Neonato – MammeUp https://www.mammeup.it Tutto per le mamme 2.0 Wed, 30 Sep 2020 15:33:34 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 Latte materno: l’alimento migliore per il neonato https://www.mammeup.it/latte-materno-lalimento-migliore/ https://www.mammeup.it/latte-materno-lalimento-migliore/#respond Wed, 30 Sep 2020 07:40:29 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33785 Il latte materno è senza ombra di dubbio la fonte di nutrimento migliore che un neonato possa assumere nei primi mesi di vita. È l’alimento più sano, completo e nutriente che ci sia e dovrebbe essere l’unica fonte di sostentamento per il bambino nei primi sei mesi di vita. Successivamente, salvo casi e scelte particolari, […]

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Il latte materno è senza ombra di dubbio la fonte di nutrimento migliore che un neonato possa assumere nei primi mesi di vita. È l’alimento più sano, completo e nutriente che ci sia e dovrebbe essere l’unica fonte di sostentamento per il bambino nei primi sei mesi di vita. Successivamente, salvo casi e scelte particolari, la mamma decide se iniziare o meno il processo di svezzamento, inserendo nell’alimentazione del bambino anche altri cibi. L’indicazione è comunque quella di mantenere il latte materno come scelta prioritaria fino ai due anni di vita (o quando mamma e bambino lo vogliono) anche come alimento complementare ad altri cibi.

La produzione del latte materno

Il processo di produzione del latte materno, nella sua delicatezza e complessità, è estremamente importante per la crescita del bambino. Motivo per cui il consiglio, laddove possibile, è sempre quello di preferire l’allattamento al seno alla somministrazione di latte artificiale. Questo processo di produzione avviene a prescindere dalle dimensioni del seno della mamma; non c’è un senso meglio o peggio dell’altro, in quanto biologicamente ogni donna dopo il parto, salvo situazioni specifiche, sono in grado di produrre il latte sufficiente per alimentare il proprio bambino.

Avviene infatti che quanto latte viene consumato a pasto dal bambino viene reintegrato naturalmente per le poppate successive. Il latte viene prodotto in apposite ghiandole e, passando tramite dei dotti, viene succhiato dal bambino attraverso il capezzolo.

Com’è fatto il latte materno

Già durante la gravidanza il corpo della futura mamma produce sia l’ossitocina che la prolattina, due ormoni fondamentali per l’allattamento. Quando il bambino è appena nato, il seno produce il colostro, un liquido denso e giallastro, che rappresenta il primo nutrimento per il neonato. Il colostro ha anche un effetto lassativo, aiutando il bambino a eliminare le prime feci e contribuisce all’espulsione dell’eccesso di bilirubina (una sostanza di scarto). Il colostro contiene anticorpi (le immunoglobuline A o IgA) che difendono il piccolo dall’aggressione di virus e batteri.

Dopo la prima settimana di allattamento, il colostro cambia gradualmente la propria composizione per lasciare posto al cosiddetto latte di transizione, meno ricco di proteine, ma più carico di zuccheri. A due settimane dalla nascita, il seno materno è pronto per produrre il latte maturo dall’aspetto acquoso: si tratta di un alimento dalla composizione equilibrata che garantisce al bambino, sino al sesto mese di vita, il nutrimento adeguato.

Complessivamente il latte materno è composto principalmente da cellule vive, proteine, amminoacidi, zuccheri complessi, enzimi, fattori di crescita, ormoni, vitamine, anticorpi, minerali e acidi grassi. Un mix di sostanze estremamente benefiche e indispensabili per la crescita e lo sviluppo del bambino.

I benefici del latte materno

Il latte materno è ricco di elementi che rafforzano il sistema immunitario e proteggono dalle infezioni. Riduce il rischio di manifestazioni più gravi della celiachia. Aiuta nello sviluppo della flora batterica, che migliora il funzionamento dell’intestino. È molto probabile, anche se ancora non c’è la certezza assoluta, che eviti l’insorgere di allergie alimentari, per lo meno per tutto il tempo che dura l’allattamento.

Nel latte sono contenuti gli zuccheri, indispensabili per fornire al neonato le energie necessarie per ogni attività dell’organismo (basti pensare che, per esempio, il cervello, triplica il suo peso nel primo anno di vita) e le proteine, fondamentali per la crescita degli organi del bambino. Inoltre, sono presenti i grassi, le vitamine e i sali minerali in una composizione equilibrata e bilanciata per le specifiche esigenze del piccolo. Attraverso il latte, il neonato riceve, infine gli anticorpi materni: queste sostanze proteggono il bambino nei primi mesi di vita dalle malattie più comuni.

Il latte materno fa bene anche alle mamme in quanto è protettivo verso il cancro al seno e aiuta a recuperare il peso precedente la-gravidanza, dal momento che produrre il latte costa energia, che viene in gran parte dai depositi di grasso.  L’allattamento funziona, fino a un certo punto, anche da anticoncezionale e non solo perché riduce nella donna il desiderio sessuale, ma perché contrasta l’impianto di embrioni nell’utero. Dal punto di vista psicologico, il contatto bocca-seno rafforza il rapporto tra madre e bambino.

Dubbi, curiosità e informazioni utili sul latte materno

Sono in molti a domandarsi quanto latte produce una mamma che allatta ma, come abbiamo visto, la risposta non è univoca, ma comunque risolutiva. Ogni mamma produce il latte necessario al suo bambino. Il rapporto intimo, unico e insostituibile tra mamma e bambino è tale anche nella sincronizzazione tra domanda e offerta, tra bisogno e fornitura di latte.

Per quel che riguarda cosa mangiare per aumentare il latte materno, anche in questo caso non ci sono indicazioni specifiche perché non è l’alimentazione a influenzare la produzione di latte. A differenza dell’alimentazione in gravidanza, nella quale ci sono cibi che vanno assolutamente evitati e altri che vanno valutati caso per caso, durante l’allattamento ci sono meno vincoli, nonostante sia fondamentale continuare a seguire un regime sano ed equilibrato.

Un consiglio utile è quello relativo alla pulizia del seno. L’organismo femminile è preparato all’allattamento ed esistono nelle mammelle delle ghiandole destinate alla disinfezione dell’areola (la parte che entra a contatto con  la bocca del bambino). Per questo non serve utilizzare prodotti o trattamenti particolari oltre a quelli impiegati per la normale igiene personale.

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Culle per bambini: quali scegliere per tuo figlio https://www.mammeup.it/culle-per-bambini-quali-scegliere-per-tuo-figlio/ https://www.mammeup.it/culle-per-bambini-quali-scegliere-per-tuo-figlio/#respond Thu, 16 Jul 2020 08:00:32 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36864 Nonostante il calo della natalità registrato nel nostro Paese continui a essere costante, l’acquisto delle culle per bambini rimane un elemento importantissimo su cui concentrare l’attenzione. Parliamo infatti di un dispositivo che dovrà accogliere i neonati nei primissimi mesi di vita. Al pari del tipo di passeggino, la scelta delle culle per i bambini non […]

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Nonostante il calo della natalità registrato nel nostro Paese continui a essere costante, l’acquisto delle culle per bambini rimane un elemento importantissimo su cui concentrare l’attenzione. Parliamo infatti di un dispositivo che dovrà accogliere i neonati nei primissimi mesi di vita. Al pari del tipo di passeggino, la scelta delle culle per i bambini non è così scontata. Anche per via dell’alto numero di modelli e tipologie di culle disponibili, è fondamentale capire quali aspetti valutare e quali sono i migliori modelli tra cui scegliere. Ed è quello di cui ci andremo a occupare.

Guida all’acquisto delle culle per bambini

Tra gli aspetti decisivi su cui concentrare l’attenzione quando si devono valutare le culle per i bambini, confrontando più modelli tra di loro, sono:

  • sicurezza;
  • tipologia e dimensioni;
  • il dondolio;
  • il materasso;
  • mobilità.

La sicurezza

Partiamo dall’aspetto più importante di tutti: la sicurezza. Questo è quello che deve essere valutato per primo, in quanto è quello che stabilisce più di tutti gli altri la qualità delle culle per bambini. la sicurezza di una culla si misura nella qualità dei materiali, dal tipo di spondine laterali e dall’altezza della culla. Le spondine possono essere fisse o removibili, in quest’ultimo caso per accostare la culla al letto dei genitori e per migliorare l’accessibilità in modo da prendere e riporre il bambino senza troppi impedimenti. L’altezza della culla può essere utile sia regolabile, magari tramite degli appositi piedini, per poterla posizionare sempre al meglio, anche quando si cambia letto (trasloco, viaggi, eccetera).

Tipologia e dimensioni

Le culle per bambini non sono tutte uguali e oltre a quelle tradizionali, da collocare in una parte della stanza, esistono anche modelli da fissare al letto dei genitori. Negli ultimi anni si è diffusa questa pratica, in modo che i genitori possano monitorare facilmente il riposo dei propri figli. La scelta dipende dalla propria preferenza e dagli spazi a disposizione nella camera da letto. Per quel che riguarda le dimensioni, invece, è utile prestarvi attenzione nel caso si volesse utilizzare la culla anche come lettino per i primi anni di vita. È quindi necessario valutare la grandezza del materasso che dovrà essere acquistato quando il bambino crescerà e la possibilità di rimuovere le spondine quando il bambino non ne avrà più bisogno. Ovviamente la grandezza della culla è importante anche per valutarne la collocazione all’interno della stanza.

Il dondolio e il relax

Molte culle (ma non tutte) sono realizzate in modo tale da cullare (come dice il nome stesso) il bambino. Questo serve a farlo rilassare e a facilitare il riposo. Questo può avvenire attraverso una struttura adeguata, dotata di piedini non fissi che consentano il movimento della culla. È possibile anche scegliere modelli che offrano entrambe le soluzioni.

Il materasso e gli accessori

Essendo fornito in dotazione con la culla è fondamentale non trascurare la tipologia e la qualità del materasso. Per i neonati è importante non solo per la comodità, ma anche per la sicurezza. Deve infatti essere realizzato con materiali atossici e anallergici e che sia coerente con la struttura fisica del bambino. Alcune tipologie di materassi sono realizzate con particolari tecnologie che migliorano la circolazione dell’aria e impediscono che il bambino soffochi durante il sonno. Nell’analisi del materasso è utile prestare attenzione anche agli altri componenti del corredo, come il lenzuolo, la federa, il piumino, il cuscino e tutto ciò che viene utilizzato per il riposo del piccolo. Oltre al materasso e al corredo le culle possono essere dotate di zanzariere, tende oscuranti e decorazioni varie utili per rispondere alle diverse esigenze.

La mobilità

Se è vero che la culla è il posto dove i bambini vengono messi a dormire è altrettanto vero che il riposo, specie dei neonati, può avvenire in qualsiasi ora del giorno. Questo significa che non sempre i bambini vengono messi a dormire nella loro cameretta, per questo è utile poter spostare la culla. È quindi doveroso prevedere che la struttura consenta i movimenti, specie se frequenti come quelli che possono avvenire nel corso della giornata, magari mentre i genitori sono impegnati a lavorare in smart working o a svolgere altre faccende domestiche. Esistono anche tipologie di culle richiudibili e facili da trasportare anche fuori casa.

