Latte materno

Il latte materno è senza ombra di dubbio la fonte di nutrimento migliore che un neonato possa assumere nei primi mesi di vita. È l’alimento più sano, completo e nutriente che ci sia e dovrebbe essere l’unica fonte di sostentamento per il bambino nei primi sei mesi di vita. Successivamente, salvo casi e scelte particolari, la mamma decide se iniziare o meno il processo di svezzamento, inserendo nell’alimentazione del bambino anche altri cibi. L’indicazione è comunque quella di mantenere il latte materno come scelta prioritaria fino ai due anni di vita (o quando mamma e bambino lo vogliono) anche come alimento complementare ad altri cibi.

La produzione del latte materno

Il processo di produzione del latte materno, nella sua delicatezza e complessità, è estremamente importante per la crescita del bambino. Motivo per cui il consiglio, laddove possibile, è sempre quello di preferire l’allattamento al seno alla somministrazione di latte artificiale. Questo processo di produzione avviene a prescindere dalle dimensioni del seno della mamma; non c’è un senso meglio o peggio dell’altro, in quanto biologicamente ogni donna dopo il parto, salvo situazioni specifiche, sono in grado di produrre il latte sufficiente per alimentare il proprio bambino.

Avviene infatti che quanto latte viene consumato a pasto dal bambino viene reintegrato naturalmente per le poppate successive. Il latte viene prodotto in apposite ghiandole e, passando tramite dei dotti, viene succhiato dal bambino attraverso il capezzolo.

Com’è fatto il latte materno

Già durante la gravidanza il corpo della futura mamma produce sia l’ossitocina che la prolattina, due ormoni fondamentali per l’allattamento. Quando il bambino è appena nato, il seno produce il colostro, un liquido denso e giallastro, che rappresenta il primo nutrimento per il neonato. Il colostro ha anche un effetto lassativo, aiutando il bambino a eliminare le prime feci e contribuisce all’espulsione dell’eccesso di bilirubina (una sostanza di scarto). Il colostro contiene anticorpi (le immunoglobuline A o IgA) che difendono il piccolo dall’aggressione di virus e batteri.

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Dopo la prima settimana di allattamento, il colostro cambia gradualmente la propria composizione per lasciare posto al cosiddetto latte di transizione, meno ricco di proteine, ma più carico di zuccheri. A due settimane dalla nascita, il seno materno è pronto per produrre il latte maturo dall’aspetto acquoso: si tratta di un alimento dalla composizione equilibrata che garantisce al bambino, sino al sesto mese di vita, il nutrimento adeguato.

Complessivamente il latte materno è composto principalmente da cellule vive, proteine, amminoacidi, zuccheri complessi, enzimi, fattori di crescita, ormoni, vitamine, anticorpi, minerali e acidi grassi. Un mix di sostanze estremamente benefiche e indispensabili per la crescita e lo sviluppo del bambino.

I benefici del latte materno

Il latte materno è ricco di elementi che rafforzano il sistema immunitario e proteggono dalle infezioni. Riduce il rischio di manifestazioni più gravi della celiachia. Aiuta nello sviluppo della flora batterica, che migliora il funzionamento dell’intestino. È molto probabile, anche se ancora non c’è la certezza assoluta, che eviti l’insorgere di allergie alimentari, per lo meno per tutto il tempo che dura l’allattamento.

Nel latte sono contenuti gli zuccheri, indispensabili per fornire al neonato le energie necessarie per ogni attività dell’organismo (basti pensare che, per esempio, il cervello, triplica il suo peso nel primo anno di vita) e le proteine, fondamentali per la crescita degli organi del bambino. Inoltre, sono presenti i grassi, le vitamine e i sali minerali in una composizione equilibrata e bilanciata per le specifiche esigenze del piccolo. Attraverso il latte, il neonato riceve, infine gli anticorpi materni: queste sostanze proteggono il bambino nei primi mesi di vita dalle malattie più comuni.

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Il latte materno fa bene anche alle mamme in quanto è protettivo verso il cancro al seno e aiuta a recuperare il peso precedente la-gravidanza, dal momento che produrre il latte costa energia, che viene in gran parte dai depositi di grasso.  L’allattamento funziona, fino a un certo punto, anche da anticoncezionale e non solo perché riduce nella donna il desiderio sessuale, ma perché contrasta l’impianto di embrioni nell’utero. Dal punto di vista psicologico, il contatto bocca-seno rafforza il rapporto tra madre e bambino.

Dubbi, curiosità e informazioni utili sul latte materno

Sono in molti a domandarsi quanto latte produce una mamma che allatta ma, come abbiamo visto, la risposta non è univoca, ma comunque risolutiva. Ogni mamma produce il latte necessario al suo bambino. Il rapporto intimo, unico e insostituibile tra mamma e bambino è tale anche nella sincronizzazione tra domanda e offerta, tra bisogno e fornitura di latte.

Per quel che riguarda cosa mangiare per aumentare il latte materno, anche in questo caso non ci sono indicazioni specifiche perché non è l’alimentazione a influenzare la produzione di latte. A differenza dell’alimentazione in gravidanza, nella quale ci sono cibi che vanno assolutamente evitati e altri che vanno valutati caso per caso, durante l’allattamento ci sono meno vincoli, nonostante sia fondamentale continuare a seguire un regime sano ed equilibrato.

Un consiglio utile è quello relativo alla pulizia del seno. L’organismo femminile è preparato all’allattamento ed esistono nelle mammelle delle ghiandole destinate alla disinfezione dell’areola (la parte che entra a contatto con  la bocca del bambino). Per questo non serve utilizzare prodotti o trattamenti particolari oltre a quelli impiegati per la normale igiene personale.

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