Gravidanza – MammeUp https://www.mammeup.it Tutto per le mamme 2.0 Wed, 30 Sep 2020 15:31:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 Parto in acqua, tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/parto-acqua-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/parto-acqua-quello-ce-sapere/#respond Tue, 29 Sep 2020 06:20:11 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33752 Poter partorire in acqua è una scelta molto diffusa, soprattutto per i benefici (in termine di riduzione del dolore del travaglio), che molte donne praticano o prendono in considerazione. Si tratta, indubbiamente, di una modalità molto diversa da quella più tradizionale, che fa dell’elemento dell’acqua, con il suo effetto rilassante e dolce, il punto di […]

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Poter partorire in acqua è una scelta molto diffusa, soprattutto per i benefici (in termine di riduzione del dolore del travaglio), che molte donne praticano o prendono in considerazione. Si tratta, indubbiamente, di una modalità molto diversa da quella più tradizionale, che fa dell’elemento dell’acqua, con il suo effetto rilassante e dolce, il punto di forza. A introdurre il parto in acqua è stato inizialmente un medico russo di nome Igor Tjarkowskij e il metodo è stato poi importato anche in Francia, dove è stato consolidato da un altro medico, Michel Odent.

Oggi è possibile richiedere il parto naturale in acqua in molti ospedali; sempre più strutture in Italia si stanno attrezzando ed è anche possibile fare ricorso a un’ostetrica che, a domicilio, può seguire la partoriente avvalendosi della vasca o di piscine gonfiabili di gomma, riscaldate per l’occasione.

Come si fa a partorire in acqua?

Quando il travaglio è iniziato e sono presenti tre centimetri di dilatazione, la donna può immergersi, ma niente le vieta di farlo anche prima. La temperatura calda dell’acqua, infatti, permette di avvertire meno dolore durante le contrazioni. Anche se la futura mamma è immersa, il ritmo cardiaco del feto viene costantemente monitorato e l’ostetrica può massaggiare la schiena per ottenere un maggiore rilassamento della muscolatura lombare.

Quando poi il parto è avanzano e servono le ultime spinte, raramente si effettua l’episiotomia, perché i genitali, grazie al caldo dell’acqua, sono irrorati di sangue, diminuendo la percentuale di lacerazioni vaginali. Una volta nato, il bimbo viene dato alla mamma in attesa che il cordone ombelicale smetta di pulsare. Quando lo fa, significa che il piccolo ha iniziato a respirare, quindi viene visitato.

Parto in acqua: pro e contro

Perché scegliere il parto in acqua? È una pratica consigliata dai medici o ha delle controindicazioni? Tutte le donne la possono scegliere o ci sono delle condizioni da rispettare? Il parto è una delle esperienze più forti e più in grado di mettere a dura prova il fisico. La donna si ritrova faccia a faccia con paure, ansie e aspettative, il tutto concentrato in un evento che arriva dopo nove mesi di attesa. Domande lecite e legittime che molte donne si pongono durante la preparazione al parto quando iniziano a ragionare per decidere come vivere questo momento.

I vantaggi

Diciamo fin da subito che il parto in acqua non è pericoloso, né per il travaglio né per il bambino. Il bimbo vive in ambiente acquoso e si trova catapultato in un ambiente completamente diverso, fatto di aria, suoni e luci. Da questo punto di vista, il parto in acqua presenta dunque un vantaggio.

L’acqua tiepida, inoltre, permette alla mamma di rilassarsi, favorendo la produzione di endorfine, cioè ormoni che sono in grado di rilassare la muscolatura con un effetto antalgico. Altro vantaggio del parto naturale in acqua è la sensazione di protezione che la donna riceve in quanto si sente alleggerita e distesa e l’ipofisi produce con tranquillità l’ossitocina, cioè quell’ormone che sta alla base delle contrazioni, senza essere inibita dallo stress dell’ambiente circostante.

C’è poi da sottolineare come in acqua la futura mamma si muove più facilmente e liberamente, così che potrà assecondare in modo meno traumatico le contrazioni. L’acqua tiepida, a una temperatura costante di 37°, consente una migliore circolazione del sangue, una maggiore elasticità dei muscoli, riduce il tempo di dilatazione del collo dell’utero e diminuisce la sensazione di dolore.

Le controindicazioni

Per quanto riguarda le controindicazioni del parto in acqua bisogna premettere che questa scelta esclude la possibilità di anestesia epidurale. Ci sono studi e ricerche che sembrano sospettare come questa modalità possa favorire il rischio di infezioni, così come la possibilità di subire danni al cordone ombelicale.

Ci sono casi, inoltre, in cui il parto in acqua è da evitare perché c’è un rischio per la salute della futura mamma o del bimbo. è il caso della presenza di patologie serie a carico della gestante, in caso di parto prematuro, quando la gravidanza è gemellare, quando il piccolo è podalico o ci sono segni di sofferenza fetale. Ecco perché non tutte le donne possono partorire in acqua ed è doveroso verificare prima di avere tutti i requisiti per poter adottare questa modalità di parto.

Cosa indossare per il parto in acqua

Nella scelta dell’abbigliamento, anche per preparare la valigia per il parto, si ha un’estrema libertà. Si può decidere di indossare solamente la parte superiore del costume, oppure di non indossare nulla. La seconda opzione è quella solitamente più percorsa sia per il maggiore senso di libertà e naturalità, ma anche per facilitare il contatto con la pelle del bambino.

Le vasche per il parto in acqua

Le vasche per il parto in acqua presentano alcune caratteristiche specifiche. Anzitutto, devono essere abbastanza larghe da consentire ogni movimento e devono essere in vetroresina per permettere agevolmente le operazioni di igiene. L’acqua deve rimanere a una temperatura costante (le vasche hanno un apposito dispositivo che la mantiene tale). È necessario un continuo ricambio d’acqua per garantire una perfetta pulizia: durante il travaglio e il parto, infatti, la donna ha perdite di materiale organico, urina, feci, liquido amniotico e sangue.

 

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Esami in gravidanza: tutti gli appuntamenti mese per mese https://www.mammeup.it/esami-gravidanza-tutti-gli-appuntamenti-mese-mese/ https://www.mammeup.it/esami-gravidanza-tutti-gli-appuntamenti-mese-mese/#respond Fri, 25 Sep 2020 08:15:16 +0000 https://www.mammeup.it/?p=16340 Quello degli esami in gravidanza è un argomento molto delicato e complesso. Quando una donna è incinta, infatti, sorgono molti dubbi e perplessità, legati anzitutto alla salute del nascituro. Seguire i giusti controlli, monitorare l’avanzamento della gestazione ed essere certi del benessere di mamma e bimbo è fondamentale anziché il percorso dei nove mesi si […]

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Quello degli esami in gravidanza è un argomento molto delicato e complesso. Quando una donna è incinta, infatti, sorgono molti dubbi e perplessità, legati anzitutto alla salute del nascituro. Seguire i giusti controlli, monitorare l’avanzamento della gestazione ed essere certi del benessere di mamma e bimbo è fondamentale anziché il percorso dei nove mesi si svolga nel modo più tranquillo possibile.  Per venire incontro alle future mamme, abbiamo pensato di approfondire l’argomento degli esami, sviluppandolo e seguendolo mese per mese.

Questo è un quadro riassuntivo generale, ricordando che sì ci sono elementi in comune, ma poi ogni gravidanza è una storia a sé. Questo perché le mamme non sono uguali tra loro, come età, condizioni di salute, stile di vita, eccetera e anche la stessa donna può avere gravidanze molto diverse tra loro.

C’è poi da tranquillizzare le future mamme ricordando loro che saranno seguite dalla propria ginecologa, che ricorderà di visita in visita, quali sono gli esami da fare in gravidanza, anche in base a come questa evolve. Se non ci sono complicazioni, valori anomali, infezioni o preoccupazioni di alcun tipo, è evidente che gli esami in gravidanza saranno quelli standard (prevalentemente ecografie e analisi del sangue), altrimenti possono essere richiesti esami aggiuntivi.

Gli esami da fare in gravidanza

Parlando degli esami da fare in gravidanza bisogna ovviamente specificare che non tutti possono essere fatti in qualsiasi momento. È altresì importante comprendere che non bisogna lasciarsi prendere dalle ansie o dall’eccessivo ricorso ai consulti. Per vivere bene questo momento della vita è fondamentale accoglierlo con tutta la tranquillità del caso.

Alcuni degli esami da fare in gravidanza sono esenti dal pagamento del ticket in quanto sono erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Gli esami esenti in gravidanza sono espressamente indicati come tali ma è utile sempre verificare, soprattutto nelle gravidanze a rischio c’è la possibilità di beneficiare di ulteriori agevolazioni.

Per quanto riguarda le ecografie, devono essere tre e hanno indicazioni diverse a seconda del periodo.  La prima, che generalmente viene svolta alla prima visita, serve per stabilire la datazione, l’impianto e la presenza della camera gestazionale. La seconda, quella intorno alle 19-21 settimane, detta morfologica, tenta di rilevare eventuali malformazioni fetali, ma è anche quella che permette di individuare il sesso del bambino. La terza ecografia, quella tra la 30 e la 32 settimana, tende a rilevare eventuali malformazioni non emerse in precedenza, ma soprattutto valuta la crescita fetale ed eventuali patologie ostetriche.

Infine per completezza d’informazione è fondamentale sottolineare come alcune visite non siano obbligatorie, ma siano oggetto delle decisioni della coppia. Parliamo delle analisi del Bitest o del Tritest, così come tutte quelle mirate a individuare la probabilità o la presenza di malformazioni genetiche. Questi test individuano una probabilità e molte coppie decidono di non farle perché non hanno intenzione, anche in presenza di malformazioni gravi, di procedere all’interruzione di gravidanza (aborto). Altri esami (amniocentesi o villocentesi) individuano con certezza tali malformazioni, ma hanno un rischio di aborto e anche in questo caso tutto dipende dalle scelte personali della coppia. Anche perché, dopo aver individuato la probabilità o la presenza di una malformazione, nella maggior parte dei casi non c’è possibilità di intervenire per curarle. Quindi se si è intenzionati a tenere il bambino a tutti i costi questi esami possono risultare superflui.

Gli esami in gravidanza mese per mese

Esami nel primo trimestre di gravidanza

Esenti
  • Esame urine;
  • Emocromo;
  • Glucosio;
  • AST, ALT;
  • Virus Rosolia IgG ed IgM;
  • Toxoplasmosi IgG ed IgM (serve per diagnosticare precocemente l’eventuale acquisizione dell’infezione in gravidanza e attuare tutte le norme di igiene necessarie. Le principali sono quelle relative al lavare molto bene le verdure, non mangiare carni crude né insaccati non cotti) ;
  • Treponema pallidum anticorpi;
  • TPHA;
  • Treponema pallidum anticorpi anticardiolipina;
  • Virus immunodef. acquisita;
  • HIV 1-2 anticorpi;
  • Gruppo sanguigno (da fare se non si ha il tesserino che lo documenta);
  • Test di Coombs indiretto (è utile farlo comunque all’inizio e, in caso di donne RH negative, o comunque a rischio di immunizzazione, il test deve essere ripetuto ogni mese; a 28 settimane in caso di incompatibilità AB0 ovvero marito di gruppo A, B o AB diverso dalla moglie, il test deve essere ripetuto alla 34a-36a settimana).
Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio)
  • Citomegalovirus IgG ed IGM (non serve farlo se vi è immunità pregressa, ovvero IgG positive e IgM negative. In caso di IgG ed IgM negative ripeterlo dopo un mese, per diagnosticare precocemente l’eventuale acquisizione dell’infezione in gravidanza e seguire le indicazioni del ginecologo. Solo se le IgM sono positive, nel prelievo in gravidanza, riferirlo al ginecologo appena siete in possesso degli esami) ;
  • Elettroforesi dell’emoglobina e resistenze osmotiche globulari (servono a valutare se la madre è portatrice di anemie congenite come la talassemia o anemia mediterranea o altre. Non serve se ha già fatto questi esami o se il medico di base la reputa non a rischio).
Indagini prenatali
  • Ultrascreen, villi coriali, Tritest o amniocentesi. Da programmare al più presto in base al colloquio informativo che si svolge alla prima visita in gravidanza in cui se ne discutono i vantaggi, limiti e rischi. Il periodo ideale è da 11 settimane + 3 giorni fino a 13 settimane + 6 giorni per l’ultrascreen o per i villi coriali. Per le altre la 15a-16a. L’ultrascreen (o translucenza nucale) oppure prelievo dei villi coriali (esente se l’età al parto >35 anni, se si rileva un alto rischio all’ultrascreen o se vi sono altri fattori di rischio).

Esami nel secondo trimestre di gravidanza

Dalla 14esima alla 18esima settimana

Esami esenti
  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura);
  • Toxoplasmosi IgG ed IgM (non serve farla se vi è immunità pregressa, ovvero IgG positive e IgM negative, in tal caso portare al ricontrollo le analisi che lo comprovavano. In caso di IgG ed IgM negative ripetere ogni mese fino al parto, per diagnosticare precocemente l’eventuale acquisizione dell’infezione in gravidanza ed attuare tutte le norme di igiene necessarie tra cui lavarsi bene le mani prima di mangiare, lavare molto bene le verdure, non mangiare carni crude nè insaccati non cotti. Solo se le IgM sono positive, nel prelievo in gravidanza, riferirlo al ginecologo appena siete in possesso degli esami).
Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio)
  • Pap test (che svolgeremo al ricontrollo, se non è stato fatto entro 1- 2 anni o in base ai fattori di rischio: precedenti pap anomali, fumo, infezioni da HPV, nel quale caso faremo anche la colposcopia);
  • Tampone vaginale generale, ricerca clamidia e micoplasmi (per diagnosi precoce di infezioni, anche asintomatiche, che potrebbero alterare il decorso della gravidanza).

Dalla 19esima alla 23esima settimana

Esami esenti
  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura);
  • Ecografia ostetrica (morfologica, alla 19a-21a settimana, già prenotata con congruo anticipo).
Esami aggiuntivi non esenti, possono essere esenti se la gravidanza è a rischio
  • Gli eventuali esami previsti nei periodi precedenti che non sono stati eseguiti, sono risultati anomali o dimostrano la mancata protezione (IgG ed IgM negative per toxoplasma o citomegalovirus).

Esami nel terzo trimestre di gravidanza

Dalla 24esima alla 27esima settimana

Esami esenti
  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura);
  • Glicemia.
Esami aggiuntivi non esenti, possono essere esenti se la gravidanza è a rischio
  • Minicurva da carico glicemico (utile quando si sospetti una ridotta tolleranza agli zuccheri per familiarità diabetica, precedente ridotta tolleranza, obesità o eccessivo aumento del peso in gravidanza);
  • Flussimetria Doppler delle arterie uterine (se vi erano anomalie flussimetriche all’ecografia morfologica).

Dalla 28esima alle 32esima settimana

Esami esenti
  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura);
  • Emocromo;
  • Ecografia ostetrica delle 30-32 settimane o biometrica (serve non solo per valutare la crescita fetale, ma soprattutto per rivalutare l’anatomia fetale in modo da evidenziare eventuali malformazioni fetali, non rilevate a 19-21 settimane, o segni di sofferenza fetale, per questo va svolta in sedi idonee, preferibilmente dove è stata fatta l’ecografia morfologica o presso l’ospedale in cui si andrà a partorire).
Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio)
  • Gli eventuali esami previsti nei periodi precedenti che non sono stati eseguiti, sono risultati anomali o dimostrano la mancata protezione (es: IgG ed IgM negative per toxoplasma o citomegalovirus);
  • Flussimetria Doppler delle arterieombelicali ed altri distretti fetali (se vi è ridotta crescita fetale, scarso liquido amniotico o pregresse anomalie flussimetriche).

Dalla 33esima alla 37esima settimana

Esami esenti
  • Test urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura);
  • Emocromo;
  • Virus Epatite B [HBV] (antigene HbsAg);
  • Virus Epatite C [HCV] (anticorpi);
  • Virus immunodeficienza acquisita [HIV 1-2] (in caso di rischio anamnestico);
  • Test di Coombs indiretto (in caso di incompatibilità ABO ovvero marito di gruppo diverso dalla moglie).
Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio)
  • Gli eventuali esami previsti nei periodi precedenti che non sono stati eseguiti, sono risultati anomali o dimostrano la mancata protezione (IgG ed IgM negative per toxoplasma o citomegalovirus);
  • Tampone vaginale generale, e anche rettale, per la ricerca streptococco B (meglio verso la 36° settimana);
  • ECG (elettrocardiogramma);
  • se vi è ipercontrattilità o si sospetta sofferenza fetale o se non si sente muovere il feto contattare il proprio ginecologo o se non disponibile rivolgersi in ospedale per fare un controllo con CardioTocoGrafia [CTG];
  • Flussimetria Doppler delle arterie ombelicali ed altri distretti fetali in caso di ridotta crescita fetale, scarso liquido amniotico o pregresse anomalie flussimetriche.

Dalla 38esima alla 40esima settimana

Esami esenti
  • Test delle urine
Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio)
  • CardioTocoGrafia [CTG] (la cui data di inizio va programmata in base alle sue esigenze, generalmente prenotando la nell’ospedale in cui andrà a partorire almeno una settimana prima del termine, in base al controllo delle 38 settimane);
  • Controllo del liquido amniotico [AFI = Indice del Fluido Amniotico oppure diametro della sacca principale di liquido];
  • Flussimetria Doppler delle arterie ombelicali ed altri distretti fetali (se il liquido amniotico è scarso, la CTG rileva anomalie o se la gravidanza è comunque a rischio).

 

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Abbigliamento premaman per lo sport in gravidanza https://www.mammeup.it/abbigliamento-premaman-per-lo-sport-per-tutte-le-donne-in-gravidanza/ https://www.mammeup.it/abbigliamento-premaman-per-lo-sport-per-tutte-le-donne-in-gravidanza/#respond Thu, 24 Sep 2020 10:00:54 +0000 https://www.mammeup.it/?p=15066 Praticare sport fa sempre bene, sia al corpo che allo spirito. Ed è un benessere che si rivela ancora più importante sia prima che durante (e dopo) la gravidanza. Tutte le donne che aspettano un bambino e godono di una buona salute possono tranquillamente continuare a fare sport. Per poterlo svolgere in sicurezza e senza […]

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Praticare sport fa sempre bene, sia al corpo che allo spirito. Ed è un benessere che si rivela ancora più importante sia prima che durante (e dopo) la gravidanza. Tutte le donne che aspettano un bambino e godono di una buona salute possono tranquillamente continuare a fare sport. Per poterlo svolgere in sicurezza e senza alcun tipo di fastidio è doveroso parlare dell’abbigliamento premaman per fare sport.

L’abbigliamento premaman

Per abbigliamento premaman è da intendersi quella particolare tipologia di vestiti (di qualsiasi tipo) rivolta alle donne in dolce attesa. Si tratta di un target molto specifico che trova in questa tipologia di capi d’abbigliamento comodità, sicurezza e cura del proprio aspetto. La gravidanza, infatti, stravolge completamente il fisico femminile, sia dal punto di vista delle dimensioni che della percezione del proprio fascino. Durante i mesi di gravidanza non è possibile continuare a indossare i propri vestiti, sia perché spesso non stanno più (la pancia cresce con il passare delle settimane) sia perché i movimenti non sono sempre agevoli. È quindi fondamentale puntare sulla comodità, ma senza rinunciare all’eleganza. Ecco quindi l’abbigliamento premaman che molti marchi propongono nei propri store, sia fisici che digitali.

Fare sport in gravidanza

Prima di passare a vedere quali sono i migliori capi di abbigliamento premaman per fare sport è doveroso concentrare la nostra attenzione sull’attività fisica in gravidanza. L’esercizio fisico, infatti, non va evitato, ma anzi ricercato, in quanto offre diversi vantaggi. Sia dal punto di vista fisico (evitare di prendere troppo peso, mantenere una certa elasticità, migliorare la circolazione, eccetera) che psicologico (scarica lo stress, può essere l’occasione per uscire di casa, eccetera).

Chiaramente lo sport praticato da una donna in dolce attesa sarà diverso rispetto a quello normalmente praticato, soprattutto andando avanti con i mesi. L’esercizio fisico è un toccasana in generale e durante la gravidanza previene il diabete gestazionale, mentre subito dopo aiuta a contrastare il rischio di depressione post parto. Recenti studi hanno dimostrato che una moderata attività fisica, oltre a non fare male, migliora la gravidanza dal punto di vista fisico e psichico e permette un recupero post parto molto più veloce da ogni punto di vista.

Lo sport in gravidanza ha le sue regole e bisogna prestare la massima attenzione. Evitando, da una parte, attività pericolose, e dall’altra di esagerare con lo sforzo fisico. L’obiettivo è quello di muoversi e tenersi in attività, non stabilire dei record, sia di durata che d’intensità. Per questo ci sono alcuni sport consigliati alle donne che sono incinta. I principali sono la camminata e lo yoga.

Camminare in gravidanza

Riuscire a camminare in gravidanza con un buon passo per almeno 30 minuti al giorno favorisce il benessere di mamma e bambino, e migliora, dato assolutamente non trascurabile, l’umore della gestante. La camminata è un esercizio a basso impatto e con pochi rischi; attiva la circolazione periferica, allevia il gonfiore degli arti inferiori, tipico durante la gravidanza, e riduce la sensazione di pesantezza. Oltretutto aiuta a mantenere il peso sotto controllo, il che non guasta sia per la mamma che per il bambino. Anche la mente ne giova; muoversi attiva il rilascio dell’endorfine che provocano una sensazione di benessere.

Yoga

Lo yoga è una disciplina olistica che apporta moltissimi benefici sia al corpo che alla mente. È una tecnica che aiuta a mantenersi in forma e che fa bene allo spirito. Lo yoga è indicato anche e soprattutto per le donne in gravidanza che non vogliono smettere di fare attività fisica. Inoltre, lo yoga prenatale può aiutare nella preparazione al parto e fa bene anche alla salute del bambino.

Abbigliamento premaman per lo sport

Per fare sport serve sempre l’abbigliamento adatto e per le donne incinta è quello premaman. Sono tantissime le aziende di abbigliamento sportivo che creano delle collezioni apposite per le donne in dolce attesa. Chiaramente il corpo di una donna durante la gravidanza si trasforma e il classico abbigliamento per lo sport potrebbe non rispondere alle nuove esigenze della futura mamma. Per questo è importante scegliere i capi giusti che consentono di muoversi liberamente.

I migliori capi d’abbigliamento premaman per lo sport

Tra i capi d’abbigliamento premaman irrinunciabili per lo sport troviamo delle maglie confortevoli, i leggins in tessuto elastico e le canottiere da indossare sotto la maglia, specie durante le giornate meno calde. Una particolare attenzione va riservata all’abbigliamento intimo e alle calzature.

Nel primo caso il reggiseno è uno di quei capi d’abbigliamento su cui intervenire fin da subito. Il volume del seno inizia ad aumentare fin dal primo trimestre, così come la sensibilità: durante l’esercizio fisico meglio proteggersi in maniera adeguata. Qualunque sia il tipo di esercizio fisico, ma anche per la vita di tutti i giorni, le scarpe sono fondamentali. Sia perché i piedi potrebbero gonfiarsi, sia perché il non indossare delle calzature comode potrebbe creare stanchezza e problemi di stabilità durante gli esercizi.[amazon bestseller=”abbigliamento premaman sport” items=”5″]

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Camminare in gravidanza: lo sport che fa bene alla mamma e al bambino https://www.mammeup.it/camminare-in-gravidanza/ https://www.mammeup.it/camminare-in-gravidanza/#respond Mon, 21 Sep 2020 12:05:17 +0000 http://www.mammeup.it/?p=550 Chi l’ha detto che una donna in dolce attesa non può praticare sport? Se la maternità procede tranquillamente senza complicazioni, camminare in gravidanza fa bene sia al fisico che alla mente. Condurre uno stile di vita sano durante la gravidanza, ma ancora meglio a partire dal momento in cui si decide di avere un bambino, è […]

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Chi l’ha detto che una donna in dolce attesa non può praticare sport? Se la maternità procede tranquillamente senza complicazioni, camminare in gravidanza fa bene sia al fisico che alla mente. Condurre uno stile di vita sano durante la gravidanza, ma ancora meglio a partire dal momento in cui si decide di avere un bambino, è fondamentale sia per il  nostro organismo che per bambino che nascerà. Che si tratti di ginnastica leggera, yoga o di una sana camminata, l’attività fisica è uno dei principali alleati per il benessere della donna in dolce attesa e per il suo bambino. Scopriamo perché.

Camminare in gravidanza: i benefici

Ma quali sono i benefici del camminare in gravidanza? Diverse ricerche confermano che questa attività fisica favorisce il benessere di mamma e bambino, e migliora, dato assolutamente non trascurabile, l’umore della gestante. C’è quindi innanzitutto un beneficio di tipo psicologico e che contribuisce a ridurre lo stress tipico dei mesi che conducono al parto.

La camminata è un esercizio a basso impatto e non traumatica, attiva la circolazione periferica, allevia il gonfiore degli arti inferiori, tipico durante la gravidanza, e riduce la sensazione di pesantezza. Oltretutto aiuta a mantenere il peso sotto controllo il che non guasta sia per la mamma che per il bambino, tanto che questa è una delle principali indicazioni che il ginecologo fornisce e verifica durante le visite. Camminare in gravidanza aiuta anche la mente; dal punto di vista psicologico, infatti, muoversi attiva il rilascio dell’endorfine che provocano una sensazione di benessere.

Camminare in gravidanza aiuta anche il parto? Sì, sia perché consente alla donna di mantenere un’elasticità fisica tale da vivere meglio la nascita del bambino. Ma anche perché questa è un’attività che riduce i rischi di un parto pretermine.

Senza dimenticare che camminare è un’attività semplice, che non richiede competenze atletiche specifiche né l’utilizzo di particolari attrezzature. Con un abbigliamento comodo e delle scarpe da ginnastica, ci si può concedere in qualsiasi momento una camminata rilassante e benefica. Sia in solitaria (magari con le cuffiette per ascoltare della buona musica) che in compagnia del proprio partner o di un’amica. Camminare in gravidanza è quindi anche un’attività sociale fenomenale che aiuta a uscire di casa, a combattere la noia e a mantenersi attive.

Camminare in gravidanza: il primo trimestre

Durante il primo trimestre di gravidanza bisognerà combattere la pigrizia e i vari disturbi cercando di camminare almeno 20-30 minuti al giorno. Si dovrà iniziare con un passo lento per poi accelerare l’andatura, raggiungendo un passo “svelto”. Nonostante si è ancora all’inizio bisogna sempre tener presente che questo è un periodo molto delicato per il feto. Per questo motivo il consiglio è quello di non sforzarsi troppo e di portare sempre con sé una bottiglia d’acqua per favorire l’idratazione ed escludere qualsiasi tipo di dolore inaspettato.

Camminare in gravidanza: il secondo trimestre

Nel secondo trimestre di gravidanza il corpo della donna cambia visibilmente: il pancione è aumentato. Questo potrebbe comportare un andamento più impacciato, ne consegue che bisogna prestare particolare attenzione ad avere una postura corretta e a non sforzare troppo la schiena. Durante la camminata bisognerà mantenere il mento alto ed eretto, per evitare eventuali oscillazioni della schiena e respirare profondamente. Si consiglia anche di ondeggiare le braccia: aiuterà a mantenere l’equilibrio e farà lavorare tutto il corpo.

Camminare in gravidanza: il terzo trimestre

Quanto detto per il secondo trimestre diventa ancora più evidente nel terzo. Per questo motivo bisogna fare più attenzione e abbassare un po’ il ritmo della camminata per non sforzarsi troppo. Infine è importante scegliere un terreno che non presenta grossi ostacoli, in modo da evitare pericoli durante la camminata. Inoltre sarebbe più sicuro farsi accompagnare da qualcuno nella camminata così eventualmente in caso di un pericolo o un malore non si è da soli. È importante mantenere il passo finché si riesce senza arrivare senza fiato o esausti.

Controindicazioni del camminare in gravidanza

Non esistono delle vere e proprie controindicazioni nel camminare in gravidanza. Il consiglio generale riguarda la moderazione e l’attenzione. Sia per chi praticava sport già da prima di rimanere incinta e decide, giustamente, di mantenere il ritmo, sia per chi inizia dopo il concepimento per assicurarsi un buon livello di benessere. In tutti i casi è doveroso non esagerare, pretendere di fare troppo o di avere risultati e performance come se la gravidanza non esistesse.

Consigli utili per camminare in gravidanza

Camminare è un’attività sicura da continuare per tutti i nove mesi e uno dei modi più semplici per iniziare a fare esercizio, anche per coloro che non lo hanno mai fatto prima. Anche se camminare è una cosa semplice e naturale bisogna seguire alcuni consigli per far sì che sia efficace e venga praticata nel migliore dei modi.