5 migliori modelli di culle per bambini

Culla Kinderkraft

La culla Kinderkraft è un modello facile da spostare, chiudere e trasportare e che consente anche di posizionarlo accanto al letto dei genitori. Questo avviene grazie alla presenza di una parete avvoglibile che prevede anche una retina per osservare il bambino mentre dorme. La struttura è in acciaio ed è realizzata con una serie di sistemi di sicurezza che evitano le chiusure accidentali. Nella culla sono presenti un lenzuolo in cotone e un materasso con un comodo rivestimento che possono essere trasportati separatamente all’interno della borsa fornita nella confezione d’acquisto.[amazon box=”B06XQ511CX”]

Chicco Next 2 Me

Tra le migliori culle per bambini troviamo sicuramente la Next 2 Me della Chicco. Parliamo di un modello pensato appositamente per essere fissato, grazie a un sistema a fibbie molto affidabile, al letto dei genitori. È leggera, pieghevole e facile da trasportare anche grazie alla presenza delle ruote. L’altezza è regolabile e l’intera struttura, dal design molto semplice, è ricoperta con un rivestimento in tessuto, removibile per essere lavato.[amazon box=”B07GJFLKRX”]

Culla Waldin

Un modello molto elegante e a tratti raffinato è quello della culla Waldin. Parliamo di un modello realizzato completamente a mano con la cesta in vimini e il telaio in acciaio. Tra le caratteristiche di questo modello troviamo la presenza di un baldacchino con tenda che, insieme alla coperta, la federa, il cuscino e il copripiumino, rappresentano un’ottima fornitura. La culla Waldin è dotata di quattro grandi ruote in legno con rivestimento in gomma che consentono di spostare agevolmente la struttura. La sicurezza è garantita anche dalla presenza di un pratico sistema di bloccaggio che tiene ferme le ruote.[amazon box=”B00DUW3BKQ”]

Culla 4 in 1 Roba

Per i bambini fino ai 6 mesi la culla 4 in 1 della Roba è un modello veramente affascinante. È dotata di quattro ruote con sistema frenante, un corredo completo realizzato in tessuto anallergico e una serie di piedini arcuati che consente il dondolio della culla. Questo è un modello multifunzione in quanto può essere utilizzato come culla, lettino (da affiancare al letto dei genitori), dondolo e panchetta.[amazon box=”B000UYYKPM”]

Culla Foppapedretti Lucy

Per gli amanti dei modelli tradizionali non possiamo non menzionare la culla Foppapedretti Lucy. Parliamo di una culla in legno (disponibile in tre diverse varianti cromatiche) con la rete a doghe in legno massiccio di faggio. Per il movimento sono presenti quattro ruote piroettanti con rivestimento in gomma e sistema frenante su due di esse. La culla Foppapedretti Lucy prevede una sponda fissa e una regolabile a doppia altezza (posizionabile liberamente) che facilita sia l’accesso al lettino per il posizionamento del bambino che la sua pulizia e sistemazione.[amazon box=”B00DQLFQGS”]

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Latte artificiale: come scegliere il migliore per il tuo bambino https://www.mammeup.it/latte-artificiale-come-scegliere-il-migliore-per-il-tuo-bambino/ https://www.mammeup.it/latte-artificiale-come-scegliere-il-migliore-per-il-tuo-bambino/#respond Tue, 03 Mar 2020 16:00:36 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34122 Latte materno vs latte artificiale. Non è una battaglia o una vera e propria sfida, ma un confronto su qual è il miglior latte consigliato per i neonati. Pediatri, medici generici e specialisti sono concordi sul fatto che il latte materno sia l’alimento più importante per un neonato. Abbiamo già avuto modo di vedere quali […]

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Latte materno vs latte artificiale. Non è una battaglia o una vera e propria sfida, ma un confronto su qual è il miglior latte consigliato per i neonati.

Pediatri, medici generici e specialisti sono concordi sul fatto che il latte materno sia l’alimento più importante per un neonato. Abbiamo già avuto modo di vedere quali sono le proprietà e i benefici che ne fanno un meraviglioso toccasana. Per un motivo o per un altro, però, il latte artificiale liquido e il latte in polvere possono diventare l’alimento principale per il bimbo (o per la bimba) al posto del latte materno. Scopriamo perché e come scegliere il miglior latte artificiale per i neonati.

Quale latte artificiale scegliere

Nei primi 6 mesi di vita del bambino, il latte artificiale giusto è quello la cui composizione cerca di essere la più simile possibile a quella del latte della mamma. Dal sesto mese in poi, si passa al cosiddetto latte di proseguimento. Va da sé che le tipologie siano diverse. A cominciare da “Ha” o latte idrolizzato: in questo caso le proteine vengono sminuzzate per essere assorbite più facilmente dal bimbo. Non a caso sono indicate per i neonati con elevata predisposizione atopica. Ancora, esistono versioni adeguate nel caso di problemi particolari, come ad esempio per i prematuri, i bambini con problemi digestivi, coliche, reflusso o diarrea. I pediatri, in linea generale, sconsigliano l’utilizzo di un latte speciale all’inizio dell’alimentazione; l’impiego va introdotto a patologia individuata.

È importante anche la quantità, un dettaglio che per ovvi motivi viene meno con il latte materno: il bimbo può berne dal seno quanto ne vuole, quando vuole. Con il latte artificiale è diverso. Il numero dei pasti va studiato in rapporto ai mesi di vita. Fino al terzo mese del piccolo si procede con sei poppate al giorno ogni tre ore e mezzo circa. Intorno al quarto mese si passa a cinque poppate ogni quattro ore; nel quinto-sesto mese si passa a quattro poppate.

E per quel che riguarda la quantità? L’indicazione deve fornirla il pediatra. In linea generale, comunque, nella prima settimana si va con 10 ml per pasto, aumentando la dose di 10 ml al giorno, fino ad arrivare dopo una settimana a pasti con 70-80 ml di latte. Nel primo mese, dopo la prima settimana vanno benissimo 100 ml a pasto. Nel secondo si sale a 110-120 ml a pasto, mentre nel terzo e nel quarto aumenta a 140-150 ml. Molti neonatologi suggeriscono di non aggiungere biscotti all’interno del latte almeno fino al sesto mese.

Consigli utili e precauzioni

Chiaramente bisogna prestare attenzione ad alcune norme igieniche. Biberon e tettarelle vanno sterilizzati prima dell’uso, magari con una bollitura in acqua di 15 minuti. Se si sceglie il latte in polvere, va usata acqua oligominerale, che va portata ad almeno 70 gradi di temperatura. Il biberon si può intiepidire dopo mettendolo sotto l’acqua corrente fredda. Lavare le mani è pacifico, così come riporre tutto nei posti più puliti possibile.

Il miglior latte artificiale per neonati

Adesso la domanda che apre molte strade: qual è il latte artificiale migliore? Diciamo che le caratteristiche non sono tutte uguali, giacché la legge lascia ampia libertà alle aziende. Nel latte materno, ad esempio, è presente il Dha, acido grasso polinsaturo essenziale Omega 3, fondamentale per lo sviluppo intellettivo e della retina. Nel latte vaccino non c’è e non tutti i tipi di latte artificiale lo prevedono. Tra una marca e l’altra, in sostanza, passano notevoli differenze. Come sempre, è il pediatra che deve avere l’ultima parola. In linea di massima, i tipi migliori sono quelli realizzati da aziende con centri di ricerca specializzati che lavorano in sinergia con ospedali e università.

Ovviamente, più aumenta la qualità più aumentano i costi. Va detto, poi, che non tutte le marche sono facilmente reperibili al supermercato o in farmacia; peraltro sovente ci sono limitazioni alle quantità acquistabili in una volta sola. Importante, in definitiva, organizzarsi anche in questo senso.

Latte in polvere o latte liquido?

Quale latte artificiale conviene scegliere tra quello liquido o quello in polvere? La prima differenza è quella relativa al costo: il latte liquido costa più di quello in polvere. La ragione è molto semplice: il preparato non va sciolto. Ma il miglior latte in polvere o liquido non necessariamente è quello più economico. Il latte liquido è più pratico e rapido da preparare, ma allo stesso tempo ha una durata minore (non più di due giorni). Il latte in polvere, invece, dura anche fino a venti giorni e occupa meno spazio. Salvo particolari esigenze è doveroso tenere in considerazione tutti questi aspetti per scegliere quale tipo di latte artificiale dare al proprio bambino.

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Migliori biberon per bambini: guida all’acquisto https://www.mammeup.it/migliori-biberon-per-bambini-guida-allacquisto/ https://www.mammeup.it/migliori-biberon-per-bambini-guida-allacquisto/#respond Wed, 02 Oct 2019 08:00:15 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36622 Tra gli accessori che ogni mamma deve portare sempre con sé, soprattutto nei primi mesi di vita del neonato, il biberon per bambini è sicuramente uno di quelli più importanti. Qualsiasi sia il tipo di nutrimento (latte tirato dalla mamma o latte artificiale) l’utilizzo del biberon è un aspetto fondamentale nello svezzamento e nella crescita […]

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Tra gli accessori che ogni mamma deve portare sempre con sé, soprattutto nei primi mesi di vita del neonato, il biberon per bambini è sicuramente uno di quelli più importanti. Qualsiasi sia il tipo di nutrimento (latte tirato dalla mamma o latte artificiale) l’utilizzo del biberon è un aspetto fondamentale nello svezzamento e nella crescita del bambino. Per questo motivo va scelto con cura e attenzione, tenendo in considerazione gli aspetti principali da valutare. Scopriamo quali sono.

Come scegliere il biberon per il neonato

Se pensate che scegliere un biberon per bambini sia una cosa semplice vi sbagliate. Anche solo l’alto numero di modelli e versioni disponibili dimostra come non esista una scelta univoca.

• materiale;
• età;
• forma;
• grandezza;
• versatilità.

Il materiale

Il primo aspetto da considerare nella scelta di un biberon per bambino è sicuramente il tipo di materiale. Questo incide su tanti altri fattori, tra cui la resistenza e la praticità d’utilizzo. È bene distinguere tra i materiali del contenitore e quelli della cosiddetta “tettarella”, ovvero l’estremità tramite la quale il bambino prende il latte. In commercio è possibile trovare biberon con contenitori in vetro o in plastica. Dal punto di vista della resistenza la plastica è nettamente migliore, in quanto i biberon in vetro si possono rompere e risultare pericolosi. Nello scegliere biberon in plastica è bene però accertarsi che non siano realizzati con il BPA o materiali che possono emanare delle sostanze tossiche. Altre alternative sono date dal lattice o dal silicone, ma sono più costosi e leggeri. Per la tettarella si può scegliere tra il silicone, il lattice o il caucciù. Il silicone è da preferire per la sua capacità di sterilizzazione, anche se è più frequente alle rotture, soprattutto quando nei bambini cominciano a crescere i denti. Con il lattice si ha una maggiore resistenza ma anche una maggiore esposizione ai batteri. Infine, con il caucciù, un materiale naturale, si ha una grande resistenza, ma anche un’elevata porosità.

L’età

Per quel che riguarda l’età i biberon per bambini si distinguono in tre step. Il primo è indicato ai neonati fino ai tre mesi, il secondo dai tre fino ai sei mesi e infine il terzo da sei mesi in su. Esistono anche versioni intermedie tra un biberon e un bicchiere che sono consigliati per i bambini che hanno compiuto già il primo anno di età.

La forma

Anche per quel che riguarda la forma sono disponibili diverse versioni. Generalmente essa dipende dall’età del bambino, ma molto può dipendere anche dalla sensibilità del neonato, dalle sue abitudini e preferenze, così come dalle scelte dei genitori. La forma classica dei biberon è quella cilindrica, che assicura una buona maneggevolezza. Esistono poi dei biberon anticolica che ha una particolare forma che rende migliore l’assunzione di latte evitando la formazione di bolle d’aria. Ci sono biberon di forma ergonomica che migliorano la presa e la maneggevolezza, anche e soprattutto nei bambini. Per rendere ancora più pratico l’uso dei biberon esistono anche varianti dotate di manici e sono consigliate per i bambini con più di sei mesi e che possono imparare a bere autonomamente. La forma incide anche nella scelta della tettarella che può essere inclinata (e riprende la forma del seno materno), arrotondata (ha una punta piccola), allungata (la forma classica) e a petalo (dove la punta risulta leggermente schiacciata).

La grandezza

La grandezza del biberon determina sia la praticità d’utilizzo (specie quando il bambino impara a utilizzarlo da solo) che la quantità di liquido che è possibile introdurvi. Anche in questo caso la scelta migliore è quella legata all’età del bambino. L’altro aspetto sul quale è importante prestare attenzione è quello legato alla quantità di liquido che è possibile succhiare. Le differenze nelle tettarelle dipendono anche dal numero dei fori presenti e dalla velocità con cui il liquido presente nel biberon può essere aspirato. Si parla di flusso debole, medio e rapido ed è importante seguire lo svezzamento del bambino e utilizzare un biberon adatto alla loro età.

La versatilità

Infine, ma non meno importante, la versatilità. Anche il settore dei biberon da bambini è stato rivoluzionato dalla tecnologia e non è impossibile trovare dei modelli dotati di funzionalità aggiuntive. Tra le più utili vanno ricordate quelle che permettono di controllare la temperatura del liquido e quelle che impediscono una fuoriuscita maggiore del liquido, in modo da evitare che il bambino possa strozzarsi.

Un’ulteriore valutazione dei biberon per i bambini è data dalla disponibilità di diversi kit. Oltre a poter acquistare il singolo biberon, infatti, molto produttori hanno realizzato dei set dotati anche di diversi accessori utili a migliorare l’utilizzo del biberon, ma anche a permettergli una maggiore longevità, in modo da accompagnare il bambino nella sua crescita.

