autismo

Sono davvero tanti i luoghi comuni sull’autismo. L’autismo infantile è uno degli argomenti di dibattito più accesi e oggi cercheremo di fare un po’ di chiarezza in merito. Anzitutto, bisogna dire che l’autismo non è una malattia, bensì una sindrome. Esistono molte forme di autismo ed esistono molte combinazioni di questa sindrome: alcuni bambini autistici, ad esempio, hanno un elevatissimo quoziente intellettivo, mentre altri hanno dei deficit. Difficile, quindi, fare un unico discorso onnicomprensivo.

Autismo: come riconoscerlo?

Autismo come riconoscerlo? Più che parlare di prove inconfutabili, possiamo parlare di segnali. A proposito dell’argomento autismo come si manifesta, possiamo dire che esistono alcuni segni che attirano l’attenzione di un genitore e che lo portano a prendere in considerazione l’idea di un consulto con uno specialista. Da queste semplice premessa si comprende bene come per parlare di autismo sintomi ci voglia grande delicatezza e attenzione.

Ecco dunque alcuni segnali di autismo nei bimbi di 2/3 anni:

  • presenza di sguardo laterale (difficoltà a intercettare lo sguardo di chi parla);
  • movimento di mani e piedi senza scopo apparente;
  • ripetitività dell’esecuzione di una qualche attività.

Autismo, le cause

Autismo cause, quali sono. Da molto tempo gli studiosi cercano di indagare le cause dell’autismo, che rimangono ancora in parte incerte. Da studi recenti è emerso che si tratta di una combinazione di fattori, tra cui quelli genetici. È stato, ad esempio, dimostrato che una combinazione di 7 geni determina una predisposizione al disturbo autistico (predisposizione, cioè non manifestazione certa del disturbo). Non si sa ancora quali siano le cause esterne, ma spesso è stato evidenziato un legame con forti infezioni o malattie infettive.

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Autismo e vaccini

Di grande attualità è il dibattito che lega autismo e vaccini. Non esiste, in tal senso, alcuna prova certa che vi sia una correlazione tra le due cose. Nel mese di novembre 2017, il gip di Trani ha archiviato un’inchiesta che mirava a indagare un eventuale rapporto di causa tra la somministrazione dei vaccini e l’insorgere della malattia, arrivando alla conclusione che non esiste alcun nesso scientifico tra i vaccini e l’autismo. La sindrome, infatti, colpisce in misura uguale chi si sottopone alla terapia e chi la evita.

Forme di autismo

Alcuni esperti preferiscono parlare in termini di disturbi dello spettro autistico, poiché esistono diverse forme di autismo. La sindrome si esprime a vari livelli di gravità, dunque è considerate più corretto parlarne così. Esistono, infatti, forme di autismo lievi e forme di autismo più severe.

La sindrome di Asperger è considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentato con l’autismo, che tuttavia non presenta compromissione dell’intelligenza, della comprensione e dell’autonomia, a differenza delle altre patologie classificate in questo gruppo.

Guarire dall’autismo, si può?

Guarire dall’autismo, ecco un altro tema molto delicato. Attualmente, non è stata scoperta alcuna cura davvero efficace contro la sindrome, che accompagnerà l’individuo per tutta la vita. La risposta, dunque, è negativa: non si può guarire dall’autismo.

A quanti si chiedono come curare l’autismo, possiamo dire che è possibile fare ricorso a interventi di riabilitazione che possono consentire al bambino di raggiungere un certo livello di autonomia e le cui probabilità di successo sono maggiori se vengono effettuati precocemente.

Metodo ABA per autismo

Metodologia ABA per autismo, cosa è? Il metodo ABA autismo si basa sul ramo applicativo dell’Analisi del Comportamento, quella scienza che si occupa di descrivere le relazioni tra il comportamento degli organismi e gli eventi che lo influenzano. Questo metodo si è rivelato efficace con i bambini autistici e ha lo scopo di ridurre quei comportamenti disfunzionali, promuovendone altri appropriati. L’acronimo ABA sta per Applied Behavior Analysis (traducibile con Analisi del Comportamento applicata).

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ABA autismo. Il metodo si basa su un processo in tre fasi:

  1. studiare il comportamento scomponendolo in tutte le sue parti
  2. capire in modo oggettivo quale conseguenza mantiene un determinato comportamento
  3. modificare le condizioni alla base di quel comportamento per promuovere i comportamenti positivi e ridurre quelli negativi

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