Le scarpe

Indossare le scarpe giuste che possono ammortizzare i colpi e l’impatto sia con le caviglie che sulla schiena e le ginocchia.

L’abbigliamento

Vestirsi a strati in modo tale da sudare e potersi alleggerire durante la camminata. Senza dimenticare di indossare capi di abbigliamento elastici e comodi che rendano la camminata piacevole.

La durata

Se il fisico è abituato si può camminare tutti i giorni per 30-40 minuti (considerato che servono circa 5-10 minuti per entrare nella fascia aerobica e per un buon allenamento è necessario un lavoro aerobico di 30 minuti).

L’idratazione

Portarsi sempre una bottiglietta d’acqua per idratare il corpo. Durante la gravidanza si beve di più e anche per questo è fondamentale non far mai mancare all’organismo l’apporto di liquidi.

Distrazioni

Camminare con un po’ di musica aiuta a dare il ritmo e a non annoiarsi. Anche perché l’obiettivo è il benessere, non il raggiungimento di un traguardo. Meglio fare meno ma con serenità e tranquillità che doversi sforzare per mantenere ipotetici ritmi.

Le applicazioni

Esistono tantissime app per camminare in gravidanza. La tecnologia è un validissimo aiuto per monitorare il corso della gravidanza, per segnare le visite o per creare diari di foto da conservare o condividere con gli amici. Per l’attività fisica consigliamo soprattutto due applicazioni: iMamma e Pregnancy Exercise and workout at home. La prima è un vero e proprio prontuario di tutto ciò che ogni futura mamma deve sapere, con un’agenda integrata, un calcolatore per verificare quanto bere ogni giorno e, ancora, una serie di indicazioni sugli esercizi da svolgere per rimanere allenate. La seconda app, invece, è dedicata proprio all’esercizio fisico, con una serie di allenamenti ed esercizi da fare, suddivisi per trimestri, in modo da accompagnare tutto il corso della gravidanza.

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Lo yoga è una disciplina olistica che apporta moltissimi benefici sia al corpo che alla mente. Per questo molte donne sono affascinante dal poter ottenere questi vantaggi durante i mesi della gravidanza. Lo yoga è una tecnica che aiuta a mantenersi in forma e che fa bene allo spirito.

È consigliata alle donne in gravidanza che non vogliono smettere di fare attività fisica, anche perché permette di scegliere tra diversi esercizi “leggeri”, accessibili anche alle donne che, con il passare dei mesi, hanno una capacità motoria limitata ed evidenti complicazioni a svolgere i tradizionali esercizi di fitness.

I benefici dello yoga in gravidanza

Abbiamo detto che lo yoga in gravidanza fa bene, sia al corpo che alla mente. Entrando più nello specifico, quali sono i vantaggi di questa disciplina sulle donne in dolce attesa?

Migliorare l’equilibrio (sia fisico che mentale)

Con il progredire  della gravidanza e l’aumento della grandezza della pancia, il punto d’equilibrio si sposta.  La pratica di hatha yoga, infatti, può aiutare  a mantenere una corretta postura e un buon equilibrio fisico. Attraverso gli esercizi di respirazione yogica chiamati pranayama, poi, si può regolarizzare più facilmente l’equilibrio emozionale. Respirando con maggiore consapevolezza la donna potrà decifrare al meglio i segnali inviati dal corpo per entrare in connessione il bambino. Grazie alle inspirazioni profonde e calme verrà attivato il  sistema parasimpatico che aiuta a regolare la pressione e il battito cardiaco, a migliorare la digestione e il riposo notturno e a fortificare il sistema immunitario.

Miglioramento circolazione sanguigna

Lo yoga attiva la circolazione sanguigna e linfatica, riducendo così il gonfiore e la pesantezza alle gambe. Questi sono problemi comuni durante i mesi della gravidanza e poter contare su un esercizio costante e benefico è sicuramente utilissimo.

Riduce i fastidi della gravidanza

Ogni gravidanza è accompagnata da diversi sintomi. Alcuni sono tipici dei primi mesi, altri sopraggiungono nelle settimane successive, anche in concomitanza con l’aumento del volume della pancia. I sintomi più comuni che vengono migliorati dallo yoga sono: dolori lombari, stanchezza, nausea, costipazione, fatica a respirare e il mal di testa.

Forza, flessibilità e resistenza muscolare

Le posizioni dello yoga non sono, come comunemente si crede, solo un antistress o una serie di esercizi defaticanti. È un allenamento utilissimo anche per migliorare la flessibilità, la forza e la resistenza muscolare. Rivelandosi anche per questo prezioso per il travaglio e il parto.

Ridurre l’ansia e lo stress

La pratica del pranayama, calma il corpo e la mente, ed è un aiuto durante i difficili momenti del parto. Tutta la gravidanza è costellata da momenti di stress, stanchezza e paura e poter avere degli esercizi utili per stemperare tutta la tensione, sia fisica che mentale, è fondamentale per ogni donna.

Quando iniziare a fare yoga in gravidanza?

Non c’è un momento specifico nel quale iniziare a fare yoga in gravidanza; così come non c’è una data oltre la quale non è consigliato praticarlo. Tutto dipende da caso a caso, dalla capacità della futura mamma a mantenere le posizioni degli esercizi. Non ci sono controindicazioni nel praticare yoga durante la gravidanza; l’importante è non esagerare né ignorare la propria condizione che, inevitabilmente, comporta dei cambiamenti nel fisico e nella capacità di movimento.

Lo yoga quindi può essere praticato in qualsiasi momento della gravidanza e anche dopo; anzi una certa costanza prima, durante e dopo il parto può essere utile per il proprio benessere.[amazon bestseller=”accessori yoga gravidanza” items=”5″]

Esercizi e posizioni da fare per lo yoga in gravidanza

Vediamo ora quali sono le migliori posizioni da praticare durante la gravidanza:

Tadasana, la posizione della montagna

In piedi con la pianta dei piedi ben distesa a terra, braccia in alto lungo la testa e mani unite.Questa aiuta a mantenere l’equilibrio e a migliorar la postura. Oltretutto rafforza le coscemigliora la postura e dona un senso di leggerezza.

Trikosana, il triangolo esteso

Gambe divaricate si porta il busto o a destra o sinistra una mano tocca terra e l’altra rimane alzata e perpendicolare al corpo. Questa posizione migliora l’equilibrio e rafforza entrambi i lati del corpo, inoltre allunga le gambe, i fianchi e riapre le spalle.

Virabhadrasana, la posizione del guerriero

Gambe divaricate, un ginocchio leggermente avanti e piegato, braccia distese e parallele al pavimento. Utilissima per rafforzare i muscoli della schiena, per aprire i fianchi le spalle e irrobustire i muscoli delle gambe.

Marjariasana, posizione del gatto

In posizione quadruplica si porta la scena verso l’alto stimolando l’addome. Fa benissimo alla colonna vertebrale ed è un esercizio dinamico che fa bene anche alla zona pelvica.

Sukkhasana, la posizione semplice

Sedute gambe incrociate mani poggiate sulle cosce con pollice e medio che di sfiorano. Questo è un esercizio fondamentale per la respirazione, calmare la mente e rafforzare la schiena.

Questi sono solo alcuni  dei tanti esercizi che tutte le donne incinta, dopo aver chiesto un parere al proprio medico, possono tranquillamente praticare.

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Calendario cinese in gravidanza. Cos’è e come si usa https://www.mammeup.it/calendario-cinese-gravidanza-cose-si-usa/ https://www.mammeup.it/calendario-cinese-gravidanza-cose-si-usa/#respond Fri, 07 Feb 2020 07:20:18 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33925 Se volete conoscere se il vostro bambino sarà un maschietto o una femminuccia c’è un metodo, non scientifico, che è il calendario cinese. Quello che serve è sapere il mese del concepimento del bambino. Anche se la sua validità non è provata dalla scienza è una tecnica simpatica per scoprire di che sesso sarà il […]

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Se volete conoscere se il vostro bambino sarà un maschietto o una femminuccia c’è un metodo, non scientifico, che è il calendario cinese. Quello che serve è sapere il mese del concepimento del bambino. Anche se la sua validità non è provata dalla scienza è una tecnica simpatica per scoprire di che sesso sarà il vostro bebè. La scoperta del sesso del nascituro, infatti, è sempre motivo di curiosità non solo per i genitori, ma anche per amici e parenti. Per le future nascite il calendario cinese dà la possibilità di intuire in anticipo se il bambino sarà un maschietto o una femminuccia e, di conseguenza, iniziare anche a pensare al nome da dargli.

Calendario cinese: maschio o femmina?

La voglia di scoprire qual è il sesso del futuro bambino è una cosa che coglie tutti i genitori quando sanno di aspettarne uno. Per conoscere il sesso del bambino con certezza si deve attendere l’amniocentesi o la morfologica. Esistono alcuni metodi, però, che possono predire il sesso del nascituro anche se questi non hanno una valenza scientifica. Tra questi c’è anche il calendario cinese.

Un antico metodo che si basa su una tabella cinese ritrovata in una tomba antica a Pechino e oggi conservata presso l’Istituto di Scienza cinese. Secondo questa tabella basta incrociare l’età della madre nel momento del concepimento e il mese esatto del concepimento per scoprire di che sesso sarà il bebè.

La tabella del calendario cinese

La storia della tabella cinese per la gravidanza

Questa famosa tabella è stata ritrova in un’antica tomba sepolta vicino Pechino dopo quasi 700 anni. Incrociando il mese del concepimento con l’età della madre in quel momento, è possibile fare una previsione sul sesso del bambino, con un’esattezza che arriva fino al 93 %.

Il calcolo per sapere se è maschio o femmina

Per avere un maschietto, sempre secondo questo antico metodo di calcolo, il concepimento dovrebbe avvenire nel mese di luglio quando la madre ha 18, 20, 30 o 42 anni. Mentre per concepire una bambina le migliori probabilità si hanno nel mese di aprile, quando la madre ha 21, 22 o 29 anni.

Alternative alla tabella cinese maschio femmina

Questo anche se famoso, non è l’unico metodo non scientifico per scoprire se il vostro bambino sarà un maschio o una femmina. Ci sono tantissime leggende in merito che spiegano come scoprire il sesso del futuro figlio e il calendario cinese e tra le più affascianti. Molte dicerie in merito riguardo la forma della pancia: “ se è a punta sarà…”, “Se è alta invece…”, ma tutti siamo consapevoli che l’unico metodo realmente scientifico per conoscere il sesso di vostro figlio è leggere il risultato dell’amniocentesi (che mostra il semplice codice cromosomico XX, se è una femmina, oppure XY, se è un maschio) o aspettare di fare l’ecografia morfologica.

Secondo alcune credenze, se la pancia è a forma di palla si tratta di un maschio invece è una femmina se ha la forma di un’anguria. E ancora fiocco azzurro se il pancione è basso e fiocco rosa se è alto. Il bebè sarà un maschietto anche se aumenta la peluria sul corpo della mamma mentre non c’è alcuna variazione se è una femminuccia; è femmina se durante il sonno si sognano maschi e viceversa. Ma non finisce qui: sarà maschio se si avrà voglia di sottaceti, carne e formaggi; sarà femmina, invece, se il desiderio è rivolto a dolciumi e aranciata.

Se la mamma ha i piedi più freddi concepirà un maschio, così come se la pelle è liscia, al contrario sarà una  femmina se vengono i brufoli.  Maschietto se si dorme sul fianco sinistro e femminuccia se sul destro, maschio se il seno sinistro è più piccolo del destro e femmina in caso contrario… Conoscere il sesso del proprio bambino è una cosa che incuriosisce tutti i futuri genitori che vogliono scoprilo anche per scegliere il nome più adatto da dare al nuovo arrivato. Anche questa è una tappa molto importante, e perché no, anche divertente!

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Preparazione al parto: il corso preparto https://www.mammeup.it/preparazione-al-parto-corso-preparto/ https://www.mammeup.it/preparazione-al-parto-corso-preparto/#respond Tue, 04 Feb 2020 16:55:10 +0000 http://www.mammeup.it/?p=476 Sono sempre di più le donne che decidono di frequentare un corso preparto. Una scelta dettata dalla volontà di voler arrivare preparate a un momento importante, che genera dubbi, timori e perplessità. Attraverso il corso, possono comunque acquisire una maggiore serenità, confrontarsi con altre donne e ottenere le risposte desiderate. I vantaggi dell’iscriversi a un […]

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Sono sempre di più le donne che decidono di frequentare un corso preparto. Una scelta dettata dalla volontà di voler arrivare preparate a un momento importante, che genera dubbi, timori e perplessità. Attraverso il corso, possono comunque acquisire una maggiore serenità, confrontarsi con altre donne e ottenere le risposte desiderate.

I vantaggi dell’iscriversi a un corso prenatale

I corsi preparto o di accompagnamento alla nascita sono tenuti da persone esperte, come ostetriche, medici e professionisti del settore. Quando si decide di approcciarne uno, è importante verificare la serietà dell’ente che lo propone: un corso preparto, se ben fatto, può davvero fare la differenza. Molte donne, inoltre, coinvolgono anche il futuro papà: diverse ricerche hanno infatti dimostrato che può essere fondamentale avere accanto il proprio partner in questo momento. Esistono, a tal proposito, corsi appositamente pensati per la coppia.

La prima gravidanza

Qualora si tratti della prima gravidanza, il corso preparto servirà a introdurre le future mamme a una serie di esercizi ed argomenti mirati, conoscendo persone che stanno vivendo la stessa esperienza e allargando quindi la cerchia di amicizie.

Le gravidanze successive

Diverso il caso di chi ha già affrontato una gravidanza. In questo caso, non sarà necessario frequentare un corso preparto classico, ma si potrà invece optare per qualcosa di diverso, con lezioni pratiche di attività quali yoga o pilates. Nulla toglie, ovviamente, che si possa anche scegliere di frequentare nuovamente il corso preparto base.

Quando iniziare il corso preparto?

Molte future mamme si chiedono quando iniziare corso preparto. In genere, si comincia intorno alla 28esima settimana di gestazione e va prenotato entro la 24esima settimana. Qualora si voglia cercare di ottenere un posto gratis, nelle strutture che hanno un numero limitato di posti (ad esempio i consultori), conviene pensarci già all’inizio della gravidanza. Di norma, questo tipo di percorso è composto da 8 o 10 incontri, a cadenza settimanale o bisettimanale. Ovviamente, dipenderà dai diversi enti che lo propongano. L’obiettivo, in generale, è condurre la futura mamma quasi fino alla fine della gravidanza.

In alternativa è possibile iniziare il corso preparto quando si preferisce seguendo quelli disponibili online che possono essere anche completamente gratuiti. Tendenzialmente è da preferire il corso preparto consigliato dalla ginecologa in quanto, rispetto corso preparto online gratuito, riesce a essere più formativo, incisivo e capace di esprimere non solamente competenze teoriche.

Cosa si fa in un corso preparto?

Bisogna anzitutto partire dal presupposto che non tutti i corsi preparto sono uguali e che ogni struttura si focalizza su determinati argomenti o esercizi. Tendenzialmente, ci si dedica alla ginnastica pre-parto e agli esercizi pre-parto, si esaminano le tecniche per affrontare il travaglio e le prime cure da dare al bambino.

Spesso, inoltre, si visitano le strutture ospedaliere e si parla con gli specialisti dell’ospedale, come ginecologo, anestesista e ostetriche per conoscere gli aspetti più “tecnici”. Gli argomenti sono veramente tanti e lo scopo è riuscire a dare alle future mamme tutte le nozioni necessarie, informandole su ciò che le aspetta: dai segnali dell’imminente nascita, al modo in cui affrontare le contrazioni, a cosa fare in ospedale.

La consapevolezza ridurrà l’ansia. Gli esperti, inoltre, possono insegnare le tecniche di respirazione e rilassamento che possono tornare utili per contrastare il dolore delle contrazioni e accelerare la fuoriuscita del bebè. Alcuni corsi propongono anche delle attività fisiche, utili a rinforzare i muscoli coinvolti al momento del parto o ad alleviare quei sintomi tipici dell’attesa.

Quanto costa il corso preparto?

I costi dei corsi preparto variano a seconda che vengano effettuati in strutture ospedaliere o presso privati. Il corso preparto nelle strutture ospedaliere solitamente è gratuito o si paga solo una piccola quota di iscrizione. Tuttavia, la disponibilità varia in quanto queste strutture mettono a disposizione dei posti limitati, terminati i quali il corso sarà a pagamento. Il corso preparto nelle strutture private è a pagamento ed il prezzo solitamente oscilla tra le 200€ e le 250€.

Corsi preparto gratuiti

Come abbiamo anticipato le strutture ospedaliere permettono, seppur per un numero di posti limitati, la possibilità di frequentare un corso preparto gratuito. Pertanto, il nostro consiglio è quello di provare per prima cosa con i consultori. Nella maggior parte dei casi, infatti, organizzano corsi preparto gratuiti per le future mamme che non hanno disponibilità economiche.

Ci sono anche associazioni che li organizzano gratuitamente. Tuttavia, vi consigliamo di iniziare ad informarvi ad inizio gravidanza, in modo da poter scegliere quello migliore e più adatto alle vostre esigenze.

Corso preparto online

E se non si avesse il tempo o la possibilità di frequentare fisicamente un corso preparto? Niente paura, oggi esistono anche corsi preparto online gratuiti o a pagamento che offrono tutte le informazioni necessarie per affrontare con consapevolezza e serenità sia il momento del parto che i primi tempi con il bambino.

Quanto dura una lezione?

La durata di una singola lezione di corso preparto non è fissa e varia a seconda della struttura nella quale viene effettuata. In media le lezioni durano circa due ore ciascuna, per permettere all’ostetrica (o comunque a chi la svolge) di esporre tutte le informazioni utili e dare le dimostrazioni del caso, rispondendo anche alle domande.

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Dolori in gravidanza: quali sono e come comportarsi https://www.mammeup.it/dolori-in-gravidanza-quali-sono-e-come-comportarsi/ https://www.mammeup.it/dolori-in-gravidanza-quali-sono-e-come-comportarsi/#respond Thu, 16 Jan 2020 13:12:43 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36756 Con la lieta notizia della gravidanza si apre anche un periodo molto intenso e pieno di dolori. I fastidi dovuti agli squilibri ormonali, ma anche ai profondi cambiamenti del corpo femminile che si adatta all’arrivo e alla crescita del feto, sono tanti e molto diversificati tra loro. Il più delle volte, nonostante possano essere particolarmente […]

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Con la lieta notizia della gravidanza si apre anche un periodo molto intenso e pieno di dolori. I fastidi dovuti agli squilibri ormonali, ma anche ai profondi cambiamenti del corpo femminile che si adatta all’arrivo e alla crescita del feto, sono tanti e molto diversificati tra loro. Il più delle volte, nonostante possano essere particolarmente fastidiosi, i dolori che si verificano in gravidanza non rappresentano un motivo di preoccupazione. Scopriamo quindi quali sono i dolori più comuni e come trattarli in maniera adeguata.

I principali dolori in gravidanza

Il mal di schiena

Uno dei principali dolori che le donne lamentano durante la gravidanza è quello del mal di schiena. Si tratta di un fenomeno abbastanza normale che può dipendere principalmente da due fattori: lo sbilanciamento del peso della donna e una postura scorretta. Nel primo caso il fenomeno andrà aumentando con il passare dei mesi, mentre il secondo dipende dalle abitudini e da come ci si posiziona a letto o sul divano. Con un po’ di esercizio fisico (soprattutto stretching), qualche precauzione in più ed evitando di rimanere per troppo tempo ferme e nella stessa posizione, questo disturbo può essere facilmente contrastato. Per approfondire questa problematica puoi consultare questo articolo sul blog di osteopatiaterranova.it.

Il mal di pancia

Il mal di pancia è un tipo di disturbo per molti aspetti molto generico, perché può fare riferimento a diversi aspetti. Si va dal classico bruciore di stomaco (trattabile con un’alimentazione equilibrata e corretta) a problemi più specifici che vanno sottoposti all’analisi di un medico specialista. Non c’è necessariamente da allarmarsi, ma è bene non sottovalutare alcun tipo di fenomeno.

Il dolore pelvico

A differenza del mal di pancia, un altro disturbo molto comune (specie se temporaneo) è quello del dolore pelvico. La causa è da individuare negli spostamenti interni dell’organismo che producono una maggiore tensione dei legamenti e delle ossa. Questo tipo di dolore può essere sia crampiforme che acuto e a volte è accompagnato anche da altri sintomi. Il problema principale in questi casi è riuscire a localizzare il dolore e a non preoccuparsi eccessivamente se si tratta, semplicemente, di dolore che colpisce la parte inferiore dell’addome, quella bassa del tronco.

Dolori al seno

Un altro dolore frequente durante la gravidanza è quello che colpisce il seno. Anche in questo caso parliamo di un disturbo normale, considerando i cambiamenti ormonali che accompagnano lo sviluppo del feto. Il seno si ingrossa e si prepara anche ad allattare. Questa trasformazione, a volte, genera dolore e, inoltre, può portare anche ad avere delle perdite. La soluzione in questo caso è quella di indossare dei reggiseni specifici che possano rendere meno fastidiosi i movimenti e siano dotati di imbottiture capaci di assorbire i liquidi.

Crampi alle gambe

Uno dei dolori che accompagna i diversi mesi della gravidanza è quello relativo ai crampi alle gambe. Si tratta anche in questo caso di un problema prevedibile causato dal diverso modo in cui l’organismo delle donne metabolizza il calcio. Un buon metodo per ridurre questo fastidio è quello di fare degli esercizi di stretching localizzati sui muscoli che maggiormente danno fastidio.

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Sesso del bambino: come scoprire se è maschio o femmina https://www.mammeup.it/sesso-del-bambino-come-scoprire-se-e-maschio-o-femmina/ https://www.mammeup.it/sesso-del-bambino-come-scoprire-se-e-maschio-o-femmina/#respond Thu, 19 Dec 2019 16:00:11 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34430 Tra le prime domande che i futuri genitori si sanno, c’è sicuramente quella relativa al sesso del bambino. Sarà un maschietto o una femminuccia? Questa è una di quelle domande che maggiormente viene posta da amici e parenti che è curiosa di conoscere il sesso del bambino. Tanta, infatti, è la curiosità relativa alla nuova […]

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Tra le prime domande che i futuri genitori si sanno, c’è sicuramente quella relativa al sesso del bambino. Sarà un maschietto o una femminuccia? Questa è una di quelle domande che maggiormente viene posta da amici e parenti che è curiosa di conoscere il sesso del bambino. Tanta, infatti, è la curiosità relativa alla nuova vita che arriverà di lì a poco: che sia maschio o femmina, la gioia sarà comunque tanta, ma è comunque normale che si abbia una piccola preferenza.

Conoscere o non conoscere il sesso del feto

Potrebbe sembrare una domanda amletica, ma non per tutti conoscere il sesso del feto è considerata un’esigenza. C’è chi vuole saperlo il prima possibile, anche per poter scegliere come chiamare il proprio bambino (scopri i più diffusi nomi maschili e femminili) e chi vuole invece godersi l’effetto sorpresa. Che sia maschio o femmina, ovviamente, non cambia la gravidanza. La maggior parte dei genitori, in ogni caso, vuole saperne di più sul nascituro: vediamo quello che c’è da sapere quando si parla di sesso del bambino, a cominciare dal momento in cui inizia a vedersi.

A quante settimane di vede il sesso del bambino?

Il sesso del nascituro viene determinato con assoluta certezza attraverso un’ecografia morfologica, che si effettua nel secondo trimestre, solitamente tra la 20esima e 22esima settimana. In alcuni casi si può optare per una morfologica precoce, tra la 15esima e la 16esima settimana di gravidanza. La risposta alla domanda “A quante settimane si vede il sesso del bambino?” è dunque semplice: per avere certezza bisogna aspettare il secondo trimestre, con le dovute eccezioni: qualora la posizione del feto fosse favorevole a un’osservazione, infatti, lo si potrebbe stabilire prima.

Differenze tra maschio e femmina nella gravidanza

Esistono alcune differenze tra maschio e femmina in gravidanza, legate alla crescita fetale intrauterina. I maschietti, di norma, sono più grandi e paiono crescere più velocemente nel pancione della mamma. Al di là di questo, esistono alcune credenze popolari e alcuni vecchi miti sul sesso del nascituro, secondo i quali si potrebbe determinare se sarà maschio o femmina dalla forma della pancia.

Pancia da femmina

Stando alle credenze popolari, la pancia da femmina ha la forma simile a quella di un’anguria o, ancora, se è alta.

Pancia da maschio

In caso di maschietto, invece, la pancia sarebbe più tonda, a forma di palla, e più bassa.

Altre teorie, prima di ricorrere alle dovute ecografie o ad altri test scientifici, si affidano al modo con cui la gravidanza si manifesta. Per alcuni i sintomi con i quali si presenta la gravidanza permettono di capire se il feto è un maschio o una femmina. Anche in questo caso, per quanto possa essere simpatico il metodo per capirlo, non ci sono conferme dal punto di vista scientifico.

Fase lunari e concepimento

La tradizione popolare lega la nascita di un maschio e di una femmina alla posizione della luna. Per questo si sente spesso parlare di luna crescente e luna calante. Nel rapporto fasi lunari e concepimento non esiste alcuno studio scientifico che provi che si tratti di una tecnica valida. Va preso per quello che è: un metodo curioso, un divertimento da fare prima che si possa conoscere il sesso attraverso le ecografie che confermino o meno che si tratti di un maschio o di una femmina.

Come funziona questo “metodo”? Anzitutto bisogna sapere all’incirca quando è avvenuta l’ovulazione: se è avvenuta nei giorni di luna piena (o meglio nelle 24 ore di luna piena), secondo la credenza che si affida alle fasi lunari è probabile che nascerà una bambina. Se l’ovulazione cade, invece, in prossimità della luna nuova, è probabile che nascerà un  maschio. Pare che in fase di luna calante o crescente il metodo fallisca più di frequente, mentre quando si ovula nel giorno di luna nuova o luna piena, questo sarebbe più efficace. Come sappiamo, comunque, non si può scegliere il giorno dell’ovulazione!

Volendo riassumere il sistema della luna crescente e della luna calante per la comprensione se il proprio bambino sarà un maschio o una femmina:

  • Luna piena: femmina (più probabile);
  • Luna nuova: maschio (più probabile);
  • Luna Crescente (gobba a ponente: si va verso la luna piena): femmina;
  • Luna Calante ( gobba a levante: si va verso la luna  nuova): maschio.

Calendario cinese: maschio o femmina?

Esiste anche chi si affida al calendario cinese del concepimento per sapere quale sarà il sesso del nascituro. Anche in questo caso, bisogna dire che non esiste alcun supporto scientifico che ne provi la validità, ma nulla toglie che lo si possa provare giusto per divertirsi. Il funzionamento è molto semplice: basta incrociare il mese in cui è avvenuto il concepimento e l’età della mamma (sempre  al momento del concepimento). Per consultare il calendario cinese con il quale capire se il proprio bambino sarò un maschio o femmina è possibile consultare questo specchietto:

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Nascita di un bambino: come dirlo al proprio partner https://www.mammeup.it/nascita-di-un-bambino-come-dirlo-al-proprio-partner/ https://www.mammeup.it/nascita-di-un-bambino-come-dirlo-al-proprio-partner/#respond Wed, 17 Jul 2019 08:00:28 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36524 Si può comunicare la gioia? Sembra essere questa la domanda centrale, quasi di quelle sui massini sistemi, che sorge nelle donne quando scoprono di essere incinta. E devono comunicarlo al proprio partner. Il test di gravidanza ha dato esito positivo, non c’è possibilità di smentita. Bisogna solo trovare il modo per dire al proprio compagno […]

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Si può comunicare la gioia? Sembra essere questa la domanda centrale, quasi di quelle sui massini sistemi, che sorge nelle donne quando scoprono di essere incinta. E devono comunicarlo al proprio partner. Il test di gravidanza ha dato esito positivo, non c’è possibilità di smentita. Bisogna solo trovare il modo per dire al proprio compagno che così come voi diventerete madri lui diventerà padre.

La creatività della maternità

Abbiamo raccolto 5 delle migliori idee da mettere in pratica per comunicare la nascita di un bambino. ci sono idee semplici e altre più articolate, ma tutte davvero dolci, tenere e commoventi. A tal proposito è bene anche che le future mamme si fidino del loro istinto. Riuscire a comunicare una notizia così gioiosa per molti aspetti è più semplice di quanto si pensi. A volte basta uno sguardo carico d’amore e di emozione; anche l’uomo più burbero percepirebbe la novità. Ogni coppia poi ha la propria storia e le proprie abitudini; queste sono un terreno fertile (tanto per rimanere in tema) sul quale sviluppare un’idea per comunicare la nascita del vostro bambino. Anche le idee che ora vi suggeriremo possono essere personalizzate e modificate secondo le esigenze. Ricordatevi sempre che anche questo è un vostro momento e come tale è importante viverlo.