3 migliori modelli di biberon

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Philips SCF033/17 Avent

Per chi è alla ricerca di un biberon in plastica può trovare nel Philips SCF033/17 Avent uno dei migliori modelli in circolazione. Tra le caratteristiche tecniche vantaggiose di questo biberon c’è la possibilità di sostituire la tettarella, la presenza della valvola anti-colica e la compatibilità con tutti gli altri accessori della serie. Il Philips SCF033/17 Avent è un biberon in silicone, molto maneggevole, con la tettarella a spirale a flusso medio. Questo modello, anche per l’ergonomia e il design, è ideale per i neonati che non subiranno fastidi nel passaggio dal seno materno alla tettarella del biberon.

Tommeee Tippee Closer

Con il Tommeee Tippee Closer abbiamo un biberon compatto, semplice da utilizzare e molto comodo da tenere in mano. È possibile sostituire le tettarelle per optare con quelle con un flusso minore (quella di default è a 3 fori e a flusso rapido). Anche in questo modello è presente la pratica valvola anti-colica e la tettarella in silicone dalla forma arrotondata imita la conformazione e i movimenti del seno materno, in modo da rendere l’utilizzo da parte del bambino sempre confortevole.

Mam GP005

Se siete alla ricerca di un set completo il Mam GP0005 è quello che fa per voi. Parliamo infatti di un kit di 15 pezzi comprensivo di 8 contenitori (di tre differenti capienze), 4 coperchi, un manico, una tettarella a flusso medio (oltre a quelle a flusso debole già presenti) e un ciuccio. Questo kit è perfetto per accompagnare il bambino durante la sua crescita e non dover acquistare altri accessori con il passare dei mesi. Tra gli aspetti degni di nota c’è anche la presenza della funzione auto sterilizzante che permette di migliorare l’igiene di ogni componente.

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Graduatoria asilo nido: come funziona e come iscriversi https://www.mammeup.it/graduatoria-asilo-nido-come-funziona-e-come-iscriversi/ https://www.mammeup.it/graduatoria-asilo-nido-come-funziona-e-come-iscriversi/#respond Wed, 18 Sep 2019 08:00:14 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36604 La crescita di un bambino passa anche dalla scelta della scuola. Per questo è importante, sin dalla tenera età, decidere come affrontare questo aspetto decisivo del suo futuro. Anche per i bambini più piccoli molti genitori hanno la necessità di iscriverli all’asilo nido comunale. Per farlo però è necessario iscriversi alla graduatoria dell’asilo nido, rientrando […]

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La crescita di un bambino passa anche dalla scelta della scuola. Per questo è importante, sin dalla tenera età, decidere come affrontare questo aspetto decisivo del suo futuro. Anche per i bambini più piccoli molti genitori hanno la necessità di iscriverli all’asilo nido comunale. Per farlo però è necessario iscriversi alla graduatoria dell’asilo nido, rientrando nei posti disponibili (spesso limitati).

Quando fare l’iscrizione asilo nido

Prima di passare ad occuparci del funzionamento della graduatoria dell’asilo nido è utile interrogarsi sull’età migliore per i bambini per iniziare ad andarci. In realtà non esiste una data precisa e sono molti i pediatri, ma anche gli psicologi e gli psicoterapeuti, che consigliano di rimandare l’iscrizione al nido. Molto, ovviamente, dipende dalle possibilità delle famiglie. Molte mamme lavorano e non sempre riescono a rimanere per troppo tempo a casa per poter rimanere con il proprio bambino (in tale senso è utile il nostro approfondimento sui diritti sul lavoro delle mamme). Allo stesso tempo non tutti hanno dei nonni a cui poter lasciare i propri figli. Per questo l’iscrizione al nido è in molti casi un aiuto determinante. Per il bene del bambino sarebbe utile che potesse rimanere a casa fino almeno al compimento del primo anno e mezzo, in modo che i primi mesi di vita siano vissuti in un ambiente familiare.

L’asilo nido non deve essere un ripiego o un parcheggio dove sistemare il proprio bambino in assenza di soluzioni migliori. Gli asili nidi sono una grande opportunità anche per i bambini stessi che possono imparare fin da subito a stare in compagnia di altri bambini, vivendo esperienze importanti per la loro crescita. Anzi è fondamentale che il supporto dei genitori non venga meno e accompagnino costantemente il bambino in questo percorso, valorizzando l’esperienza del nido e non considerandola mai come una sostituzione delle dinamiche familiari.

Come funziona la graduatoria per l’asilo nido

Una volta deciso di portare il proprio bambino all’asilo nido ci scontra con il grande incubo della graduatoria. Gli asili nido comunali hanno una disponibilità limitata e ogni anno ogni comune regolamenta l’iscrizione in base agli effettivi posti disponibili. Un’alternativa è quella degli asili nido privati, ma i costi, le distanze o altri aspetti logistici possono portare le famiglie a preferire gli asili nido comunali e a inserirsi pazientemente in graduatoria. Inoltre anche per gli asili nido privati è possibile imbattersi in una lista di attesa più o meno lunga.

Ogni comune stabilisce regole proprie per l’assegnazione dei posti negli asili nido. La graduatoria negli asili nido privati è spesso determinata dalla data di iscrizione. Chi si iscrive prima ha la precedenza sugli altri. Nel caso degli asili nido comunali, invece, la graduatoria subisce diverse modifiche in base a vari fattori. l’obiettivo di questo sistema è quello di tutelare le famiglie con maggiori necessità. Per questo i principali criteri per guadagnare posizioni in graduatoria e poter iscrivere il proprio bambino all’asilo nido sono:

  • reddito basso;
  • disabilità del bambino;
  • assenza del padre (ragazze madri);
  • lavoro dei genitori;
  • presenza di fratelli nel nucleo familiare.

In base a questi fattori ogni anno viene stabilita la graduatoria che assegna i posti disponibili negli asili nido e in base alla quale poi si procede all’effettiva iscrizione del bambino. Per l’iscrizione alla graduatoria dell’asilo nido bisogna consultare le linee guida del comune di residenza e seguire le indicazioni riportate, presentando tutti i documenti necessari.

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Tra le cose più urgenti da imparare nei primi mesi di vita del bambino c’è sicuramente quella di cambiare i pannolini. Per molti è una procedura che mette in seria difficoltà, altri riescono a muoversi con più maestria e riuscire a portare a termine la missione di pulire i bambini e di mettergli dei pannolini nuovi. Ma come scegliere i migliori? Quale modello acquistare? Quali aspetti prendere in considerazione? Vediamo di capire meglio come orientarsi nell’acquisto dei pannolini per il neonato.

Come risparmiare

Prima di entrare nel dettaglio sulla tipologia e sulle marche di pannolini per bambini è doveroso affrontare il problema del costo. Quella dei pannolini è una delle maggiori spese che le famiglie devono sostenere e ci sono diverse soluzioni per ammortizzare i costi. La prima è quella di preferire pacchi famiglia, sicuramente più convenienti rispetto alle confezioni più piccole. Il secondo consiglio è quello di evitare di orientarsi verso i modelli con il prezzo più basso in assoluto. Qui come altrove non necessariamente il costo minore corrisponde a un risparmio maggiore. Tutto dipende dalla qualità, dalla resistenza e dalla preferenza espressa dal bambino. Un altro suggerimento è quello di non sottovalutare la soluzione che prevede l’acquisto dei pannolini online. Sui vari forum e sui social network esistono diversi gruppi di acquisto che permettono di trovare pannolini a prezzo davvero vantaggioso. Iscriversi a questi gruppi può rivelarsi come una scelta particolarmente vantaggiosa. Infine, come per i prodotti per la casa, è utile monitorare le offerte che i supermercati di zona fanno sui pannolini. Anche in questo caso è possibile cogliere vantaggi importanti e risparmiare sulle proprie finanze.

Come scegliere i pannolini per bambini

Il corredo di un neonato si compone principalmente di pannolini. Questi sono accessori indispensabili che tutti i bambini useranno per molti mesi. Anche per questo motivo è importante poter trovare il modello migliore per garantire al proprio bambino sicurezza, igiene e confort. Sono infatti questi i primi aspetti da considerare nella scelta dei pannolini per bambini. Passiamo ora a un’analisi più tecnica dei passeggini per poterli confrontare tra loro e trovare la tipologia più adatta per le esigenze del vostro bambino.

Pannolini multiuso o monouso

In commercio non esistono solamente i classici pannolini monouso (quelli usa e getta), ma è possibile orientarsi anche verso modelli lavabili. I primi, quando vengono sostituiti, devono essere gettati (nel contenitore della raccolta indifferenziata o, ancora meglio, nell’apposito mangiapannolini). I pannolini lavabili, invece, possono essere riutilizzati. A un costo maggiore dei pannolini multiuso corrisponde un risparmio sul lungo periodo, ma va considerato anche il lavoro di pulizia che regolarmente deve essere fatto per poter contare sempre su un numero sufficiente di pannolini disponibili.

La struttura

Quando si analizza più da vicino ogni singolo pannolino da bambino si scopre che essi sono fondamentalmente costituiti da tre strati. Quello più esterno è una sorta di rivestimento ed è solitamente realizzato con un materiale plastico e ha il compito di non far fuoriuscire i liquidi. La parte intermedia è quella assorbente che ha, come dice il nome, di bloccare i liquidi. A differenza del passato negli ultimi anni sono state migliorate le tecnologie di realizzazione di questi strati che ha permesso di ridurre lo spessore e allo stesso tempo di aumentare la capacità di assorbimento. Lo strato più interno, invece, è quello che andrà a contatto con le parti intime del bambino. Per questo al tatto risulta morbida ed è realizzata in maniera tale di restituire al bambino sempre una sensazione di asciutto. Questo tipo di composizione rimane uguale per tutte le tipologie di pannolini, ma può è sviluppata diversamente da marca a marca e da modello a modello.

La misura

Uno dei principali motivi di dubbio nella scelta dei pannolini per bambini è quello legato alla taglia. Il pannolino, come detto, deve essere comodo per il bambino e deve quindi essere della misura aggiusta, in quanto deve adattarsi alla sua corporatura in modo da permettergli di muoversi liberamente. Il problema principale è quello della conformazione fisica del neonato (evitando pannolini troppo larghi che causerebbero la fuoriuscita dei liquidi e modelli troppo stretti che infastidirebbero il bambino) e della sua rapida crescita soprattutto nei primi mesi. Qualche piccola differenza può verificarsi da marchio a marchio, ma in linea generale la classificazione in 6 taglie, riportata su ogni confezione, è quella da prendere in considerazione. La misura dei pannolini si divide in:

  • Taglia 1 – per i neonati fino a 5kg;
  • Taglia 2 – per i bambini fino a 6kg;
  • Taglia 3 – per i bambini fino a 9kg (dal secondo mese);
  • Taglia 4 – per i bambini fino a 18kg (dal sesto mese);
  • Taglia 5 – per i bambini fino a 25kg (dopo il primo anno);
  • Taglia 6 – per i bambini fino a 30kg.

In tutti i casi è sempre bene prima fare una prova, in quanto queste sono misure indicative. Molto dipende sempre dalla fisicità del bambino e dalle caratteristiche di ogni singolo modello.

Consigli utili

Prima di passare a scoprire quali sono i migliori modelli di pannolini per bambino è doveroso fare attenzione ad alcune indicazioni. La prima è quella della vestibilità. Il pannolino non deve essere un vestito alla moda che deve vestire o calzare perfettamente. La cosa importante è che assolva al suo dovere di assorbire i liquidi e di trattenere le feci. Per questo motivo è utile che il pannolino non sia troppo stretto sulla vita del piccolo, in modo che non gli causi arrossamenti e fastidi, gli assicuri ampia libertà di movimento e non diventi stretto quando il bambino fa la cacca.

L’altra indicazione è quella relativa ai materiali. Per questo tipo di valutazione è fondamentale evitare pannolini che contengono sostanze nocive come coloranti, cloro, ftalati e profumi di vario tipo. Il tipo di materiale su cui fare attenzione è quello dello strato interno che può essere in cotone, bambù, microfibra o canapa.

I migliori modelli

Abbiamo selezionato 3 diversi modelli di pannolini per bambini tra i quali scegliere quello migliore per il vostro bambino.

Huggies Ultra Comfort

La principale caratteristica dei pannolini Huggies Ultra Comfort, che li rende particolarmente apprezzati dai bambini, è la struttura anatomica. Questa forma migliora nettamente la vestibilità del pannolino e assicura ai bambini un’ottima libertà di movimento. Nello strato intermedio questo modello di pannolini prevede la presenza di particolari canali attivi che hanno il compito di distribuire in maniera omogenea il bagnato assicurando al bambino sempre un elevato livello di confort.

