Autostima nei bambini

Un problema sempre più frequente e che anticipa sempre di più la sua comparsa nei bambini è quello dell’autostima. Sono diverse le cause e i modi con cui l’autostima si abbassa o, addirittura, si annulla fin dalla giovanissima età. Spesso i genitori non sanno cosa fare e si ritrovano in casa dei figli con il morale a terra e con l’incapacità di essere aiutati. Trattandosi di un problema molto serio è fondamentale non sottovalutarlo né, come vedremo, esasperarlo, ma è importante prenderne consapevolezza.

Che cos’è l’autostima

Iniziamo definendo questo concetto. Per l’Enciclopedia Treccani l’auto stima è la “considerazione che un individuo ha di sé stesso”. Quindi può essere applicata anche ai bambini. Inoltre “l’autovalutazione che è alla base dell’autostima può manifestarsi come sopravvalutazione o come sottovalutazione a seconda della considerazione che ciascuno può avere di sé, rispetto agli altri o alla situazione in cui si trova”.

Il mito dell’uomo perfetto

Parlando di autostima nei bambini, anche in relazione alla definizione che ne abbiamo appena dato, è fondamentale tentare (anche se è molto difficile) di sfatare un mito: quello dell’uomo perfetto. Viviamo in una società che non solo non accetta l’errore e il diverso, ma che non riesce nemmeno a tollerare la mancanza di massima efficienza. Nonostante questa, in maniera non troppo paradossale, è ampiamente manifesta (e non può essere altrimenti) ci si ostina ad autoconvincersi che bisogna essere sempre al massimo della forma. “Devi essere felice”, “Devi fare di più”, “Non hai motivi per essere triste”, eccetera, sono tutte frasi che, seppur comprensibili in alcuni contesti, rischiano di minare l’autostima nei bambini prima e negli adulti dopo.

Nessun uomo, tantomeno quando è bambino, è esente dalla fiacca, dalla tristezza e dal fallimento. L’educazione non dovrebbe minare a rimuovere gli ostacoli che creano stanchezza, infelicità o insuccesso, ma a maturare quella convinzione di essere importanti e unici anche quando si vive una condizione di insoddisfazione.

Le cause

Riuscire a individuare le cause della bassa autostima nei bambini non è semplice, anche perché significherebbe analizzare diversi aspetti della nostra società. C’è sicuramente da registrare quanto appena detto sulla folle presunzione di crescere bambini svincolati dalla realtà. È chiaro che ogni genitore ed educatore vorrebbe che i bambini e i ragazzi fossero sempre sereni, ma dovrebbe essere altrettanto chiaro che la serenità non la si costruisce eliminando le fonti di tristezza. Sia perché ognuno reagisce a modo suo di fronte alle difficoltà, sia perché esse non possono essere mai del tutto eliminate. Inoltre è la capacità di affrontarle che permette al bambino e al ragazzo di maturare l’autostima. Questa è una risposta, più che un dato che dovrebbe essere innato per natura.

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Più che vere e proprie cause ci sono sicuramente da registrare fenomeni sociali che aumentano i rischi legati alla bassa autostima nei bambini. Sono i fenomeni del bullismo a scuola, ma anche a tutte quelle dinamiche che esplodono sui social network e di cui molto spesso le famiglie non riescono a essere al corrente. Il confronto, specie se esasperato, con i propri coetanei può portare ad aumentare il senso di inadeguatezza che compromette l’autostima.

Quando è a rischio l’autostima

Sono diversi i momenti e le cause che minano l’autostima nei bambini. Eventi tragici, fallimenti scolastici, problemi relazionali, tensioni familiari; tutto concorre a mettere a repentaglio la stabilità dei bambini. Inoltre quando si parla di autostima bisogna sempre fare riferimento alle aspettative che uno si crea e si pone. Aspettative sia del bambino stesso che, anche, dei genitori, dei fratelli, degli amici, degli insegnanti, eccetera. È bene avere alte aspettative, ma è doveroso sapere che più queste sono alte e lontane, più c’è il rischio di ferire l’autostima, di generare quel senso di frustrazione che porta il bambino (e poi il ragazzo e l’uomo) ha pensare di non essere all’altezza.

Sono due i principali momenti della vita di un bambino in cui c’p un maggiore rischio di perdere l’autostima. Il primo è intorno ai 10 anni, quando termina l’infanzia e il bambino affronta una nuova fase della sua vita. Il secondo è dopo la maggiore età, quando il ragazzo, non più bambino, inizia a percepire maggiormente i doveri e le responsabilità della vita.

Come aumentare l’autostima nei bambini

Com’è facile intuire aumentare l’autostima nei bambini non è per niente semplice, anche perché affrontare il problema dopo che è emerso rende tutto molto più complicato. Come abbiamo avuto modo di anticipare è fondamentale non imporre al bambino aspettative esagerate o che non sono adatte a lui. Molti problemi in questo senso, infatti, si verificano nel confronto con altri ragazzi. L’autostima nei bambini è a rischio a scuola, ma anche in casa con i fratelli e con i propri stessi genitori. Molte volte si fanno paragoni che portano i bambini a sentirsi non all’altezza: “gli altri ce l’hanno fatta e io no, quindi non sono adeguato”. Se questa mentalità, anche velatamente, viene favorita, nella coscienza del bambino avviene un’esplosione che è poi difficile controllare.

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Consigli utili per i genitori

Non esistendo soluzioni automatiche, in quanto ogni bambino fa storia a sé, è importante mettersi sempre in gioco e non tentare di delegare ad altri il problema. Questo deve essere affrontato di petto, ma non facendolo in maniera esplicita. Non è utile andare dal bambino e dirgli “hai problemi di autostima”, ma fare in modo che egli percepisca di essere stimato e maturi una propria identità tale da affrontare gli eventi della sua vita. Non deve né esaltarsi né sconfortarsi, ma avere la maturità di sapere che le difficoltà ci sono e che la loro comparsa non è una colpa, né tantomeno la conferma che loro non saranno in grado di affrontarle.

A tal proposito è decisivo sottolineare un aspetto: le difficoltà vanno affrontate, ma si possono anche perdere. Non è la sconfitta a creare problemi di autostima, ma è la presunzione di dover vincere sempre. Questa idea è radicata anche in molti adulti e nella società, per cui è difficilissimo riuscire a non farla passare anche ai bambini. Il mito dell’uomo perfetto si configura anche nell’idea di dover crescere moderni gladiatori pronti a vincere ogni battaglia. I bambini devono imparare a vivere e a gestire sia le cose belle che quelle brutte, non a illudersi che le cose brutte possano non esserci.

In questo senso è utile comunicare ai bambini attenzione per tutto quello che fanno. Durante la crescita è importante che i bambini capiscano che ci sono dei limiti e che non tutto gli è dovuto. È utile anche che essi corrano dei rischi e che sbaglino. L’ascolto e l’incoraggiamento, infine, possono essere occasioni preziosissime per educarli ad avere una corretta stima di sé.

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