5 idee per tutte le mamme

Set biberon e pannolino

È doveroso che il futuro papà impari per tempo a cambiare i pannolini al bambino. Un’idea molto divertente può essere proprio quella di fargli trovare una confezione di pannolini e un biberon. Anche senza biglietti d’auguri o frasi a effetto. Questi oggetti sono eloquenti e non lasciano spazio a dubbi. Potete incartarli e consegnarglieli come regalo, farglieli trovare sul letto o, ancora, spedirglieli in ufficio. Ma solo se siete disposte a non vedere l’espressione che si disegna sul suo volto.

Un biglietto in cucina

Come iniziare al meglio la giornata? I personal trainer suggeriscono una colazione nutriente, i pubblicitari di mangiare i loro prodotti, gli astrologi di ascoltare i loro consulti; e i futuri papà? Un’idea può essere quella di preparare un biglietto sul quale fare riferimento alla nascita del bambino (esplicitamente o anche come indovinello) e sistemarlo accanto alla tazzina del caffè. Un modo forse insolito e sconvolgente, ma sicuramente divertente e che potrebbe dargli la giusta carica d’adrenalina per andare a lavoro (ma pensando ad altro).

Serata con sorpresa

Un invito a cena, una birra, una passeggiata in un luogo romantico, sono delle scenografie meravigliose anche per comunicare la nascita di un bambino. Chi l’ha detto che il tramonto, il cielo stellato e la vista dall’alto della propria città siano da utilizzare solamente per dichiarazioni d’amore e proposte di matrimonio? Organizzate una serata; una cena, un aperitivo, qualsiasi cosa e al momento giusto lo prendete per mano, lo guardate negli occhi e gli date la grande notizia. Per le coppie più romantiche può essere dolcissimo anche accomodarsi su un muretto, una panchina o anche per terra, guardare insieme verso l’orizzonte e sussurrare al vostro partner che aspettate un bambino.

Video foto

Se siete pratiche vi ci vorrà poco tempo, altrimenti dovrete resistere dalla tentazione di dirgli immediatamente che nel giro di qualche mese un nuovo membro si aggiungerà alla vostra famiglia. Un video con le vostre foto, delle frasi a tema per la nascita di un bambino e una colonna sonora adeguata (la vostra musica preferita) possono rivelarsi come una combinazione meravigliosa anche per il cuore dell’uomo più sicuro di sé. Esistono molte app e servizi online per preparare dei brevi videoclip; non serve essere registi di Hollywood. L’effetto finale, però, è sicuramente da premio Oscar.

Le scarpette

Cosa c’è di più tenero di un paio di scarpette da bambino? In alcuni casi sono più un accessorio che un capo d’abbigliamento vero e proprio (considerando quanto le indosseranno), ma sono eccezionali per dare l’annuncio della nascita di un bambino. Così come abbiamo visto per altre idee potrete collocare le scarpette in qualsiasi luogo. Potete accompagnare questo regalo con un biglietto d’auguri per la nascita del bambino. Questo regalo rimane nel tempo e può essere conservato gelosamente, magari facendovi incidere sopra il nome del bambino non appena lo avrete scelto. Questa idea può essere simpatica anche per future gravidanze.

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Rapporti in gravidanza: quando e come averli https://www.mammeup.it/rapporti-in-gravidanza-quando-e-come-averli/ https://www.mammeup.it/rapporti-in-gravidanza-quando-e-come-averli/#respond Fri, 12 Jul 2019 08:00:21 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36519 Continuiamo a esplorare il mondo della sessualità delle donne andando a sfatare miti e luoghi comuni sulla possibilità di avere rapporti sessuali durante la gravidanza. Il sesso e l’intimità, specie quella femminile, è da sempre oggetto di grande mistero, con la conseguenza di aver attirato le più impressionanti quantità di leggende metropolitane e paure. Fare […]

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Continuiamo a esplorare il mondo della sessualità delle donne andando a sfatare miti e luoghi comuni sulla possibilità di avere rapporti sessuali durante la gravidanza. Il sesso e l’intimità, specie quella femminile, è da sempre oggetto di grande mistero, con la conseguenza di aver attirato le più impressionanti quantità di leggende metropolitane e paure. Fare l’amore in gravidanza rimane un’esigenza importante per ogni donna, ma anche per la coppia, che potrà beneficiare di un momento di intimità e unione davvero importante.

L’importanza di avere rapporti durante la gravidanza

L’affettività sessuale è un aspetto determinante per ogni relazione di coppia, ma non deve mai essere considerato come un obbligo. Il periodo che precede (e segue) la nascita di un bambino è potenzialmente deflagrante per ogni coppia. Specie per la prima gravidanza, gli equilibri interni tra i due partner vengono modificati, in quanto si passa da l’essere in due e ritrovarsi in tre. Gli squilibri ormonali e fisici della gravidanza portano spesso le future mamme a considerarsi poco attraenti o meno disposte ad avere rapporti completi. In tutti i casi alla base della relazione di coppia ci deve essere una buona comunicazione, imparando ad affrontare insieme qualsiasi tipo di difficoltà. Anche quelle che riguardano la sfera più intima della coppia.

Quando evitare rapporti in gravidanza

Tra i luoghi comuni e le paure cui abbiamo fatto riferimento all’inizio c’è l’idea che il sesso durante la gravidanza faccia male al bambino. Similmente c’è il timore di provare maggior dolore durante la penetrazione. Qualsiasi dubbio o preoccupazione va affrontata con il proprio ginecologo, che potrà indicare se e quando astenersi dall’avere rapporti. In linea di massima fare l’amore in questo periodo non costituisce un problema, né per la futura mamma né per il bambino. È doveroso evitare di avere rapporti solamente nei casi in cui ci siano:

  • minaccia di abortire;
  • parti prematuri o aborti spontanei avuti in precedenti gravidanze;
  • infezioni vaginali;
  • perdite di sangue;
  • rischio di distacco della placenta;
  • eccessivo accorciamento o maggiore dilatazione del collo dell’utero.

Questi, lo ricordiamo, sono solo i principali casi per i quali è opportuno evitare di avere rapporti durante la gravidanza. Rimane valida la considerazione che ogni donna e ogni fenomeno fa storia a sé e un consulto medico è quello che ci vuole per fugare ogni dubbio e timore. Durante la gravidanza sono assolutamente da evitare i rapporti a rischio, in quanto potrebbero essere causa di infezioni o problemi di altra natura.

I rapporti sessuali in gravidanza nei primi mesi

La gravidanza è un periodo articolato e complesso che muta nel corso del tempo e difficilmente è uguale a sé stesso. Il bambino cresce e si prepara alla nascita e questi cambiamenti accompagnano i mutamenti della donna, non solo dal punto di vista fisico. È normale avere degli sbalzi o dei cali dell’attrazione sessuale, soprattutto a partire dal quarto mese. Fino al terzo le differenze dal punto di vista ormonale saranno ancora minime. Solitamente verso la fine della gravidanza, durante l’ottavo e il nono mese, il desiderio torna a crescere.

Per quel che riguarda le posizioni da assumere durante i rapporti sessuali non ci sono regole; l’importante è vivere questo momento con dolcezza e passione. Sono preferibili le posizioni in cui la pancia della donna resta libera e il suo peso non renda difficoltoso l’amplesso. In ogni caso tutto sta all’intimità della coppia che non deve rivoluzionare il proprio modo di fare l’amore. Il metodo migliore è sempre quello della complicità, senza imposizioni o schemi particolari da seguire.

Dopo il parto

Cosa succede dopo la nascita del bambino? Da quando è possibile riprendere ad avere rapporti sessuali dopo la gravidanza? I medici riferiscono che solitamente dopo un mese circa dalla nascita del bambino le donne possono avere nuovi rapporti. È bene però ricordare che, finita la gravidanza, permangono determinati mutamenti, sia fisici che mentali. I più diffusi sono quelli relativi alla stanchezza, alle preoccupazioni sui primi mesi di vita del bambino o al corpo che ancora deve riprendersi del tutto.

L’aspetto forse più difficile da gestire è la discrepanza tra il desiderio e la capacità del corpo. Capita di avere desiderio di fare l’amore con il proprio partner, ma di avere difficoltà dal punto di vista fisico. Viceversa può succedere che il corpo sia perfettamente pronto, ma mentalmente non c’è voglia o permane ancora un senso di timore.

Tutto, come sempre, va vissuto con molta serenità e insieme al proprio partner. Il sesso non è un mero meccanismo fisico, ma coinvolge completamente le due persone che si donano. Se non c’è la volontà reciproca di farlo, le conseguenze non sono mai piacevoli. Ma in quel caso il problema non è né la gravidanza né la nascita di un figlio.

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App per la gravidanza: come vivere la dolce attesa https://www.mammeup.it/app-per-la-gravidanza-come-vivere-la-dolce-attesa/ https://www.mammeup.it/app-per-la-gravidanza-come-vivere-la-dolce-attesa/#respond Wed, 10 Jul 2019 08:00:52 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36508 Tecnologia e maternità possono convivere? Certo, specie se si scopre la quantità di app che è possibile scaricare per accompagnare la gravidanza. Sono diversi i vantaggi offerti da queste applicazioni che, è importante sottolinearlo, non hanno un valore medico in sé, ma permettono di accedere a diverse informazioni utili e preziose per gestire al meglio […]

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Tecnologia e maternità possono convivere? Certo, specie se si scopre la quantità di app che è possibile scaricare per accompagnare la gravidanza. Sono diversi i vantaggi offerti da queste applicazioni che, è importante sottolinearlo, non hanno un valore medico in sé, ma permettono di accedere a diverse informazioni utili e preziose per gestire al meglio questo particolare periodo della vita di una donna. Le donne durante il periodo della gravidanza devono affrontare e confrontarsi con diverse necessità; le app si propongono proprio come supporto per lo svolgimento corretto di tutte le fasi.

5 migliori app per Android e iOS

Abbiamo selezionato le 5 migliori app per le donne in gravidanza, da scaricare sul proprio smartphone iOS o Android e scoprire come rendere più divertente e interattiva la nascita del proprio bambino.

iMamma

È tra le app più diffuse e apprezzate dalle donne durante la gravidanza, sia per la qualità che la quantità delle funzionalità offerte. Parliamo infatti di un’app che innanzitutto permette di tenere sotto controllo il progresso della gravidanza. Un aspetto vincente di iMamma è che accompagna tutte le fasi della gravidanza, donando alle donne una serie di indicazioni utili anche dal punto di vista nutrizionale, psicologico ed estetico. Una delle funzioni più interessanti è quella di accedere a tutorial dettagliati per farsi dei massaggi alla pancia o quella per calcolare quanti liquidi assumere durante i mesi precedenti alla nascita del bambino. In iMamma c’è davvero di tutto e sarà davvero piacevole e divertente scoprire tutti i contenuti presenti. Scarica iMamma per Android e iOS.

Gravidanza – Sprout

Il periodo della gravidanza è per le donne una vera e propria rivoluzione, sotto tutti i punti di vista (alimentare, medico, fisico, ormonale, psicologico, estetico, eccetera). Avere un app che permetta di gestire al meglio il calendario ricco di impegni della gravidanza è sicuramente un vantaggio. L’app Gravidanza – Sprout, tra le altre cose, permette di impostare gli esami e i controlli medici da effettuare nei vari mesi. Inoltre Gravidanza – Sprout dà la possibilità di creare un diario interattivo da arricchire con foto e commenti da salvare, conservare e condividere per poterlo rileggere anche dopo la nascita del bambino o, ancora, per un’altra gravidanza. Trattandosi di un’app realizzata seguendo le indicazioni della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, Gravidanza – Sprout offre anche una serie di consigli pratici (come quelli relativi al contenuto della valigia per l’ospedale) molto utili per sapere sempre cosa fare. Scarica Gravidanza – Sprout per Android e iOS.

Pregnancy Workout Advisor

Pregnancy Workout Advisor è l’app che tutte le donne devono avere per fare ginnastica in gravidanza. Con quest’app è possibile scoprire quali esercizi fare con una serie di allenamenti trimestrali per mantenersi in forma e prepararsi alla gravidanza. L’aspetto utile di quest’app è anche quello di spiegare dettagliatamente come svolgere ogni singolo esercizio e di accompagnare l’allenamento con delle indicazioni utili anche dal punto di vista alimentare. Con quest’app non avrai più timori o dubbi su cosa potrai mangiare o non mangiare quando sei in gravidanza. Scarica Pregnancy Workout Advisor per Android e iOS.

Flo Calendario Mestruale

Un’app completamente gratuita e utilissima anche come test di gravidanza e per conoscere il periodo fertile è Flo Calendario Mestruale. Come indica il nome dell’applicazione è possibile monitorare sia il ciclo che le fasi della gravidanza. Per ogni giorno si possono inserire note con informazioni sull’umore, la salute o qualsiasi altro elemento riterrete utile salvare. Ciò che colpisce di Flo Calendario Mestruale è anche l’interfaccia molto semplice e particolarmente colorata e di facile lettura. Tutti i dati registrati sono visualizzabili anche sotto forma di grafico per avere una panoramica completa di ogni fase della gravidanza. Scarica Flo Calendario Mestruale per Android e iOS.

La mia gravidanza

Tra le app utili anche per calcolare le settimane di gestazione La mia gravidanza è sicuramente tra le migliori. Dopo la fase di configurazione iniziale, nella quale inserire l’ultimo ciclo e la data prevista per il parto, ogni settimana sarà possibile ottenere informazioni utili sul procedere della gravidanza. Sono presenti diverse sezioni come quella relativa al peso o al calendario sul quale annotare tutti gli impegni. Da non sottovalutare la presenza di funzioni specifiche per ottenere informazioni sulle contrazioni, scegliere il nome del bambino e, ancora, scoprire come richiedere il congedo di maternità. Scarica La mia gravidanza per Android e iOS.

Il mondo delle app è veramente variegato ed esistono versioni specifiche per accompagnare qualsiasi fase e aspetto della gravidanza. Avendo sempre con sé lo smartphone si ha la possibilità di accedere a contenuti utili e informativi per non rimanere mai impreparate qualunque cosa accada. La gravidanza è per ogni donna un periodo pieno di sorprese; con queste app potrai gestire al meglio quelle che ti mettono più a disagio e vivere in maniera dolce quelle più belle ed emozionanti.

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Gravidanza senza sintomi: è possibile? https://www.mammeup.it/gravidanza-senza-sintomi-e-possibile/ https://www.mammeup.it/gravidanza-senza-sintomi-e-possibile/#respond Wed, 27 Feb 2019 11:30:17 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34761 Non è raro pensare che restare incinta significhi essere bersaglio di un assalto continuo di sintomi gravidici che vanno dalla nausea mattutina al bruciore di stomaco, dalle voglie di cibo al seno dolorante. Mentre molte donne sperimentano questi e altri sintomi, ci sono invece donne che non sperimentano alcun sintomo durante l’intero corso della loro gravidanza. Questo significa semplicemente […]

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Non è raro pensare che restare incinta significhi essere bersaglio di un assalto continuo di sintomi gravidici che vanno dalla nausea mattutina al bruciore di stomaco, dalle voglie di cibo al seno dolorante. Mentre molte donne sperimentano questi e altri sintomi, ci sono invece donne che non sperimentano alcun sintomo durante l’intero corso della loro gravidanza.

Questo significa semplicemente che sono fortunate e va tutto bene? O la mancanza di sintomi di gravidanza dovrebbe essere più motivo di preoccupazione che celebrazione?

Frequenza e gravità dei sintomi

Proprio come i tipi di sintomi della gravidanza possono variare da donna a donna, così può differire anche la loro intensità. Alla fine, la gravidanza è semplicemente un’esperienza individuale con le sue caratteristiche e sfide.

Lo stesso vale per la frequenza dei sintomi. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, ciò che sperimenti può cambiare di continuo. Ci saranno giorni in cui potresti provare crampi o minzione frequente e altri dove soffrirai di stipsi o sbalzi d’umore. Potrebbero persino esserci giorni in cui ti senti benissimo.

Se presenti, la maggior parte dei sintomi della gravidanza inizierà a partire dalla quarta settimana. Alcune delle manifestazioni fisiche più evidenti (come l’acne, l’aumento di peso e la variazione del seno) tendono a verificarsi tra la nona e l’undicesima settimana.

Dal secondo trimestre, molti dei più fastidiosi sintomi della gravidanza inizieranno a scemare, mentre altri continueranno fino al momento del parto.

Assenza completa dei sintomi della gravidanza

Una ricerca estemporanea su Internet porta alla luce tantissimi messaggi inviati da donne che non hanno rilevato alcun sintomo all’inizio della gravidanza. Molte di loro sembrano chiaramente entusiaste ma altre sono invece molto preoccupate: si chiedono se questa assenza di sintomi non sia segno che il loro bambino non sia sano o che la loro gravidanza finirà in un aborto spontaneo.

La maggior parte di queste paure sono infondate. Attualmente non ci sono prove che suggeriscano che la mancanza di sintomi pone il bambino a rischio di scarso peso alla nascita, malformazioni, nascita pretermine o aborto spontaneo.

Modifiche o perdita dei sintomi della gravidanza

Vi sono, tuttavia, due situazioni che giustificano preoccupazione. Entrambe riguardano non tanto l’assenza di sintomi, ma piuttosto una variazione dei sintomi che si verifica improvvisamente e senza spiegazione.

I cambiamenti nel movimento fetale sono la preoccupazione principale. Qualsiasi diminuzione del movimento, o una completa cessazione del movimento, può essere il segno di qualcosa che non va. Mentre alcuni sintomi tendono a diminuire con il progredire della gravidanza, il movimento del bambino non dovrebbe. Potrebbero esserci giorni in cui il bambino sarà più tranquillo, ma se il movimento si interrompe improvvisamente (o se varia da moltissima attività a pochissima), dovresti consultare immediatamente il medico.

Altrettanto preoccupante è l’improvvisa scomparsa dei sintomi. Non ci riferiamo a donne che non hanno avuto sintomi di gravidanza. Piuttosto la preoccupazione è per coloro che hanno avuto sintomi e ora improvvisamente non ne hanno più. La cessazione improvvisa potrebbe essere il segno di un aborto o di un problema di sviluppo, specialmente durante il primo trimestre. Anche se non ci sono altri sintomi di aborto spontaneo, è importante controllarsi il prima possibile.

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Meditazione in gravidanza: 5 benefici per le future mamme https://www.mammeup.it/meditazione-gravidanza-benefici/ https://www.mammeup.it/meditazione-gravidanza-benefici/#respond Mon, 26 Mar 2018 08:20:51 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34633 La meditazione in gravidanza non è un’attività da sottovalutare ma un’ottimo modo per “ascoltare” il proprio corpo. Nel corso degli anni molti studi hanno dimostrato come la meditazione aiuti a diminuire lo stress e l’ansia, migliorando considerevolmente la nostra salute. Vediamo quindi, 5 buoni motivi per praticare la meditazione, anche in gravidanza. Meditazione in gravidanza: […]

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La meditazione in gravidanza non è un’attività da sottovalutare ma un’ottimo modo per “ascoltare” il proprio corpo. Nel corso degli anni molti studi hanno dimostrato come la meditazione aiuti a diminuire lo stress e l’ansia, migliorando considerevolmente la nostra salute.

Vediamo quindi, 5 buoni motivi per praticare la meditazione, anche in gravidanza.

Meditazione in gravidanza: favorire calma e positività

È normale che durante la gravidanza la donna soffra di ansie e angosce. Domande come: ce la faremo economicamente? quanto durerà il travaglio? sarò una buona madre? dominano la mente della maggior parte delle donne. Questo stato di ansia, però, non comporta benefici per il bambino, con il rischio di un parto prematuro. Per questo motivo, la meditazione può correre in aiuto favorendo calma e positività.

Meditazione in gravidanza: uno stile di vita sano

Lo stress causa delle abitudini sbagliate nell’essere umano, come la dipendenza da alcool o fumo, mangiare “cibi spazzatura” o prendere troppi caffè. Queste dipendenze possono manifestarsi anche nelle donne in gravidanza, complici falsi miti come le voglie o il “mangiare per due”.

La meditazione aiuta a condurre uno stile di vita sano, in quanto allontanando ansia e stress, riesce ad evitare l’adozione di comportamenti sbagliati, come quelli sopra esposti.

Meditazione in gravidanza: sonno tranquillo e sereno

Non è un segreto che molte donne durante la gravidanza soffrano di insonnia causata dalla presenza “ingombrante” del pancione, che non aiuta a trovare una posizione comoda, o il continuo stimolo di fare la pipì. La meditazione può aiutare anche in questo.

Meditazione in gravidanza: benessere per il bambino

La meditazione in gravidanza comporta anche benefici per il bambino, aiutando a fortificare il legame madre-figlio. Nel dettaglio, la meditazione riflessiva permette alla donna di concentrarsi sul bambino e di instaurare un rapporto con lui così da evitare la costruzione da zero del legame, dopo il parto.

Meditazione in gravidanza: contro la paura di perdere il controllo

Uno dei benefici più apprezzati è il raggiungimento della consapevolezza e dell’autocontrollo. Infatti, le donne in gravidanza sono spesso soggette alla cosiddetta “paura del parto”, interpretata in molti casi come la paura di perdere la padronanza di se stesse. La meditazione aiuta proprio in questo: vi aiuterà a sentirvi preparate e positive.

Come iniziare a meditare

Bene, ora abbiamo visto i principali benefici che la meditazione in gravidanza può apportare non solo alla futura mamma ma anche al bambino, ora vediamo come iniziare.

Per praticare la meditazione le uniche cose che servono sono: uno spazio in casa o all’esterno, tranquillo, e del tempo, una decina di minuti. Vi consigliamo di mettervi sedute comodamente con la schiena dritta e di impostare un sottofondo rilassante.

Oggi, esistono numerose app e cd che potete prendere in considerazione: vi aiuteranno a padroneggiare gli step da seguire, a creare l’atmosfera giusta e a conoscere le migliori posizioni per meditare.

Infine, se volete essere seguite da professionisti esistono numerosi corsi per la meditazione dove potete entrare in contatto anche con altre donne incinte con le quali scambiare pareri e consigli.

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Maschio o femmina? Tutte le curiosità e i modi per scoprirlo https://www.mammeup.it/maschio-femmina-curiosita-modi-scoprirlo/ https://www.mammeup.it/maschio-femmina-curiosita-modi-scoprirlo/#respond Wed, 17 Jan 2018 16:36:59 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34482 Quando si aspetta un bambino si è sempre curiosi di conoscere il sesso del nascituro se sarà un maschietto o una femminuccia. Oltre alle più sofisticate tecnologie per scoprire il sesso del bebè esistono alcune credenze popolari e dei metodi (per nulla scientifici). Credenze popolari maschio femmina In attesa di fare  una ecografia o l’amniocentesi  […]

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Quando si aspetta un bambino si è sempre curiosi di conoscere il sesso del nascituro se sarà un maschietto o una femminuccia. Oltre alle più sofisticate tecnologie per scoprire il sesso del bebè esistono alcune credenze popolari e dei metodi (per nulla scientifici).

Credenze popolari maschio femmina

In attesa di fare  una ecografia o l’amniocentesi  che svela il sesso del bambino, molti neo genitori si documentano su tutte le credenze popolari per scoprire  se arriverà un maschio o una femminaA quanto pare dal colore della pelle, dall’umore, dal colore dei capelli ai pendoli: esistono tantissimi aneddoti e strane credenze che ci dicono come scoprire il sesso del bebè.

Differenze se si aspetta un maschio o una femmina

Tanto tempo fa non si era felici di  avere una figlia femmina e molte leggende narrano che quando una donna aspettava una bambina c’erano parecchi effetti negativi che si manifestavano che sono: depressione, ansia e tristezza. Se al contrario una donna spettava una  maschietto era di buonumore.

Capire il sesso del bambino, sempre secondo diverse credenze si può anche attraverso alcuni segnali lanciati dal corpo della madre.

Se,per esempio, ai capelli che in gravidanza sono più luminosi compio dei riflessi rossastri potrebbe essere il segnale che in grembo portate una femmina.

Se nel viso, a causa degli  ormoni,  compare acne, brufoletti, secchezza cutanea potreste aspettare una femmina, mentre se la pelle sembra più liscia e luminosa del solito aspetterete un maschio.Secondo una studiosa americana quando una donna aspetta una bambina il suo seno aumenterebbe nel corso della gravidanza, in media, di otto centimetri, invece se è in attesa di un maschietto il seno non aumenterebbe più di 6,3 centimetri. Ma queste credenze coinvolgono anche i papà. Se anche lui sta mettendo peso e inizia ad avere la pancetta  significa che state aspettando una bambina.

 

Le voglie sono dei desideri “irrefrenabili”  tipici della gravidanza. Anche da queste e in base a cosa desiderate è il segnale distintivo di un maschio o di una femmina: se avete voglia di proteine, salumi, formaggi, cibi salati potrebbe essere in arrivo un maschio se invece non resistete ai dolci, al succo di arancia, alla frutta è probabile che sia in arrivo una femmina.

Ma non finisce qui: controllate la pressione sanguigna durante la gravidanza e non solo per accertarvi che tutto sia nella norma, ma anche per predire il sesso del bambino: con un valore inferiore a 140 battiti al minuto arriverà un maschietto; con i valori più alti di 140 battiti al minuto è in arrivo una femmina.

Anche il cuscino con il quale dormite la notte potrà dirvi il sesso del vostro piccoletto. Se esso è esposto a sud è segno della nascita di una femmina; se è esposto a sud potreste aspettare un maschio. 

Pure la matematica vi viene in soccorso. Fate un semplice calcolo: aggiungete il numero dei vostri anni al momento del concepimento e il numero del mese nel quale è avvenuto il concepimento. Se il risultato di questa somma è un numero dispari è in arrivo una femmina; se invece è un numero pari state aspettando un maschietto.

Per non parlare del  famoso pendolo che viene usato da generazioni per predire il sesso del nascituro. Utilizzate una fede nuziale come pendolo, dopo averla appesa ad una catenina e farla muovere sulla pancia: se muovendosi il pendolo forma dei cerchi aspettate un maschio; se invece la fede si muove da un lato all’altro potrebbe essere in arrivo una femmina.

In ultimo attenzione quando sentite i primi movimenti del feto nel pancione: se li avvertite molto presto si dice che aspettiate un maschio; se li sentite dopo un certo tempo potreste aspettare una bambina.

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Papà che assistono al parto: tutti i consigli prima di entrare in sala parto https://www.mammeup.it/papa-che-assistono-al-parto-tutti-i-consigli-prima-di-entrare-in-sala-parto/ https://www.mammeup.it/papa-che-assistono-al-parto-tutti-i-consigli-prima-di-entrare-in-sala-parto/#respond Tue, 16 Jan 2018 15:57:47 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34466 L’attesa di un figlio è un momento emozionante e unico per entrambi i genitori. Sebbene sia la madre a portare in grembo per nove mesi il bambino, e abbia con lui un contatto diretto, anche per il padre è un’esperienza unica che solitamente vuole viversi sino alla fine assistendo al momento del parto. I futuri […]

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L’attesa di un figlio è un momento emozionante e unico per entrambi i genitori. Sebbene sia la madre a portare in grembo per nove mesi il bambino, e abbia con lui un contatto diretto, anche per il padre è un’esperienza unica che solitamente vuole viversi sino alla fine assistendo al momento del parto. I futuri papà, infatti, accompagnano la mamma alle visite di controllo ginecologico, al corso di preparazione al parto e non vedono l’ora di partecipare ed essere presenti nel momento clou. Nonostante quasi tutti papà manifestino la voglia di assistere la nascita del proprio figlio è comunque un momento molto delicato per il quale bisogna prepararsi al meglio.

Ecco alcuni consigli utili per tutti i papà che assisteranno alla nascita del proprio bambino.

1. Prima di decidere se partecipare al parto pensateci bene.Magari non ve la sentite proprio o, al contrario, magari è la mamma che preferirebbe che il papà aspettasse fuori. La cosa è importante è che prendiate insieme, come coppia, una decisione su cosa fare, spiegando ciascuno le proprie ragioni e le proprie emozioni all’altro.


2. Partecipate anche voi il corso preparto, o quantomeno  le lezioni che sono in genere previste anche per i papà. Vi aiuteranno a sentirvi più pronti su quello che succede durante un travaglio e il parto naturale.  
E’ da tenere in considerazione che nonostante la migliore preparazione teorica al parto, potrete comunque non essere pronti all’evento.

3 Cari papà preparate anche voi una borsa anche per voi con qualche spuntino, un carica batteria e un cambio.


4. E’ importante tenere presente che le cose possono anche andare diversamente da come vengono pianificate. Il travaglio e il parto potrebbero  essere più brevi o più lunghi di quanto vi aspettavate o potrebbe rendersi necessario un cesareo d’emergenza, nel qual caso difficilmente potrete assistere alla nascita di vostro figlio.