Eco by Naty

I pannolini Eco by Naty sono biodegradabili e anche “solo” per questo motivo di apprezzamento. Oltre all’aspetto ecologico troviamo un modello realizzato con una struttura tale da garantire un’ottima vestibilità e un’eccellente libertà nei movimenti. Disponibili in tutte le taglie, i pannolini Eco by Naty offrono una piacevole esperienza d’uso e la sicurezza di un modello che riduce significativamente il rischio di allergie.

Pampers Premium Protection New Baby

Anche con i Pampers Premium Protection New Baby abbiamo un marchio storico nella produzione di pannolini. Questo modello ha tra i suoi punti di forza la presenza di un pratico indicatore di umidità che permette di comprendere in qualsiasi momento se l’interno del pannolino è bagnato. Per mantenere asciutta la pelle del bambino i Pampers Premium Protection New Baby sono realizzati con dei canali assorbenti che distribuiscono l’umidità in maniera uniforme. Inoltre è realizzato con un sistema di chiusura a bande elastiche che assicura un’ottima vestibilità.

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Documenti alla nascita di un bambino: come ottenerli https://www.mammeup.it/documenti-alla-nascita-di-un-bambino-come-ottenerli/ https://www.mammeup.it/documenti-alla-nascita-di-un-bambino-come-ottenerli/#respond Fri, 26 Jul 2019 08:00:12 +0000 https://www.mammeup.it/?p=36546 Quando nasce un bambino la gioia e l’emozione tolgono l’attenzione dalle questioni tecniche, specie da quelle burocratiche. Eppure i documenti per la nascita del proprio bambino sono fondamentali ed è importante sapere come muoversi, presso quali uffici recarsi, in modo da organizzarsi al meglio. Cosa serve per ottenere i documenti di un neonato Andiamo con […]

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Quando nasce un bambino la gioia e l’emozione tolgono l’attenzione dalle questioni tecniche, specie da quelle burocratiche. Eppure i documenti per la nascita del proprio bambino sono fondamentali ed è importante sapere come muoversi, presso quali uffici recarsi, in modo da organizzarsi al meglio.

Cosa serve per ottenere i documenti di un neonato

Andiamo con ordine e vediamo prima quali sono i documenti che dovrete richiedere dal momento della nascita di vostro figlio. Nelle settimane successive alla nascita ci si dovrà occupare del:

  • certificato anagrafico;
  • codice fiscale;
  • tessera sanitaria;
  • carta d’identità;
  • passaporto (opzionale).

La carta d’identità

Il primo dei documenti che attestano la nascita di vostro figlio è il cosiddetto certificato anagrafico. Per richiedere questo atto bisogna recarsi all’anagrafe e presentare l’atto di nascita che il personale sanitario dell’ospedale nel quale si è partorito, consegneranno al momento delle dimissioni. Insieme all’atto di nascita bisogna presentare anche la carta d’identità del padre. L’atto di nascita è uno dei più importanti non solo dal punto di vista cronologico (è infatti il primo) in quanto tornerà utilissimo anche nel corso degli anni.

Il codice fiscale

Per il codice fiscale del neonato la procedura è ancora più semplice, in quanto in molti comuni questo documento viene spedito direttamente a casa. Come riportato sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, per i bambini appena nati “il codice fiscale viene attribuito dai Comuni ai neonati, al momento della prima iscrizione nei registri d’anagrafe della popolazione residente, attraverso il sistema telematico di collegamento con l’Anagrafe tributaria.

La tessera sanitaria

Per quel che riguarda la tessera sanitaria il problema non si pone, in quanto essa è il codice fiscale. A differenza di quanto avveniva fino a qualche anno fa, oggi questi due documenti sono stati uniti. Per cui sulla tessera sanitaria ci saranno anche i sedici caratteri alfanumerici del codice fiscale. La particolarità sta nel fatto che al momento della richiesta del codice fiscale, al bambino appena nato verrà spedita una tessera sanitaria provvisoria. Questa ha validità di un anno e permette al bambino di ottenere un’assistenza sanitaria completamente gratuita. Al termine dei dodici mesi viene emessa e spedita (dopo richiesta sul sito del Servizio Sanitario Nazionale) la tessera sanitaria con la validità ordinaria di 6 anni.

La carta d’identità

Parliamo ora della carta d’identità del neonato. Per richiedere e ottenere questo documento è necessario presentare i documenti di cui abbiamo appena parlato, ovvero il certificato anagrafico e la tessera sanitaria con il codice fiscale. Per la carta d’identità bisogna recarsi presso il proprio comune di residenza presentando i documenti dei genitori e tre fototessere del bambino. La validità della carta d’identità è di tre anni per i neonati per poi diventare quinquennale fino al compimento dei diciotto anni.

Il passaporto

Il passaporto è un documento opzionale in quanto è utile solamente per potersi recare in Paesi extracomunitari. Per ottenere questo documento bisogna fare domanda presso la Polizia di Stato, potendo prenotare online l’appuntamento. Anche in questo caso il passaporto del neonato ha validità di tre anni per poi passare a cinque non appena il bambino diventa maggiorenne.

E per i genitori?

Come abbiamo avuto modo di accennare parlando dei diritti sul lavoro delle donne durante e dopo la gravidanza, la nascita di figlio comporta anche la richiesta di alcuni documenti per il proprio datore di lavoro. Questi documenti servono a garantirsi i congedi di maternità e tutte le agevolazioni legate alla nascita di un figlio. Entro trenta giorni dal parto dovrete inviare il certificato di nascita al datore di lavoro e all’INPS o spedendo il certificato originale o firmando un’autocertificazione.

Le comunicazioni con l’INPS, anche per la maternità facoltativa e per i riposi per l’allattamento, possono essere effettuate o tramite il portale dedicato (con le proprie credenziali), oppure chiedendo l’intervento dei patronati autorizzati. È possibile chiamare il Contact Center dell’INPS all’803164 (numero verde gratuito da rete fissa) o allo 06164164 (a pagamento) per ottenere maggiori informazioni su ogni procedura.

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Passeggino, trio o carrozzina? Guida all’acquisto https://www.mammeup.it/passeggino-trio-carozzina-guida-acquisto/ https://www.mammeup.it/passeggino-trio-carozzina-guida-acquisto/#respond Wed, 31 Oct 2018 08:00:49 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33930 Una domanda da un milione di dollari. O forse, più banalmente, il prezzo di uno di questi  “accompagnatori” quotidiani. Sta di fatto che per ogni mamma, ogni papà, ogni nonno e tanti altri parenti, la domanda comincia a balenare per le case in maniera insistente, indelebile, già negli ultimi mesi di gravidanza. No, non si […]

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Una domanda da un milione di dollari. O forse, più banalmente, il prezzo di uno di questi  “accompagnatori” quotidiani. Sta di fatto che per ogni mamma, ogni papà, ogni nonno e tanti altri parenti, la domanda comincia a balenare per le case in maniera insistente, indelebile, già negli ultimi mesi di gravidanza. No, non si sta ancora parlando di quale pappa preparare e se dobbiamo scegliere un seggiolone probabilmente cercheremo qualche recensione sui seggioloni della Chicco ad esempio, ma le domande continueranno: quale musica fare ascoltare al nostro bambino, come coccolarlo e via dicendo. Insomma, veniamo a noi: passeggino, trio o carrozzina, quale scegliere?

Distinguere passeggino, trio e carrozzina

Qualsivoglia catalogo, online o anche offline, spara davanti agli occhi una vasta gamma di prodotti ché orientarsi non è poi così facile. Mentre ci schiariamo le idee con il sacrosanto prisma del gusto personale, facciamo un primo punto lessicale. Il trio è una struttura combinata, con una base sulla quale si possono montare l’ovetto, la navetta o il passeggino. L’ovetto è il seggiolino per l’auto dove possono stare i bambini fino ai dieci chili di peso. La navetta, conosciuta anche come navicella, è una culla imbottita da agganciare alla base del trio. Si usa per il passeggio o anche come lettino per i primi mesi del piccolo. La carrozzina, più prosaicamente, è una culletta imbottita per il passeggio, sfruttabile anche come lettino. Il passeggino, invece, va usato quando il bambino è capace di restare seduto dritto sulla schiena, intorno agli 8-10 mesi, e regge fino a circa quindici chilo di peso.

Le caratteristiche di una buona struttura

Spesso nei forum, o nelle lunghe conversazioni sui gruppi WhatsApp tra mamme, ci si chiede se siano meglio i pezzi singoli o il trio. Inutile dire che tutto dipende non soltanto dai gusti personali, ma anche dalle esigenze delle singole famiglie. Può andar bene, in linea di massima, un ovetto da attaccare sul telaio con poche semplici mosse, con la possibilità di “trasferimento” in macchina senza smuovere troppo il bambino. Cosa molto utile, specialmente se il nostro lui o la nostra lei sta dormendo e non vogliamo correre il pericolo di svegliarlo. È ampia la letteratura su quanto sia difficile far riprendere sonno al nostro bimbo svegliato all’improvviso. Allo stesso modo, si rivela infinitamente utile la navetta nei primi mesi di vita, così come un passeggino completamente sfoderabile e reclinabile. Due ottimi amici, rispettivamente, di lavaggio e sonnellino. Avete presente la nanna durante una bella camminata? Ecco.

Tra i consigli merita il giusto spazio la struttura con due manici separati: la maniglia unica è molto comoda per spingere il passeggino anche con una mano sola, ma in questo modo viene bypassata l’esigenza di riporre la borsa da qualche parte. Occhio alla struttura compatta e con ruote piccole: i marciapiedi sono una fonte di pericolo come i dolci per il girovita. In città, poi, sarebbe preferibile una struttura con quattro ruote e non tre perché il continuo saliscendi dai marciapiedi, nel primo caso, diventa più facile. Importantissima la seduta: deve essere comoda e grande il giusto, senza spazi enormi, anche in seno alla compatibilità con il bagagliaio della macchina.

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Rallentamento della crescita del neonato. Le possibili cause https://www.mammeup.it/rallentamento-crescita-neonato/ https://www.mammeup.it/rallentamento-crescita-neonato/#respond Wed, 14 Feb 2018 14:55:47 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34584 La crescita neonatale non prevede dei ritmi fissi ma varia da neonato a neonato, tuttavia nel primo anno di vita può capitare di riscontrare un rallentamento nella crescita del neonato, le quali cause possono dipendere da fattori fisiologici o momentanei o altre problematiche che è bene ricercare con l’aiuto di un pediatra. Tuttavia, ora cercheremo […]

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La crescita neonatale non prevede dei ritmi fissi ma varia da neonato a neonato, tuttavia nel primo anno di vita può capitare di riscontrare un rallentamento nella crescita del neonato, le quali cause possono dipendere da fattori fisiologici o momentanei o altre problematiche che è bene ricercare con l’aiuto di un pediatra.

Tuttavia, ora cercheremo di dare risposta ai dubbi più comuni delle mamme.

Quanto deve crescere un neonato?

Non esiste una risposta precisa a questa domanda, tuttavia, nonostante la crescita del neonato non sia lineare ma avvenga a scatti e varia da individuo a individuo si può sostenere che in media il peso del neonato deve aumentare di 150-200gr a settimana nel primo trimestre e almeno 130-150gr a settimana successivamente.

Il peso rappresenta sicuramente uno dei parametri più importanti da tenere sotto controllo, in quanto è uno di quelli più indicativi per valutare il benessere generale del piccolo.

In questo primo anno di vita, il pediatra dovrà verificare ad intervalli regolari che la crescita del neonato sia costante nel tempo.

Crescita neonato mese per mese

I parametri da tenere scrupolosamente sotto controllo nel primo anno di vita del neonato sono il peso, l’altezza e lo sviluppo psicomotorio. Infatti, ogni mese il piccolo registrerà delle variazioni ed effettuerà piccoli gesti o movimenti che garantiscono un corretto sviluppo, sotto tutti i punti di vista.

Durante il primo mese di vita, ad esempio, il neonato inizia a scalciare, ad agitare le braccia e a stringere il dito, registrando un peso che si aggira intorno ai 4kg e un’altezza di circa 50cm; mentre durante il secondo cresce fino a raggiungere un peso di circa 5kg e un’altezza di 60cm, riuscendo a tenere in mano un oggetto.

Crescita neonatale: quando si può parlare di rallentamento?

Si può parlare di rallentamento della crescita del neonato quando non si registrano variazioni di peso per più di 2 settimane. Qualora le curve di crescita collocano il piccolo sotto il terzo percentile vi consigliamo di consultare il pediatra in modo da capire le cause. Stessa cosa, se il bambino/a oltre a registrare un rallentamento registra anche diarrea cronica, stanchezza o malessere generale.

