quanto si credeva fino a non molto tempo fa. L’autorevole psicologa Alison Gopnik, ad esempio, ha scritto che quando i bimbi fanno “finta di”, stanno in realtà esercitando una capacità cruciale dal punto di vista evolutivo, cioè immaginano modi alternativi in cui la realtà potrebbe essere. Pensare che Babbo Natale esiste, dunque, può essere un utile esercizio per allenare le capacità di ragionamento controfattuale. Pare, addirittura, che pensare che ci sia un anziano signore barbuto che scende dal camino richieda la stessa immaginazione che richiede la risoluzione di un problema scientifico.

Anche altri esperti sono concordi nell’affermare che crede a Babbo Natale rappresenti una normale fase dello sviluppo cognitivo. Lo stesso principio vale anche quando si crede ad altri personaggi. Jacqueline Wooleey, psicologa all’università del Texas, ritiene ad esempio che la storia di Santa Claus, più che una bugia vera e propria, sia una sorta di esortazione a partecipare a una storia di fantasia. Secondo la psicologa Carole Slotterback, inoltre, non esiste alcun pericolo che la scoperta della non-esistenza di Babbo Natale possa essere un trauma significativo. Al di fuori del coro è la voce di David Kyle Johnson, professore di filosofia, che ritiene che quella su Babbo Natale sia una bugia inutile, che mina la fiducia nei grandi.

Come spiegare ai bambini che Babbo Natale non esiste

Di norma, fino a cinque anni i bimbi credono incondizionatamente a Babbo Natale. A sette dubitano, a nove smettono di crederci. La rivelazione avviene, nella maggior parte dei casi, in graduale e i bambini ci arrivano grazie ad alcuni indizi. Secondo gli psicologi è meglio non fare grandi “rivelazioni” per spiegare che non esiste ma, piuttosto, lasciare che siano i bimbi a scoprirlo da soli. Se ci arrivano, sarà un piccolo traguardo, che li farà sentire parte del mondo dei grandi.

Qualche curiosità su Babbo Natale…

La figura di Babbo Natale è presente in molte culture: è un elemento importante della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in America, in Giappone e in altre parti dell’Asia orientale. Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus nei paesi anglofoni, derivano principalmente da uno stesso personaggio storico: san Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città situata nell’odierna Turchia), di cui per esempio si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli, rapiti ed uccisi da un oste, e che per questo era considerato il Protettore dei bimbi. L’appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di san Nicola. Che ci si trovi in Giappone, in Europa o negli Stati Uniti, poco cambia: resistere al suo fascino è impossibile!

L'articolo Babbo Natale e psicologia: quando dirlo ai bambini proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/babbo-natale-psicologia-dirlo-ai-bambini/feed/ 0
Babbo Natale esiste? Come affrontare la domanda https://www.mammeup.it/babbo-natale-esiste-affrontare-la-domanda/ https://www.mammeup.it/babbo-natale-esiste-affrontare-la-domanda/#respond Thu, 09 Nov 2017 09:44:33 +0000 http://www.mammeup.it/?p=670 Chiunque sia stato bambino sicuramente avrà creduto, per buona parte della sua infanzia, all’esistenza di Babbo Natale.  Quella figura fantastica panciuta, vestita di rosso con una lunga barba bianca che vola tra le nuvole del cielo a bordo di una slitta trainata da renne per portare a tutti i bambini del mondo i regali desiderati per […]

L'articolo Babbo Natale esiste? Come affrontare la domanda proviene da MammeUp.

]]>
Chiunque sia stato bambino sicuramente avrà creduto, per buona parte della sua infanzia, all’esistenza di Babbo Natale.  Quella figura fantastica panciuta, vestita di rosso con una lunga barba bianca che vola tra le nuvole del cielo a bordo di una slitta trainata da renne per portare a tutti i bambini del mondo i regali desiderati per il giorno di Natale.  Una leggenda bellissima che rende magica l’infanzia di ogni bambino che una volta cresciuto, purtroppo, perde la capacità d’immaginare e fantasticare tipica di quando si è più piccolini.Capita spesso a chi è genitore che i propri figli quando iniziano a crescere gli facciano la fatidica domanda: Babbo Natale esiste? Molti di voi si saranno chiesti come rispondere a questa domanda. Spesso sono gli amici o i compagni di scuola  a svelare che Babbo Natale non esiste, oppure capita che i genitori vengano sorpresi mentre ripongono i regali sotto l’albero. L’età in cui questo può succedere è variabile dai cinque anni sino ai sette. E’ molto importante, però, sapere come rispondere quando vostro figlio vi farà questa domanda perché è un momento cruciale che mette in gioco il rapporto genitore- figlio e la fiducia che i vostri figli ripongono in voi. Il rischio infatti è che i bambini la vivano come una delusione o tradimento.

Una delle prime cose da fare, allora, è scoprire che cosa ha spinto vostro figlio  a porvi la domanda. Se ha sentito qualcosa a scuola o magari una parte della storia non lo convince.

E’ importante capire che anche se vostro figlio vi ti sta facendo delle domande non significa necessariamente che è emotivamente pronto per conoscere la verità. Se gli chiedete “Beh, cosa ne pensi?” potrete capire se è pronto a meno a conoscere la verità.

E’ fondamentale capire qual è il modo migliore di dire la verità a vostro figlio e sopratutto capire se lui ha bisogno di credere in qualcosa di magico. 

Se volete dire la verità al vostro potreste avere diversi approcci. Anziché  dire direttamente che Babbo Natale non esiste, potreste spiegargli chi era veramente e raccontargli la storia di San Nicola che è  realmente esistito. Spiegare che San Nicola era una persona e perché è diventato “Babbo Natale”, non solo può aiutare a ridimensionare la sua delusione, ma può anche alimentare nel bambino un po’ di sano altruismo. In questo modo oltretutto, vengono mantenuti i riti piacevoli cui si aggiunge una nuova complicità con vostro figlio.

Chi era San Nicola?

 Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di San Nicola che è vissuto nel IV secolo, e si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre. La tradizione racconta che san Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi e – in un’altra occasione – salvò tre fanciulli. Durante il  Medioevo si diffuse in tutta l’Europa l’uso di commemorare questa vicenda con lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). Questa usanza c’è ancora in auge nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige) e la notte del 5 dicembre. A i bambini cattivi buoni San Nicola lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe.

Nei Paesi protestanti san Nicola via via perse l’aspetto del vescovo ma mantenne il ruolo benefico col nome di SamiklausSinterclaus Santa Claus. I festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale.

L’uomo la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America grazie alla fantasia di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse una poesia in cui lo descriveva come ormai tutti lo conosciamo. Questo nuovo Santa Claus ebbe successo, e dagli anni Cinquanta conquistò anche l’Europa diventando, in Italia, Babbo Natale.

L'articolo Babbo Natale esiste? Come affrontare la domanda proviene da MammeUp.

]]>
https://www.mammeup.it/babbo-natale-esiste-affrontare-la-domanda/feed/ 0