5. Siate pronti ad assecondare i bisogni della vostra compagna. Potrete fare tante cose per supportare la vostra compagna in questo momento: tenerle compagnia nelle prime fasi del travaglio, tenerle la mano e accarezzarla, massaggiarle schiena e spalle, aiutarla a cambiare posizione, confortarla e incoraggiarla, accompagnarla nelle tecniche di rilassamento, l’importante è che quello che farete a lei farà piacere.


6. Non abbiate timore di prendere in braccio vostro figlio appena nato. Non pensate d fargli male perchè vi sembrerà piccolissimo e fragile. Se, infine, ve lo sentite, potete anche chiedere  all’ostetrica di tagliare il cordone ombelicale.

7. Non preoccupatevi se vi commuovete e volete mostrare le vostre emozioni: molti uomini piangono appena il loro bimbo viene al mondo, ed è naturale e bellissimo. Questa è un’esperienza unica nella vita e la commozione spesso crea una coesione totale con la compagna.

8. Certo l’emozione e l’adrenalina  del parto è una cosa immensa che una volta tornati a casa  dopo il grande evento, avrete voglia di raccontarlo a parenti e amici. Fatelo, ma cercate anche di riposare un po’: vi aspettano di sicuro delle notti insonni, non appena arriverà a casa anche il bambino. I primi mesi, infatti, sono quelli più duri d’affrontare  perché dovrete imparare a capire il vostro bambino.

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Voglie in gravidanza, come comportarsi? Tutta la verità https://www.mammeup.it/voglie-gravidanza-tutta-la-verita/ https://www.mammeup.it/voglie-gravidanza-tutta-la-verita/#respond Tue, 16 Jan 2018 15:34:22 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34463 Un improvviso desiderio di qualcosa di dolce o di salato, nei momenti più disparati della giornata: le voglie in gravidanza sono un argomento ben noto alle donne che hanno avuto o stanno per avere un bebè. Questi improvvisi desideri di un cibo in particolare vengono accompagnati da una serie di leggende: secondo una diffusa credenza […]

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Un improvviso desiderio di qualcosa di dolce o di salato, nei momenti più disparati della giornata: le voglie in gravidanza sono un argomento ben noto alle donne che hanno avuto o stanno per avere un bebè. Questi improvvisi desideri di un cibo in particolare vengono accompagnati da una serie di leggende: secondo una diffusa credenza popolare, infatti, qualora non si soddisfi la richiesta, il nascituro avrà una voglia sulla pelle.

Ma quanto c’è di vero in questa storia? Stando alle leggende popolari, dunque, nascerà con una macchia sulla pelle che ricorderà il cibo desiderato per forma e colore. Da un punto di vista scientifico, ovviamente, tutto questo non ha alcun fondamento, né è stato rintracciato un qualsivoglia collegamento tra ciò che la mamma desidera e le macchie sulla pelle: quelle macchie sono solo “angiomi”. Rimane, comunque da capire perché vengano determinate voglie in gravidanza.

Perché vengono le voglie in gravidanza?

La psicologia ha visto nelle voglie il bisogno della gestante di coccole e rassicurazioni, durante un momento indubbiamente delicato.  Per quanto riguarda invece la medicina, ha spiegato la presenza delle voglie come conseguenza della tempesta di ormoni che colpisce la donna, soprattutto nei primi mesi: il corpo reagisce con una serie di fenomeni/disturbi: nausee, problemi allo stomaco, scarso o abbondante appetito e il cosiddetto “stato gastronomico sognante”, cioè il cambiamento disordinato dei desideri alimentari, che fa sì che cibi che prima si amavano vengano rifiutati con disgusto.  Così, non è inusuale che possa aumentare la voglia di cibi particolarmente dolci o particolarmente salati, alcuni dei quali prima non incontravano il gusto della futura mamma.

Prurito sulla pancia e voglie in gravidanza

Durante la gravidanza può capitare di sovente di avvertire prurito sulla pancia: si pensa che possa essere causato da una parte dai cambiamenti ormonali, dall’altra dallo stiramento della pelle che si dilata e si stende sempre più. Quando il prurito è accompagnato da un’improvvisa voglia alimentare si tende a non grattarsi, temendo che toccandosi o grattandosi il piccolo nascerà con un angioma sulla pelle, proprio lì dove ci si è grattati. Ovviamente, non esiste questa correlazione tra prurito sulla pancia e voglie in gravidanza, ma si tratta soltanto di una leggenda curiosa.

Quando iniziano le voglie in gravidanza?

Non è detto che tutte le future mamme si trovino a fare i conti con le voglie in gravidanza. Alcune donne apportano da subito modifiche alla loro dieta, mentre altre non si trovano mai ad avere improvvisi e strani desideri.  In generale, comunque, bisogna dire che il senso del gusto si modifica durante la gravidanza e che alcuni cibi molto apprezzati prima, potrebbero non piacere più così tanto. Si sviluppa, inoltre, una particolare sensibilità nei confronti di determinati odori o gusti. Ogni gravidanza è diversa dall’altra e non c’è nulla di male nell’assecondare le voglie: in alcuni casi, infatti, potrebbero non essere semplicemente un capriccio, bensì una richiesta del corpo, che ha bisogno di determinati nutrienti.

Voglie in gravidanza, come comportarsi?

Abbiamo visto che, da un punto di vista scientifico, non si segnala alcun legame tra voglie di cibo e comparsa di macchie cutanee. In generale, però, il desiderio di un determinato elemento rappresenta una richiesta dell’organismo, che esprime un bisogno, sia esso di natura fisica o psicologica. Nei limiti della ragionevolezza, dunque, non c’è nulla di male a concedersi un piccolo peccato di gola (evitando naturalmente ciò che può comportare rischi per la salute di mamma e bimbo). Se non si vuole ingrassare a vista d’occhio, inoltre, bisogna prestare molta attenzione a ciò che si mangia: va bene soddisfare i desideri, ma c’è sempre il confronto con la bilancia che aspetta dietro l’angolo!

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Gravidanza biochimica: cause, sintomi e tutto quello che dovete sapere https://www.mammeup.it/gravidanza-biochimica-cause-sintomi-cosa/ https://www.mammeup.it/gravidanza-biochimica-cause-sintomi-cosa/#respond Mon, 15 Jan 2018 16:11:38 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34429 La gravidanza biochimica, detta anche aborto biochimico o microaborto, è un aborto molto molto precoce. L’ovulo che è stato fecondato e cerca di raggiungere l’utero s’impianta nella parete dell’utero come una normale gravidanza, ma dopo pochissimi giorni smette la sua crescita. Quindi in sostanza la gravidanza biochimica è la fine della gravidanza in un periodo estremamente precoce, pochissimo tempo dopo aver scoperto […]

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La gravidanza biochimica, detta anche aborto biochimico o microaborto, è un aborto molto molto precoce. L’ovulo che è stato fecondato e cerca di raggiungere l’utero s’impianta nella parete dell’utero come una normale gravidanza, ma dopo pochissimi giorni smette la sua crescita. Quindi in sostanza la gravidanza biochimica è la fine della gravidanza in un periodo estremamente precoce, pochissimo tempo dopo aver scoperto la gravidanza.

Dal punto di vista fisico questo evento non implica alcuna problematica, al contrario di quanto succede dal punto di vista psicologico che inveceha un peso importante e spesso riscopre paure. 

Gravidanza biochimica, cause

Le cause della gravidanza biochimica  sono sostanzialmente  le stesse dell’aborto spontaneo, in particolare anomalie cromosomiche fetali o anomalie anatomiche dell’utero. È  importante sottolineare che la gravidanza biochimica non ha ripercussioni sulla fertilità futura, cioè sulla possibilità di restare nuovamente incinte e di riuscire a portare a termine una gravidanza.

È un processo assolutamente fisologico di difesa, e non dipende da nessuno dei due genitori. Semplicemente la natura ha analizzato la situazione e capito che forse per questo embrione non era il caso di sopravvivere, o avrebbe avuto una vita troppo complessa e con diverse malattie.

Gravidanza biochimica, sintomi

Non esistono dei sintomi specifici da poter accreditare ad una gravidanza biochimica. I sintomi sono gli stessi di di quelli di una normale gravidanza. Può capitare, inoltre, di non avere alcun sintomo . Speso inoltre la gravidanza biochimica viene confusa con un ritardo del ciclo, proprio perché avviene nell’imminenza dell’impianto quindi circa 4-5 settimane dopo l’ultima mestruazione.

Tantissime donne quindi non sanno e non sapranno mai che in realtà quel ciclo in ritardo è stata invece una gravidanza.

Gravidanza biochimica e beta hcg

L’unico modo per sapere e capire che si è tratta di una gravidanza biochimica è l’aver fatto un test effettuato un test, un dosaggio di beta-hcg nel sangue.

Il risultato di questo test è positivo, proprio perché la fecondazione è avvenuta e la gravidanza è iniziata. La comparsa delle perdite ematiche qualche giorno dopo il test però mette in allarme, quindi si eseguirà nuovamente un dosaggio delle beta-hcg che risulteranno negative. Non esiste un reale valore di beta-hcg iniziale che possa far capire di  essere davanti ad una gravidanza biochimica.

 Cosa fare in caso di gravidanza biochimica?

Di fronte ad una gravidanza biochimica non c’è nulla da fare. Essendo così precoce solitamente non necessita di nessun tipo di intervento dall’esterno e tende a risolversi da solo in pochi giorni. Le perdite di sangue, infatti, saranno come quelle del ciclo e quindi dureranno 4-5 giorni per poi scomparire del tutto.

Ciclo mestruale dopo la gravidanza biochimica

Quando si ha una gravidanza biochimica sono stati dei mutamenti ormonali per questo è piuttosto comune che il ciclo successivo alla gravidanza biochimica sia leggermente ritardato. Solitamente si dice che mediamente ricompaia 40 giorni dopo l’aborto biochimico. 

Gravidanza biochimica: quando riprovare?

E’ importante sapere che  il caso della gravidanza biochimica non differisce dagli altri aborti. Se si vuole riprovare ad avere un figlio si può aspettare il ritorno della mestruazione successiva per poi riprovarci. 

Questo perché si è creato uno squilibrio tra estrogeni e progesterone ed è possibile che l’ovulazione nel mese immediatamente successivo all’aborto non avvenga.Una volta tornata la mestruazione invece il ciclo riprenderà esattamente come prima della gravidanza biochimica e quindi sarà molto più probabile l’ovulazione ei tempi tipici del ciclo mestruale di quella specifica donna.

La gravidanza biochimica è di sicuro un evento triste e pesante dal punto di vista psicologico soprattutto per chi da tempo sta cercando di avere un bambino.

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Cosmetici in gravidanza: ecco alcuni consigli e tutto che c’è da sapere https://www.mammeup.it/cosmetici-in-gravidanza-ecco-alcuni-consigli-e-tutto-che-ce-da-sapere/ https://www.mammeup.it/cosmetici-in-gravidanza-ecco-alcuni-consigli-e-tutto-che-ce-da-sapere/#respond Mon, 15 Jan 2018 14:47:53 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34423 Quando una donna scopre di essere incinta inizia a prestare attenzione a molte cose. Oltre all’alimentazione e a quello che si può e non può più fare durante la gravidanza è bene prestare attenzione a ciò che viene a contatto con il corpo come i cosmetici. La maggior parte delle donne ama truccarsi per questo […]

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Quando una donna scopre di essere incinta inizia a prestare attenzione a molte cose. Oltre all’alimentazione e a quello che si può e non può più fare durante la gravidanza è bene prestare attenzione a ciò che viene a contatto con il corpo come i cosmetici. La maggior parte delle donne ama truccarsi per questo quando si è in dolce attesa è bene capire ciò che ci si mette sul viso e se questo può danneggiare il bambino. Attorno alla questione make up ci sono dei pareri contrastanti per questo è bene fare chiarezza su quali cosmetici si possono usare durante la gravidanza e quali, invece, sono vietati.

Cosmetici in gravidanza, cosa evitare

Curare la propria bellezza durante  la gravidanza è  ancora più importante sai per arginare  un po’ i cambiamenti in atto nel corpo, sia  perché la nostra condizione può portare ad alcuni inestetismi  come l’acne o le occhiaie provocate dall’insonnia.

In generale, durante la gravidanza si possono continuare ad usare i propri trucchi , basta avere delle attenzioni in più riguardo all’igiene: in particolare  non bisogna condividere pennelli da trucco, rossetti & Co. con altre persone.

Più attenzione richiede invece la cosmetica bianca: ci sono alcune creme che sono controindicate in gravidanza  come quelle contro cellulite e anche le smagliature. In alcuni casi questa informazione è indicata sulla confezione, ma altre volte siamo noi a dover conoscere gli ingredienti che, a dosi elevate, potrebbero essere pericolosi.

Durante la gravidanza ci sono dei cosmetici  che vanno evitati e sono quelli che contengono parabeni o tracce di piombo nelle loro formulazioni. Il retinolo è un argomento comune nelle creme antietà, e anche di alcuni trattamenti per l’acne o le macchie della pelle. È considerato un ingrediente pericoloso in gravidanza, in quanto in grandi concentrazioni potrebbe avere conseguenze negative sullo sviluppo del feto.

Il perossido di benzoile (o benzoperossido) viene usato spesso nel trattamento dell’acne, in associazione con antibiotici. Spesso è anche presente nelle creme contro l’acne e nei prodotti sbiancati dei denti. Appartenente alla categoria C dell’FDA, può considerarsi pericoloso per la gravidanza e la maggioranza dei ginecologi ne sconsigliano l’assunzione durante l’attesa.

Un altro ingrediente molto comune dei cosmetici anti acne è l’acido salicilico. Anzi, si potrebbe dire che quasi tutti i detergenti, le lozioni & Co. anche “da supermercato” lo contengono. E spesso la gravidanza può provocare brufoli e acne. Tuttavia,  anche l’acido salicilico appartiene alla categoria C dell’FDA, e non è quindi considerato al 100% sicuro. La stessa cosa vale per l’idrochinone, spesso utilizzato contro le macchie della pelle.

E’ il caso di  privilegiare i cosmetici minerali, a base di ingredienti biologici o naturali, ma in linea generale si può usare qualsiasi prodotto risponda agli standard di sicurezza stabiliti dalla legislazione cosmetica europea, che ad esempio proibisce la presenza di nichel e di metalli pesanti.

Bisogna considerare non solo il periodo di gestazione ma anche quello dell’allattamento e per la nostra salute in generale.

E’ importante in ogni caso consultare il proprio ginecologo  e capire quali sono le sostanze che il corpo può assorbire. 

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Cellulite in gravidanza, quello che dovreste sapere https://www.mammeup.it/cellulite-gravidanza-quello-dovreste-sapere/ https://www.mammeup.it/cellulite-gravidanza-quello-dovreste-sapere/#respond Mon, 15 Jan 2018 10:53:38 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34419 Quando una donna inizia la gravidanza vede, nell’arco dei nove mesi, il corpo cambiare. Aldilà della gioia di diventare madre e la bellezza del pancione tutte le donne incinta vanno in contro ad un estetismo antipatico: la cellulite. Non esiste una gravidanza senza cellulite, succede a tutte le future mamme che si ritrovano a combattere l’antipatico […]

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Quando una donna inizia la gravidanza vede, nell’arco dei nove mesi, il corpo cambiare. Aldilà della gioia di diventare madre e la bellezza del pancione tutte le donne incinta vanno in contro ad un estetismo antipatico: la cellulite. Non esiste una gravidanza senza cellulite, succede a tutte le future mamme che si ritrovano a combattere l’antipatico effetto buccia d’arancia su gambe e glutei.

In particolare nell’ultimo trimestre della gravidanza, l’aumento di peso, i liquidi che tendono a ristagnarsi, sono tutti fattori che contribuiscono alla comparsa della cellulite.

La cellulite,  che è un accumulo di depositi di grasso, è un problema che accomuna tutte le donne sia le gestanti che non ed è legato ad una cattiva circolazione sanguigna, alla ritenzione idrici alla presenza di ormoni. La tempesta ormonale della gravidanza, l’aumento del peso, il volume del sangue nelle vene delle gravidanza sono tutti fattori che provocano la cellulite. I cambiamenti ormonali durante la gravidanza ruotano un ruolo fondamentale a seconda dell’entità dello squilibrio ormonale la cellulite potrebbe notevolmente aumentare. Gli estrogeni della gravidanza possono causare un gonfiore e una sensazione di pesantezza.

Cellulite in gravidanza tutti i rimedi

Per contrastare la cellulite in gravidanza ci sono alcuni rimedi che richiedono impegno e costanza. Innanzitutto è importante avere una dieta alimentare corretta: pochi sali, tanta acqua, verdura, frutta, cibi alla griglia come il pesce e le carni preferibilmente bianche. Sono vietati condimenti pesanti, fritture, formaggi e grassi. L’assunzione di alimenti sani e naturali con il giusto movimento possono costituire la giusta soluzione per combattere questo inestetismo cutaneo.  Gli alimenti da inserire nel proprio regime alimentare anche i seguenti alimenti: i pomodori in quanto ricchi di vitamina C, aiutano la circolazione sanguigna, l’ananas, grazie ai suoi principi nutritivi ha un alto potere antinfiammatorio, le more e i mirtilli invece rinforzano i capillari. Da non dimenticare il melograno, il quale ha degli alti poteri infiammatori, astringenti e disinfettanti, ottimo per combattere sia la ritenzione idrica che la cellulite. Inoltre è consigliabile evitare l’eccesso di lipidi. Per ridurre il gonfiore è necessario bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno. Infatti l’acqua aiuta ad eliminare non solo le scorie in eccesso, ma aiuta ad idratare al contempo stesso tutto l’organismo.Fondamentale, infatti, è praticare un po’ di sport durante la settimana: una camminata ogni giorno, ma anche il nuoto o lo yoga. Altri piccoli accorgimenti sono quello di non accavallare le gambe, non portare scarpe o troppo alte o viceversa troppo basse.

Oltre a questi semplici consigli potreste anche regalarci un pacchetto di massaggi specifici da effettuare durante la gravidanza, anche se solitamente sono consigliati dopo il terzo mese. I prodotti specifici che trattano la cellulite, invece, è meglio usarli dopo il parto perché alcune  sostanze che contengono potrebbero danneggiare il feto.

Una pratica consigliata a tutte le donne in dolce attesa che vogliono combattere la cellulite è l’auto massaggio: stendete sul corpo una crema anticellulite partendo dal basso, quindi dalla caviglia fino alla coscia, cercando di effettuare delle leggere pressioni ritmiche con movimenti circolari.Un buon massaggio linfodrenante sicuramente aiuterà ad eliminare tutti i liquidi presenti nel corpo. Per ottenere un buon responso, è consigliabile scegliere cosmetici di origine naturale, come ad esempio il rusco, l’ippocastano, la centella asiatica.

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Smagliature in gravidanza: creme e prevenzione https://www.mammeup.it/smagliature-gravidanza-creme-prevenzione/ https://www.mammeup.it/smagliature-gravidanza-creme-prevenzione/#respond Fri, 12 Jan 2018 16:49:13 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34413 Quello delle smagliature in gravidanza è un problema noto, che preoccupa molte future mamme. Il corpo, quando si aspetta un bimbo, cambia molto e si adatta per ospitare una nuova vita: questo implica anche delle conseguenze un po’ più spiacevoli, ma sappiate subito che ben il 90% delle donne in gravidanza si ritrova a dover […]

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Quello delle smagliature in gravidanza è un problema noto, che preoccupa molte future mamme. Il corpo, quando si aspetta un bimbo, cambia molto e si adatta per ospitare una nuova vita: questo implica anche delle conseguenze un po’ più spiacevoli, ma sappiate subito che ben il 90% delle donne in gravidanza si ritrova a dover combattere le smagliature. Come si suol dire, dunque, mal comune mezzo gaudio. Battute a parte, si tratta di un disturbo molto comune, dovuto a cambio di peso e sbalzi ormonali.

La pelle, man mano che aumenta il pancione, subisce una tensione che mette a dura prova l’elasticità dei tessuti: le smagliature altro non sono che la cicatrizzazione dell’infiammazione del derma, cioè dello strato più profondo della pelle. In un primo momento diventano rosse, poi bianche. Le zone più a rischio sono la pancia e il seno. Bisogna comunque dire che, da un lato, c’è anche una componente genetica dietro la formazione di smagliature in gravidanza, ma che comunque a giocare il ruolo maggiore è la componente ormonale. Le donne giovani sono più a rischio, a causa di un’attività ormonale più intensa.

Le smagliature, in caso di gravidanza, compaiono generalmente tra il sesto e l’ottavo mese, quando il tessuto elastico della pelle è maggiormente teso. Le variazioni a livello ormonale, inoltre, agiscono direttamente sulla formazione delle smagliature, provocando una sovrapproduzione di sostanze, quali la relaxina, che alterano il tono del tessuto.

Come prevenire le smagliature in gravidanza?

La prima cosa da fare è prevenire le smagliature in gravidanza. Intervenire, infatti, sulle smagliature bianche, che sono a uno stadio avanzato, è molto difficile.  Quando si parla di come prevenire le smagliature in gravidanza, anzitutto bisogna fare attenzione alla dieta. Bisogna cercare di non prendere troppi chili più del necessario, per evitare di forzare i tessuti della pelle, mettendone a dura prova l’elasticità. Alimenti come verdura, legumi, frutta secca, pesce e oli vegetali aiutano la rigenerazione della pelle, mentre vanno evitati piatti troppo salati. Utile, inoltre, seguire un buon programma di allenamento, perché l’attività fisica aiuta a mantenere la pelle tesa e in forma.

No ai vestiti troppo aderenti (meglio facilitare la circolazione e il ricambio cellulare), si alle guaine per il pancione e ai tessuti elastici, che sostengono senza comprimere. È molto importante, inoltre, combattere la ritenzione idrica, bevendo molto e molto spesso e concedendosi massaggi drenanti.

Prodotti per smagliature in gravidanza

La pelle va sempre idratata al meglio, per questo bisogna avere i prodotti per smagliature in gravidanza giusti. Sono davvero tanti i brand che producono prodotti ad hoc, tra oli e creme. Ogni prodotto va applicato tutti i giorni, sin dai primi mesi di gravidanza: solo così si potranno prevenire gli inestetismi.

Creme per smagliature in gravidanza

Non è difficile trovare la crema per smagliature in gravidanza più adatta a voi. Tra i marchi più gettonati ci sono Rilastil, Mustela, Mederma, Lierac, Helan, Guam, Euphidra, Erbolario, Bionike e Bepanthenol. Ovviamente, il prodotto va scelto sulla base delle proprie esigenze ed eventuali allergie: chiedete aiuto al farmacista.

 

 

Olio per smagliature in gravidanza

A proposito di olio per smagliature in gravidanza, anche in questo caso esistono molte marche tra le quali scegliere, quindi starà a voi trovare un prodotto che vi faccia sentire a vostro agio. Gli oli vegetali, come quello di mandorle o di karité, possono fornire un validissimo aiuto.

 

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Si può mettere lo smalto in gravidanza? https://www.mammeup.it/si-puo-mettere-lo-smalto-gravidanza/ https://www.mammeup.it/si-puo-mettere-lo-smalto-gravidanza/#respond Fri, 12 Jan 2018 16:35:46 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34406 Smalto per unghie, lo si ama o lo si odia. Chiunque lo usi abitualmente, difficilmente riesce a vedere le proprie mani senza: vuoi per avere una mano curata, vuoi perché si vuole sperimentare con tinte e colori, c’è chi davvero non riesce a farne a meno. Si sa che, comunque, gli smalti possono contenere alcune […]

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Smalto per unghie, lo si ama o lo si odia. Chiunque lo usi abitualmente, difficilmente riesce a vedere le proprie mani senza: vuoi per avere una mano curata, vuoi perché si vuole sperimentare con tinte e colori, c’è chi davvero non riesce a farne a meno. Si sa che, comunque, gli smalti possono contenere alcune sostanze non proprio salutari, quindi c’è una domanda che le future mamme non possono non farsi: si può usare lo smalto in gravidanza?

Fare le unghie, così come si suol dire, è un vero e proprio rituale per molte donne: soprattutto quando si va dall’estetista, ci si concede un momento di pausa e relax, in un ambiente accogliente, coccolate da un’esperta. Una manicure perfetta non è soltanto un piacere per gli occhi, ma tira su anche il morale. In generale, esistono pareri contrastanti sull’applicazione dello smalto per unghie ed è quindi normale che l’argomento smalto in gravidanza sia al centro di un acceso dibattito.

In linea di massima, esistono alcune regole di buon senso legate all’utilizzo di questo tipo di prodotto, derivante proprio dal fatto che la sua composizione include sostanze particolari. Meglio, dunque, non abusare, perché può essere aggressivo per la lamina ungueale e la ricostruzione dell’unghia. Quando lo si applica in casa, poi, è necessario trovarsi in un ambiente ben areato, per evitare di inalare qualcosa di nocivo. Molti esperti consigliano inoltre di non mettere lo smalto per unghie sempre, in modo continuativo, ma di fare una pausa ogni tanto.

Per quanto riguarda, invece, lo smalto in gravidanza, bisogna dire che non costituisce un pericolo per il feto, per ché non viene assorbito a livello circolatorio. Qualora ci sia in programma un cesareo, però, bisogna rimuoverlo, perché il medico deve poter controllare il colore delle unghie nel corso dell’intervento. In generale, comunque, si devono sempre  tenere a mente  alcune piccole regole:

  1. accertatevi che l’unghia sia sana, senza patologie come micosi
  2. comprate prodotti di qualità
  3. non spennellate anche la pelle
  4. aerate bene la stanza, non solo quando mettete la stanza, ma anche quando usate il solvente per toglierlo
  5. se andate in un centro estetico, verificate che si rispettino le norme igieniche.

A proposito di manicure, potrebbe tornare utile sapere che intorno al quarto mese si può presentare un fenomeno detto onicosi, cioè lo sfaldamento delle unghie: questo avviene a causa di un deficit di ferro, acido folico e silicio nel corpo materno, perché la mamma fornisce molti elementi al feto. Per ovviare a questo problema è sufficiente integrare la dieta con alimenti ricchi di queste sostanze.

Smalto in gravidanza: le sostanze dannose

Come è risaputo, gli smalti per unghie contengono molte sostanze chimiche, la cui presenza appare evidente già dal solo odore. Alcune di queste sono più pericolose di altre, ecco dunque quelle che sarebbe meglio non fossero contenute nello smalto: DPB o dibutil ftalato, formaldeide, toluene, canfora, tosylamide/TSFR.

Smalto semipermanente in gravidanza: si o no?

Capitolo a parte merita l’argomento semipermanente in gravidanza. In generale, lo smalto semipermanente ha acceso un vivace dibattito e i pareri degli esperti non sono concordanti. Per quanto riguarda lo smalto semipermanente in gravidanza, questo non è pericoloso si per sé, ma può causare un indebolimento delle unghie, già particolarmente fragili per gli sbalzi ormonali tipici della gestazione. Nei mesi in cui si è in dolce attesa le unghie reagiscono in modo diverso alle sostanze chimiche, perché in generale molte ostetriche e puericultrici consigliano di moderare il ricorso al semipermanente.

Qualora si scelga di applicarlo, inoltre, è fondamentale verificare che il centro estetico sia più che affidabile, che utilizzi prodotti di qualità e che rispetti pienamente le norme igienico-sanitarie. Nei mesi finali della gravidanza e in prossimità del parto, va evitato del tutto il ricorso a smalto e semipermanente.

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Gravidanza extrauterina: sintomi, cause e cosa fare https://www.mammeup.it/gravidanza-extrauterina-sintomi-cause-cosa-fare/ https://www.mammeup.it/gravidanza-extrauterina-sintomi-cause-cosa-fare/#respond Tue, 02 Jan 2018 18:22:52 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34191 La gravidanza extrauterina, detta anche gravidanza ectopica, si verifica quando l’impianto avviene in una sede diversa da quella normale, cioè fuori dall’utero, come suggerisce il termine. A quanto pare, suggeriscono le statistiche, il fenomeno avviene più in donne già diventate mamme che in donne primipare. Di solito, dopo che un ovulo viene fecondato, viaggia lungo […]

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La gravidanza extrauterina, detta anche gravidanza ectopica, si verifica quando l’impianto avviene in una sede diversa da quella normale, cioè fuori dall’utero, come suggerisce il termine. A quanto pare, suggeriscono le statistiche, il fenomeno avviene più in donne già diventate mamme che in donne primipare. Di solito, dopo che un ovulo viene fecondato, viaggia lungo le tube e va ad ancorarsi alla parete interna dell’utero, dove poi si formerà il bambino. Adesso bisogna cercare di capire dove l’ovulo va a impiantarsi quando non entra normalmente nell’utero.