Tuttavia, non sempre i rallentamenti sono allarmanti, come nel caso del rallentamento nello sviluppo dell’altezza durante il primo mese di vita.

Cause rallentamento della crescita del neonato

Quando un neonato non cresce o comunque registra un ritardo nella crescita, le cause possono essere svariate e diverse tra loro, come malattie temporanee, patologie croniche, intolleranze alimentari o un abbassamento delle difese immunitarie.

Vediamone alcune nel dettaglio.

Carenza ormone della crescita

L’ormone della crescita, la cui funzione principale è quella di stimolare lo sviluppo dell’organismo, inizia ad essere prodotto dal primo mese di vita del piccolo. L’insufficienza di produzione è uno dei motivi del blocco della crescita. Nel caso in cui il vostro piccolo risultasse positivo ai test di accertamento, la mancanza verrà compensata con la somministrazione “artificiale” dell’ormone.

Infezioni alle vie urinarie

L’infezione alle vie urinarie, molto comune durante lo svezzamento, è spesso accompagnata da febbre, vomito e talvolta anemia. È da considerarsi una possibile causa del rallentamento della crescita nel neonato.

Intolleranze alimentari

Sempre collegate al periodo dello svezzamento, sono le intolleranze alimentari che come nel caso della celiachia sono una delle principali cause del rallentamento della crescita del neonato, in quanto l’organismo del piccolo non è in grado di digerire e assimilare cibi contenenti glutine, in questo caso.

Malattie

Malattie come una bronchite o la semplice influenza possono indebolire il piccolo e rallentare la crescita. Se queste sono le cause reali, una volta completata la cura, la crescita del bambino riprende regolarmente mentre se anche dopo le cure non si vedono miglioramenti, vi consigliamo di consultare il vostro pediatra per delle indagini più dettagliate

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Pannolini lavabili, tutto quello che c’è da sapere e il parere delle mamme https://www.mammeup.it/pannolini-lavabili-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/pannolini-lavabili-quello-ce-sapere/#respond Fri, 05 Jan 2018 09:45:03 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34216 Aumentano sempre di più le mamme che scelgono di adoperare per il loro bambini i pannolini lavabili e non quelli usa e getta. Un ritorno al passato che stona con la società moderna avvezza al consumismo. Questa scelta però riguarda anche la salute del bambino: i pannolini in cotone, infatti, lasciano traspirare la pelle del […]

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Aumentano sempre di più le mamme che scelgono di adoperare per il loro bambini i pannolini lavabili e non quelli usa e getta. Un ritorno al passato che stona con la società moderna avvezza al consumismo.

Questa scelta però riguarda anche la salute del bambino: i pannolini in cotone, infatti, lasciano traspirare la pelle del bambino, non posseggono sostanze chimiche che potrebbero provocare irritazioni e arrossamenti. Oltretutto il pannolino in cotone favorirebbe il passaggio alla mutandina spesso difficile.

Pannolini ecologici

I pannolini ecologici non solo proteggono la salute del bambino, ma salvaguardano l’ambiente. Quasi tutti i pannolini in commercio non sono riciclabili e per avere un’idea di quale sia il loro potenziale inquinante basta pensare che nei primi 2 anni di vita un bimbo ne “consuma” circa una tonnellata!
I pannolini usa e getta, infatti, sono circa il 5% dei rifiuti urbani, ecco perché sono sempre più numerosi i Comuni che promuovono campagne di sensibilizzazione sull’uso dei pannolini lavabili che costituiscono una grande risorsa anche dal punto di vista del risparmio energetico.

Pannolini lavabili, prezzi

Da considerare è anche il risparmio economico che spesso è il principale incentivo che porta un genitore ad utilizzare i pannolini lavabili. Il costo di un kit di pannolini lavabili si aggira sulle 400-500 euro, si tratta di una spesa spesso proibitiva, ma l’entità del risparmio economico balza subito agli occhi attraverso il confronto con il costo dei pannolini usa e getta che si può quantificare in circa 1200-1500 euro in due anni e mezzo.

I pannolini lavabili, infatti, costano meno della metà dei pannolini usa e getta e una famiglia può arrivare a risparmiare nel lungo periodo anche 800-1000 euro.
Basti pensare che un bambino usa circa 6000 pannolini dalla nascita al compimento dei 3 anni di vita e i genitori spendono in media dai 1500 euro ai 2000 euro in pannolini dalla nascita ai 3 anni del figlio. I pannolini lavabili, invece, hanno un costo che va dai 200 euro agli 800 euro.

Pannolini lavabili pop in

Ecco i pannolini lavabili che si trovano in commercio.

  • I pannolini composti: la parte interna assorbente è separata dalla mutandina impermeabile. Può essere costituita da un prefold (prepiegato), cioè un pannolino ripiegabile formato da tessuto in multistrato. Il prefold può essere piegato in diversi modi, solitamente si fa attenzione per la piegatura al sesso del bambino che ne determina esigenze diverse. Il tutto viene poi coperto dalla mutandina impermeabile che non è necessario sostituire ad ogni cambio. Oltre al prefold esiste il fitted, già sagomato in modo da rendere più semplice il cambio.
  • Pannolino tutto in uno: chiamato all in one, spesso abbreviato con la scritta AIO. Molto pratico perché tutti i pezzi sono cuciti insieme e si indossano insieme con un gesto solo. Al momento del cambio sarà necessario sostituire l’intero pannolino.
  • Pannolino pocket: hanno una tasca in cui inserire a piacere gli inserti. Per esempio si possono mettere più inserti al cambio prima della nanna rendendo il pannolino più assorbente per la notte. Al suo interno si posiziona un velo di tessuto che tratterrà la cacca e potrà essere gettato direttamente nel wc perchè interamente biodegradabile. In alternativa esistono veli in micropile dove la pupù non si attacca e può essere gettata nel wc. Il velo in micropile può essere successivamente lavato insieme ai pannolini.
  • Il pannolino lavabile (Pop-in) si compone di tre elementi, agganciabili e separabili con dei bottoncini a pressione: il guscio esterno, con doppia barriera elastica e pannello assorbente per proteggere dalle fuoriuscite, uno strato assorbente, uno strato di rinforzo, entrambi in fibra di bamboo naturalmente super assorbente e traspirante.

Kit pannolini lavabili

Ci sono tantissimi tipi di pannolini di cotone lavabili. Quelli più famosi sono quelli della Imse Vimse e la Kushies che propongono on line diverse soluzioni. La Imse Vimse ne propone tre tipi per neonati tra i 3 e i 7 kg di peso: in flanella o in spugna, formati da due parti (pannolino sagomato in cotone e mutandina impermeabile separata) oppure un solo pezzo utilizzabile con degli inserti assorbenti monouso.La Kushies, invece, produce pannolini formati da tre parti (pannolino in taffetà , mutandina impermeabile e inserti monouso) disponibili in pacchi prova da 5 pezzi. Su internet è possibile tra l’altro trovare dei siti specializzati che offrono moltissime soluzioni che coniugano il benessere del proprio bimbo con il rispetto per l’ambiente

Pannolini lavabili, opinioni

Sono molte le mamme che hanno scelto questi tipi di pannolini e hanno confessato di essere contente delle scelte fatte.

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Come cambiare il pannolino al neonato https://www.mammeup.it/cambiare-pannolino-neonato/ https://www.mammeup.it/cambiare-pannolino-neonato/#respond Wed, 27 Dec 2017 17:14:13 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34140 Il cambio del pannolino, almeno per chi è alle prime armi, potrebbe nascondere delle insidie. Niente di troppo preoccupante, per carità, ma la paura di fare le cose male aleggia sempre sulle teste dei neofiti. Come si cambia il pannolino dunque? Il cambio del pannolino Va da sé che non ci siano precetti fissi sull’argomento, […]

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Il cambio del pannolino, almeno per chi è alle prime armi, potrebbe nascondere delle insidie. Niente di troppo preoccupante, per carità, ma la paura di fare le cose male aleggia sempre sulle teste dei neofiti. Come si cambia il pannolino dunque?

Il cambio del pannolino

Va da sé che non ci siano precetti fissi sull’argomento, seppur molto delicato. Di sicuro ai neonati andrebbe cambiato con una frequenza da associare a quella dei pasti. L’operazione, se così si può dire, va eseguita ogni volta che il piccolo va di corpo. Il motivo è molto semplice: il contatto con le feci può provocare irritazioni alla pelle, come dei lievi arrossamenti.

L’idea, in generale, va seguita sempre, ancor di più però in estate. Nella stagione calda, infatti, caldo e umidità che prendono piede dentro il pannolino creano un ambiente particolarmente adatto alla proliferazione di batteri. Meglio, tra l’altro, fare il cambio del pannolino prima della poppata: più semplice, in questo modo, che il bambino si concentri sul pasto senza disperdere energie in un comprensibile pianto.

Come cambiare il pannolino

A guidarvi, noterete presto, sarà l’esperienza: nessuno nasce onnisciente, ma l’imprinting funziona in men che non si dica. Per cominciare, bisogna stendere il neonato in posizione supina sul fasciatoio con i piedini rivolti verso di noi. Dopodiché si tolgono i vestiti, ovviamente controllando bene che non siano bagnati a causa di qualche fuoriuscita. Poi si aprono le bande adesive ai lati del pannolino, si solleva il bebé delicatamente tenendolo per le caviglie e si toglie il pannolino sporco.

Importante lavare con accuratezza gli eventuali residui di bisognini. Già che ci siete, date pure un occhio alla medicazione del cordone ombelicale: se non è perfettamente pulita, fatene una nuova. Adesso prendete le salviette umidificate o un batuffolo di cotone imbevuto in acqua tiepida. Nel caso di femminucce, i movimenti vanno effettuali all’indietro, cioè della vagina alla cavità anale: questo è importante per evitare che delle impurità si trasportino fino alla zona genitale della piccola.

Arrivati a questo punto, il sedere va lavato con una spugna imbevuta in acqua tiepida. Se preferite, lavate il bimbo mettendolo sotto l’acqua. Come si fa? Molto semplice: sollevate il bambino, adagiate testa e schiena contro il vostro braccio e tenetelo per le gambe, in modo da avere una mano libera, dunque lavate il sederino sotto l’acqua corrente con un detergente naturale.

Adesso riadagiate il bimbo sul fasciatoio, mettete negli appositi contenitori gli abitini da lavare e il pannolino usato. Andando avanti, si tampona il piccolo con un telo di cotone. Occhio alle pieghette della pelle perché possono esserci ristagni. Stendete un velo di crema per neonati all’ossido di zinco sulla zona del sederino: creando una sorta di barriera tra le feci e l’urina e la pelle delicata del bebè, previene arrossamenti e bruciori. Applicate pomate o polverine prescritte dal pediatra in caso di dermatite o candidosi.

Adesso si passa al pannolino nuovo. Aprite gli adesivi e posizionatelo aperto sotto la schiena del bambino, sollevandolo per le caviglie; richiudete il pannolino regolando la larghezza intorno alla vita e fissare gli adesivi sui lati. Nel caso di un maschietto, posizionate il pisellino rivolto verso il basso in modo da evitare che l’urina bagni il moncone rallentandone la caduta.

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Il calendario delle vaccinazioni: obbligatorie e facoltative https://www.mammeup.it/calendario-vaccinazioni-obbligatorie-facoltative/ https://www.mammeup.it/calendario-vaccinazioni-obbligatorie-facoltative/#respond Mon, 18 Dec 2017 17:55:38 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34059 Il calendario vaccinale con le vaccinazioni obbligatorie e facoltative di recente ha subito delle modifiche che riguardano in maniera netta il percorso scolastico. È importante sottolineare come il Calendario vaccinale, incluso nel Piano nazionale prevenzione vaccinale (Pnpv) 2017-2019, sia stato inserito sui Livelli essenziali di assistenza (LEA). Il decreto vaccini ha successivamente reso obbligatorie per […]

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Il calendario vaccinale con le vaccinazioni obbligatorie e facoltative di recente ha subito delle modifiche che riguardano in maniera netta il percorso scolastico. È importante sottolineare come il Calendario vaccinale, incluso nel Piano nazionale prevenzione vaccinale (Pnpv) 2017-2019, sia stato inserito sui Livelli essenziali di assistenza (LEA). Il decreto vaccini ha successivamente reso obbligatorie per i minori di 16 anni 10 delle vaccinazioni e ne ha fortemente raccomandate 4. Tutto, è bene ribadirlo, gratuito. Nel piano sono anche indicate le vaccinazioni antipapilloma virus (HPV) negli 11enni e anti-meningococcica tetravalente ACWY nell’adolescenza.

