linguaggio del bambino

Quando nasce un bambino ciò che colpisce principalmente i genitori è la novità e l’unicità di quella nuova creatura. Una storia tutta nuova che si differenzia dalle altre che eventualmente l’hanno preceduta e quelle che verranno. Un esempio molto chiaro di questa grande diversità è data dal linguaggio del bambino. non tutti lo sviluppano allo stesso modo, tanto che spesso i genitori si interrogano su quando i bambini iniziano a parlare. Soprattutto se questo non dovesse avvenire nei tempi previsti, se sia il caso di preoccuparsi e di intervenire per stimolare il linguaggio nel bambino.

Tutte domande legittime, sia per la curiosità di avere un’interazione più profonda con il proprio figlio, sia per assicurargli una crescita sana e regolare. Vediamo quindi di capire quando parlano i bambini, come lo fanno e quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per non allarmarsi e consentire al pargolo tutta la serenità del caso.

Quando (e come) i bambini imparano a parlare

Comprendere il linguaggio dei bambini e come questo avviene è motivo di profondo interesse nel mondo scientifico e linguistico. Le competenze e l’apprendimento del linguaggio hanno tratti innati che parallelamente devono essere stimolati. I bambini, infatti, imparano a parlare sia ascoltando i suoni che li circondano sia crescendo e sviluppando diverse capacità, tra cui quelle cognitive e di distinzione dei suoni.

La lallazione

All’inizio il bambino emula i suoni e le parole che gli vengono ripetute, anche se non le comprende del tutto e occorre tempo prima che le associ a una realtà specifica. La prima fase del linguaggio del bambino è quella cosiddetta della lallazione. Essa si verifica quando il bambino ripete delle sillabe simili tra loro. È il caso delle parole mamma, papapa, lalala, eccetera. Sono suoni privi di significato, ma la loro ripetizione spesso diverte il bambino, che impara sempre più ad “articolare parole” e tramite esse a comunicare.

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Lo sviluppo del linguaggio

I primi mesi di vita del bambino sono quelli più intensi e articolati, non solamente per gli aspetti burocratici, ma anche perché si è costantemente investiti di novità. Per quel che riguarda lo sviluppo della parola è importante ricordare come il linguaggio faccia parte dei processi di crescita del bambino e che quindi questo deve avvenire in maniera graduale. Spesso i genitori si domandano come possano favorire il linguaggio del loro bambino; la prima risposta è quella di parlare con loro. L’interazione genitori figli, ma anche amici e bambini, è l’esperienza migliore che il neonato possa fare per imparare a comunicare con chi gli sta accanto. Possiamo poi individuare altri tre consigli utili per favorire il linguaggio del bambino:

  • lettura;
  • definizione delle cose;
  • stimolazione

Un altro consiglio utile riguarda la lettura. Tra i regali da fare a un bambino i libri sono importantissimi non solo come divertimento, ma anche per permettergli d’ascoltare il suono delle parole e abbinarlo alle immagini. In questo senso parliamo della “definizione delle cose”. Molto spesso con i bambini si utilizzano espressioni simpatiche ma che non hanno alcuna attinenza con la realtà (il cosiddetto bambinese). È invece utile indicare al bambino come si chiamano gli oggetti e le persone che lo circondano, in modo che possa memorizzarle e imparare a utilizzarle. Per questo è doveroso stimolare il bambino a parlare e non soddisfare subito i suoi bisogni avendo intuito quali sono. Per farsi comprendere il bambino può usare anche altri metodi oltre alle parole, ma per apprendere il linguaggio è importante che impari a utilizzarle.

Le diverse fasi

Ricordando sempre che molto dipende anche dall’unicità del bambino, prima di allarmarsi paventando la presenza di un ritardo nel linguaggio, vediamo quali sono le principali fasi con le quali un neonato impara a parlare.

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Dal primo mese il bambino ha la capacità di distinguere i suoni ma principalmente ancora si interessa ai volti. Dal secondo mese riesce a distinguere le voci, reagendo a quelle dei suoi genitori. Tra i primi disturbi del linguaggio possono essere rintracciati nel bambino che in questa fase non esprime alcuna vocalità. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio pediatra per effettuare tutte le verifiche e le eventuali analisi del caso.

Al quarto mese il bambino impara a riconoscere i vocalizzi e inizia a riconoscere i suoni della lingua. Dal sesto mese li riesce a identificare ancora meglio iniziando la fase cosiddetta della lallazione. Dal 9 mese e fino al compimento del primo anno, il bambino matura le capacità di articolare i suoni e il linguaggio introducendo le prime parole (generalmente mamma e papà). Il bambino inizia quindi propriamente a parlare dal primo anno, introducendo un numero limitato di vocaboli (inizialmente non più di 10), facendosi capire anche indicando gli oggetti di interesse. Dal diciottesimo mese aumenta il numero di parole presenti nel suo vocabolario arrivando a una vera e propria maturazione nel giro dei mesi successivi. Già dal secondo anno di vita conosce oltre le cento parole, imparando anche ad abbinarle.

Generalmente dal secondo anno di vita i fenomeni linguistici tendono a essere gli stessi per tutti i bambini. È quindi durante i primi 24 mesi che si determina il linguaggio del bambino. In questa fase i genitori hanno il compito di parlare molto con i figli, instaurando anche tramite il linguaggio un rapporto di fiducia e conoscenza reciproca.

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