Gravidanza extrauterina, sintomi

Come riconoscere una gravidanza extrauterina? Non esiste una letteratura univoca sui sintomi, tant’è che alcune donne non ne avvertono affatto. E spesso i sintomi che compaiono in una gravidanza extrauterina iniziale vengono sottovalutati perché non sono troppo dissimili dalla gravidanza normale. Quali sono i sintomi di una gravidanza extrauterina quindi? In genere si tratta di nausea, lievi dolori addominali con una sensazione di peso sulla zona delle ovaie. Quando lo stato di gravidanza prosegue, potrebbero comparire i segni tipici di un aborto spontaneo, in particolare lievi perdite di sangue, magari con l’espulsione di materiale filamentoso o piccoli grumi. Il dolore aumenta e diventa tipo colica renale o intestinale. In questi casi è necessario rivolgersi immediatamente al medico.

Gravidanza extrauterina, cause

Anche il capitolo delle cause è abbastanza lungo e richiede un esame accurato con il medico. In primo luogo, ci sono gli ostacoli che impediscono il passaggio dell’embrione verso l’utero. Dopodiché nel discorso di innestano i fattori che facilitano l’annidamento “extra”. Nel primo settore può rientrare innanzitutto un iposviluppo dei genitali interni, in particolar modo della tuba: non avendo sufficiente muscolatura, non riesce a spingere in avanti l’ovulo verso l’utero. Si fa riferimento anche a tube molto lunghe e sinuose o con malformazioni. In altre parole, l’ovulo supera una sorta di tempo massimo per raggiungere l’utero e a questo punto è come se “decidesse” di annidarsi nella tuba. Da non sottovalutare l’eventuale presenza di infezioni batteriche. Lo stato infiammatorio che ne deriva provoca la restrizione della tuba e riduce lo spazio in cui può passare l’ovulo. L’accento va posto soprattutto su Chlamydia Trachomatis e Neisseria Gonorrhoeae. Quanto ai fattori che favoriscono l’annidamento nelle tube, il problema può essere l’endometriosi tubarica. Si tratta di una patologia che cambia lo strato interno delle tube rendendolo simile allo strato interno dell’utero. Tutto questo si traduce in una specie di confusione dell’ovulo, che trova terreno fertile in cui annidarsi.

Gravidanza extrauterina e test di gravidanza

Il test di gravidanza risulterà inevitabilmente positivo in quanto la gravidanza è in corso, ancorché con un impianto difettoso. In particolare si possono osservare dei valori di beta-hcg nel sangue lievemente sotto la norma: a 6 settimane un valore che superi i 2000mU/ml, ma che sia inferiore ai 15600 mU/ml. In più, si nota che questo valore non ha il normale andamento di crescita che si riscontra in una consueta gravidanza. Non a caso non raddoppia in 48-72 ore; cresce, sì, ma in maniera più lenta. La crescita così anomala del valore beta-hcg deve far nascere l’idea che qualcosa non va; in altre parole, bisogna fare degli esami strumentali.

Come si procede dopo la diagnosi

Dopo la diagnosi, se vogliamo, c’è la parte più complicata, nel senso che bisogna prendere le decisioni giuste a stretto contatto col medico. Ovviamente la gravidanza va interrotta in strutture adeguate, ancor più se la risoluzione del problema non avviene in modo naturale, come un aborto. Il ginecologo potrebbe suggerire un approccio farmacologico che interferisce con la produzione del corretto Dna dell’embrione e con la crescita del tessuto che diventerà poi la placenta. Lo schema con cui questi farmaci vengono somministrati e i controlli successivi dipendono molto dall’ospedale e dai protocolli che hanno deciso di attuare. Poi c’è l’intervento vero e proprio, con l’asportazione della tuba (magari solo in parte) in cui è avvenuto l’impianto. Qualora si dovesse procedere in questo modo per salvaguardare la salute della donna, non verrà comunque preclusa la possibilità di una futura gravidanza in virtù della tuba controlaterale. In alcuni casi, infatti, anche se l’ovulo è fecondato dal lato in cui manca la tuba, è in grado di raggiungere l’utero o di migrare e inserirsi nell’altra tuba garantendo la gravidanza.

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Ossitocina, cosa fa per noi nel momento del travaglio https://www.mammeup.it/ossitocina-cosa-nel-momento-del-travaglio/ https://www.mammeup.it/ossitocina-cosa-nel-momento-del-travaglio/#respond Thu, 07 Dec 2017 15:59:07 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33964 Sono tre gli ormoni che giocano un ruolo principale nel corso del travaglio: endorfine, adrenalina e ossitocina. Oggi approfondiremo insieme tutto ciò che riguarda l’ossitocina. Si tratta di un ormone di tipo proteico prodotto dell’ipofisi, immesso nel sistema circolatorio e rilasciato dai recettori nervosi di alcune cellule. Ha la funzione di regolare organi e tessuti […]

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Sono tre gli ormoni che giocano un ruolo principale nel corso del travaglio: endorfine, adrenalina e ossitocina. Oggi approfondiremo insieme tutto ciò che riguarda l’ossitocina. Si tratta di un ormone di tipo proteico prodotto dell’ipofisi, immesso nel sistema circolatorio e rilasciato dai recettori nervosi di alcune cellule. Ha la funzione di regolare organi e tessuti periferici durante i momenti di parto e allattamento, stimolare il desiderio sessuale e favorire l’affettività e l’empatia. Per tutti questi motivi, può essere molto importante capire come stimolare produzione ossitocina.

Ossitocina parto: fino a pochi anni fa, l’ossitocina era nota esclusivamente per il ruolo che svolgeva nei momenti del travaglio e dell’allattamento, poiché facilita le contrazioni uterine e la produzione di latte da parte delle ghiandole mammarie. Recenti studi hanno messo in evidenza che questo ormone interveniene in molti processi della vita, giocando un ruolo primario in ambito sessuale e nella sfera dell’affettività e dell’emotività.

L’ossitocina, indfatti, è coinvolta in tutte le fasi dell’attività sessuale, dai preliminari fino al raggiungimento dell’orgarmo. Accresce il desiderio e funge da collante nelle relazioni interpersonali, al punto da essersi meritata l’appellativo di “ormone dell’amore”.

Ossitocina parto e allattamento

La parola ossitocina deriva dal greco e significa “parto veloce”: questo neurotrasmettitore è fondamentale nell’ultima fase del travaglio, perché è in grado di stimolare le contrazioni. I livelli di ossitocina, poi, continuano ad aumentare, determinando la montata lattea e l’ossitocina è anche rilasciata nella fase di suzione del latte da parte del neonato. Proprio grazie alla presenza di questo ormone madre e figlio, attraverso il contatto e l’olfatto, si riconoscono e danno vita a un legame unico.

L’ossitocina prodotta durante la gravidanza mantiene la cervice ben chiusa per i primi due trimestri e causa le contrazioni di Braxton Hicks che servono per mantenere l’utero tonico e favorire un buon afflusso di sangue nella placenta. Favorisce inoltre la contrazione dell’utero durante il travaglio. La distensione della vagina e del pavimento pelvico durante la discesa del bambino aumentano ancora la produzione di ossitocina, che stimola l’utero a contrarsi.

Quando la testa del bambino si incorona, lo stiramento dei tessuti perineali stimola un altro picco di ossitocina che porterà all’iniziale distacco della placenta e a preparare il colostro nelle mammelle e la successiva eiezione del latte L’ossitocina rilasciata durante l’allattamento al seno induce comportamenti materni e nutritivi e causa forti contrazioni all’utero in modo da aiutarlo a tornare a una condizione pregravidica e diminuire le perdite post-partum

Come aumentare produzione ossitocina

L’ossitocina è naturalmente secreta dall’ipofisi. La produzione di questo ormone, che combatte lo stress e determina uno stato di quiete e di serenità, può anche essere stimolata attraverso l’assuzione di determinati alimenti (che, secondo alcuni, hanno anche unn potere afrodisiaco e possono dunque aumentare la libido). Ecco quali sono:

  • Melograno: è ricco di vitamina A, vitamina C e vitamina E e favorisce la produzione di estrogeni e testosterone. È quindi in grado di innalzare i livelli di ossitocina nel sangue. Un bicchiere di succo di melograno è l’ideale per stimolare il rilascio dell’ormone dell’amore.
  • Vaniglia: la vanillina che si trova nei baccelli integri essiccati, nella polvere dei baccelli macerati in alcool o nell’olio essenziale, è il suo principio attivo. La molecola si presenta sottoforma di sostanza volatile, in grado di diffondersi nell’aria e penetrare nel nostro corpo, anche solo con la respirazione. Il profumo di vaniscia stimola i ferormoni e quindi la produzione di ossitocina da parte dell’ipofisi.
  • Cioccolato: contiene feniletilamina, responsabile dell’innamoramento, ed è un alimento afrodisiaco, in grado di favorire la secrezione di ossitocina. Maggiore è il contenuto di cacao, maggiore è il potere afrodisiamo. Preferibile, dunque, il cioccolato fondente.
  • Banane: contengono un particolare enzima che stimola il desiderio maschile e combatte l’impotenza.
  • Miele: contiene elevati livelli di boro, elemento capace di innalzare i livelli di estrogeni (che sono i principali ormoni sessuali femminili).
  • Mandorle: grazie al contenuto di vitamina E stimolano desiderio e fertilità.

Al di là dei cibi, si può stimolare la produzione di ossitocina anche attraverso alcune attività come yoga, danza e massaggi.

Fattori che possono inibire la produzione di ossitocina

Esistono molti fattori, diretti o indiretti, che inibiscono la produzione di ossitocina. Tra quelli diretti ci sono paura e ansietà e iniezioni anestetiche, mentre tra quelli indiretti rientrano pensieri e atteggiamenti che possono causare imbarazzo, ricordi negativi legati alla sfera sessuale o rabbia. In relazione alla gravidanza, l’inibizione della produzione di ossitocina porta a un rallentamento del travaglio e fa sì che le contrazioni diventano meno frequenti. Può inoltre creare problemi con l’allattamento al seno in seguito a un’alterazione del riflesso di eiezione del latte.

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Utero: cosa cambia durante la gravidanza https://www.mammeup.it/utero-cosa-cambia-la-gravidanza/ https://www.mammeup.it/utero-cosa-cambia-la-gravidanza/#respond Thu, 07 Dec 2017 15:16:26 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33961 Nel corso dei nove mesi di gravidanza il corpo della donna subisce molte modifiche. Preparandosi ad accogliere una nuova vita, si ritrova a modificarsi sotto molti aspetti. Tra gli organi più importanti, in quei momenti, c’è sicuramente l’utero che ospita l’embrione, dando inizio alla gestazione. L’embrione si annida qui, sviluppandosi fino al parto. Molte donne […]

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Nel corso dei nove mesi di gravidanza il corpo della donna subisce molte modifiche. Preparandosi ad accogliere una nuova vita, si ritrova a modificarsi sotto molti aspetti. Tra gli organi più importanti, in quei momenti, c’è sicuramente l’utero che ospita l’embrione, dando inizio alla gestazione. L’embrione si annida qui, sviluppandosi fino al parto.

Molte donne in dolce attesa hanno molte domande sul modo in cui cambia l’utero in gravidanza. Prima di capire meglio cosa accade, partiamo con una semplice introduzione. Anzitutto, possiamo distinguere due parti dell’utero: una parete muscolare, chiamata miometrio, e una cavità interna, chiamata endometrio, in cui hanno luogo i movimenti peristaltici, che variano nelle diverse fasi del ciclo.

Di norma, l’utero è inclinato in alto e in avanti verso la vagina, ma nel 20% delle donne è inclinato in basso e all’indietro e si trova vicino al retto: in questo caso si parla di utero retroverso (vedremo in seguito quali sono le differenze nello specifico). Da un punto di vista anatomico, distinguiamo una porzione superiore arrotondata, dove c’è l’imbocco delle tube, una porzione principale (corpo), un breve segmento di passaggio (istmo) e un collo.

Come cambia l’utero in gravidanza

L‘utero in gravidanza subisce profonde modifiche. Originariamente lungo circa 8 centimetri, al termine della gravidanza arriva a dimensioni che corrispondono a un aumento di volume della sua cavità di 500-1000 volte. Può, dunque, raggiungere una lunghezza di 35 centimetri e una profondità di 20. A questo, bisogna aggiugnere che se in condizioni normali pesa tra i 50 e gli 80 chili, in gravidanza si sviluppa fino a pesare anche un chilo, un chilo e mezzo. L’aumento è dovuto a molti fattori, tra cui ritenzione idrica che si verifica nei tessuti, aumento del calibro dei vasi sanguigni e linfatici e la formaizone di nuovi fasci di fibre. Si verificano,poi, processi di iperplasia e ipertrofia delle fibre muscolari, a causa dei quali c’è – rispettivamente – un aumento del numero e del volume delle cellule interessate.

Continuando a parlare dell’utero in gravidanza, bisogna aggiungere che, oltre al feto, ospita anche la placenta e gli annessi ovulari, strutture dell’uovo che non fanno parte del corpo fetale. In gravidanza, l’utero deve sopportare un peso di oltre 5 chili, quindi è fissato tramite diverse connessioni connettivali.

Cosa accade nell’utero quando giunge l’ovulo?

Dopo cinque giorni dalla fecondazione, l’ovulo arriva nell’utero, ma ciò non basta ancora perché si inneschi una gravidanza. Se la fecondazione non è avvenuta, l’ovulo viene espulso attraverso il sangue mestruale. In caso contrario, cioè se se cioè l’ovulo viene riconosciuto come qualitativamente adeguato per proseguire la sua crescita, il corpo luteo, cioè quel che rimane del follicolo una volta avvenuta la fecondazione, comincia a produrre delle sostanze ormonali che modificano le pareti dell’endometrio rendendolo idoneo ad accogliere l’embrione.

Utero retroverso in gravidanza

L’utero retroverso è una normale condizione anatomica, una variante molto frequente, che non deve preoccupare. In 1 donna su 5 capita che l’utero sia rivolto verso la parte posteriore, cioè verso il retto. Questo non impedisce di avere un figlio. Per quanto riguarda l’utero retroverso in gravidanza, non ci sono da segnalare particolari problemi, a meno che non esistano altre condizioni che possono essere di impedimento.

Esistono due tipologie di retroversione:

  • retroversione primaria: in questo caso, l’organo ha assunto naturalmente questa posizione durante lo sviluppo e in questi casi la scoperta avviene durante le regolari visite ginecologiche. Si tratta, dunque, di una variante anatomica che si ha naturalmente;
  • retroversione secondaria o acquisita: quando accade, l’utero cambia posizione secondariamente a causa di un’anomalia nella zona pelvica (come ad esempio un fibroma) o a causa di patologie legate alla fertilità (come l’endometriosi). Si tratta di una condizione che può essere transitoria, può comparire spesso dopo il parto.

A questi bisogna aggiungere un altro caso. L’utero può diventare retroverso anche durante la menopausa, periodo in cui il livello degli estrogeni cambia rapidamente e proprio come in gravidanza i legamenti che reggono l’organo si fanno molli causando il suo scivolamento verso il retro.

Utero in gravidanza quando si gira? In genere, tra la quattordicesima e la quindicesima settimana l’utero si sposta da solo in avanti, diventando anteroverso e rimane così al termine della gestazione. Trascorso circa un mese dal parto, l’utero riacquisisce le sue dimensioni normali e ritorna retroverso: questo accade perché i legamenti lo riportano nella sua posizione originale.

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Aborto spontaneo: perché succede? https://www.mammeup.it/aborto-spontaneo-perche-succede/ https://www.mammeup.it/aborto-spontaneo-perche-succede/#respond Wed, 06 Dec 2017 16:54:45 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33951 Nelle prime tre settimane di gravidanza, l’aborto spontaneo è una delle più grandi preoccupazioni delle future mamme. Tante donne hanno dubbi e perplessità su questo argomento ed è del tutto normale voler sapere il più possibile in merito. Viene definita aborto spontaneo la morte nell’utero di un feto prima dell’età in cui potrebbe sopravvivere se […]

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Nelle prime tre settimane di gravidanza, l’aborto spontaneo è una delle più grandi preoccupazioni delle future mamme. Tante donne hanno dubbi e perplessità su questo argomento ed è del tutto normale voler sapere il più possibile in merito. Viene definita aborto spontaneo la morte nell’utero di un feto prima dell’età in cui potrebbe sopravvivere se nascesse, che è di circa 24 settimane. Si presenta in circa un terzo delle gravidanze e, qualora fosse molto precoce, la donna potrebbe anche non accorgersene e pensare che quello che è stato un aborto in realtà era una normale mestruazione.

I fattori di rischio per un aborto spontaneo possono essere l’età avanzata della madre, un precendente aborto spontaneo, l’esposizione al fumo di tabacco, l’obesità, il diabete, l’alcolismo e la tossicodipendenza. In media, in coloro che hanno meno di 35 anni, il rischio è del 10%, che sale al 45% al di sopra dei 40 anni. Intorno ai 30 anni, comunque, il rischio cresce. Circa l’80% degli aborti si presenta nelle prime 12 settimane di gravidanza, cioè durante il primo trimestre.

Aborto spontaneo, i sintomi

Aborto spontaneo sintomi: tra questi, il più comune è il sanguinamento vaginale. Questo può avvenire sia con che senza dolore e possono uscire dalla vagina anche tessuti o coaguli. A livello psichico, poi, possono riscontrarsi anche ansia, tristezza e senso di colpa: per questo, in alcuni casi, è necessario il supporto di uno psicologo quando si ha un aborto spontaneo.

Le cause dell’aborto spontaneo

Per quanto riguarda le cause aborto spontaneo, al di là delle infezioni, sono principalmente ignote. Il rischio, comunque, sembra fortemente legato alla presenza nel feto di un DNA con alterazioni tali da rendere impossibile la sopravvivenza. Altre condizioni che possono produrre sintomi simili includono una gravidanza ectopica e l’emorragia dell’impianto.

La diagnosi di un aborto spontaneo può comportare un controllo per stabilire se la cervice è aperta o chiusa, test dei livelli ematici di gonadotropina corionica umana (hCG) e una ecografia.

È possibile prevenire un aborto spontaneo?

Qualora l’aborto spontaneo non sia troppo precoce, di solito avviene prima qualche avvisaglia, come perdite di sangue o un distacco della placenta durante l’ecografia di controllo. In questi casi si cerca di evitare di arrivare all’aborto: il medico raccomanda riposo a lettto e in alcuni casi anche una terapia farmacologica. In questo caso è molto importante evitare di fare sforzi che possano aumentare le perdite o l’area di distacco. Condurre una vita tranquilla in cui non si sollevano pesi e non si fa attività fisica intensa può aiutare, pur non essendo comunque una sicurezza al 100%.

La gravidanza dopo l’aborto spontaneo

Argomento molto importante è quello della gravidanza dopo aborto spontaneo. Ovviamente, ogni caso andrà valutato singolarmente, sulla base delle condizioni fisiche e psicologiche. Ogni donna reagisce in modo differente. I primi mesi sono per la mamma molto difficili e si può anche richiedere l’aiuto di uno psicologo. Il passare del tempo, comunque aiuta e cresce il desiderio di avere un nuovo figlio. Da un punto di vista fisico non esistono limitazioni alla ricerca di una nuova gravidanza.

Nel caso di aborto spontaneo, se il materiale abortivo, cioè feto e placenta, viene conservato in utero e non espulso, si procede al raschiamento, cioè viene asportato con un apposito strumento, in modo da consentire all’utero di tornare come prima della gravidanza.

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Amniocentesi: quando farla, i rischi e i costi https://www.mammeup.it/amniocentesi-farla-rischi-costi/ https://www.mammeup.it/amniocentesi-farla-rischi-costi/#respond Wed, 06 Dec 2017 16:33:25 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33948 L’amniocentesi è un esame che si fa durante la gravidanza, considerato molto importante, poiché volto a evidenziare l’eventuale presenza di anomalie cromosomiche del feto. Di seguito, tutte le informazioni per aiutare le future mamme a decidere se farla o meno. Come si fa l’amniocentesi? L’amniocentesi consiste nel prelievo, tramite l’utilizzo di un ago, di liquido […]

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L’amniocentesi è un esame che si fa durante la gravidanza, considerato molto importante, poiché volto a evidenziare l’eventuale presenza di anomalie cromosomiche del feto. Di seguito, tutte le informazioni per aiutare le future mamme a decidere se farla o meno.

Come si fa l’amniocentesi?

L’amniocentesi consiste nel prelievo, tramite l’utilizzo di un ago, di liquido amniotico, cioè quella sostanza che protegge e circonda il feto, dalla cavità uterina che viene analizzato per ricercare le cellule cutanee del feto e comporre un suo cariotipo genetico. Il cariotipo genetico è una sorta di “carta d’identità”, che consente dunque di comprendere possibili anomalie cromosomiche del nascituro. Qualora il risultato evidenzi dei problemi, si può decidere di interrompere la gravidanza.

In molte si domandano de l’amniocentesi fa male, possiamo dirvi che durante l’esame si può avvertire un po’ di fastidio, ma nulla di trascendentale.

L’amniocentesi è obbligatoria?

L’amniocentesi non è obbligatoria, si tratta di una scelta del tutto personale: soprattuto in alcuni casi, l’amniocentesi è fortemente consigliata, ma ciò non vuol dire, appunto, che sia obbligatoria.

La raccomandazione di farla è nei confronti delle donne che hanno più di 35 anni in quanto il feto ha più probabilità di sviluppare delle anomalie cromosomiche. La scelta di farla o meno, resta comunque della mamma.

Villocentesi o amniocentesi?

Tutte conoscono quali siano le differenze tra villocentesi e amniocentesi? Entrambi sono esami di diagnosi prenatale invasivi, poiché prelevano i campioni tramite un ago, che viene inserito nell’utero.

La villocentesi, però, si esegue in epoca più precoce, cioè intorno alle decima, dodicesima settimana. Se l’esame dovesse rilevare anomalie cromosomiche o genetiche e se la mamma non vuole terminare la gravidanza, può effettuare un’interruzione di gravidanza con raschiamento, invece che un parto abortivo, come in caso di amniocentesi.

Amniocentesi, quando farla?

L’esame si effettua a partire dalla 16esima settimana di gestazione, il periodo ideale è tra la 15esima e la 19esima settimana.

Tramite l’esame è possibile evidenziare le seguenti malattie:

  • Sindrome di Down, detta anche mongolismo o trisomia 21;
  • Fibrosi cistica, malattia genetica che colpisce alla nascita un bambino su circa duemila. Il bambino malato presenterà gravi problemi respiratori e digestivi poiché tutte le secrezioni mucose dell’organismo sono molto dense;
  • Trisomia 18 o sindrome di Edward;
  • Trisomia 13 o sindrome di Patau;
  • Sindrome di Turner, ossia la presenza di un solo cromosoma X nelle femmine;
  • Sindrome dell’ X fragile, cioè un’alterazione genetica rilevata a livello del cromosoma X che determina ritardo mentale (soprattutto nei maschi);
  • Distrofia muscolare di Duchenne: anche in questo caso le alterazioni si riscontrano a livello del cromosoma X, pertanto sono i maschi ad ammalarsi (nel 50% dei casi) mentre le femmine risultano portatrici (nel 50% dei casi). È una malattia genetica degenerativa dei muscoli, i quali progressivamente si indeboliscono fino alla paralisi totale;
  • Talassemia, ossia un’alterazione della produzione dell’emoglobina. Questa viene diagnosticata con lo studio del cromosoma numero 11 e del cromosoma numero 16.

Infine, vengono effettuati anche dei dosaggi delle sostanze presenti nel liquido per verificare la presenza di eventuali agenti infettivi o di sostanze che possono interferire a livello del tubo neurale del feto.

Amniocentesi, riposo

Dopo esservi sottoposte ad amniocentesi, si consiglia di rimanere a riposo per circa due giorni, facendo attenzione alla possibile comparsa di contrazioni uterine o perdite vaginali. Tuttavia, se volete levarvi qualsiasi dubbio e avere conferma che sia tutto apposto, una settimana dopo aver effettuato l’esame potete sottoporvi ad un’ecografia di controllo.

Amniocentesi, i rischi

Tendenzialmente non è un esame doloroso ma che c’è un rischio minimo di aborto pari all’1%. Le complicazione osservate più frequentemente sono l’aborto e la rottura del sacco amniotico. Il rischio generico è di un aborto su 100 procedure (rischio che scende a 1 aborto su 500 nei centri altamente qualificati). Gli errori rappresentano un’eccezione.

Ecco le problematiche che potrebbero presentarsi:

  • La pressione arteriosa, per solito bassa all’inizio della gestazione, può portare a lipotimia in seguito alla stimolazione vagale operata durante il passaggio dell’ago nel peritoneo;
  • L’insorgenza di contrazioni è frequente e transitoria;
  • L’amniotite è una rara complicanza (infezione del liquido amniotico) che conduce ad aborto e, seppur molto raramente, può determinare gravi problemi per la madre;
  • La rottura traumatica delle membrane.

Amniocentesi, i costi

Il costo medio dell’amniocentesi, in una struttura privata, è di 600 euro e può oscillare tra i 500 e i 700. Nelle strutture pubbliche, per le donne di età superiore a 35 anni che abbiano un rischio certificato dal medico di poter avere un figlio con malattie genetiche l’esame è gratuito.

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Toxoplasmosi: sintomi e cura https://www.mammeup.it/toxoplasmosi-sintomi-cura/ https://www.mammeup.it/toxoplasmosi-sintomi-cura/#respond Wed, 06 Dec 2017 16:06:10 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33941 La toxoplasmosi è una malattia parassitaria, causata dal Toxoplasma gondii. Si tratta di un argomento che spaventa molto le donne in gravidanza perché, qualora si venga infettate, una condizione nota come “toxoplasmosi congenita” può influenzare il nascituro. Toxoplasmosi in gravidanza Toxoplasmosi come si prende? Come abbiamo anticipato, la toxoplasmosi in gravidanza è un argomento molto […]

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La toxoplasmosi è una malattia parassitaria, causata dal Toxoplasma gondii. Si tratta di un argomento che spaventa molto le donne in gravidanza perché, qualora si venga infettate, una condizione nota come “toxoplasmosi congenita” può influenzare il nascituro.

Toxoplasmosi in gravidanza

Toxoplasmosi come si prende? Come abbiamo anticipato, la toxoplasmosi in gravidanza è un argomento molto delicato. Solitamente, la toxoplasmosi si contrae dopo aver mangiato cibo mal cotto contenente cisti, sopo essere venuti a contatto con le feci di un gatto infetto o con la trasmissione da madre a figlio drurante la gravidanza.

Toxoplasmosi come si trasmette? Raramente la malattia si trasmette con una trasfuzione di sangue, né si diffonde tra le persone. Il gatto è considerato il maggiore responsabile della trasmissione di questa malattia, poiché ospita nelle sue feci le oocisisti di questo protozoo. Le feci di gatto, dunque, possono contaminare terreno e verdure.

Le cause della toxoplasmosi

Volendo riassumere in breve, le cause della toxoplasmosi sono:

  • Gatto infetto (feci con oocisti non sporulata)
  • Contaminazione terreno (oocisti con sporozoiti) e animali che brucano (cisti con bradizoiti) – ospite intermedio
  • Passaggio di specie: infezione uomo
  • Infezione interumana ( dalla donna al feto)

Toxoplasmosi, i sintomi

Per parlare di toxoplasmosi sintomi, dobbiamo anzitutto dire che l’infezione si presenta in tre fasi. Quali sono i sintomi della toxoplasmosi? La prima fase, quella acuta, è spesso asintomatica, ma possono manifestarsi alcuni sintomi simil-influenzali: ingrossamento dei linfonodi, mal di testa, febbre e stanchezza, dolori muscolari e dolori che durano per un mese o più. Le persone con sistema immunitario indebolito possono andare incontro a mal di testa, confusione, scarsa capacità di coordinazione, convulsioni, problemi polmonari.

Altra fase è quella della toxoplasmosi latente, che si presenta nella maggior parte delle persone con un sistema immunitario sano con solo bradizoiti (cisti di tessuto). Nel caso di toxoplasmosi cutanea, invece, si possono riscontrare alcune lesioni cutanee, come roseola ed eritema multiforme.

L’esame toxoplasmosi è il Toxo-test, finalizzato a scoprire lo stato di immunizzazione nei confronti della toxoplasmosi. Il Toxo test si esegue con un prelievo di sangue per ricercare e quantificare gli anticorpi IgG e IgM contro il parassita mediante EIA (dosaggio immunoenzimatico). Il riscontro delle immunoglobuline specifiche consentirà di avere una possibile diagnosi di malattia. In genere, il Toxo test viene consigliato all’inizio della gravidanza (o nella fase preconcezionale). La donna può risultare immune all’infezione, suscettibile (priva di anticorpi anti-Toxoplasma) o a rischio di trasmetterla al feto (se la toxoplasmosi è stata contratta proprio durante la gravidanza).