Calendario vaccinazioni neonati

Dal primo vaccino del neonato in poi, ci sono delle tappe tassative da rispettare in maniera pedissequa, ovviamente agendo in sinergia con il proprio medico (nel caso specifico, naturalmente, il pediatra). Va da sé che il primo anno di vita sia fondamentale per immunizzare contro alcune delle più importanti malattie prevenibili. L’immunizzazione nei confronti di difterite, tetano e pertosse, poliomielite, l’Haemophilus influenzae di tipo B e l’anti-epatite B è normalmente effettuata utilizzando il vaccino esavalente. Il ciclo nel primo anno di vita consiste di due dosi al terzo e al quinto mese di vita. Raccomandata, poi, la somministrazione (via quadricipite femorale della coscia contro-laterale) del vaccino pneumococcico coniugato, garantendo la più ampia protezione possibile nei confronti dei sierotipi circolanti. La somministrazione delle 3 dosi iniziali del vaccino anti-meningococco B (raccomandata per tutti i nuovi nati) deve essere effettuata nel primo anno di vita. Poiché la somministrazione simultanea del vaccino meningococcico B con altri prodotti determina aumento della frequenza di febbre, è opportuno evitare la somministrazione con altri vaccini previsti in calendario. Nel caso la vaccinazione fosse iniziata dopo il sesto mese, è possibile utilizzare un ciclo a sole 3 dosi, con le prime due raccomandate rispettivamente al settimo e al nono mese. La vaccinazione contro i rotavirus, somministrata per via orale, è raccomandata per tutti i bambini a partire dalla sesta settimana di vita. Consiste in 2 o 3 dosi ed è somministrabile insieme alle altre vaccinazioni previste per l’età.

Calendario vaccinazioni bambini

Chiaramente, anche dopo il primo anno persistono delle regole da seguire tassativamente in sinergia con il pediatra. Nel secondo, in particolare, ci sono i richiami contro le 6 malattie prevenute con l’esavalente. Simultaneamente, sarà anche tempo della dose di richiamo della vaccinazione pneumococcica coniugata, così come della quarta dose del vaccino contro il meningococco B. Raccomandate nel secondo anno di vita sono la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia e contro la varicella (13esimo e 15esimo mese), o somministrate mediante vaccino combinato quadrivalente, oppure tramite vaccino trivalente e monovalente varicella in diversa sede anatomica. Anche la vaccinazione contro il meningococco C è raccomandata tra 13esimo e 15esimo mese. In alternativa al vaccino anti-meningococco C potrebbe essere utilizzato il vaccino tetravalente A,C,Y,W135, per offrire una protezione più ampia contro i vari ceppi di meningococco.

Gli anni delle scuole elementari sono quelli per il richiamo delle vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse e poliomielite. È raccomandata la somministrazione del vaccino quadrivalente MPRV (tetravalente per morbillo, parotite, rosolia e varicella), che consente la rivaccinazione in contemporanea a DTP-IPV con due sole iniezioni in sedi anatomiche diverse. La vaccinazione MPRV non è tecnicamente un richiamo ma una rivaccinazione, che ha lo scopo di ottenere la risposta primaria nel 5% dei bambini che non avevano risposto alla prima immunizzazione tra 13esimo e 15esimo mese.

In adolescenza è raccomandata l’immunizzazione contro difterite, tetano, pertosse e poliomielite utilizzando vaccini combinati con dosaggi antigenici previsti per l’adulto. In funzione dell’età e del vaccino utilizzato, la programmazione vaccinale prevede la somministrazione di due dosi a 0 e 6 mesi (per soggetti fino a 13 o 14 anni), o tre dosi a 0, 1-2 e 6 mesi per i più grandi. È inoltre fondamentale che durante l’adolescenza sia effettuata una dose di vaccino anti-meningococcico quadrivalente ACYW135. Il discorso vale sia per chi non abbia mai fatto nell’infanzia la vaccinazione C o quadrivalente, sia per chi abbia già ricevuto una dose, in quanto la persistenza della protezione è legata a un elevato titolo anticorpale battericida che tende a diminuire nel tempo.

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I consigli della Tata: il sonno del neonato https://www.mammeup.it/sonno-del-neonato/ https://www.mammeup.it/sonno-del-neonato/#respond Fri, 15 Dec 2017 15:04:00 +0000 https://www.mammeup.it/?p=34020 Quando un bambino è appena nato tra le tante cose che una mamma deve affrontare, c’è anche la questione sonno. I primi mesi, infatti, i neonati durante la notte si svegliano spesso: sia per la poppata notturna, sia perché non riescono ad avere un sonno regolare. Ci sono però degli utili consigli per tutte quelle […]

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Quando un bambino è appena nato tra le tante cose che una mamma deve affrontare, c’è anche la questione sonno. I primi mesi, infatti, i neonati durante la notte si svegliano spesso: sia per la poppata notturna, sia perché non riescono ad avere un sonno regolare. Ci sono però degli utili consigli per tutte quelle mamme stanche di non dormire la notte.

Il neonato non dorme, cosa fare?

Se il vostro bambino fa fatica ad addormentarsi o si sveglia spesso di notte ci possono essere varie ragioni che lo tengono sveglio. Ecco le cause più comuni:

  • E’ ancora troppo piccolo Nei neonati il sonno è ancora casuale: dormono diverse durante il giorno e capitano spesso che passano la notte in bianco. Dai 9 mesi circa che iniziano a regolarizzarsi dormendo soprattutto di notte.
  • Il bimbo non sa addormentarsi da solo. Quando un bambino si abitua  ogni notte prima di dormire a essere cullato  non imparerà mai ad addormentarsi da solo.Ecco perché quando si sveglia di notte e non trova i genitori si mette a piangere. E’ utile che il genitore lasci la cameretta prima che si addormenti completamente, solo così imparerà a lasciarsi andare al sonno da solo.
  •  E’ troppo stanco. I bambini troppo stanchi fanno più fatica ad addormentarsi.Se il piccolo dorme meno di  11-14 ore al giorno difficilmente si addormenterà.
  •  Soffre di ansia da separazione. Spesso un bambino si sveglia nel cuore della notte e cerca la mamma non trovandola scoppia in laverei per la cosiddetta ansia da separazione: cioè la paura di essere abbandonato dalla mamma.
  •  Non ha una routine per la nanna. Fare sempre le stesse cose ogni sera prima della nanna aiuta tantissimo il bambino a capire che è arrivata l’ora di dormire. Quindi è importante creare una routine.
  •  Non fa il sonnellino. Spesso se un neonato dorme troppo poco di pomeriggio fa fatica ad addormentarsi alla sera. Quasi tutti i bambini hanno bisogno del sonnellino almeno fino ai 5 anni.
  •  Soffre di apnee notturne. Alcuni bambini non riescono a dormire a causa dell’apnea ostruttiva del sonno: le vie aeree sono bloccate, spesso da tonsille e tessuti nasali chiamati adenoidi.  L’apnea colpisce circa 1 bambino su 100 tra i 3 e i 7 anni. Se questo è il caso del vostro piccolo meglio parlarne col pediatra.
  • Lo stress. Se un bambino è particolarmente agitato bisogna aiutarlo a rilassarsi con la respirazione profonda, un bagno caldo e infondergli sicurezza seguendo la solita routine prima della nanna.
  • Fa brutti sogni. Anche i bambini hanno degli incubi. Una cosa normale e il consiglio è quello di calmare il piccolo e farlo riaddormentare nel suo lettino.
  •  Allergie, asma, tosse e altro. Anche alcuni problemi di salute possono tenere i bambini svegli come: il naso chiuso, il prurito dovuto alla dermatite atopica, la tosse, le coliche, il mal d’orecchi, la dentizione. In questi casi bisogna contattare il pediatra.
  •  Non ha un oggetto consolatorioAvere un particolare oggetto vicino può aiutare il bambino ad addormentarsi. Peluche, bambole, dudù sono tra i più comuni, così come il ciuccio per i più piccoli, aiutano il bambino ad addormentarsi.

Il neonato dorme troppo, cosa fare?

Ci sono casi in cui, invece, il neonato dorme troppo. Se il bambino dorme più del solito è probabile che abbia solo bisogno di più ore per riposarsi.  Secondo la National Sleep Foundation, i neonati avrebbero bisogno di 14-15 ore, i bambini in età prescolare richiederebbero tra le 11 e 13 ore e i piccoli in età scolare, fino all’età di 10 anni, necessitano di 10 o 11 ore.  L’eccessiva sonnolenza diventa preoccupante quando il bambino non riesce a svegliarsi per mangiare e non risponde alle domande, o se non riesce a seguire i nostri stimoli.

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Dermatite atopica nei bambini: tutte le cause e la cura https://www.mammeup.it/dermatite-atopica-nei-bambini-tutte-le-cause-e-la-cura/ https://www.mammeup.it/dermatite-atopica-nei-bambini-tutte-le-cause-e-la-cura/#respond Mon, 11 Dec 2017 15:51:30 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33981 La dermatite atopica chiamata  anche eczema atopico è una malattia infiammatoria cronica della pelle piuttosto frequente, che colpisce soprattutto in età pediatrica e si manifesta con la comparsa di eritema, squame e prurito. Questa non è assolutamente contagiosa ma è dovuta probabilmente a una combinazione di fattori genetici e fattori scatenanti. E’ una malattia che tende a risolversi […]

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La dermatite atopica chiamata  anche eczema atopico è una malattia infiammatoria cronica della pelle piuttosto frequente, che colpisce soprattutto in età pediatrica e si manifesta con la comparsa di eritema, squame e prurito. Questa non è assolutamente contagiosa ma è dovuta probabilmente a una combinazione di fattori genetici e fattori scatenanti. E’ una malattia che tende a risolversi con l’età, ma ci sono comunque valide strategie per tenerla sotto controllo, a partire dall’uso costante di creme emollienti.

Dermatite atopica, cause

Non si può dire con certezza quali siano le cause della dermatite chiare. Di sicuro c’è una predisposizione costituzionale (genetica), relativa in particolare al funzionamento del sistema immunitario. Ma ci sono anche dei fattori esterni scatenanti come: l’esposizione ad agenti irritanti (come indumenti sintetici o lana) o a inquinanti ambientali, il clima freddo e secco, stress, problemi emozionali. E’ importante sottolineare la dermatite atopica non è una forma di allergia e quindi il bambino con eczema atopico non va automaticamente considerato allergico. Nonostante ciò potrebbe esserci un collegamento con le allergie, perché può esserci una base biologica comune e perché le lesioni della pelle, specialmente nelle forme più gravi e persistenti. Vale la pena indagare se siano presenti delle allergie se la dermatite non accenna ad attenuarsi nonostante tutte le terapie del caso. 

Dermatite atopica: come riconoscerla?

La dermatite atopica si riconosce perchè provoca delle lesioni cutanee ad andamento cronico-recidivante. Questo indica che si possono alternare periodi in cui i sintomi sono particolarmente esacerbati, i cosiddetti flares, fasi acute a periodi in cui la pelle torna normale (remissioni). Le caratteristiche e le sedi delle lesioni cambiano in base all’età:

  • nel bambino piccolo spesso si manifestano come chiazze rotondeggianti rosse e umide (essudanti) localizzate al volto e sugli arti. Su cuoio capelluto e fronte si può anche avere una desquamazione giallo-brunastra;
  • nel bambino più grande la dermatite si localizza spesso a livello delle pieghe di gomiti e ginocchia;
  • negli adolescenti e nei giovani adulti spesso sono interessati mani e piedi.

Anche la gravità è variabile da persona a persona: a volte si tratta di forme molto lievi,  poco estese e caratterizzate soprattutto da pelle secca. A volte la gravità è maggiore: e le aree colpite  possono essere molto estese e alle lesioni può associarsi un prurito anche molto intenso.

In alcuni casi le aree colpite possono andare incontro a infezione batterica o virale: l’eczema tende a peggiorare, la pelle si gonfia e dalle lesioni può uscire del pus.

Dermatite atopica cura

Per la dermatite atopica non esiste  una terapia specifica e risolutiva, ma varia a seconda della manifestazione clinica della dermatite stessa (chiazze rosse o del colore della pelle, umide oppure secche, spesse oppure sottili) e della sua gravità. Nelle forme più lievi può bastare la semplice applicazione di creme idratanti ed emollienti, che aiutano a ripristinare la normale barriera protettiva della pelle da  applicare  sull’intera superficie cutanea una o più volte al giorno. Nelle forme più gravi, invece, ai prodotti emollienti vanno aggiunti prodotti antinfammatori più specifici. La prima linea di trattamento è rappresentata da creme o unguenti con cortisone, da applicare in genere una volta al giorno, la sera, fino a completa remissione della lesione trattata. In casi specifici, gli specialisti che hanno in cura il bambino potranno valutare anche altre terapie, per esempio con antibiotici contro eventuali infezioni batteriche, farmaci immunosoppressori, cortisonici per via orale o antistaminici.  