Come prevenire la toxoplasmosi

Toxoplasmosi cibi da evitare. Partendo dal presupposto che per prevenire la toxoplasmosi è necessario lavare molto bene la verdura prima di consumarla e cuocere molto bene la carne, bisogna evitare di mangiare alimenti crudi, lavando con acqua e bicarbonato frutta e verdura prima di consumarle, così come gli insaccati. A proposito di toxoplasmosi cosa non mangiare, dunque, possiamo dire che l’accento maggiore va posto proprio su cibi crudi e frutta e verdura.

Ancora, per prevenire l’infezione è importante avere una corretta igiene, lavar bene le mani dopo aver eseguito lavori di giardinaggio o dopo aver maneggiato carne cruda prima della cottura. Da evitare, ovviamente, quasiasi tipo di contatto diretto con le feci del gatto.

Toxoplasmosi cura

È arrivato adesso il momento di capire meglio toxoplasmosi come si cura. Il miglior modo di fronteggiare l’infezione è, naturalmente, la prevenzione. Qualora si contragga, comunque, vengono utilizzati antibiotici e antimalarici. Ricordiamo che la toxoplasmosi è pericolosa solo se contratta in gravidanza: se il contagio avviene in altre fasi della vita è asintomatico e non rischioso.

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Il test di Coombs. Esami da fare in gravidanza https://www.mammeup.it/test-coombs-esami-gravidanza/ https://www.mammeup.it/test-coombs-esami-gravidanza/#respond Tue, 05 Dec 2017 16:55:31 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33922 Il Test di Coombs si effettua qualora si presenti un’incompatibilità di sangue tra mamma e feto e serve a contrastare un’eventuale malattia emolitica del feto. Tra i primi esami che si effettuano all’inizio della gravidanza c’è quello che verifica il gruppo sanguigno, mirato a valutare la possibilità che il feto erediti il gruppo sanguigno del […]

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Il Test di Coombs si effettua qualora si presenti un’incompatibilità di sangue tra mamma e feto e serve a contrastare un’eventuale malattia emolitica del feto. Tra i primi esami che si effettuano all’inizio della gravidanza c’è quello che verifica il gruppo sanguigno, mirato a valutare la possibilità che il feto erediti il gruppo sanguigno del papà, qualora sia diverso da quello della mamma.

Quando questo accade, l’organismo della madre potrebbe identificare come corpi estranei i globuli rossi del feto, che verrebbero attaccati e distrutti attraverso la produzione di appositi anticopri detti anticorpi anti-D. Quando si verifica questa condizione, dunque, le conseguenze si riversano sul feto e si manifestano in forma di un’anemia denominata malattia emolitica del feto, che può portare alla morte intrauterina o a un’anemia emolitica neonatale, in grado di provocare anche danni cerebrali al bimbo appena nato.

Quando si parla di test di Coombs si intende in genere il test di Coombs indiretto. Esiste anche il test di Coombs diretto, che si effettua principalmente per approfondire la diagnosi in casi di malattia emolitica del neonato. Il Test di Coombs indiretto è un esame effettuato sul sangue della madre, che serve per verificare la presenza di anticorpi anti-D e si effettua anche in caso di sospetta incompatibilità AB0. Il test serve quindi a valutare l’opportunità di instaurare una profilassi per evitare la malattia emolitica del feto o del neonato.

Cos’è il Test di Coombs?

Test di Coombs cos’è: si tratta di un test di laboratorio, utilizzato per rilevare la presenza di anticorpi fissati alla superficie dei globuli rossi (test di Coombs diretto) oppure di anticorpi liberi nel siero (test di Coombs indiretto). Il test di Coombs indiretto viene eseguito prima di una procedura medica che prevede un eventuale scambio di sangue tra due pazienti (come nel caso della gravidanza).

Quello diretto invece viene eseguito in seguito alla stessa qualora si sospetti che gli anticorpi del donatore (o della madre) siano venuti a contatto con gli eritrociti danneggiandoli. Quello diretto è inoltre eseguito per confermare la diagnosi di anemia emolitica autoimmune dove gli anticorpi attaccano gli eritrociti del paziente stesso. Ecco cos’è il Test di Coombs.

Perché si fa il Test di Coombs? Come abbiamo spiegato, è fondamentale farlo per la salute del feto e per evitare conseguenze negative. L’esame viene fatto per valutare se la futura mamma ha anticorpi che potrebbero distruggere i globuli rossi presenti nel sangue fetale. Questo accade soprattutto quando la mamma ha un gruppo sanguigno con fattore RH negativo. Ci sono, comunque, quattro casi in cui ci si può imbattere:

  1. Mamma con fattore RH positivo: in questo caso di solito non ci sono problemi di incompatibilità. Il test viene comunque ripetuto, per sicurezza, alla 28^ settimana di gravidanza;
  2. Mamma con fattore RH negativo, gruppo sanguigno del padre negativo e Test di Coombs indiretto risulta negativo: l’esame viene ripetuto per sicurezza alla 28^ settimana di gravidanza, ma si presume che non ci siano problemi di incompatibilità fra i gruppi sanguigni materno e fetale;
  3. Mamma con fattore RH negativo, gruppo sanguigno del padre è RH positivo, Test di Coombs indiretto risulta negativo: in questo caso l’esame viene ripetuto ogni mese per monitorare che l’esito sia sempre negativo.
  4. Mamma con fattore RH negativo, gruppo sanguigno del padre è RH positivo e anche Test di Coombs risulta positivo.

Test di Coombs in gravidanza: quando farlo?

Test di Coombs gravidanza, quello che c’è da sapere. L’incompatibilità materno-fetale non interessa quasi mai la prima gravidanza, ma piuttosto le seguenti: nel corso della prima, infatti, il sangue della madre può entrare in contatto con quello del feto determinando la sensibilizzazione dell’organismo materno senza alcuna risposta immunitaria (che si scatenerà con la gravidanza successiva).

A partire dalla prima gravidanza, tutte le donne devono effettuare un test del gruppo sanguigno e, in presenza di sangue materno RH negativo, devono eseguire il Test di Coombs indiretto. Il test di Coombs di solito è prescritto per la prima volta entro la sedicesima settimana di gravidanza; le donne RH positive lo ripeteranno nel corso dell’ultimo trimestre, mentre le madri RH negative dovranno sottoporsi al test ogni mese.

L’esito del Test di Coombs

Parlando dell’esito del Test di Coombs, ecco davanti a quali scenari ci si può trovare:

  • Test di Coombs indiretto è negativo: tutto va bene e non c’è stato contatto tra sangue materno e fetale
  • Test di Coombs positivo: sarà necessario monitorare il feto attraverso delle ecografie, per valutarne le condizioni. La futura mamma deve fare una serie di prelievi per capire come si evolverà la situazione.
  • Test di Coombs indiretto positivo: si presenta uno spettro molto ampio di possibilità. Alcune volte, le ripercussioni sono poche o nulle; in altri casi, invece, l’esito può essere lo sviluppo di una “malattia emolitica” che può portare alla morte perinatale o all’insorgenza di danni cerebrali per il bambino appena nato.

La profilassi per evitare la malattia emolitica del neonato

Per evitare che si verifichi la risposta immunitaria, la profilassi prevede che le gestanti vengano sottoposte alla somministrazione di immunoglobine anti-D, che reagiscono contro gli anticorpi anti-D prodotti dalla mamma, impedendo che si formino. Si tratta di una iniezione intramuscolare, praticata sulla spalla. La profilassi viene eseguita per contrastare l’insorgere della malattia emolitica del neonato.

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Harmony Test, cos’è e quando farlo https://www.mammeup.it/harmony-test-cose-farlo/ https://www.mammeup.it/harmony-test-cose-farlo/#respond Tue, 05 Dec 2017 15:23:27 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33913 Anche in Italia è possibile fare un nuovo esame di diagnosi prenatale. Si chiama Harmony Test e serve ad analizzare il Dna fetale che si trova in circolo nel sangue, individuando eventuali anomalie cromosomiche. Sempre più future mamme vogliono fare ricorso a questo tipo di esame, perché si tratta di una tecnica di diagnosi prenatale […]

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Anche in Italia è possibile fare un nuovo esame di diagnosi prenatale. Si chiama Harmony Test e serve ad analizzare il Dna fetale che si trova in circolo nel sangue, individuando eventuali anomalie cromosomiche. Sempre più future mamme vogliono fare ricorso a questo tipo di esame, perché si tratta di una tecnica di diagnosi prenatale non invasiva. Vediamo di capire meglio come funziona e quanto sono attendibili i risultati ottenuti.

Quando fare l’Harmony Test

L’Harmony Test si può effettuare a partire dalla decima settimana di gravidanza, cioè due settimane prima della villocentesi e ben sei settimane prima dell’amniocentesi. Si analizza il Dna fetale che si trova in circolo nel sangue materno, alla ricerca di possibili anomalie cromosomiche. Il risultato di questo test arriva nel giro di due settimane e sempre essere molto affidabile, con un tasso di falsi positivi che si aggira intorno allo 0,1% (la percentuale dei falsi positivi dell’ultrascreen può anche arrivare al 5%).

Questo tipo di esame punta all’individuazione delle tre principali trisomie:

  1. trisomia 21 (nota come Sindrome di Down);
  2. trisomia 18 (Sindrome di Edwards);
  3. trisomia 13 (Sindrome di Patau).

Al momento, viene consigliato di fare l’Harmony Test soltanto alle donne a rischio, cioè quelle che hanno più di 35 anni e che hanno avuto un risultato positivo al test combinato del primo trimestre. Gli studi condotti su questo tipo di pazienti hanno dato risultati interessanti in merito all’accuratezza del test, mentre sono ancora in corso le valutazioni per quanto riguarda l’efficacia sulle donne a basso rischio.

Una cosa molto importante da sapere quando si parla di Harmony Test è che, anche se risulta un profilo di rischio elevato, ciò non vuol dire necessariamente che il feto abbia un’anomalia cromosomica. È probabile che, in questi casi, vengano prescritti ulteriori esami, come l’amniocentesi, in modo da approfondire la situazione.

Dove si effettua l’Harmony Test?

A frenare gli entusiasmi in merito all’Harmony Test è anzitutto il costo. Questo esame, infatti, non è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale e ha un prezzo che può anche raggiungere i 700 euro. In Italia esistono diversi centri ai quali chiedere informazioni, come:

I contro dell’Harmony Test

Il Fatto Quotidiano ha approfondito l’argomento, realizzando un’indagine sul test prenatale Harmony. Secondo il quotidiano, le problematiche sono legate anzitutto ai falsi positivi, che lo renderebbero incapace di prevedere la presenza di una malattia cromosomica. Per questo motivi, alcuni membri dell’American College of Medical Genetics and Genomics hanno proposto di considerare il test come valutativo dei rischi, non come diagnostico

Il secondo neo riscontrato nell’Harmony Test (studiato e prodotto dall’azienda statunitense Ariosa Diagnostics) è la mancanza d’approvazione della Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense che si occupa della sicurezza dei farmaci. Inoltre, il test prenatale non reca sulla confezione il marchio CE che serve a certificare la validità del farmaco in Europa.

Harmony Test e Amniocentesi: cosa cambia?

Parlando di Harmony Test, abbiamo citato l’amniocentesi. Di cosa si tratta?  L’amniocentesi è un esame effettuato attraverso il prelievo transaddominale di liquido amniotico dall’utero. La procedura viene utilizzata per ottenere campioni biologici per una diagnosi prenatale: così si possono indivisuare problemi cromosomici e in particola la trisomia 21, cioè la Sindrome di Down, le malattie ereditarie del feto e alcune malattie del sistema nervoso centrale.

Il liquido amniotico consente di tracciare una sorta di “carta d’identità” cromosomica del feto. Di solito l’amniocentesi viene consigliata alle donne che hanno superato i 35 anni e anche nel caso in cui ci sia un forte rischio di malattie ereditarie o di famiglie con precedenti casi di Sindrome di Down. Non è, ovviamente, un esame obbligatorio: è il medico a consigliarla, a seconda dei casi. Può essere praticato a partire dalla sedicesima settimana di gravidanza.

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Data del parto, ecco come calcolarla https://www.mammeup.it/data-parto-come-calcolarla/ https://www.mammeup.it/data-parto-come-calcolarla/#respond Mon, 04 Dec 2017 17:27:11 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33909 Alla voce “gravidanza”, uno dei capitoli più importanti nella vita di una donna, vi abbiamo raccontato tante di quelle cose che forse sarebbe bene armarvi di pop-corn, divano, tablet o smartphone e mettervi a leggere con calma. Con annessi e connessi, ci sono tante cose da sapere anche sotto l’ombrello del “rimanere incinta”. Adesso, invece, […]

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Alla voce “gravidanza”, uno dei capitoli più importanti nella vita di una donna, vi abbiamo raccontato tante di quelle cose che forse sarebbe bene armarvi di pop-corn, divano, tablet o smartphone e mettervi a leggere con calma. Con annessi e connessi, ci sono tante cose da sapere anche sotto l’ombrello del “rimanere incinta”. Adesso, invece, vogliamo affrontare un argomento che riveste un’importanza cruciale: come calcolare la data del parto?

La data del presunto parto

Semplificando molto, ma proprio molto, la data presunta del parto è un valore medio e corrisponde alla quarantesima settimana. Per il calcolo corretto delle settimane di gravidanza, visto che qualche giorno può disordinare il conteggio col passare dai mesi, fate pure riferimento a questo articolo. Adesso veniamo a noi. La data, dicevamo. Se tutto procede regolarmente, senza intoppi generali, il parto avverrà nei 15 giorni prima o nei 15 giorni successivi al giorno indicato. Si tratta di risultati analoghi a quelli utilizzati dal ginecologo solo se non sono stati compilati i campi “lunghezza dei cicli” e “lunghezza della fase luteinica”.

Il calcolo della data

Conoscere la data del parto fin da quando si rimane incinte non è difficile. Basta fare un piccolo conto aritmetico, oppure affidarsi al calcolatore elettronico. Sapere fin da subito in quale giorno nascerà il proprio bambino è un desiderio naturale di tutte le future mamme, ci mancherebbe. Bisogna prepararsi psicologicamente, affrontare tutte le lungaggini per approntare il corredo e quant’altro. Vogliamo segnalarvi la linearità di una cosa molto semplice. In poche parole, basta tenere impressa nella mente la data di inizio dell’ultima mestruazione e, a partire dalla stessa, calcolare 40 settimane, cioè la durata media della gravidanza. Si tratta di una data indicativa, ma ovviamente non è detto che il bambino la rispetti. Potrebbe anticiparla o posticiparla di qualche giorno. È anche normale che sia così. Va anche considerato che l’ottantacinque per cento circa dei bimbi nati dopo gravidanze normali viene messo al mondo la settimana prima o dopo la data stimata.

Data del parto e cicli irregolari

Va da sé che siano maggiormente penalizzate le donne con cicli irregolari. Il motivo? Per loro è più difficile stabilire con certezza il periodo di ovulazione e quindi il giorno del concepimento, a meno che non abbia avuto un solo rapporto sessuale in quel periodo. Riferendoci sempre alla media, perché è questa l’insindacabile stella polare, si può affermare senza timore di smentita che considerando cicli di 28-30 giorni e una gravidanza proseguita nella norma, è probabile che il parto avvenga nel mese compreso tra i 15 giorni prima e i 15 giorni dopo la data prevista. Repetita iuvant, dicevano giusto qualche secolo fa. Ma, per l’appunto, meglio sfiorare il limite dello stucchevole che perdersi i dettagli.

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Parto prematuro. Quando il piccolo arriva in anticipo https://www.mammeup.it/parto-prematuro-piccolo-arriva-anticipo/ https://www.mammeup.it/parto-prematuro-piccolo-arriva-anticipo/#respond Mon, 04 Dec 2017 15:09:03 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33887 Durante la gravidanza può succedere che il bambino nasca in anticipo. Il parto pre-termine è una vera e propria patologia che interessa il 5-10% delle donne in dolce attesa.  Il parto prematuro, è quello in cui travaglio avviene  tra la 20esima e la 37esima settimana di gestazione, considerato che la durata della maggior parte delle gravidanze è […]

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Durante la gravidanza può succedere che il bambino nasca in anticipo. Il parto pre-termine è una vera e propria patologia che interessa il 5-10% delle donne in dolce attesa. 

Il parto prematuro, è quello in cui travaglio avviene  tra la 20esima e la 37esima settimana di gestazione, considerato che la durata della maggior parte delle gravidanze è di circa 40 settimane. Un neonato nato tra la 37esima e la 42esima settimana è considerato invece a termine.

Cause del parto prematuro

Non è facile individuare le cause del parto prematuro, ma ci sono alcuni fattori da cui può dipendere, come particolari condizioni di salute della gestante che ne aumentano il rischio. In alcune donne ciò potrebbe verificarsi a causa di forti periodi di stress, in altre potrebbero giocare a sfavore infezioni o problemi di salute, in altre ancora l’utilizzo di droghe o il fumo.

In generale, il parto prematuro può essere spontaneo o indotto per ragioni mediche.

Donne a rischio

Il parto prematuro può avvenire in qualsiasi tipologia di gravidanza, tuttavia vi sono alcune “categorie” di donne maggiormente a rischio rispetto ad altre, identificate in questi 5 punti:

  1. Le donne che hanno già avuto in passato un parto prematuro;
  2. Le donne che portano avanti una gravidanza gemellare;
  3. Le donne che hanno problemi al collo dell’utero o all’utero;
  4. Le donne di età inferiore ai 18 anni o superiori ai 35 anni.

Come anticipato altri fattori potrebbero causare un parto prematuro, legati allo stile di vita o a condizioni di salute, come:

  • Fumo;
  • Uso di droghe;
  • Violenza domestica;
  • Alcol;
  • Infezioni vaginali;
  • Malformazione del feto;
  • Gravidanze ravvicinate;
  • Sottopeso od obesità prima del concepimento

I sintomi del parto prematuro

E’ importante conoscere i sintomi di un parto prematuro perché lo si può riconoscere per tempo e richiedere le giuste cure mediche. Le avvisaglie più comuni sono: 

  • La comparsa di contrazioni regolari;
  • Perdite di sangue o liquidi dalla vagina;
  • Tensione pelvica indirizzata verso il basso;
  • Crampi addominali simili ai dolori mestruali.

Se uno di questi sintomi li si avverte tra la 20° e la 37° settimana vi consigliamo di rivolgervi immediatamente ad un medico. Infatti, la conferma di un parto prematuro in atto si potrà avere solo con l’osservazione da parte del ginecologo del collo dell’utero: nel caso in cui questo si presenti dilatato, si avrà la certezza del travaglio in corso.

I rischi di un parto prematuro

Il parto prematuro non comporta particolari rischi per la madre mentre può determinare rischi per il feto in particolare quando nasce prima delle 34 settimane. Al contrario il parto dopo la 36a settimana è considerato abbastanza sicuro per il feto a patto che il suo sviluppo sia regolare e non esistano altre patologie concomitanti. 

Sino a qualche anno fa i feti che nascevano a 22-23 settimane di gestazione, quindi all’inizio del sesto mese di gravidanza, non avevano alcuna possibilità di vita. Con i progressi compiuti dalla medicina, adesso è possibile dire che hanno circa il 10% di possibilità di farcela, anche se è difficile che non vadano incontro a danni permanenti vista la loro forte prematurità. Molto dipende dalla maturità degli organi interni, soprattutto dei polmoni, che generalmente maturano verso la 27-28° settimana.

Inoltre non bisogna sottovalutare il peso alla nascita del piccolo e il fatto che sia esposto alle infezioni che potrebbero ulteriormente complicare il suo precario quadro clinico. Una volta nato, il bimbo prematuro non è in grado di affrontare la vita che lo aspetta fuori dall’utero materno, quindi viene subito messo in incubatrice. Sarà proprio quest’ultima a riprodurre l’ambiente del ventre materno a cui troppo precocemente è stato strappato. La sua temperatura corporea verrà pertanto sempre mantenuta costante, verrà dunque alimentato e sarà aiutato a respirare sino a che non sarà cresciuto abbastanza da essere forte e autonomo.

Si può prevenire un parto prematuro?

E’ importante capire che non è l’uomo a decidere la durata della gravidanza,  si possono però creare le condizioni per evitare la nascita prematura di un bambino. La prima cosa da fare è rispettare i consigli dei medici e fare tutti gli esami necessari durante la gravidanza. Grazie alle scoperte mediche oggi è possibile individuare subito i rischi di parti prematuri come per esempio una malformazione uterina, un’insufficienza cervicale, un fibroma, possono essere un campanello d’allarme.

Alcuni sintomi devono mettervi in allarme e spingervi a consultare un medico o in alcuni casi a recarvi in ospedale. Fra questi più di cinque contrazioni uterine nei sessanta minuti, dolore alla schiena simile a quello renale o dolori al basso ventre come quelli durante le mestruazioni, o una pressione anomala verso il basso nella pancia come se il bambino premesse per uscire. Ciò che deve invece farvi correre subito in ospedale è la presenza di liquido nella vagina che potrebbe significare la rottura delle acque. E’ fondamentale anche evitare troppi sforzi.

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Tutti gli esami che ogni donna deve fare nel primo trimestre di gravidanza https://www.mammeup.it/esami-del-primo-trimestre-gravidanza/ https://www.mammeup.it/esami-del-primo-trimestre-gravidanza/#respond Mon, 04 Dec 2017 15:18:28 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33879 I primi tre mesi di gravidanza sono quelli fondamentali e anche più delicati e decisivi per lo sviluppo del bambino. Per conoscere lo sviluppo del feto ci sono alcuni esami che ogni gestante deve fare per essere sicuro che le prime settimane di gravidanza procedano per il meglio. Test translucenza nucale La transfluenza fetale è un […]

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I primi tre mesi di gravidanza sono quelli fondamentali e anche più delicati e decisivi per lo sviluppo del bambino. Per conoscere lo sviluppo del feto ci sono alcuni esami che ogni gestante deve fare per essere sicuro che le prime settimane di gravidanza procedano per il meglio.

Test translucenza nucale

La transfluenza fetale è un esame che consiste in un’ecografia che misura uno spessore al di sotto del collo fetale. L’esame non è invasivo, ma molto utile per rilevare una serie di anomalie fetali. Questo esame si effettua tra l’undicesima e la quattordicesima settimana. Può essere effettuato in qualunque momento della gravidanza, ma è tra l’undicesima e la quattordicesima settimana di gestazione che permette di stimare con maggior precisione il rischio che il feto sia affetto da patologie cromosomiche come la trisomia 21 (sindrome di Down), le trisomie 18 o 13, la Sindrome di Turner, oppure altre anomalie congenite, soprattutto malformazioni cardiache.

Esame delle urine

L’esame delle urine in gravidanza si fa in media una volta al mese per avere informazioni specifiche circa lo stato di salute della donna. Questo consente di rilevare infezioni urinarie o serve a monitorare patologie come il diabete gestazione e la preeclampsia.

Test di Coombs

Il Test di Coombs è molto importante e si effettua all’inizio della gravidanza per scoprire se l’organismo della mamma produce specifici anticorpi (anti-D) che vanno a distruggere i globuli rossi del feto, provocando una conseguente anemia, detta “malattia emolitica del feto”, che in alcuni rari casi può anche portare a morte intrauterina.  Questo può succedere quando il feto eredita dal padre un gruppo sanguigno diverso da quello materno.  

Quando si parla di test di Coombs si intende in genere il test di Coombs indiretto. Esiste anche il test di Coombs diretto, che si effettua principalmente per approfondire la diagnosi in casi di malattia emolitica del neonato. Il test di Coombs è solitamente quello indiretto, ma esiste anche il test di Coombs diretto, che si effettua principalmente per approfondire la diagnosi in casi di malattia emolitica del neonato.

 Controllo del peso

L’aumento di peso in gravidanza non è lo stesso per tutte. L’aumento del peso di ogni donna mese per mese, dipende da tanti fattori. Solitamente nel primo trimestre: l’aumento di peso è scarso. All’inizio certe donne possono addirittura dimagrire, a causa di nausea e vomito e di altri sintomi della gravidanza.

 Ecografia transvaginale

L’ecografia transvaginale, chiamata anche TVS (Trans-Vaginal Sonography), è un esame che, attraverso le immagini, studia la morfologia e lo stato di salute degli organi genitali interni femminili, ovvero utero, ovaie e annessi. Questa si effettua spesso sulle donne in gravidanza, per scoprire maggiori dettagli sul feto e lo stato di salute dell’ambiente uterino.

L’ecografia transvaginale si effettua con una sonda (coperta da una sorta di preservativo cosparso da liquido sterile), che emette onde sonore ad elevata frequenza e non percepibili dall’orecchio umano. Queste onde vengono in parte riflesse dai tessuti che incontrano, in base alla loro densità. E si ha così quello che viene definito “fenomeno dell’eco”: le onde sonore riflesse vengono captate dalla sonda che le ha generate e in seguito passano all’elaborazione di un calcolatore informatico, in grado di realizzare immagini in tempo reale delle parti anatomiche analizzate.

Prima ecografia

La prima ecografia è un momento molto importante per la donna incinta che ha il primo incontro con il proprio bambino. Un’esperienza emozionate per i futuri genitori che vedono per la prima volta il loro piccolo.

Questa si fa tra le 6 e le 14 settimane e fornisce le prime informazioni sull’embrione e il suo stato di benessere. L’ecografia del primo trimestre permette di scoprire il numero di feti presenti, e dunque di capire se la gravidanza è singola o gemellare, e la loro vitalità. Inoltre, consente di stabilire in maniera accurata l’epoca della gravidanza correggendo, se necessario, la data presunta del parto calcolata sulla base dell’ultima mestruazione. Per questo, spesso è nota come ecografia di datazione.

Se effettuata tra le 11 e le 13 settimane, può essere abbinata a un esame del sangue per avere una stima del rischio di malattie cromosomiche.

Ecografia morfologica

L’ecografia morfologica è una delle ecografie più importanti di tutta la gravidanza, perché  è quella in cui viene analizzata con più accuratezza l’anatomia del feto. Consente infatti di esaminare tutti gli organi del feto, dalla testa ai piedi e si effettua  tra le 19 e le 21 settimane. La ventesima settimana sarebbe al migliore perché il feto è cresciuto abbastanza e gli organi si possono osservare molto bene così come alcune strutture, soprattutto cerebrali. Proprio per questo è l’ecografia che dura di più, circa 20-30 minuti, praticamente il doppio rispetto   alle altre.

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Il parto naturale, tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/parto-naturale-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/parto-naturale-quello-ce-sapere/#respond Fri, 01 Dec 2017 14:59:37 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33862 Il parto naturale genera nelle future mamme tanti dubbi e perplessità. Si tratta, naturalmente, di un momento molto delicato e importante, un argomento complesso e fatto di tantissime sfaccettature. Proprio per questo, le risposte in merito non sono mai abbastanza. Come prepararsi al parto naturale Molte donne scelgono di prepararsi al parto naturale seguendo un […]

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Il parto naturale genera nelle future mamme tanti dubbi e perplessità. Si tratta, naturalmente, di un momento molto delicato e importante, un argomento complesso e fatto di tantissime sfaccettature. Proprio per questo, le risposte in merito non sono mai abbastanza.

Come prepararsi al parto naturale

Molte donne scelgono di prepararsi al parto naturale seguendo un corso preparto. Questi corsi consentono alle future mamme di confrontarsi con ostetriche, medici e psicologi, comprendendo ciò che le aspetta e quello che attraverseranno. Nei corsi, inoltre, si apprendono tecniche di respirazione e rilassamento, che possono tornare utili durante le diverse fasi, soprattutto in quella del travaglio.

Come avviene il parto naturale?

Prima di addentrarci nella definizione delle diverse fasi, può essere utile capire in via generale come avviene il parto naturale. Nelle ore antecedenti al parto si presentano alcuni dolori: questa è la cosiddetta fase prodromica.

Le contrazioni aiutano il bimbo a impegnarsi nel canale del parto e sono regolari e man mano che si avvicina il momento, sempre più ravvicinate. Il travaglio inizia con la perdita del tappo mucoso, una sostanza gelatinosa che può anche essere striata di macchie di sangue.

Vediamo ora nel dettaglio le diverse fasi del parto.

La fase prodromica del parto

La fase prodromica è la fase di preparazione al parto, quando i tessuti della mamma iniziano a prepararsi per il passaggio del bambino ed infine la sua uscita. A seconda dei casi, questa fase può durare dalle poche ore a qualche giorno e risulta anche difficile capire quando ha inizio in quanto non sempre si caratterizza per segnali precisi.

Tuttavia, in alcuni casi può essere evidente presentando i cosiddetti sintomi pre-travaglio.

I sintomi pre-travaglio

È possibile accorgersi che la fase del travaglio è imminente grazie ad alcuni sintomi pre-travaglio, come:

  1. Abbassamento dell’addome. La pancia nelle ultime settimane di gravidanza può perdere il classico aspetto rotondo a favore di un “aspetto a pera”, abbassandosi e accentuando la punta;
  2. Contrazioni preparatorie di Braxton Hicks. Chiamate anche false contrazioni (o contrazioni podromiche) non sono altro che spasmi al basso ventre di cadenza non regolare e nemmeno particolarmente dolorose, che si attenuano in poche ore o scompaiono improvvisamente;
  3. Perdita del tappo mucoso. Il tappo mucoso è una sostanza gelatinosa, incolore e talvolta striata di sangue, è possibile notarla sugli slip o nel momento di igiene intima. Questa perdita non deve però essere confusa con la rottura delle acque;
  4. Perdite vaginali. In alcuni casi, pochi giorni prima dell’inizio del travaglio, possono presentarsi delle perdite vaginali. Questo sintomo è molto comune, tuttavia se diventano molto liquide è consigliabile contattare il medico per accertarsi che non si tratti di liquido amniotico;
  5. Episodi di diarrea. Molto comunemente si presentano episodi di diarrea, dovuti al fatto che il corpo della mamma si sta preparando, svuotando l’intestino, a lasciare più spazio al bambino.

La rottura delle acque e le contrazioni vere e proprie, invece, sono il sintomo inconfondibile dell’inizio del travaglio.

La fase dilatante del parto: il travaglio

Questa fase si caratterizza per l’inizio del travaglio, che si distingue per i seguenti sintomi:

  1. Contrazioni vere e proprie. Le contrazioni in questa fase diventano sempre più intense e frequenti, manifestandosi con una sensazione di irrigidimento e tensione dell’addome. Le prime contrazioni in media durano pochi secondi, con il passare delle ore raggiungono la lunghezza di un minuto, con intervalli sempre più ravvicinati;
  2. Rottura delle acque. La rottura del sacco amniotico è dovuta alla spinta delle contrazioni e si manifesta come “un’esplosione di pipì” che non può essere controllata. Quando si verifica la rottura delle acque è importante recarsi subito in ospedale.

Si può parlare di travaglio vero e proprio quando le contrazioni si verificano più o meno ogni 5 minuti con durata 40-60 minuti. La durata di questa fase è molto variabile e i fattori che incidono sono diversi.

Questa fase è necessaria per la dilatazione del collo dell’utero che è da considerarsi “completa” quando raggiungerà i 10 centimetri.

La fase espulsiva del parto

La fase espulsiva è preceduta dalla fase di transizione, detta “latenza”, una fase di riposo prima dello sprint finale che dura circa mezz’ora. Passata la “latenza” la mamma avvertirà i cosiddetti “premiti“, ovvero una sensazione urgente di spingere.

È questo il momento in cui il bambino inizia la sua discesa lungo il canale del parto: una volta uscita la testa, grazie alle contrazioni della mamma, il piccolo compie un’ultima rotazione per liberare le spalle e uscire fuori.

La fase del secondamento

La fase del secondamento rappresenta l’ultima fase del parto, quando viene espulsa la placenta, solitamente nel giro di 15-20 minuti. Nel caso in cui ci fosse difficoltà nell’espulsione può essere necessaria l’estrazione manuale, in sala operatoria con anestesia generale.

Espulsa la placenta è il momento della sutura di eventuali lacerazioni, dopodiché la mamma avrà la possibilità di incontrare il bambino.

Parto naturale con epidurale

Sebbene molte donne riescano a controllare l’ansia e la paura del parto, per altre il dolore può rappresentare una difficoltà, un motivo di non serenità. Per questo richiedono di essere sottoposte all’anestesia epidurale, che permette di controllare, eliminando totalmente, il dolore e partorire in modo naturale e spontaneo.

L’epidurale è un tipo di anestesia che si fa a livello spinale e lenisce il dolore delle contrazioni. Viene somministrata a travaglio iniziato, quando le contrazioni si presentano a una distanza di 5 minuti l’una dall’altra.

Tuttavia, una volta fatta richiesta non c’è la certezza che tale tecnica venga eseguita, in quanto l’attuazione dipende da una serie di condizioni che il medico e l’ostetrica dovranno verificare. In casi di diabete, ipertensione, grave miopia sarà lo stesso medico a richiederla.

Parto naturale in acqua

Alcune future mamme scelgono di optare per il parto in acqua. Molte strutture offrono la possibilità di effettuare un parto naturale in acqua, che tuttavia può essere anche fatto a casa (in questo caso, però, devono sussistere una serie di condizioni particolari).

Chi sceglie di partorire in acqua lo fa perché l’acqua fa sentire la donna protetta alleggerita e distesa e anche perché questo elemento è già conosciuto dal bimbo, che durante la gravidanza si trova in un ambiente acquoso. Naturalmente, tutto va valutato sulla base dei singoli casi.

Parto naturale a casa

Chi sceglie il parto naturale a casa lo fa per avere un ambiente più familiare, rilassante e confortevole. Affinché possa verificarsi questa possibilità è necessario che la gravidanza sia giunta a termine senza problemi , che il bimbo sia cefalico, che la pressione sanguigna sia nella norma e che non ci sia anemia.

Parto naturale e dolore

Il dolore durante il parto è la cosa che maggiormente preoccupa le future mamme. La paura del parto è del tutto normale e non bisogna in alcun modo temere di esprimere i proprio dubbi e le proprie perplessità. È ovvio che i dolori parto vengono avvertiti in modo diverso da ciascuna donna e che non si può dare un’indicazione di carattere generale.

Esistono delle tecniche di respirazione utilizzate per alleviare il dolore del parto, così come c’è chi consiglia di ascoltare musica per distrarsi, accompagnando il respiro. Un consiglio che può tornare utile è quello di ascoltare il racconto di qualcuno che ha già partorito, in modo da sentire dal vivo in dettagli di un’esperienza autentica. Un altro consiglio utile è non avere paura: se si chiama parto naturale, c’è un motivo!

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Travaglio: tutti i sintomi e le fasi https://www.mammeup.it/travaglio-tutti-i-sintomi-e-le-fasi/ https://www.mammeup.it/travaglio-tutti-i-sintomi-e-le-fasi/#respond Fri, 01 Dec 2017 13:57:50 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33859 Dopo un percorso lungo all’incirca nove mesi, arriva il momento del travaglio, quindi del parto. Ogni futura mamma, quando arriva, riconosce perfettamente i sintomi ma, nonostante ci si prepari in ogni modo, non mancano mai dubbi e domande. Quando inizia il travaglio, inizia anche un momento molto delicato per ogni donna che si accinge a dare […]

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Dopo un percorso lungo all’incirca nove mesi, arriva il momento del travaglio, quindi del parto. Ogni futura mamma, quando arriva, riconosce perfettamente i sintomi ma, nonostante ci si prepari in ogni modo, non mancano mai dubbi e domande.

Quando inizia il travaglio, inizia anche un momento molto delicato per ogni donna che si accinge a dare alla luce un bebè. Vediamo insieme di chiarire tanti degli aspetti legati a questo argomento, rispondendo ad alcune delle domande più frequenti in proposito.

Corso preparto

Sempre più spesso le future mamme scelgono di frequentare un corso preparto, in modo da essere informate il più possibile su tutto quello che comporterà il momento in cui metteranno alla luce il loro bimbo. Il corso di preparazione al parto include momenti di confronto con ostetriche, psicologi, ginecologi e neonatologi ed è un buon modo per placare le ansie. In generale, poi, si apprendono utili tecniche di respirazione, da utilizzare anche durante la fase del travaglio e durante la fase espulsiva, comprendendo meglio cosa potrà accadere.

I sintomi del travaglio

I sintomi travaglio possono essere molto diversi e, ovviamente, variano da donna a donna. A tal proposito, dunque, può essere utile un confronto diretto con altre donne che hanno già partorito, in modo da sentire un racconto da chi li ha già vissuti. Per quanto riguarda i sintomi prima del travaglio, capita spesso che qualche giorno prima si avverta qualche segnale, come dolori a schiena, reni e basso ventre (dolori simili a quelli mestruali) o anche delle contrazioni che, anziché aumentare e intensificarsi, vanno a scemare e cessare.

I sintomi di inizio travaglio si provano durante quella fase che viene definita prodromica. Molti esperti sconsigliano di correre subito in ospedale, perché probabilmente il travaglio vero e proprio inizierà dopo molte ore e non è detto che in ospedale si venga subito ricoverate. Dunque in alcuni casi si tratta di sintomi pre travaglio, piuttosto che di travaglio vero e proprio.

Ci sono alcuni sintomi che permettono di riconoscere il travaglio:

  1. Rottura sacco amniotico: la sacca che contiene il liquido amniotico si rompe e dà inizio al travaglio. Quando si rompe al di fuori dell’ambiente ospedaliero è bene andare subito in ospedale. I sintomi della rottura del sacco amniotico si identificano nella sensazione di discesa di un liquido caldo, ovvero il liquido amniotico. Questo evento è conosciuto anche con il nome di rottura delle acque;
  2. Contrazioni vere e proprie: l’utero si contrae e le contrazioni si avvertono a livello lombare e ai fianchi. Come riconoscere le prime contrazioni? Spesso capita, verso la fine della gravidanza, nel cosiddetto periodo prodromico, che si avvertano le contrazioni: queste, solitamente, si presentano ma vanno lentamente a scemare. Diverse sono quelle in fase di travaglio che si presentano a una distanza di circa 10 minuti l’una dall’altra e sono molto più intense.

Le fasi del travaglio

Le fasi del travaglio sono quattro:

  1. Fase prodromica: ci sono le prime contrazioni preparatorie e la cervice di dilata fino a 3/4 centimetri. A seguito della rottura del tappo mucoso ha inizio la dilatazione;
  2. Fase dilatante: le contrazioni sono sempre più frequenti e dolorose e il collo dell’utero continua a dilatarsi di circa 1cm ogni ora;
  3. Fase espulsiva: a questo punto è il momento di spingere per fare uscire il bimbo e la cervice raggiunge una dilatazione di 10 centimetri;
  4. Secondamento: le contrazioni proseguono per agevolare l’espulsione della placenta.

Induzione del travaglio

In alcuni casi, quando la gravidanza è giunta al termine, ma non sono iniziate le contrazioni e il bimbo sembra non voler uscire, il medico può consigliare di attendere fino alla 41esima, 42esima settimana e poi indurre il travaglio. Le contrazioni vengono indotte tramite ossitocina, un ormone sintetico che fa sì che contrazioni inizino. In alcuni casi, se il parto è oltre il termine, il medico pratica la rottura del sacco amniotico.

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Il raschiamento dopo un aborto https://www.mammeup.it/il-raschiamento-dopo-un-aborto/ https://www.mammeup.it/il-raschiamento-dopo-un-aborto/#respond Thu, 30 Nov 2017 16:59:57 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33846 L’aborto è l’interruzione della gravidanza, con la rimozione del feto o dell’embrione dall’utero. Può essere spontaneo, concetto che per ovvi motivi non ha bisogno di ulteriori spiegazioni sul suo significato, o indotto, quando viene causato deliberatamente. Cos’è il raschiamento Più che parlare di raschiamento, è tecnicamente corretto riferirsi a uno svuotamento o alla revisione uterina; […]

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L’aborto è l’interruzione della gravidanza, con la rimozione del feto o dell’embrione dall’utero. Può essere spontaneo, concetto che per ovvi motivi non ha bisogno di ulteriori spiegazioni sul suo significato, o indotto, quando viene causato deliberatamente.

Cos’è il raschiamento

Più che parlare di raschiamento, è tecnicamente corretto riferirsi a uno svuotamento o alla revisione uterina; precisazioni dialettiche a parte, si tratta di un piccolo intervento chirurgico per asportare il prodotto del concepimento. L’operazione viene fatta in anestesia totale e dura pochi minuti, sicuramente meno mezz’ora. Già in giornata la paziente viene dimessa dall’ospedale e può tranquillamente tornare a casa. La dicitura “raschiamento” vera e propria, in ambito strettamente ginecologico, si utilizza quando si rende necessaria la biopsia dell’endometrio, cioè il tessuto di rivestimento dell’utero, per diagnosticare eventuali patologie.

Come avviene il raschiamento

Come detto, l’operazione viene eseguita in day hospital dopo sedazione farmacologica profonda. In altre parole, è l’equivalente di un’anestesia generale, senza però l’intubazione. Se la gestazione si è arrestata non troppo in là, la rimozione avviene mediante una cannula aspiratrice collegata a una particolare pompa che crea il vuoto. Poi si passa al controllo ecografico per accertarsi che non ci siano residui di alcun tipo. Le cose cambiano se la gravidanza ha superato le 10 settimane: il primo step è la somministrazione di prostaglandine vaginali per dilatare il canale cervicale e stimolare le contrazioni uterine. L’obiettivo è l’espulsione spontanea; se non si verifica, allora si procede all’asportazione chirurgica.

Se la gestazione, invece, si è interrotta prima, di solito i medici aspettano qualche giorno, anche un paio di settimane, prima di intervenire. Il motivo è presto detto: potrebbe esserci un’espulsione spontanea dell’embrione. Va da sé che la situazione cambia da donna a donna: la revisione chirurgica è la scelta più appropriata per chi non riesce a tollerare un’attesa troppo lunga. Dopo l’intervento, a meno che non compaiano febbre o altre complicazioni comunque poco frequenti, si torna a casa già in giornata.

Raschiamento, conseguenze

Il minimo comune denominatore nei giorni immediatamente successivi alla revisione chirurgica è il riposo assoluto a casa. C’è un piccolo pericolo di infezioni, tant’è che i medici possono consigliare il temporaneo utilizzo di assorbenti interni. Raccomandata, spesso e volentieri, la completa astensione dai rapporti sessuali per almeno un paio di settimane. Qualche piccola conseguenza, in linea generale, ci può essere. Il più delle volte non sono preoccupanti, a cominciare dalle piccole perdite ematiche che dovrebbero esaurirsi in una settimana, dieci giorni al massimo. I sintomi, comunque, sono abbastanza eterogenei. La letteratura comune parla di febbre alta, sanguinamento uterino anomalo, problemi a urinare, senso di fiacchezza, dolori al ventre, perdite vaginali di cattivo odore. Qualora si presenti uno di questi sintomi, o peggio più di uno, è meglio consultare il medico senza perdere tempo.

Il ciclo dopo il raschiamento

Il primo ciclo dopo il raschiamento avviene a distanza di un mese e mezzo. Scendendo nel dettaglio, circa 30 giorni da quando si azzerano i valori delle beta hCG, l’ormone della gravidanza che cessa del tutto la sua produzione dopo circa 15-20 giorni dal raschiamento. Questa, comunque, è un’indicazione temporale generica: il flusso può ricomparire anche prima, o magari dopo. In altre parole, la fisiologia varia leggermente da donna a donna a in questo caso va a coincidere con la ripresa dell’attività di ovulazione. Quantità e durata dovrebbero normalizzarsi subito, benché in alcune pazienti possa essere un po’ più abbondante e lungo del solito. Il motivo? Non c’è stata ovulazione ottimale nel periodo precedente.

La gravidanza dopo il raschiamento

In linea generale, dopo una revisione uterina è bene attendere almeno 2 o 3 cicli per provare ad avere una nuova gravidanza. In concreto, occorre riassestare l’attività ovarica, senza mai dimenticare il riequilibrio psicologico. E se la gravidanza capitasse prima dei summenzionati 2-3 mesi? Non esistono particolari rischi per il nascituro, dunque non preoccupatevi.

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Parto cesareo, tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/parto-cesareo-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/parto-cesareo-quello-ce-sapere/#respond Thu, 30 Nov 2017 14:31:53 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33839 Il parto cesareo è un intervento chirurgico attraverso il quale il ginecologo provvede all’estrazione del feto. Può essere programmato, cioè deciso prima dell’avvio del travaglio, o urgente, qualora le condizioni della mamma e del nascituro lo rendano necessario, durante lo svolgimento del parto stesso. La storia del cesareo è antichissima: il primo taglio cesareo su […]

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Il parto cesareo è un intervento chirurgico attraverso il quale il ginecologo provvede all’estrazione del feto. Può essere programmato, cioè deciso prima dell’avvio del travaglio, o urgente, qualora le condizioni della mamma e del nascituro lo rendano necessario, durante lo svolgimento del parto stesso. La storia del cesareo è antichissima: il primo taglio cesareo su vivente venne effettuato da Jacok Nufer intorno al 1500. Si dice che l’uomo, che precedentemente aveva esperienza come castratore di maiali, riuscì nell’impresa di estrarre un bambino vivo da una donna, che sopravvisse all’evento ed ebbe anche altri figli.

Perché si chiama parto cesareo? Comunemente si attribuisce l’origine del termine alla particolarità della nascita di Giulio Cesare ma in realtà questo è un falso storico. La parola cesareo deriva dal verbo latino caedo, “tagliare” ed è quindi il cognomen “Caesar” che potrebbe derivare dal fatto che un antenato di Cesare nacque dall’utero tagliato.

Parto cesareo programmato

Abbiamo detto che esistono due modalità di cesareo: il parto cesareo programmato e il parto cesareo urgente. Per quanto riguarda il cesareo programmato, viene consigliato nei casi in cui il bimbo sia podalico, in occasione di gravidanze gemellari, in caso di pregressi parti cesarei o quando le condizioni della futura mamma lo richiedono. È una scelta che comunque viene valutata insieme al proprio ginecologo.

Parto cesareo quando si programma? Di solito si sceglie di programmarlo intorno alla 38esima settimana, perché il nascituro è già maturo per venire alla luce. È sconsigliabile aspettare oltre, onde evitare il rischio che il travaglio prenda il via spontaneamente, rendendo necessario il ricorso a un cesareo d’urgenza.

Parto cesareo programmato quanto tempo prima? Il giorno previsto, la futura mamma si presenta al punto nascita a digiuno, con qualche ora di anticipo rispetto all’orario fissato per l’operazione. Prima di entrare in sala operatoria, la futura mamma viene visitata dal ginecologo o dall’ostetrica e il benessere del nascituro viene valutato sotto ogni aspetto.

Parto cesareo pro e contro

Vediamo ora i pro e i contro del parto cesareo. Qualora si renda necessario, ovviamente, è un intervento salvavita. Per quanto riguarda i pro del parto cesareo, bisogna dire che non ci sono particolari vantaggi e che, secondo molti esperti, il modo migliore per partorire è quello naturale. Da un punto di vista del dolore, si tratta di un tipo di dolore diverso, che tuttavia c’è e si fa sentire.

Per quanto riguarda i contro, i dolori arrivano appena comincia a svanire l’effetto dell’anestesia (già dopo 3-4 ore), la ferita chirurgica fa male e gli addominali non sorreggono, rendendo così difficoltose anche cose semplici come passare da sedute ad in piedi, ridere, starnutire e tossire (cioè tutto ciò che comporta uno sforzo addominale che scatena il dolore della ferita). Per le prime 24h si ha il catetere vescicale, le flebo e un’importante difficoltà nel muoversi anche nel letto. Tutto ciò rende complicato anche badare al bambino ed allattarlo. Solitamente nei primi 2-3 giorni si ha un’autonomia piuttosto scarsa: la donna viene lavata, deve essere aiutata a mettersi seduta e ad alzarsi e può mangiare solo cose molto leggere perché comunque è stato un intervento per via addominale.

Come avviene il parto cesareo?

L’intervento vero e proprio ha una durata di circa quaranta minuti.

Per quanto riguarda l’anestesia, si può ricorrere all’anestesia generale, che ha un effetto quasi immediato, mentre nel caso di intervento programmato si fa generalmente ricorso all’anestesia spinale o all’epidurale, che eliminano il dolore e permettono di ridurre al massimo il passaggio al nascituro di farmaci attraverso la placenta. Tra le due, comunque, la preferita è la spinale, perché l’effetto inizia entro cinque minuti.

L’addome viene disinfettato e il chirurgo pratica un’incisione trasversale della cute, lunga cirva 8 centimetri, quindi incide lo strato sottocutaneo e separa con le mani le due fasce muscolari longitudinali dell’addome. Incide il peritoneo, la membrana che avvolge gli organi interni, e la parte inferiore dell’utero. Il liquido amniotico fuoriesce spontaneamente e viene aspirato e, con l’aiuto dell’altro ginecologo presente in sala, il chirurgo estrae il bambino e taglia il cordone ombelicale. Il chirurgo poi estrae la placenta e le membrane e pulisce la parete interna dell’utero con la garza. Poi dilata il collo dell’utero dall’interno, per favorire il deflusso di sangue. In ultimo sutura tutti i tessuti che ha inciso.

Parto cesareo, rischi

Parlando dei rischi del parto cesareo, bisogna dire che il rischio non riguarda tanto il singolo taglio cesareo, quanto le gravidanze successive. Può capitare che la placenta si inserisca male o determini un danno alle pareti dell’utero. Ci sono situazioni in cui la placenta si sviluppa meno o in cui andando a rifare un altro taglio cesareo ci possono essere delle difficoltà chirurgiche importanti.

Parto naturale o cesareo?

Come abbiamo già detto, la scelta tra parto naturale o cesareo è dettata da diverse motivazioni. Ci sono casi in cui il cesareo è necessario, per salvaguardare la salute di bimbo e mamma. Spetta, comunque, al ginecologo stabilire la soluzione ottimale e adatta alla paziente.

Parto naturale dopo cesareo: quali i rischi?

Il parto naturale dopo il cesareo è possibile; si parla, in questo caso, di VBAC, acronimo inglese che sta per “Vaginal Birth After Cerarean”. La complicazione più temuta è la rottura dell’utero a livello della cicatrice. Se il tessuto non resiste alle contrazioni, può cedere: in tal caso si verifica una situazione di emergenza, che può richiedere trasfusioni o anche l’asportazione dell’utero.

Post parto cesareo

Cosa accade nel momento del post-parto cesareo? Già dopo 24 ore la mamma viene sollecitata ad alzarsi dal letto e a muovere qualche passo, ovviamente aiutata. Salvo complicanze, viene dimessa nell’arco di tre giorni. In alcuni casi, per rendere i movimenti più agevoli, viene consigliato l’utilizzo di una panciera post parto cesareo. La fascia post cesareo può anche essere utile per compensare alcune alterazioni posturali che la colonna ha dopo nove mesi di gestazione.

Per quanto riguarda i rapporti sessuali, si consiglia di solito di aspettare il tempo necessario alla rimozione dei punti superficiali e all’inizio della formazione del cheloide (la tipica cicatrice rosa-bianca).

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Translucenza nucale, tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/translucenza-nucale-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/translucenza-nucale-quello-ce-sapere/#respond Tue, 28 Nov 2017 14:42:42 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33776 La translucenza nucale è un importantissimo marcatore per la previsione di anomalie cromosomiche o di malformazioni del feto. Attraverso l’ecografia translucenza nucale viene misurata la fessura di liquido a livello della cute nucale del feto, che si osserva in tutti i feti nel primo trimestre di gravidanza: un aumento dello spessore della fessura è indice […]

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La translucenza nucale è un importantissimo marcatore per la previsione di anomalie cromosomiche o di malformazioni del feto. Attraverso l’ecografia translucenza nucale viene misurata la fessura di liquido a livello della cute nucale del feto, che si osserva in tutti i feti nel primo trimestre di gravidanza: un aumento dello spessore della fessura è indice di un aumento di rischio di anomalie cromosomiche.

Uno spessore di translucenza nucale che superi una certa soglia è correlato non solo con il rischio per il feto di essere affetto da malattie cromosomiche (come ad esempio la Sindrome di Down o trisomia 21, la trisomia 18 o la trisomia 13), ma anche con un rischio di malformazioni cardiache e di altri organi (come ad esempio spina bifica, onfalocele o ernia diaframmatica). Nei programmi di screening prenatale delle patologie cromosomiche, quali il test combinato o il test integrato, sono previsti anche prelievi di sangue per analizzare proteine ed ormoni placentari.

Translucenza nucale e bitest: per avere una maggiore attendibilità, spesso l’esame della translucenza nucale è associato al bitest, chiamato anche duotest, cioè la misurazione della concentrazione nel sangue materno di due ormoni (la frazione beta della gonadotropina corioninca umana e la PAPP-A, o proteina A plasmatica associata alla gravidanza). I due test combinati, che vengono chiamati Test combinato del primo trimestre, consentono di individuare 82 feti portatori di alterazioni cromosomiche su 100.

 Translucenza nucale, quando farla?

Translucenza nucale quando? È importante sottolineare che bitest e translucenza nucale non comportano alcun rischio per il proseguimento della gravidanza e per la salute del nascituro. Cerchiamo adesso di rispondere a una domanda molto diffusa tra le future mamme: translucenza nucale quando farla? Questo esame si può teoricamente fare in qualsiasi momento della gravidanza, ma è in particolare dall’undicesima alla quattordicesima settimana di gestazione che permette di stimare con una maggiore precisione il rischio che il feto sia affetto da patologie cromosomiche come la trisomia 21 (Sindrome di Down), le trisomie 18 o 13, la Sindrome di Turner, oppure da altre anomalie congenite, soprattutto malformazioni cardiache.

Translucenza nucale, valori

Continuando ad approfondire questo importante esame, è giunto il momento di addentrarci in alcuni dettagli più tecnici, che aiutano a comprenderne meglio il funzionamento e lo svolgimento: i valori translucenza nucale.

Translucenza nucale valori: per sottoporsi al test, la lunghezza cranio-caudale del feto (CRL) deve essere compresa tra 45 e 84 millimetri. Il valore della translucenza nucale varia in base a questa lunghezza, quindi è impossibile dare valori soglia di normalità. L’esito, dunque, va valutato sulla base di curve particolari che tengono conto di questo rapporto. Si parla di translucenza aumentata, con con valori problematici, sopra i 3,5 millimetri. Anche valori al di sotto potrebbero costituire un problema, perché sono legati alla lunghezza del feto.

Translucenza nucale parametri: la maggior parte dei feti sani ha valori compresi tra 1,1 e 1,4 millimetri. Sono comunque stati proposti diversi valori limite oltre i quali considerare l’esame alterato. Il programma utilizzato per il calcolo delle probabilità, in realtà, non utilizza un vero e proprio valore limite o di “cut off”, ma correla il CRL fetale, il valore di translucenza e l’età della paziente, in base ad alcuni algoritmi basati su popolazione normale.

Translucenza nucale, costo

Il bitest, cioè l’ecografia ostetrica con translucenza nucale, in abbinamento alla misurazione marcatori placentari nel sangue materno, è stata inserita nei nuovi Livelli essenziali di assistenza, come esame per la gravidanza passato dal Servizio Sanitario Nazionale a tutte le donne. Questo implica che le varie Regioni hanno il compito di recepire le indicazioni, rendendolo grauito.

Translucenza nucale costo: quando non è esente da ticket, il costo del bitest in ambito pubblico si aggira intorno ai 60 euro. Diverso il discorso per il sistema sanitario privato: qui, il costo si aggiura sui 200/300 euro.

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Calcolo settimane di gravidanza https://www.mammeup.it/calcolo-settimane-gravidanza/ https://www.mammeup.it/calcolo-settimane-gravidanza/#respond Mon, 27 Nov 2017 18:45:41 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33771 Il calcolo delle settimane di gravidanza di primo acchito può sembrare qualcosa di eccessivamente complicato. Meglio lasciare perdere in quel labirinto lastricato di possibilità di errore che risponde al nome di “calcolo settimane di gravidanza”, dirà qualcuno, oppure mettersi di buona lena e imparare a giostrarsi tra le settimane di gravidanza? Gravidanza, desiderio supremo e […]

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Il calcolo delle settimane di gravidanza di primo acchito può sembrare qualcosa di eccessivamente complicato. Meglio lasciare perdere in quel labirinto lastricato di possibilità di errore che risponde al nome di “calcolo settimane di gravidanza”, dirà qualcuno, oppure mettersi di buona lena e imparare a giostrarsi tra le settimane di gravidanza? Gravidanza, desiderio supremo e talvolta mistero. Cercando di addentrarci in questo percorso tanto meraviglioso quando alle volte insidioso, cominciamo col dire che la data presunta del parto si calcola partendo dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale e aggiungendo 40 settimane. Facile facile no? La semplice addizione va fatta in quanto l’ovulazione avviene solitamente due settimane dopo l’inizio delle mestruazioni. Va da sé che più il ciclo è regolare, più fedele risulterà il calcolo che ci apprestiamo a fare.