Ecco alcuni consigli pratici aiutano la gestione quotidiana del bambino che soffre di eczema atopico:

  • Evitare il contatto della pelle con vestiti sintetici o con lana cruda, che causano irritazione e prurito;
  • Gli stessi possono essere lavati con detersivi normali, ma vanno accuratamente sciacquati;
  • Tenere le unghie ben corte per ridurre il rischio di lesioni da grattamento;
  • Se si fa sport, lavarsi bene dopo l’attività, per evitare che il sudore rimanga a contatto con la pelle;
  • Sì al sole (con prudenza): spesso la dermatite si attenua durante l’estate, in particolare al mare.

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Vaccino esavalente: tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/vaccino-esavalente-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/vaccino-esavalente-quello-ce-sapere/#respond Mon, 11 Dec 2017 15:07:58 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33978 La definizione di vaccino in termini medici dice che: preparazione rivolta a indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). Il vaccino esavalente è infatti la combinazione in un solo vaccino di più vaccinazioni. Il Vaccino Esavalente è stato ideato e viene tutt’ora usato per […]

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La definizione di vaccino in termini medici dice che: preparazione rivolta a indurre la produzione di anticorpi protettivi da parte dell’organismo, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva (virale, batterica, protozoaria). Il vaccino esavalente è infatti la combinazione in un solo vaccino di più vaccinazioni.

Il Vaccino Esavalente è stato ideato e viene tutt’ora usato per prevenire le seguenti malattie: difterite, epatite B, infezioni da Haemophilus Influenzae tipo b (Hib), pertosse, poliomielite e tetano. Questo è entrato in uso ed è consigliato dai pediatri europei dal 2001 in seguito alla valutazione effettuata dalle Autorità Sanitarie Nazionali dei diversi Paesi coordinate dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA).

Vaccino esavalente, dove e quando?

Il vaccino esavalente viene somministrato ai bambini entro il primo anno di vitae viene somministrato con un iniezione in un’unica soluzione. La soluzione di accorpare in un unico vaccino la prevenzione di ben sei malattie, è nata dalla necessità di ridurre le iniezioni a cui sottoporre i bambini in tenera età.

Tutti i genitori, per avere maggiori informazioni, possono recarsi all’ ASL di riferimento per ricevere tutte le informazioni dettagliate per capire i tempi e le modalità di somministrazione del vaccino a i propri figli. Ecco i dettagli:

  • i nati dal 2001 al 2004 devono sottoporsi alle quattro vaccinazioni già imposte per legge  che sono: anti-epatite B; anti-tetano; anti-poliomielite; anti-difterite e l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, raccomandate dal Piano Nazionale Vaccini 1999-2000;
  • quelli nati dal 2005 al 2011 devono essere somministrate, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’antipertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, previsti dal Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Vaccini 2005- 2007;
  • i nati dal 2012 al 2016 devono effettuare, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse e l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, previste dal Calendario vaccinale incluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012-2014;
  • i nati dal 2017 devono eseguire, oltre alle quattro vaccinazioni già imposte per legge, anche l’anti-morbillo, l’anti-parotite, l’anti-rosolia, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b e l’anti-varicella, previste nel nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019.

Vaccino esavalente, cosa comprende?

Il vaccino esavalente contiene:

    • tossoide difterico
    • antigene di superficie ricombinante del virus dell’epatite B
    • polisaccaride del Haemophilus influenzae tipo b
    • antigeni della pertosse: tossoide pertossico, emoagglutinina filamentosa, pertactina
    • virus inattivati della poliomielite tipo 1, 2, 3
    • tossoide tetanico

Per combinare i vari componenti, inoltre, si aggiunge alla composizione chimica iniettabile: lattosio anidro, sodio cloruro, medium 199. E’ adsorbito su composti di alluminio che migliorano la capacità di stimolare la risposta immune. Può inoltre contenere tracce di neomicina o polimixina B.

 Vaccino esavalente, effetti collaterali

Tutti i soggetti che potranno essere esonerati dall’obbligo del vaccino sono quelli  immunizzati per effetto della malattia naturale. Cioè tutti quelli  che, per esempio, hanno già contratto il morbillo, non dovranno vaccinarsi per tale malattia. Saranno esclusi anche tutti quelli che a causa di specifiche condizioni cliniche, opportunamente documentate ed attestate dal medico, non possono effettuare il vaccino; quest’ultimo potrà essere posticipato ed eseguito quando il medico certificherà la condizione del paziente come idonea alla somministrazione del vaccino.

E’ importante sapere che la somministrazione di un vaccino non comporta alcun rischio per il soggetto già immunizzato, può solo rafforzare le difese immunitarie e svolgere la funzione di richiamo vaccinale.

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Le coliche del neonato: cause e rimedi https://www.mammeup.it/le-coliche-del-neonato-cause-rimedi/ https://www.mammeup.it/le-coliche-del-neonato-cause-rimedi/#respond Mon, 27 Nov 2017 17:04:25 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33765 E’ comune in molti neonati avere delle piccole coliche al pancino. Capire se il vostro neonato è alle prese con le coliche è piuttosto semplice, perché sono visibilmente dolenti e urlano disperati. Sono diverse le cause che provocano degli spasmi nella pancia del bambino in primis, alcuni alimenti perché il suo organismo non è ancora […]

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E’ comune in molti neonati avere delle piccole coliche al pancino. Capire se il vostro neonato è alle prese con le coliche è piuttosto semplice, perché sono visibilmente dolenti e urlano disperati. Sono diverse le cause che provocano degli spasmi nella pancia del bambino in primis, alcuni alimenti perché il suo organismo non è ancora completamente sviluppato e ha esigenze nutrizionali specifiche.

Coliche neonato, cause

Non c’è certezza sulle cause delle coliche, molti studi e ricerche sostengono che ce ne siano diverse.

Le cosiddette coliche gassose, ad esempio, sono scaturite dalla scarsa maturità del sistema digestivo del neonato che ha del gas intestinale che provoca tensione nell’addome. Spesso le coliche sono legate al fatto che il bebè non riesca a digerire certi tipi di latti artificiali o certi cibi di cui si alimenta la mamma che allatta.

Ci sono infatti alcuni cibi che la mamma dovrebbe evitare come:

  1. La  caffeina che passa rapidamente nel latte materno. Non si dovrebbero bere più di due tazze di tè al giorno, così come di caffè, cioccolata calda o bibite come coca cola; mentre tisane e bevande decaffeinate non sono un problema;
  2.  Le bevande energetiche vanno evitate perché contengono sostanze che possono rivelarsi non idonee per il bebè;
  3. Fate attenzione al glutine o al lattosio perché possono causare gas e gonfiore;
  4. Il tonno in scatola perché può contenere più mercurio del tonno fresco, per il quale non c’è limitazione di assunzione;
  5.  L’alcol. Ogni bicchiere di alcol richiede due o tre ore per essere rimosso dal latte materno. Quello consumato saltuariamente o regolarmente in piccole quantità non sembra essere dannoso per il bambino allattato al seno, mentre l’abuso sistematico di alcol può rallentare l’aumento di peso del bambino e ostacolare il suo sviluppo.

Un’altra possibile causa fisica scaturisce dalla produzione di ormoni da parte del neonato, che generano degli spasmi addominali, sembra che i bambini esposti al fumo passivo siano più inclini a questo. Inoltre sembra che i bambini di madri che hanno fumato in gravidanza siano più soggetti al fenomeno delle coliche. Infine le coliche che si presentano verso la sera sono quelle nate dalla difficoltà del neonato ad integrare tutti gli stimoli che durante la giornata ha ricevuto dal mondo esterno.

Coliche neonato, rimedi

Per limitare questo fastidioso problema nel vostro bambino esistono alcuni rimedi come:

    1. Lasciate libero accesso al seno, la suzione ha un effetto lenitivo.
    2. Massaggio. Provate a mettere il bambino supino e portare le sue ginocchia al petto, in modo che le gambine facciano pressione sul bancino e lo aiutino ad espellere eventuale aria. Massaggiate il pancino con i 3 movimenti “I Love You”, ovvero, fate prima una “I” sul lato sinistro del pancino, poi una “L” rovesciata, partendo da in basso a sinistra, andate verso l’alto e poi verso destra,  e infine una “U” rovesciata partendo da in basso a sinistra. Questo movimento segue il flusso delle anse intestinali, aiutando il piccolo a svuotarle. Per massaggiare utilizzate un olio o una crema.
    3. Ninnarlo a pancia in giù sulla vostra mano. Il dolore addominale, soprattutto se generato da spasmi o gas, trova beneficio con il calore e con il dondolio, che mette in movimento l’intestino e aiuta il pancino a distendersi. La mano sulla pancia trasmette calore e in questa posizione possiamo ninnarlo, assicurandoci di essere in un ambiente con poca luce e magari un rumore bianco.

Coliche neonato, rimedi naturali

I rimedi omeopatici che possono aiutare a lenire le coliche del bebè in questo caso sono:

  • Argentum nitricum, per dolori addominali associati a eruttazioni violente, coliche con flatulenze e addome disteso, emissione di feci verde scuro, acquose, di odore fetido, miste a gas.
  • Bryonia, per le coliche addominali con dolori di stomaco che si calmano se il bambino rimane fermo e peggiorano con il movimento.
  • Chamomilla, nelle coliche addominali del bambino nervoso e agitato che esagera la sensazione di dolore.
  • Colocynthis, per i dolori violenti con spasmo che migliorano piegandosi e comprimendo il ventre.
  • Cuprum aceticum, se i dolori addominali sono spastici, convulsivi, associati a crisi o meno di vomito
  • Lycopodium, per le difficoltà del lattante con digestione lenta, distensione addominale bassa e stipsi cronica con evacuazioni inefficaci.
  • Magnesia Phosphorica, in caso di dolori addominali con spasmi violenti che costringono il bambino a piegarsi sulla pancia. La situazione migliora con applicazioni calde.
  • Momordica balsamina, per il malessere gastrico con accumulo di gas, distensione e borborigmi in particolare al lato sinistro dell’addome che migliorano con l’emissione di gas.
  • Tilia europea, per la sua azione sedativa e calmante, utile per le manifestazioni somatiche addominali con crampi borborigmi e dolori addominali da contatto.

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Corredino neonato: ecco tutto ciò che serve https://www.mammeup.it/corredino-neonato-cio-serve/ https://www.mammeup.it/corredino-neonato-cio-serve/#respond Mon, 27 Nov 2017 16:42:32 +0000 https://www.mammeup.it/?p=33761 Tra gli aspetti pratici che precedono il momento del parto rientra anche la scelta del corredino neonato. Per pianificare al meglio ogni fase della gravidanza, infatti, è importante non sottovalutare alcun aspetto, inclusa la scelta del corredo neonato. Per evitare di correre all’ultimo secondo alla ricerca di ciò che manca, abbiamo pensato di stilare un […]

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Tra gli aspetti pratici che precedono il momento del parto rientra anche la scelta del corredino neonato. Per pianificare al meglio ogni fase della gravidanza, infatti, è importante non sottovalutare alcun aspetto, inclusa la scelta del corredo neonato. Per evitare di correre all’ultimo secondo alla ricerca di ciò che manca, abbiamo pensato di stilare un utile vademecum, una sorta di lista perfetta con tutto ciò che sarà utile al vostro bambino.

Dedicarsi all’acquisto del corredino per il bebè è un’attività molto sentita da tanti genitori, un modo di prendersi cura in modo “preventivo” della nuova vita che sta per arrivare. Mamme e papà comprano accessori, vestitini e oggetti per il bimbo in arrivo, scegliendo qualcosa per lui  o lei con grande amore.

I più solerti si lasciano anche trascinare dall’entusiasmo, comprando cose che, con il tempo, si riveleranno inutili. A tal proposito, abbiamo pensato di non inserire, o di inserire come opzionali, alcune cose che probabilmente rimarrebbero inutilizzate. Ognuno, d’altronde, potrà personalizzare la propria lista come meglio crede, partendo da questa base.

Corredino neonato in ospedale

Per quanto riguarda il corredino neonato ospedale, è utile sapere che gli ospedali, prima del parto, forniscono una lista di ciò che va inserito in valigia. Non si tratta di un elenco standard, ma ogni struttura seguirà delle linee guida specifiche. Alcuni ospedali forniscono già pannolini, olio detergente e salviettine, oltre agli assorbenti per la mamma, ma altri non lo fanno, quindi è utile sapere che dovrete provvedere voi a comprarli e portarli.