Piccola nota a margine che comunque non complica i nostri piani: se il ciclo mestruale di una donna dura meno di 28 giorni, la nascita del bambino o della bambina può avvenire in leggerissimo anticipo; alla stessa maniera, se il ciclo dura più dei canonici 28 giorni esatti, la nascita si procrastina. È pacifico che la data venuta fuori è puramente indicativa: in altre parole, sono pochi i piccoli che nascono esattamente nel giorno preso in esame. Adesso la domanda, come diceva qualcuno, sorge spontanea: quando la gravidanza va considerata terminata? È una forbice che si muove fra la 37esima e la 42esima settimana. Ciò detto, l’età “gestazionale” si fonda sull’ultima mestruazione e non sul momento del concepimento, che presumibilmente diventerà realtà 2 settimane più tardi. In definitiva, si devono contare 40 settimane, cioè 280 giorni, dalla data del primo giorno dell’ultima mestruazione.

Corrispondenza mesi e settimane di gravidanza

Il “processo” di gravidanza, se così si può dire, comporta dei grandi cambiamenti nel corpo di una donna, a cominciare ovviamente dal primo trimestre. E suona quasi lapalissiano scriverlo – ma noi lo scriviamo lapalissianamente – che col lento progredire sia necessario fare degli esami: ecco, dunque, la tabella degli appuntamenti mese per mese. Detto questo, corrispondenza mesi e settimane di gravidanza, un concetto che si lega a doppio filo col calcolo delle settimane di gravidanza e corrispondenza mesi con tanto di accurata tabella, merita un approfondimento dettagliato. Al limite del certosino, aggiungeremo. Del resto l’argomento è così importante per ogni futura mamma che esiste ampia letteratura e informarsi bene è una sorta di obbligo morale.

Quando si parla di datazione della gravidanza, nella maggior parte dei casi la si considera sotto forma di settimane e giorni, più che di mesi. Probabilmente vi siete chieste il perché, e quasi certamente vi siete pure date la risposta: banalmente, le settimane sono sempre composte da 7 giorni, mentre la questione dei mesi non presenta questa regolarità. E l’indicazione, di conseguenza, diventa imprecisa. Andiamo con ordine.

Primo trimestre di gravidanza

  • Primo mese: comincia dal primo giorno delle ultime mestruazioni (0 settimane + 0 giorni) e si conclude a 4 settimane + 3 giorni;
  • Secondo mese: comincia a 4 settimane + 4 giorni e si conclude a 8 settimane + 5 giorni;
  • Terzo mese: comincia a 8 settimane + 6 giorni e termina a 13 settimane + 1 giorno.

Secondo trimestre di gravidanza

  • Quarto mese: inizia a 13 settimane + 2 giorni e finisce a 17 settimane + 4 giorni;
  • Quinto mese: inizia a 17 settimane + 5 giorni e finisce a 21 settimane + 6 giorni;
  • Sesto mese mese: inizia a 22 settimane + 0 giorni e finisce a 26 settimane + 2 giorni.

Terzo trimestre di gravidanza

  • Settimo mese: comincia a 26 settimane + 3 giorni e termina a 30 settimane + 4 giorni;
  • Ottavo mese: comincia a 30 settimane + 5 giorni e termina a 35 settimane + 0 giorni;
  • Nono mese: comincia a 35 settimane + 1 giorno e termina a 40 settimane + 0 giorni.

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Sviluppo del feto: cosa succede nel primo trimestre di gravidanza https://www.mammeup.it/sviluppo-del-feto-cosa-succede-nel-primo-trimestre-gravidanza/ https://www.mammeup.it/sviluppo-del-feto-cosa-succede-nel-primo-trimestre-gravidanza/#respond Mon, 27 Nov 2017 16:10:29 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33751 Quando una donna rimane incinta difficilmente si vede qualcosa all’esterno nel primo trimestre. Nonostante ciò questa è la fase fondamentale e la più importante per il perseguimento della gravidanza.  Aumentano gli ormoni in particolare gli estrogeni e il progesterone e piano piano avvengono i primi mutamenti del corpo. Che cosa succede nel pancione? Con il […]

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Quando una donna rimane incinta difficilmente si vede qualcosa all’esterno nel primo trimestre. Nonostante ciò questa è la fase fondamentale e la più importante per il perseguimento della gravidanza.  Aumentano gli ormoni in particolare gli estrogeni e il progesterone e piano piano avvengono i primi mutamenti del corpo.

Che cosa succede nel pancione?

Con il salto del ciclo iniziano i primi segni della gravidanza come: l’aumento del senso, la nausea, il cambiamento del gusto e dell’olfatto. Dalla sesta all’ottava settimana l’utero aumenta di volume e verso la decima inizia ad aumentare il peso, i seni aumentano di volume e crescendo danno sensazione di tensione, cambia il gusto e l’olfatto e giorno dopo giorno cresce il pancino.

Dal ciclo alla fecondazione

L’età gestazionale si basa sull’ultima mestruazione e non sul momento del concepimento che si presume avvenga 2 settimane dopo. Si contano quindi 280 giorni, 40 settimane, dalla data del primo giorno dell’ultima mestruazione. La gravidanza si considera a termine dalla 37esima alla 42esima settimana di gestazione Quasi tutte le donne, durante le prime settimane di gravidanza, non sanno nemmeno di essere incinta. Questo non significa, però, che lo sviluppo del feto non sia iniziato, anzi i primi due mesi sono cruciali per l’impianto dell’embrione e la formazione dei primi abbozzi di organi.

Da cellula uovo a embrione

 Il primo mese è quello definito d’assestamento, in queste quattro settimane l’ovocita viene fecondato, si forma l’embrione e il suo impianto all’interno della cavità uterina.  Subito dopo che lo spermatozoo maschile e l’ovocita femminile s’incontrano e avviene e il concepimento, si forma una nuova cellula, chiamata zigote, che contiene 46 cromosomi (strutture molecolari che trasmettono le informazioni genetiche da una generazione all’altra), 23 dei quali ereditati proprio dallo spermatozoo paterno e 23 dei quali dalla cellula uovo materna. Dopo qualche ora, lo zigote comincia ad ad andare verso l’utero spostandosi  dalle tube all’utero. Durante questo spostamento lo zigote inizia una serie di divisioni, fino a formare un agglomerato di cellule a forma di mora, detto blastocisti. Circa una settimana dopo la fecondazione, la blastocisti si impianta nell’utero materno, concludendo, di fatto, la fase del concepimento. Durante la seconda settimana dopo la fecondazione, le cellule che compongono i blastocisti si moltiplicano e si  differenziano in tre strati distinti, che sono le stesse che  daranno origine a diverse parti del corpo del bambino.

  1.   L’Ectoderma, lo strato esterno, il quale formerà la pelle, i capelli, le unghie, il sistema nervoso e il cervello.
  2. Il mesoderma, lo strato interno, che formeranno lo scheletro, i muscoli, il cuore e i vasi sanguigni.
  3. L’endoderma, lo strato più interno che si evolverà nel corso dello sviluppo del feto negli apparati respiratorio, digerente e urinario.

Da embrione a feto

Nella quarta settimana si sviluppa la sacca gestazionale, che ospiterà l’embrione  all’interno dell’utero.  Qui l’embrione inizia a prendere forma, assumendo le sembianze di un piccolo corpo cilindrico, nel quale si delineano alcune aree specializzate, i somiti, punto di origine dello scheletro e i muscoli. Sempre nella quarta settimana  comincia anche a funzionare la circolazione utero-placentare, necessaria per consentire al sangue materno di raggiungere l’embrione, fornendogli il giusto nutrimento. Nella quinta settimana il feto continua a svilupparsi e la blastocisti è poco più grande di un’unghia. In questo periodo inizia ad abbozzarsi il volto del bimbo, con la comparsa della zona nasale e della zona orale. Sarà  nella sesta settimana di gravidanza che si avrà un vero e proprio embrione, il vero primo accenno di vita, un organismo pluricellulare. Sempre nella sesta settimana, comincia la formazione delle ossa  dei muscoli, e del cervello del bambino. Il  cuore del piccolo batte velocemente e i suoi piedi e le sue mani sono palmati. L’embrione, che somiglia ad un girino, è immerso nel liquido amniotico. Tra la settimana e l’ottava settimana cominciano a svilupparsi anche gli occhi, la testa e le dita di mani e piedi. Questo è un periodo molto delicato perché anche gli organi avviano il loro sviluppo. Nel frattempo l’utero ha raddoppiato le sue dimensioni.

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Perineo femminile: cos’è e perché allenarlo https://www.mammeup.it/perineo-femminile-cose-perche-allenarlo/ https://www.mammeup.it/perineo-femminile-cose-perche-allenarlo/#respond Fri, 24 Nov 2017 16:42:04 +0000 https://www.mammeup.it/?p=16333  Cos’è il perineo? Il perinèo o zona perineale è uno spazio anatomico, che osservato in un corpo posto in posizione dorso-sacrale, detta anche posizione ginecologica (sdraiato sul dorso con le cosce e le gambe flesse e allargate), risulta delimitato in alto dai testicoli e in basso dall’ano. Una linea ideale tracciata da una tuberosità ischiatica all’altra la divide in una zona superiore urogenitale, […]

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 Cos’è il perineo?

Il perinèo o zona perineale è uno spazio anatomico, che osservato in un corpo posto in posizione dorso-sacrale, detta anche posizione ginecologica (sdraiato sul dorso con le cosce e le gambe flesse e allargate), risulta delimitato in alto dai testicoli e in basso dall’ano. Una linea ideale tracciata da una tuberosità ischiatica all’altra la divide in una zona superiore urogenitale, che nella donna contiene la vagina e nell’uomo lo scroto, e in una zona inferiore anale. Il perineo viene spesso considerato comunque come una zona erogena ed esogena. Ha una forma di losanga e comprende il diaframma pelvico (piano perineale profondo), il trigono urogenitale (piano perineale medio) e il piano superficiale del perineo. È costituita da un piano muscolo aponevrotico e da quello cutaneo, riccamente fornito di peli e ghiandole sebacee. In profondità è delimitato anteriormente dai rami ischiopubici e posteriormente dai legamenti sacrotuberosi.Nelle donne è una parte fondamentale e riguarda quell’insieme di legamenti, tessuti connettivali e muscolari. È fondamentale prenderci cura della zona pelvica per evitare fastidi legati a cistiti, dolori pelvici, disturbi sessuali e incontinenza.

Il perineo forma due triangoli, quello superiore che riguarda vagina e uretra, e quello inferiore che circonda l’ano. Il corretto funzionamento della minzione, la defecazione e l’attività sessuale sono controllate dal muscolo del perineo. Possiamo dire che i muscoli sono disposti su tre strati, che scorrono l’uno sull’altro: il primo è quello più esterno che chiude l’ano e la vagina, quello centrale sostiene l’uretra, la vescica e la parete vaginale anteriore. Mentre, invece, lo strato profondo sostiene il retto, l’ano e la parete posteriore della vagina. Ogni donna dovrebbe conoscere il funzionamento e l’utilità del proprio perineo.

Ginnastica perineale. Gli esercizi di Kegel

Avere un pavimento pelvico tonico aiuta a prevenire alcuni disturbi come, ad esempio, l’incontinenza urinaria da stress,  e serve  sostenere sostanzialmente vescica, utero e retto. Ci sono degli esercizi specifici chiamati  esercizi di Kegel,  che prendono il nome dal loro ideatore, il ginecologo Arnold Kegel, e servono a rafforzare i muscoli del pavimento pelvico. Eseguirli con regolarità può apportare benefici anche riguardo alle perdite urinarie dovute al parto naturale, alla menopausa e al prolasso degli organi pelvici quando di lieve entità, cioè quella situazione in cui i muscoli pelvici perdono tono e risultano eccessivamente rilassati.

Questi esercizi consistono nel contrarre e rilassare i muscoli pubococcigei secondo determinate sequenze. Se vengono eseguiti per la prima volte è utile, al finse di svolgerli correttamente, farsi aiutare  da uno specialista, in modo da individuare i muscoli da allenare e apprendere come eseguire correttamente gli esercizi. Successivamente egli esercizi di Kegel possono essere svolti tranquillamente anche a casa in qualsiasi momento della giornata. La cosa fondamentale è essere costanti nel praticarli, in modo da poter vedere i primi risultati dopo qualche mese.

Esercizi di Kegel in gravidanza

Durante la gravidanza i muscoli del pavimento pelvico vengono messi a dura prova perché   hanno l’arduo compito di sorreggere utero, vescica ed intestino e sono parte attiva durante il parto. 

E’ fondamentale, per tali ragioni, mantenere e migliorarne la tonicità.

Questo lo si può fare con gli esercizi di Kegel che durante la gravidanza riducono al minimo due problemi molto diffusi durante i nove mesi, ovvero l’incontinenza urinaria e le emorroidi mentre nel momento del parto il pavimento pelvico facilitare il parto.

Molte donna prima della gravidanza, non si sono mai dedicate all’allenamento di questi muscoli dando la precedenza a glutei, addominali, bicipiti. Gli esercizi di Kegel in gravidanza sono utilissimi a questo.

La cosa importante è allenarli con costanza e per ottenere buoni risultati è necessario ripeterli tutti i giorni.

Ricordatevi inoltre di avere la vescica vuota durante la loro esecuzione. Ecco alcuni esercizi di Kegel in gravidanza:

  • Il primo è molto semplice e serve per prendere confidenza con questi “strani muscoli”. Contraeteli, mantenete la contrazione per 5 – 10 secondi e poi rilasciate. Ripetete l’esercizio per 10 – 20 volte.
  • Ginocchia piegate e le piante dei piedi appoggiate a terra. Mettete un asciugamano tra le ginocchia e stringete. In questo modo verranno attivati sia i muscoli del pavimento pelvico che quelli dell’interno coscia. Ripetere 20 volte
  • Gambe sdraiate, tese e unite voi. Dovete sentire gli ischi premere sul terreno. Contraendo gli addominali, alzate leggermente il bacino, sollevando alternativamente il gluteo destro e quello sinistro, spostandovi prima in avanti e poi indietro. Coinvolgete nel lavoro anche il pavimento pelvico per un totale di 30 movimenti.
  • In ultimo accovacciatevi divaricando il più possibile le gambe e mantenendo le piante dei piedi ben aderenti a terra. Posizionate i gomiti vicino alle ginocchia e congiungete le mani. Contraete il pavimento pelvico inspirando e decontraetelo espirando. Eseguite i movimenti con molta calma per 15 – 20 volte. Quest’ultimo esercizio è molto utile per il parto.

Ginnastica perineale post parto

Un rilassamento del perineo dopo il parto può provocare ulteriori complicazioni, come perdite di urina o dei problemi sessuali. Durante la gravidanza questo muscolo si distende e si rilassa. E’ importante dopo circa un mese dal parto iniziare degli esercizi specifici per la rieducazione del perineo. Questi  vanno eseguiti con costanza.

Massaggio al perineo

Il massaggio perineale è utile per preparare al meglio il perineo al parto. Le donne incinta, infatti, dovrebbero iniziare con i massaggi alcune settimane prima del termine. Ecco come funzionaAppoggiate una gamba sul bordo della vasca o sulla sedia. Infila inizialmente nella vagina un dito oleato e successivamente due o tre, e massaggia formando una U e applicando una leggera pressione per 5-10 minuti in direzione dell’intestino. Una volta al giorno è sufficiente. Ma c’è anche altro facile esercizio con il quale allenare il perineo: sdraiatevi con la schiena sul divano o sul letto, mettetevi a gambe divaricate, ginocchia piegate e con la pianta dei piedi appoggiata, stringete i muscoli come se doveste trattenere la pipì e poi rilasciate. Eseguitelo più volte al giorno.

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Settimane di gravidanza: il corpo che cambia https://www.mammeup.it/settimane-di-gravidanza-il-corpo-che-cambia/ https://www.mammeup.it/settimane-di-gravidanza-il-corpo-che-cambia/#respond Thu, 23 Nov 2017 17:07:37 +0000 https://www.mammeup.it/?p=990 La gravidanza è un’esperienza unica per ogni donna che vede, giorno dopo giorno, il suo corpo trasformarsi per accogliere e creare una nuova vita. Un evento naturale che nel corso dei nove mesi di gestazione modifica il corpo della gestante che si prepara a fare spazio al nascituro. La gravidanza, infatti, non provoca soltanto l’aumento […]

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La gravidanza è un’esperienza unica per ogni donna che vede, giorno dopo giorno, il suo corpo trasformarsi per accogliere e creare una nuova vita. Un evento naturale che nel corso dei nove mesi di gestazione modifica il corpo della gestante che si prepara a fare spazio al nascituro. La gravidanza, infatti, non provoca soltanto l’aumento della pancia, ma è tutto il corpo che si adatta: il sistema osseo, quello muscolare cambia in funzione del bambino. L’organismo della madre deve essere in grado di fornire le sostanze nutritive al feto così come l’ossigeno fondamentali per la sua crescita.

Gravidanza settimana per settimana: lo sviluppo del feto

L’età gestazionale si basa sull’ultima mestruazione e non sul momento del concepimento che si presume avvenga 2 settimane dopo. Si contano quindi 280 giorni, 40 settimane, dalla data del primo giorno dell’ultima mestruazione. La gravidanza si considera a termine dalla 37esima alla 42esima settimana di gestazione Quasi tutte le donne, durante le prime settimane di gravidanza, non sanno nemmeno di essere incinta. Questo non significa, però, che lo sviluppo del feto non sia iniziato, anzi i primi due mesi sono cruciali per l’impianto dell’embrione e la formazione dei primi abbozzi di organi. Il primo mese è quello definito d’assestamento, in queste quattro settimane l’ovocita viene fecondato, si forma l’embrione e il suo impianto all’interno della cavità uterina.  Subito dopo che lo spermatozoo maschile e l’ovocita femminile s’incontrano e avviene e il concepimento, si forma una nuova cellula, chiamata zigote, che contiene 46 cromosomi (strutture molecolari che trasmettono le informazioni genetiche da una generazione all’altra), 23 dei quali ereditati proprio dallo spermatozoo paterno e 23 dei quali dalla cellula uovo materna. Dopo qualche ora, lo zigote comincia ad ad andare verso l’utero spostandosi  dalle tube all’utero. Durante questo spostamento lo zigote inizia una serie di divisioni, fino a formare un agglomerato di cellule a forma di mora, detto blastocisti. Circa una settimana dopo la fecondazione, la blastocisti si impianta nell’utero materno, concludendo, di fatto, la fase del concepimento. Durante la seconda settimana dopo la fecondazione, le cellule che compongono i blastocisti si moltiplicano e si  differenziano in tre strati distinti, che sono le stesse che  daranno origine a diverse parti del corpo del bambino.

  1.   L’Ectoderma, lo strato esterno, il quale formerà la pelle, i capelli, le unghie, il sistema nervoso e il cervello.
  2. . Il mesoderma, lo strato interno, che formeranno lo scheletro, i muscoli, il cuore e i vasi sanguigni.
  3. L’endoderma, lo strato più interno che si evolverà nel corso dello sviluppo del feto negli apparati respiratorio, digerente e urinario.

Nella quarta settimana si sviluppa la sacca gestazionale, che ospiterà l’embrione  all’interno dell’utero.  Qui l’embrione inizia a prendere forma, assumendo le sembianze di un piccolo corpo cilindrico, nel quale si delineano alcune aree specializzate, i somiti, punto di origine dello scheletro e i muscoli. Sempre nella quarta settimana  comincia anche a funzionare la circolazione utero-placentare, necessaria per consentire al sangue materno di raggiungere l’embrione, fornendogli il giusto nutrimento. Nella quinta settimana il feto continua a svilupparsi e la blastocisti è poco più grande di un’unghia. In questo periodo inizia ad abbozzarsi il volto del bimbo, con la comparsa della zona nasale e della zona orale. Sarà  nella sesta settimana di gravidanza che si avrà un vero e proprio embrione, il vero primo accenno di vita, un organismo pluricellulare. Sempre nella sesta settimana, comincia la formazione delle ossa  dei muscoli, e del cervello del bambino. Il  cuore del piccolo batte velocemente e i suoi piedi e le sue mani sono palmati. L’embrione, che somiglia ad un girino, è immerso nel liquido amniotico. Tra la settimana e l’ottava settimana cominciano a svilupparsi anche gli occhi, la testa e le dita di mani e piedi. Questo è un periodo molto delicato perché anche gli organi avviano il loro sviluppo. Nel frattempo l’utero ha raddoppiato le sue dimensioni. 

Gravidanza mese per mese

Primo trimestre 

Nel corpo di una donna incinta difficilmente nel primo trimestre si vede qualcosa all’esterno, ma questa è la fase cruciale e più importante per il perseguimento della gravidanza. Gli ormoni in particolare gli estrogeni e il progesterone aumentano i primi mutamenti del corpo.  Con il salto del ciclo iniziano i primi segni della gravidanza come: l’aumento del senso, la nausea, il cambiamento del gusto e dell’olfatto. Dalla sesta all’ottava settimana l’utero aumenta di volume e verso la decima inizia ad aumentare il peso, i seni aumentano di volume e crescendo danno sensazione di tensione. Aumenta lo stimolo a urinare e la nausea si attenuerà soltanto verso la fine di questo trimestre. Potreste avvertire doloretti simili a quelli mestruali, aumenta la voglia di dormire e la stanchezza. Durante questi tre mesi potrebbero comparire, anche, delle piccole perdite di sangue, ma non sempre sono segno di minaccia di aborto,  conviene sempre avvertite comunque il vostro ginecologo.

Secondo trimestre

Il secondo trimestre di gravidanza va dalla 14esima settimana di gravidanza alla 27esima settimana.Dopo il primo trimestre che è il più difficile le cose cominciano ad andare meglio, come  nausea e vomito che iniziano a ridursi.Il fisico, invece, inizierà a cambiare: il peso aumenta sempre più, e per non prenderne troppo è importante bere molta acqua, mangiare poco. Infine i capezzoli ed areole mammarie aumentano di dimensione e diventano più scuri. Il punto vita inizia a scomparire, e sentirete le gambe affaticate e i muscoli più rilassati.

Terzo trimestre

 Il terzo trimestre di gravidanza inizia dalla ventottesima alla quarantesima settimana di gravidanza. In questo ultimi tre mesi il ‘pancione’ è causato sia all’aumento di volume dell’utero, della placenta, del liquido amniotico e dell’irrobustimento del feto che, nella stragrande maggioranza dei casi, si posiziona a testa in giù che è la posizione ideale per nascere. La  crescita l’utero solleva il diaframma modificando il respiro che diventa più superficiale e frequente. La crescita dell’utero comporta anche una compressione sullo stomaco che dunque ha meno spazio per digerire aumentando talvolta i bruciori e l’acidità gastrica.

 Il corpo delle donne, come cambia in gravidanza

 Il seno in gravidanza

Il seno è tra i primi campanelli d’allarme che dice che potreste essere in dolce attesa. Questo infatti aumenta e diventa più turgido al punto da creare una tensione che vi procurerà qualche dolore lo stesso che provate quando sta per arrivare il ciclo mestruale. Dal terzo mese in poi di gravidanza aumentano anche le mammelle che diventano più scure.

 Il peso in gravidanza

L’aumento del peso corporeo in gravidanza varia da donna a donna, ma mediamente si aggira intorno ai 10-12 kg. Esso è determinato non solo dal peso del feto, della placenta, del liquido amniotico e dell’utero, ma anche dalla ritenzione di liquidi e dalla deposizione di grassi nei tessuti, per la particolare situazione ormonale della gestazione. Ad esempio, nelle donne che hanno nausea e vomito durante i primi tre mesi, il peso non aumenta o addirittura diminuisce; ma quando la nausea cessa vi può essere una crescita anche di 3-4 chili in un solo mese.A termine della gravidanza è consigliabile non superare i 12 chili, perché un aumento eccessivo di peso favorisce la comparsa di disturbi e complicazioni, quali gestosi, diabete e parto pretermine.

 La digestione in gravidanza

Molte donne incinta si preoccupano quando non riescono a digerire bene. Si tratta, in realtà, di una condizione frequente e “normale”, specialmente quando si è alla prima gravidanza. Il motivo per cui molte donne soffrono di cattiva digestione in gravidanza è da rintracciare nello sbalzo ormonale. Questo cambiamento fisiologico provoca un rallentamento sia nel digerire i cibi, sia nello svuotamento gastrico.
C’è da dire poi, che una digestione lenta, può portare anche a un senso di pesantezza superiore, al gonfiore della pancia e alla stitichezza. Questo problema è molto ricorrente, specialmente durante gli ultimi tre mesi di gestazione. Così come si presenta, però, scompare.

 

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Incinta a Natale? I consigli per affrontare la gravidanza durante le feste https://www.mammeup.it/incinta-natale-consigli-affrontare-la-gravidanza-le-feste/ https://www.mammeup.it/incinta-natale-consigli-affrontare-la-gravidanza-le-feste/#respond Fri, 17 Nov 2017 16:41:21 +0000 https://www.mammeup.it/?p=911 Il Natale è alle porte. Tra meno di un mese si celebrerà la festa più importante dell’anno quella in cui ci riunisce con tutta la famiglia per scambiarsi i doni sotto l’albero. Ma il Natale è anche un momento frenetico che richiede molta preparazione: la ricerca dei regali, l’organizzazione del pranzo e della cena e […]

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Il Natale è alle porte. Tra meno di un mese si celebrerà la festa più importante dell’anno quella in cui ci riunisce con tutta la famiglia per scambiarsi i doni sotto l’albero.

Ma il Natale è anche un momento frenetico che richiede molta preparazione: la ricerca dei regali, l’organizzazione del pranzo e della cena e tanto altro… Preparativi piacevoli per un giorno di gioia, ma tutto cambia quando si è incinta.

Per le donne in dolce attesa il Natale è un momento delicato perché i giorni di festa potrebbero essere molto stancanti e poi perché aumentano le tentazioni e bisogna stare molto attenti a cosa si mangia.

Solo perchè si aspetta un bambino, non significa che bisogna per forza perdersi tutto il divertimento e il calore delle feste di Natale.

Non impauritevi dunque perché  basta rispettare alcuni semplici accorgimenti.

  • Prima regola: Cosa mangiare.  Sono soltanto quei piccoli accorgimenti che una donna incinta deve avere tutti i giorni: niente antipasto di salumi se siete a rischio toxoplasmosi; no ai  dolci che potrebbero contenere uova crude o poco cotte (come gelati, mousse e meringhe fatte in casa); evitare i formaggi non pastorizzati e con le muffe; e in generale limitare i piatti troppo calorici e i fritti, così come il pesce crudo e gli alcolici.
  • Non fatevi trascinare dallo stress. Durante le feste è fondamentale  non lasciarsi trasportare dalla frenesia  dei preparativi, stressandosi per la corsa ai regali di Natale, la spesa per il cenone, le ore passate ai fornelli. Fatevi aiutare da qualcuno: amiche, sorelle parenti evitate di stancarvi in fila nei negozi o cucinare infinte ore. Evitate i conflitti familiari che spesso si accompagnano alle festività, ricordando che portate in grembo il vostro bimbo.
  • Se festeggerete il Natale fuori porta è fondamentale che vi ricordiate di portavi la cartella medica con tutti documenti della gravidanza ( non si sa mai). Scegliete mete tranquille dove potrete rilassarvi e respirare un poi d’aria fresca.
  • Caviglie gonfie. Uno dei problemi tipici delle donne in gravidanza è il gonfiore alle gambe e alle caviglie. Questa problematica può aumentare durante questo periodo per questo è importante concedersi delle pause per sedersi durante le operazioni di cucina e le visite ai centri commerciali.  Un utile alleato potrebbe essere il collant specifico da indossare per questo problema,  ma anche svolgere gli appositi esercizi a casa sdraiandovi e tenendo le gambe sollevate. La ritenzione idrica inoltre si può prevenire evitando i cibi troppo salati.
  • Mal di schienaFatevi accompagnare da qualcuno se avete intenzione di acquistare oggetti e regali pesanti o fare grosse spese al supermercato.
  • La stanchezza. La gravidanza è una vera sfida per il  vostro corpo che viene messo a dura prova perché si sforza molto di più.  Per sostenere la crescita del bambino il corpo si affatica  e il sentirsi più stanche del solito è solo un modo in cui il fisico vi dice ha bisogno di più riposo. Durante le feste di Natale si trascorrono giornate intense, e soprattutto serate in cui si fa più tardi del solito. E’ consigliabile fare un riposino dopo pranzo o nel tardo pomeriggio se si sa che si farà tardi la sera.
  • Cosa farvi regalare? Se il vostro compagno, parenti o amici vi chiedono cosa vorreste regalato per Natale suggeritegli olii rilassanti, creme corpo o perché no un bel massaggio un regalo che allevierà il vostro mal di schiena ridurrà lo stress e sarà un momento solo per voi stesse.  Pausa esercizi.

E’ importante vivere il momento delle feste come un occasione per stare in famiglia e non come una fonte di stress. Non pensate che senza il vostro aiuto per i preparativi la vostra famiglia sarà perduta perché la vostra priorità dovrà essere il riposo!

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