Nell’elenco delle cose necessarie per il nascituro vanno inseriti, anzitutto, gli indumenti: sono necessari almeno tre cambi completi, con body e tutine intere, oppure maglie e piccole ghette. Utilissimi anche calzini e cappellino, perché comunque il neonato potrebbe aver freddo. Non dimenticate, inoltre, una copertina. Per agevolare il reperimento dei vestitini, può essere utile suddividerli già pronti per i diversi giorni, magari in sacchetti diversi, in modo da rendere facile ogni operazione. La neomamma è spesso impossibilitata, quindi l’organizzazione è importante.

Corredino neonato cosa comprare?

Corredino neonato cosa comprare. Tra le fasi antecedenti al parto, quella degli acquisti è una delle più emozionanti (e anche divertente): dalla scelta dei vestitini a quella degli accessori e dei mobili per la stanzetta, sarà bello creare un piccolo universo a misura di bebè.

Per quanto riguarda il corredo neonato invernale e il corredo neonato estivo, non devono anzitutto mancare tanti bavaglini (almeno 20, perché si sporcano molto rapidamente). Servono, inoltre, i body intimi, i pigiamini, le tutine del materiale che preferite, come ad esempio la ciniglia, alternate a completini fatti da maglietta e ghettine, i maglioncini e i calzini.

Alcune mamme acquistano o realizzano un corredino neonato fatto a mano, perché lo trovano più bello e originale. Qualora si scelga di farlo da sé, lo si prepara durante la gravidanza, accompagnando il percorso mese dopo mese. Berretti scarpine, bagaglini ricamati a mano, cardigan a maglia e qualsivoglia accessorio fatto a maglia potrà essere personalizzato il più possibile, andando perfettamente incontro al proprio gusto.

Nella lista corredino neonato, poi, non possono mancare mobili e accessori. I futuri genitori hanno bisogno di culla o carrozzina o lettino con riduttore, sulla base delle esigenze, oltre che di un proteggi materasso, copertine e lenzuolini, un fasciatoio con materassini, la vaschetta da bagno con riduzione per neonati, piccoli asciugamani e un accappatoio con cappuccio (sostituibile con un telo con cappuccio). Per quanto riguarda l’igiene del piccolo, servono naturalmente tanti pannolini e salviettine. Non devono mancare bagnoschiuma e shampoo naturali, olio neonatale, spugna naturale, spazzola per capelli più pettinino e forbicine a punta tonda. A discrezione dei genitori l’acquisto del ciuccio. Molti, inoltre, trovano comoda la pompetta per l’aspirazione nasale.

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Singhiozzi neonato, tutto quello che c’è da sapere https://www.mammeup.it/singhiozzi-neonato-quello-ce-sapere/ https://www.mammeup.it/singhiozzi-neonato-quello-ce-sapere/#respond Fri, 24 Nov 2017 16:24:06 +0000 https://www.mammeup.it/?p=16337 Singhiozzi neonato, due parole che, quando accostate, mettono in ansia molti genitori. Il singhiozzo è un episodio non preoccupante e molto frequente, ma quando interessa un bimbo appena nato suscita grande preoccupazione. Si tratta di una contrazione involontaria nel diaframma, che è fastidiosa e anche incontrollabile. Colpisce a ogni età, però è normale che quando […]

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Singhiozzi neonato, due parole che, quando accostate, mettono in ansia molti genitori.

Il singhiozzo è un episodio non preoccupante e molto frequente, ma quando interessa un bimbo appena nato suscita grande preoccupazione. Si tratta di una contrazione involontaria nel diaframma, che è fastidiosa e anche incontrollabile. Colpisce a ogni età, però è normale che quando capita ai più piccoli generi comunque apprensione. Se, infatti, un adulto ha la capacità di comunicare immediatamente il suo problema e sa come intervenire, lo stesso non si può dire di un bimbo che ha solo poche settimane di vita.

Il singhiozzo è causato dalla contrazione involontaria del diaframma, cioè di quel muscolo che separa la cavità toracica dagli organi dell’addome, con conseguente chiusura della glottide laringea. Si presenta tendenzialmente in modo spontaneo e non ha ripercussioni sulla respirazione. Affinché i neo-genitori non si allarmino quando capita ai loro bebè, abbiamo pensato di approfondire l’argomento.

Perché viene il singhiozzo?

Ma perché viene il singhiozzo? Come abbiamo anticipato, si tratta di una contrazione involontaria.

Può verificarsi per molti motivi, come aver mangiato troppo, aver inghiottito aria durante la masticazione o essere troppo ansiosi o eccitati. Questi stessi fattori possono essere causa scatenante di singhiozzi nel neonato. Se un bimbo è sano, non ci sono particolari problemi, ma ci sono casi in cui il singhiozzo si protrae troppo a lungo, con complicazioni sulla ventilazione, in particolare dei bimbi prematuri, che hanno bisogno di aiuto per respirare. Una volta avviato, si verifica a una velocità di 4-60 al minuto, con una frequenza costante.

Le cause del singhiozzo si identificano in un’alterazione del nervo frenico, che controlla le contrazioni del diaframma. Il nervo frenico segue un lungo percorso, quindi, quando viene irritato in un punto qualsiasi del suo percorso, può conseguire un episodio di singhiozzo.

Spesso non si può individuare un unico motivo scatenante del singhiozzo, però ecco alcune situazioni durante le quali si può presentare:

  • dilatazione dello stomaco, causata da rapida o eccessiva ingestione di cibo e liquidi;
  • bruschi sbalzi di temperatura;
  • eccessiva ingestione di bevande alcoliche, che può danneggiare la mucosa gastrica (il tessuto di rivestimento dello stomaco) provocandone l’infiammazione e indirettamente irritare il diaframma;
  • emotività: quando ci si trova in una condizione di forte disagio, si ingoia una quantità di aria superiore al normale
  • i neonati ingoiano facilmente aria durante l’allattamento al seno o da biberon e questa aria in eccesso può aumentare il rischio di singhiozzo.

Come far passare il singhiozzo

Abbiamo visto cosa è il singhiozzo e perché si presenta, quindi cercheremo adesso di capire come far passare il singhiozzo. Ognuno ha i suoi rimedi per “eliminare” il singhiozzo, alcuni dei quali si tramandano da una generazione all’altra, e ognuno sa bene quale funziona meglio.

Ecco i rimedi per far passare i singhiozzi nel neonato:

  • dare da bere alcuni sorsi d’acqua da un cucchiaino;
  • fare succhiare il ciuccio al bimbo, massaggiandolo delicatamente sulla schiena;
  • già l’azione di deglutizione può essere sufficiente ottenere un risultato positivo;
  • riattaccarlo al seno, perché qualche altra poppata avrà l’effetto di distendere il diaframma e tutto l’apparato della deglutizione;
  • stimolare lo starnuto, la cui sollecitazione dovrebbe contrastare il movimento involontario del singhiozzo e placarlo;
  • per prevenire il singhiozzo dovuto allo sbalzo di temperatura, è importante mantenere costante il microclima degli ambienti dove si trova il piccolo, spogliarlo lentamente per il bagnetto e, quando gli si cambia il pannolino, tenetelo coperto il più possibile (soprattutto in inverno).

Cose da non fare in caso di singhiozzo

Quello che non si deva mai fare è bloccare il respiro del neonato, stringendogli le narici. Il metodo, che risulta efficace per gli adulti, non è applicabile a un bimbo appena nato. In ogni caso, è importante tenere presente che il fenomeno del singhiozzo deve essere sempre di durata limitata e, comunque, diradarsi con la crescita. Qualora non fosse così e, anzi, il piccolo fosse vittima del singhiozzo troppo spesso e in modo prolungato, consultate subito il pediatra. Soltanto il medico, infatti, potrà constatare se è tutto a posto.

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Allattamento al seno, le cose da sapere https://www.mammeup.it/allattamento-al-seno-le-cose-sapere/ https://www.mammeup.it/allattamento-al-seno-le-cose-sapere/#respond Mon, 20 Nov 2017 16:20:14 +0000 https://www.mammeup.it/?p=932 Allattare è una delle cose più naturali che una donna possa fare. E’ il mezzo fondamentale di sostentamento per ogni cucciolo in natura. Al contrario di quanto si possa pensare non è un gesto così facile ed immediato perché le ultime generazioni hanno sempre di più prediletto l’allattamento artificiale, perdendo questa abitudine. Nutrire il proprio figlio […]

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Allattare è una delle cose più naturali che una donna possa fare. E’ il mezzo fondamentale di sostentamento per ogni cucciolo in natura. Al contrario di quanto si possa pensare non è un gesto così facile ed immediato perché le ultime generazioni hanno sempre di più prediletto l’allattamento artificiale, perdendo questa abitudine. Nutrire il proprio figlio con il latte materno è la scelta migliore perché lo aiuta a crescere in modo sano per questo però è necessario seguire alcune regole. Una mamma che decide di allattare, infatti, deve avere alcuni accorgimenti fondamentali.

Cibi da evitare in allattamento

Prima di tutto bisogna stare attente a cosa si può mangiare e cosa, invece, si dovrebbe evitare. La dieta di una mamma che allatta dovrà essere ancora più ‘ricca’ rispetto a quella della gravidanza. Se durante i nove mesi, infatti, l’aumento calorico era di sole 200 kcal al giorno, adesso l’incremento dovrà essere di 6-700 calorie.

Bisognerà privilegiare gli alimenti giusti: proteine, legumi, carni bianche, frutta e verdura, la frutta, carboidrati non devono mai mancare nella vostra tavola.

Tra i cibi sconsigliati in allattamento troviamo asparagi, broccoli, cavolfiori, porri, peperoni, aglio e cipolla che avendo un sapore forte possono modificare il sapore del latte che non potrebbe piacere al bambino. E ancora le spezie e le carni molto saporite, il pesce affumicato come il salmone o il pesce spada.

Posizioni allattamento

Non esiste una posizione perfetta per allattare il vostri bimbo, ma sicuramente alcune sono più comode sia per voi che per lui. Ne esistono molte e non esistono regole precise sulla posizione corretta; alcune, tuttavia, possono facilitare l’attacco, la suzione e l’allattamento. In generale vale la pena provarle tutte per scoprire quale sia quella che meglio si adatta a voi e al vostro bambino.

Ci sono comunque alcune linee guida importanti per tutte le posizioni:

  • Per agevolare il riflesso di eiezione del latte, dovreste sedere in una posizione rilassata;
  • Tenete il bambino molto vicino al  vostro corpo, pancia a pancia, sorreggendolo con il braccio piegato. Se necessario, appoggiate il braccio su un cuscino per avere un maggiore supporto;
  • Tenete una bevanda a portata di mano;
  • Con la mano libera, orientate il seno nella stessa direzione della bocca del bambino, in orizzontale o in verticale.

Ecco le pozioni più comuni usate da molte mamme:

  1. La posizione a culla è quella che funziona ovunque e va bene sia per la mamma che per i bambini. E’ importante assicurasi che la punta del naso del bambino si trovi allo stesso livello del capezzolo. Per attaccarsi in questa posizione, il bambino deve ripiegare leggermente la testa all’indietro, facilitando così la suzione e la respirazione. Con la mano libera orientate il capezzolo nella stessa direzione della bocca del bambino.
  2. La posizione dell’abbraccio trasversale: aiutate a reggere il bambino in modo ottimale, specie quando ha imparato ad attaccarsi correttamente per poi passare alla posizione a culla;
  3. Posizione rugby. Questa posizione offre il miglior sostegno per l’attacco: è facile portare il bambino verso il seno e potete anche vederne tutto il volto. È una posizione valida sia per i bambini più nervosi, ma anche per allattare bambini sonnolenti. Basta sistemarlo affinché sia quasi seduto accanto a voi;
  4. Posizione sdraiata di lato. Si distende il bambino lateralmente, pancia a pancia. Il bambino deve trovarsi più in basso rispetto al seno (il capezzolo deve toccare il suo naso) sostenendolo dalla schiena con un asciugamano o un cuscino.

Allattamento al seno, fino a quando?

Non esiste una regola che impone quando smettere di allattare perché fin quando la madre è in grado il suo latte è una fonte benefica per la crescita del bambino. Ecco perché l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda di allattare fino al secondo anno di età e oltre, specie se in questo periodo il bambino fa il suo primo ingresso in comunità: statisticamente, infatti, i bambini allattati al seno che vanno al nido si ammalano di meno.

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